| inviato il 18 Maggio 2024 ore 20:19
Groppi puoi farmi un esempio? |
| inviato il 18 Maggio 2024 ore 21:02
Moriyama, ha sempre lavorato cercando di restituire l'atmosfera dei quartieri più che raccontare una storia |
| inviato il 18 Maggio 2024 ore 21:12
No, intendevo un esempio di fotografia supercàzzolatoria :) |
| inviato il 18 Maggio 2024 ore 21:17
Quelli che mi fanno le fotine dei cantieri e mi raccontano la storia sempre uguale del mondo sospeso che non ci sarà più Oppure ricordo di aver discusso anche qui sul forum di un'autrice che aveva una super pippa sull'altrove raccontato nelle foto ma che poi guardandoli erano per me mediocri Esempi ne ho tanti |
| inviato il 19 Maggio 2024 ore 7:57
A me, parlando di super×le, viene in mente la Marina Abramovi? o Hiroshi Sugimoto nel progetto in cui ha fotografato teatri, utilizzando come unica illuminazione la proiezione di un film sullo schermo, o l'arte concettuale e la land art di provincia |
| inviato il 19 Maggio 2024 ore 8:04
Per quanto riguarda gli ultimi nomi usciti devo dire che nutro ammirazione ed invidia per chi ha il dono innato dell'occhio e la capacità di arrivare a risultati così estetizzanti, quasi apparentemente senza sforzo D'altra parte forse a volte trovo una certa ripetitività (ad es. nella nano come soggetto, o nella coppietta in camporella) e mi domando se non ci sia una certa vacuità e, appunto, dell'effettismo che è sempre sull'orlo di essere fine a sé stesso |
| inviato il 19 Maggio 2024 ore 8:51
Sono sincero a me il lavoro dei cinema di Sugimoto é sempre piaciuto Non ho mai preso il libro ma é uno di quelli che vorrei Mi piace come li é raccontato il tempo e la scelta di mettere a confronto antichi fasti con una realtà più scialba contemporanea e il risultato lo trovo elegante con qui bn |
| inviato il 19 Maggio 2024 ore 10:48
Il mio pensiero è che se avesse fatto un 'normale' fotografia agli interni di teatro come ha fatto Candida Höfer , senza inventarsi la storia supercàzzolesca delle due ore di film in un fotogramma, sarebbe stato più onesto. Ma forse sbaglio io, forse c'è dietro la filosofia zen, i vuoti, i silenzi ed i bianchi giapponesi... |
| inviato il 19 Maggio 2024 ore 12:00
La Hofer per esempio non la ho mai molto apprezzata, al di là che entrambi fotografano un ambiente mi pare non vi siano punti in comune, luci completamente diversi, effetto più teatrale da una parte e poi descrittivo dall'altra. Io li trovo molto molto diversi come autori, tra l'altro tra gli allievi famosi dei becher lei é una di quelli che apprezzo meno Però é uno spunto interessante il tuo sono curioso dell'opinione anche degli altri in merito |
| inviato il 19 Maggio 2024 ore 13:55
Un'altra fotografa specializzata nelle vedute dei teatri è Patrizia Mussa, di cui si è allestita la mostra "Teatralità – Architetture per la meraviglia" al Palazzo Reale di Milano l'anno scorso: www.palazzorealemilano.it/mostre/teatralita-architetture-la-meraviglia ilfotografo.it/news/patrizia-mussa-teatralita-mostra-milano-tra-fotogr La composizione è molto simile ha quella delle foto di Candida Höfer, ma il trattamento è completamente differente, con un effetto che definirei "pittorico", ben lontano dell'impostazione "Neue sachlichkeit"* che la Höfer ha tratto dai suoi maestri, i cognugi Becher. In quella mostra era permesso far fotografie, quindi ho riprodotto tutte le immagini esposte. Ne allego qualcuna, tanto per dare un'idea:
 Teatro Moderno, Sabbioneta. 1590 - Vincenzo Scamozzi
 Teatro Scientifico, Mantova. 1767-1769 - Antonio Galli da Bibiena
 Teatro Farnese, Parma. 1617-1619 - Giovan Battista Aleotti detto l'Argenta
 La Scala (non scrivo il nome della città così state a scervellarvi su dove si trova ) 1776-1778 - Giuseppe Piermarini * www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&show=15&t=3345003#18755458 |
| inviato il 19 Maggio 2024 ore 20:08
Ammetto che non conoscevo nessuno delle fotografe citate. La mia preferenza va alla Mussa, che per me ha fatto centro con la sovraesposizione. Grazie della segnalazione RobertoP |
| inviato il 19 Maggio 2024 ore 20:27
Non c'è di che... Neanche io non conoscevo la Patrizia Mussa fino a quando non ho visto questa mostra a Palazzo Reale. |
| inviato il 19 Maggio 2024 ore 21:10
“ O queste della Reggia di Caserta (1756-1769 - Luigi Vanvitelli): „ Ma come mai cosi bianche o sovraesposte direi...?? |
| inviato il 19 Maggio 2024 ore 21:50
È il suo linguaggio; lo stile che contraddistingue le sue foto. Altri fotografi di architettura e paesaggio urbano tendono a usare esposizioni prolungate. A esempio Luca Capuano. Anche Luigi Ghirri e Giovanni Chiaromonte (insieme fondarono la casa editrice "Punto e virgola"). In tal modo mi sembra che le immagini subiscano una sorta di "smaterializzazione" e venga enfatizzato il ruolo della luce. |
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