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Fotocamere analogiche "per dia"


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avatarsenior
inviato il 25 Maggio 2020 ore 19:12

Perchè ora è l'obiettivo più richiesto. Molti vogliono un corpo col normale e basta, per passarsi lo sfizio. Trovano magari l'occasione del corpo, e poi cercano l'80. Il 150, ad esempio, te lo tirano dietro, lo trovi a 200€


È la mia storia...

avatarsenior
inviato il 26 Maggio 2020 ore 1:43

Ho avuto la Mamya biottica con tutte le lenti fino al 250! Va bene su cavalletto! Ma per uso a mano...Rolleiflex tutta la vita! ;-)

avatarsenior
inviato il 26 Maggio 2020 ore 8:52

I sovietici replicarono il bisonte crucco sottoforma della Kiev 60 ... 'na bella compattona pesante come un incudine.
Ma "sembrerebbe" che stranamente, non replicarono i difetti, come succedeva sempre; al contrario applicarono piccole modifiche proprio al sistema di trascinamento/carica... Mediamente il problema sulla sovietica si verifica di meno che nn sulla tedesca. Ovviamente è piena di altri mille difetti.

Io avevo citato la Kiev 80, copia (malriuscita) dell'Hasselblad.
Non ho esperienza diretta con la 60, ma se hanno copiato la Pentacon Six, con la stessa precisione usata per l'Hasselblad, non c'è da stare tranquilli.
La mia esperienza con la Kiev 80 fu terrificante. Allora ero giovane ed un po' incosciente, altrimenti avrei capito che doverne provare 3 o 4 in una mattinata a Porta Portese, per trovarne una funzionante, non deponeva bene per il futuro.
Elenco i difetti della mia:
1) a volte scattava a tendine chiuse su 500 e 1000. Bastava non usare questi tempi
2) si bloccava il pulsante di scatto. Si dava una schicchera sul pulsante, perdendo così un fotogramma.
3) si bloccava lo specchio a metà. Si toglieva l'obiettivo e lo si riabbassava a mano.
4) il comando dell'automatismo del diaframma, al momento dello scatto, mancava il perno sull'obiettivo, quindi tu avevi impostato 11 e scattava a 2,8. Nessun rimedio, si pregava solo che non accadesse.
5) il trascinamento era sempre un terno al lotto: a volte i fotogrammi si sovrapponevano, altre l'ultimo scatto finiva in parte sulla carta. Anche qui si pregava.
Va aggiunto che bisognava ricordarsi di impostare il tempo dopo aver caricato l'otturatore, pena lo "sminchiamento" di tutto il complesso meccanismo, che era anche difficile da rimettere a punto, tant'è che diversi riparatori si rifiutavano di mettere le mani sulle Kiev 80.
Peccato perché l'80 mm 2,8 a corredo andava molto bene.

avatarsenior
inviato il 26 Maggio 2020 ore 9:01

@Leone Giuliano:
Skylab, uno può pure evitare di spendere 3-400€ per una Zenza/Pentax 645/Rolleiflex. Ma volendo fare diapositive, se l'esposimetro non è buono, con quello che costano quelle sbagliate si fa presto a raggiungere certe cifre. Poi se compri bene, senza fretta e aspettando l'occasione buona, quando vuoi rivendi subito e senza perderci

Il bello degli acquisti vintage è che puoi rivendere tutto dopo una settimana, un anno, dieci anni senza perderci un euro.
Per quanto riguarda l'esposimetro, se ne può acquistare uno esterno, facendo un ulteriore passo indietro nell'esperienza del passato. Secondo me può essere un punto a favore.

Personalmente se lo scopo fosse solo quello di fare qualche rullino di prova, cercherei qualcuno che una 6x6 me la prestasse.

avatarjunior
inviato il 26 Maggio 2020 ore 19:14

Se vi interessano le kiev 60 e 88 adesso le fanno nuove e aggiornare. araxfoto.com/cameras/

avatarsenior
inviato il 26 Maggio 2020 ore 19:40

Per quanto riguarda l'esposimetro, se ne può acquistare uno esterno, facendo un ulteriore passo indietro nell'esperienza del passato. Secondo me può essere un punto a favore


