| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 20:45
Sempre peggio 2 |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 20:46
evvai pagina 7! |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 22:18
C'è da dire che l'istogramma sul display della macchina fotografica è relativo all'immagine processata (quella visualizzata sul display stesso) e non ai dati effettivamente contenuti nel file raw. Quindi oltre a non saper che fare di un istogramma, abbiamo anche il problema che l'istogramma stesso ci dà indicazioni dipendenti da quella particolare conversione del raw avvenuta in automatico nella fotocamera, che non è detto sia la conversione definitiva. Ma è comunque molto meglio di un calcio sulle gengive. (segue) |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 8:08
Che le fotografie digitali siano il frutto di una conversione è oramai noto anche agli esperti. Ai valori di luminosità per ciascuno dei punti che formeranno la nostra immagine (così come sono stati ricavati dai singoli pixel del sensore) vengono aggiunte, sempre per singolo pixel, le informazioni cromatiche (il colore). In questa fase, ripeto conosciuta ormai anche dagli esperti con il nome di 'conversione raw', viene in qualche modo anche manipolata la distribuzione dei toni (rappresentata appunto dall'istogramma). (segue) |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 11:14
Ma in fondo cosa ci dice l'istogramma? Niente, nada de nada , ci dice solo quello che già sappiamo, ed è proprio questa la sua utilità. Possiamo ignorarlo, certo, ma c'è una seconda opzione: sapere cosa vogliamo, e verificare se ciò che vogliamo l'abbiamo ottenuto con lo scatto. E se non sappiamo cosa vogliamo? Non c'è altra via d'uscita, prima di leggere un istogramma dobbiamo sapere cosa vogliamo, altrimenti è inutile. (segue) |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 11:31
Ma non ci si può bloccare da soli? |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 13:52
E perchè mai?? Ancora, ancora!! |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 17:38
Mi hai insieme commosso e rotto le @@! |
| inviato il 25 Ottobre 2017 ore 6:23
Se c'è una cosa che l'uomo da sempre desidera ardentemente, è sapere cosa vuole. Il caso dell'istogramma, in fondo, non è dei più complicati. Si analizzano i toni più chiari e quelli più scuri della nostra immagine (in pratica si ingrandisce e si naviga attraverso l'immagine fino a far comparire sul piccolo display solo la parte che ci interessa, e questo serve, oltre che a vedere qualcosa che non sia lillipuziano, anche a fare in modo che l'istogramma visualizzato si riferisca solo all'area che ci interessa -perchè è questo quello che succede quando l'immagine non sta tutta nel display, l'istogramma si riferisce solo alla parte visibile, o almeno così dovrebbe essere) e in base al posizionamento sull'istogramma si capisce se quello che stiamo vedendo verrà stampato correttamente, o quantomeno come vogliamo che sia. Aahh! ancora con questo vogliamo, ma allora dobbiamo per forza volere qualcosa? (segue) |
| inviato il 25 Ottobre 2017 ore 11:00
Quello dell'istogramma, e anche l'analisi visiva della foto, non è però un esame dove si viene per forza promossi o bocciati: la via di mezzo esiste e si chiama post-produzione. In pratica ci si mette seduti al computer e si fa quello che si vuole. 'Si fa quello che si vuole' , da non confondere con 'si sa quello che si vuole' . (segue) |
| inviato il 25 Ottobre 2017 ore 12:32
Come sopravvivere alla propria macchina fotografica: Lezione 6 - La post produzione |
| inviato il 26 Ottobre 2017 ore 14:28
Per quanto possa apparire inspiegabile, per post-produzione si intende post-produzione. In ambito cinematografico non ha mai creato problemi, in ambito fotografico invece ne ha creati, ne sta creando e ne creerà di molti. Eppure il cinema può essere visto come tante fotografie che scorrono, incarna quasi la rivincita del tempo su chi pretende di volerlo fermare. Forse è per questo che ai fotografi la post-produzione non piace, perchè così facendo la fotografia non si forma in un istante, ma in un lasso di tempo più umano, a volte anche estenuante. Come la vita sa essere, a volte. (segue) |
user90373 | inviato il 26 Ottobre 2017 ore 14:34
“ Forse è per questo che ai fotografi la post-produzione non piace, perchè così facendo la fotografia non si forma in un istante, ma in un lasso di tempo più umano, a volte anche estenuante. „ "La fotografia è già, non lo diventa". Si-si, dai-dai! |
| inviato il 26 Ottobre 2017 ore 14:37
Credevo di essere solo io a sparare cazzate |
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