| inviato il 19 Febbraio 2024 ore 14:06
Kodak avrebbe potuto far qualcosa, avendo sicuramente sentito prima di altri il vento del cambiamento. Ma doveva totalmente snaturarsi, riciclarsi, diventare qualcosa di profondamente diverso. ****************** Certo che Kodak aveva sentito l'arrivo del cambiamento Claudio, non per nulla, all'epoca, essa deteneva la stragrande maggioranza dei brevetti allora in essere riguardo a questa tecnologia. L'errore è stata la storica propensione della casa verso le rendite di posizione, in altre parole detenevano un mare di brevetti ipotizzando che altri attori ne avrebbero richiesto lo sfruttamento, cosa peraltro che già avevano fatto negli anni '30 quando avevano brevettato tutte le additivazioni a base di Terre Rare che si usano ancora oggi nella correzione delle aberrazioni ottiche negli obiettivi fotografici... peccato che quei brevetti decaddero senza che nessuno gliene chiedesse l'uso! La stessa cosa è accaduta un quarto di secolo fa allorquando l'AD di Kodak, che in quella occasione era l'ago della bilancia essendo il CdA esattamente spaccato in due fra i sostenitori della tradizione, da una parte, e chi invece spingeva per un non ben chiaro "rinnovamento" dall'altra. In quella occasione egli decise di schierarsi con i "rinnovatori"... e il risultato fu, come ben sappiamo, il fallimento della Casa! Evidentemente il nostro non aveva capito che gli altri attori, Canon in primis, si sarebbero mossi autarchicamente, come fecere per esempio optando per i sensori CMOS invece dei CCD, in questo modo, di fatto, Kodak si ritrovò a detenere un mare di brevetti che nessuno voleva... e ovviamente la conseguenza non poteva essere diversa da quella che fu. |
| inviato il 19 Febbraio 2024 ore 14:19
Per me resta un miracolo Fuji che ha saputo interpretare al meglio e con originalità il cambiamento. ****************** Ecco... quello di Fuji non fu un miracolo caro Claudio ma solo la logica conseguenza di ben precise, e vincenti, scelte strategiche. Fuji infatti, a differenza di Kodak, aveva alle spalle una grossa esperienza sia come costruttore di corpi macchine sia in quanto produttore di ottiche fotografiche. Inoltre era pure da decenni impegnata nel settore del Broadcast come costruttore di telecamere e ottiche, e qui se la vedeva alla pari con giganti come Canon e Sony, per cui una volta intuito il vento del cambiamento per essa, già ben impegnata nei vari settori, il passaggio fu non solo automatico, ma anche veloce e vincente. Perché? Semplice! Perché i brevetti, sia suoi che di altri, Fuji li sfruttava mettendoli all'opera, e non già tenendoli in naftalina aspettando, invano, che altri attori glie li chiedessero! |
| inviato il 19 Febbraio 2024 ore 14:28
A proposito: gli studi sulle nuove emulsioni fotografiche in atto alla fine del secolo scorso le stava portando avanti Fuji... non Kodak. Infatti nell'articolo di Maurizio Micci da me precedentemente citato l'autore parlava di "granuli esagonali", e non dei più semplici "granuli tabulari" |
| inviato il 19 Febbraio 2024 ore 14:37
Si, ricordo a grandi linee l'articolo e ricordo di questa nuova possibile frontiera della pellicola. |
| inviato il 19 Febbraio 2024 ore 19:37
Altro che nuova frontiera... un balzo in avanti degno dei sogni più ambiziosi del Grande Tomoniere! Passare da 40.000 particolari per mm² a 250.000... parlando di un comune negativo colore 100 ASA (e pur con tutti i distinguo del caso) non saprei davvero come altro definirlo! |
| inviato il 19 Febbraio 2024 ore 19:44
E questo semplicente ottimizzando la stesa dell'emulsione |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 9:04
Con la tecnologia attuale, i software e gli hardware del 2024, si potrebbero progettare pellicole straordinarie. Spero che in futuro AI e smartphone mangino in un sol boccone la fotografia digitale. Questo potrebbe portare anche alla morte definitiva della pellicola. Oppure potrebbe tornare a svilupparsi per una nicchia di appassionati, come sta succedendo nell'HIFI. Intanto mi godo le nuove Ferrania, che sono straordinarie, P30 ed Ortho 50. Vorrei provare la conversione in positiva. Ho un po' paura: se in proiezione dovessi vedere ciò che mi immagino, rischio di prendere PC, scanner, ecc e portarli all'isola ecologica! |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 9:13
“ Con la tecnologia attuale, i software e gli hardware del 2024, si potrebbero progettare pellicole straordinarie. „ Esatto, non dimentichiamo che le pellicole attualmente in commercio sono state progettate alcuni decenni fa. “ Spero che in futuro AI e smartphone mangino in un sol boccone la fotografia digitale. „ Anche gli smartphone sono fotografia digitale, quello che invece spero io è che Ai e fotografia vengano tenute il più possibile separate. |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 9:38