A me piace il passato più moderno. Le mie medio formato sono tutte motorizzate, hanno tutti i migliori automatismi di esposizione e i migliori esposimetri possibili, spot, media, multispot e quant'altro. Slow sì, ma comodo ;-)

avatarsenior
inviato il 26 Maggio 2020 ore 19:58

Ti consiglio la Pentax ME SUPER. Ha un esposimetro con una coppia di cellule al fosfoarseniuro di gallio (GPD) alloggiate nel pentaprisma. Al tempo della pellicola usavo questa esclusivamente per le Dia, perchè aveva una capacità straordinaria di "comprendere naturalmente" i colori. La Minolta Dynax aveva una sorta di matrix a nido d'ape e con le Dia faceva un casino. Cercava sempre di aprire le ombre, cosa che con le dia è da evitare. Meglio un bel nero profondo e colori ipersaturi. La Dynax la usavo invece con le negative, dove quel tipo di esposimetro lavorava benissimo.
Inoltre le ottiche Pentax avevano una capacità di saturare soprattutto il verde assolutamente unica, quindi nei paesaggi con luce trasversale, una leggera sottoesposizione, garantiva dia dall'effetto tridimensionale. Le ombre nerissime che si creavano davano il giusto senso di tridimensionalità e la proiezione garantiva quell'effetto incredibile che solo chi conosce le diapositive può capire.

avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2020 ore 9:37

Per Fileo:

Sono spiacente che tu abbia avuto tali delusioni dalla Kiev-80 (che fu un aggiornamento della Saliut-S). Purtroppo, in luoghi come i mercatini, ove non si sa chi abbia trappolato prima di noi su una fotocamera, è sempre bene fare la massima attenzione su cosa ci si accinga ad acquistare.

Circa il problema della spaziatura dei fotogrammi, su quella fotocamera a dorsi intercambiabili, il problema non sussiste, perché i dorsi stessi disponevano di una finestrella posteriore attraverso la quale, controllare ed eventualmente -agendo sulla chiavetta d'avanzamento- avanzare fino a poter vedere il numero-fotogramma. Semplicissimo ed indicato sul libretto di istruzioni. Inoltre, i dorsi di Saliut, e Kiev erano tarati per lo spessore di carta-pellicola dei rulli tipo 120 prodotti in URSS; altrimenti, occorreva ricorrere al tecnico, che avrebbe ritarato tale funzione.
Sulla mia Kiev-88 tale problema non è mai esistito, perché già tarata per i rulli "occidentali".
La Kiev 60 è più o meno come la Pentacon Six, con meccanismi sovradimensionati.
Il più grave errore che si commette con la Pentacon Six, è quello di avanzare/armare agendo sulla leva di carica, con l'energia e la disinvoltura del fotoreporter in Vietnam.
Anche qui, basta leggere le istruzioni.
Nel 1987, mi recai al negozio VEB-Zeiss Jena/Pentacon a Dresda e trovai assoluta, estrema gentilezza, rara competenza e disponibilità. Laggiù comprai il pentaprisma TTL ed in negozio provvedettero alla perfetta taratura dello stesso, sulla mia macchina.
Altri tempi, forse, quando una fotocamera rientrava tra i beni durevoli.


avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2020 ore 9:59

le kiev in generale non sono proprio il termine di paragone della qualità costruttuttiva.

nonostante ci siano sicuramente esemplari correttamente funzionanti,
non mi sentirei di consigliarle oggi con tutto il materiale giapponese a prezzi interessanti disponibile e venduto anche con garanzia da vari negozi italiani.

avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2020 ore 10:25

ho ancora 2 pentax ME super e una EOS3, quest'ultima praticamente intonsa! magnofiche macchine per dia (e non solo)...

avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2020 ore 11:29

Io con Kiev, Fed e Pentacon.... solo problemi! Dalla spaziatura agli inceppamenti, all infiltrazioni di luce, etc... ma chi ce lo fa fare oggi di usare quelle robe quando si trovano apparecchiature fantastiche ad una manciata di euro? Confuso

avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2020 ore 11:36

Non ci sono ragioni che tengano, chi ce l'ha o l'ha avuta soffre emotivamente a sentirlo dire

avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2020 ore 11:40

Pure io le ho avute! Della Kiev 88 avevo tutte le lenti dal 30 al 250, buone lenti! Ma lasciamo proprio perdere la qualità dei corpi! Dei bagagli rumorosi e fragili a dispetto di quello che dovevano essere!

avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2020 ore 12:03

ho avuto pure io due kiev 88 (una nuova di fabbrica) e la pentacon six, ma non ne sento la mancanza..

avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2020 ore 13:36

Io invece, che non sono mai stato tipo da mezze misure, visto che non potevo permettermi una medio formato seria c'ho rinunciato (facilitato in questa scelta pure dal fatto che francamente non mi serviva) senza neppure farmi sfiorare dall'idea di un surrogato.



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