Smartphone perfezionatissimi sarebbero sempre fotografia digitale. E la cosa perché dovrebbe far risorgere la pellicola? Non vedo il nesso. Ma perché ce l'avete tanto col digitale? Vi permette di scattare tutte le foto che volete, se si impara a fare una buona post e imparare a fare una cosa nuova, mettersi alla prova è sempre piacevole, permette anche di stampare in proprio le foto( non è facilissimo, ma è possibile), pernette di stampare il bianconero, il colore ( cosa che quasi nessuno fa tra di noi qui con ingranditore) pernette di essere finalmente autosufficienti, indipendenti da quelle schifezze di lab di una volta che producevano 10x15 immondi ( ma ve li ricordate?) mentre una canera oscura completa quasi nessuno ce l'ha e si deve arrangiare con lo scanner che sempre DIGITALE è, ma comunque lo fa. E, nella migliore delle ipotesi, i pochi che hanno la camera oscura fanno praticanente SOLO bianconero. Permette, il digitale, di essere presenti ( sia con l'intera filiera digitale che tramite scansione)sui social, sia a chi produce file digitali puri che a chi lavora con la pellicola ( e quando vi ricapita?) essere presenti qui su Juza e parlare, mostrare il proprio lavoro, confrontarsi. Imparare, commentare. Anche per chi vive in posti lontani, tra le montagne, in provincia, dove accesso a laboratori seri, accesso a notizie dirette, confronto, è tutto limitato Dove chi non puo andare fusicamente ad un laboratorio e controllare di persona, suggerire allo stamoatore non lo puo fare, ma può spedire i propri file corretti da lui, coccolati. da lui La fotografia digitale è invece, fortemente democratica, non è appannaggio di sole élite e delle maggiori città. . Élite che poi, a veder bene, sarebbero solo costituite da quelli che VERAMENTE sanno fare, usano stabilmente la canera oscura, con cognizione di causa, usano la proiezione come VERAMENTE si deve adoperare, altrimenti che élite sarebbe? Solo premere un pulsante di un aggeggio con dentro un rollino? È questa la vera nobiltà della pellicola?Tutto questo vorreste davvero che fisse spazzato via!?Perché questo livore? Perché disadattamento, intolleranza? Per una tecnologia che a tanti, anche gli stessi utilizzatori della pellicola, ha dato e da tanto. Anche qui su Juza proponendo il proprio lavoro, le proprie idee senza parlare di aria frutta Non lo capisco proprio. Perché? |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 10:21
Premesso che sposo totalmente la tesi del mio amico Claudio che, giustamente, invita a non demonizzare la fotografia digitale, vorrei anche far notare due cose: 1) l'avvento del digitale ha avuto il grande merito di rendere la fotografia un fenomeno veramente, e direi finalmente, di massa... che sia cosa buona, o meno, non mi interessa, però è così; 2) la pellicola, anche alla metà degli anni '90 e senza neppure attendere tutti quegli sviluppi che comunque non ci sono stati, era tranquillamente all'altezza di reggere, già allora, il paragone finanche con la tecnologia digitale di oggi, e tutto questo nonostante che gli standard dell'epoca fossero già vecchi di vent'anni. A questo punto, e al di là delle diatribe che non ci interessano, dovremmo interrogarci sul REALE MOTIVO per il quale una tecnologia, allora come ora ancora piuttosto immatura, abbia potuto sovvertire, oltretutto con una facilità francanente disarmante, un ordine costituito e strutturato da ben oltre cent'anni! |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 10:24
Claudio Santoro, bene hai scritto. Il digitale è democratico, la pellicola era elitaria. Il digitale mette tutti sulla stessa linea di partenza, la pellicola richiedeva spazio, tempo e disponibilità economiche. Chi poteva, sfoggiava camere oscure e corredi di ripresa miliardari e poteva guardare con alterigia e commiserazione il turista che fotografava con la kodak instamatic, atteggiandosi a grande fotografo quando, il più delle volte, non lo era e produceva foto che erano superiori a quelle dell' istamatic solo tecnicamente. Oggi la creatività, la cultura, le idee sono importanti più che mai, dato che a conti fatti diventa difficile distinguere una foto fatta con un telefono cellulare da quelle scattate con una reflex FF . Ho fatto le mie migliori foto di " street" col cellulare. Ed è questo che provoca bruciori nelle parti intime dei alcuni che rimpiangono i bei tempi andati che, al solito, non sono mai esistiti. Il digitale ha finalmente gridato " il Re è nudo !" |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 10:36
Beh no, il Re è tutt'altro che nudo... molto semplicemente indossa un vestito che ben pochi possono permettersi. E ancor meno, anche fra quei pochi pochi che possono permetterselo, una schiera ancor meno nutrita è rappresentata da quelli che hanno il fisico per indossare, con la dovuta eleganza , quei paramenti. |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 10:38
Paolo, il Re è nudo perché non ci si può mascherate da grandi fotografi rivestendo i panni Linhof. Col digitale bisogna esserlo. |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 10:38
Oh, intendiamoci, questa è una realtà che vale anche per quegli altri vestiti... come dire... meno eleganti ecco! |
| inviato il 20 Febbraio 2024 ore 10:45
Certo che si Kwlit, che si usi la pellicola o che si usi il digitale se non si ha alcunché da dire è meglio tacere. Il problema è che con la pellicola, essendo pochi gli oratori, erano pochi anche quelli che avrebbero fatto meglio a tacere, ora invece, essendo troppi i parlatori, sono troppissimi, in proporzione anche di più quelli che farebbero bene a tacere. |
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