| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 10:08
non sai quante foto belle ti perdi!!!! |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 10:18
Oggi ad Aosta fa un freddo che poco ha da invidiare ai paesi nordici Però ieri grande nevicata,quindi per i coraggiosi...... |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 10:29
Io purtroppo ad Aosta non ci vivo più da alcuni mesi. A Rieti, dove lavoro adesso, posso dire che fa mediamente più freddo che in Valle. Che invidia per te che sei lì. |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 10:39
Ok allora scollo le chiappe dalla poltrona,prendo su due obbiettivi, la ml ed esco |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 10:45
Bravo, copriti bene!!! |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 11:04
“ non sai quante foto belle ti perdi!!!!MrGreen „ Però ne guadagni in salute |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 11:10
“ Però ne guadagni in salute „ ma va...lo preferisco a stare in ufficio 10 ore con i termosifoni a palla e l'aria viziata. |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 12:42
“ un mio amico con la canon 600d ha perso tutte le foto perchè gli è morta la SD „ ecco, questo secondo me scoccia ancor di più di una fotocamera che va ko, anche perchè in islanda di solito non ci si va ogni estate |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 13:21
Qualcuno ha già chiesto se le compatte (di buon livello) sono altrettanto sensibili a questo problema? |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 17:49
Finalmente una guida fatta per bene. Però ci sono alcune imprecisioni “ * PREMESSA 3 : Una macchina elettronica non produce calore, quindi anche se la coprite o l'avvolgete come un pupo non ne modificherete la temperatura. „ In realtà non è vero. Il sensore produce calore mentre è in uso, motivo per cui le lunghe esposizioni sono più performanti al freddo piuttosto che al caldo. Inoltre anche la batteria produce calore durante l'uso, perchè qualunque batteria produce una piccola resistenza interna quando viene usata; motivo per cui, come tutti immagino si saranno accorti prima o poi nella loro vita, quando una batteria viene sottoposta a carichi di lavoro importanti (il flash è un ottimo esempio) diventa caldina. Ma vale anche per torce molto potenti che richiedono batterie ad elevato amperaggio. In senso generale qualunque elettronica produce calore quando è attiva. Le parti a maggiore potenza dissipata saranno quelle più calde; anche una reflex ha uno o più processori al suo interno e il fatto che la macchina non diventi un tizzone ardente quando c'è -20° non vuol dire che all'interno non venga prodotto del calore. Anche la scheda di memoria produce calore mentre viene usata. “ * LA CONDENSA è il problema più pericoloso per le macchine fotografiche moderne, e si crea quando dal freddo si va verso il caldo (NON VICEVERSA). „ Eh no, il viceversa avviene eccome! La rugiada è solo vapore che condensa su una superficie fredda. Quando la macchina è fredda e si entra in un locale caldo la condensa si verificherà all'esterno (la macchina diventa fradicia) perchè è li che sta il contatto tra superficie fredda e aria calda. Ma quando la macchina è calda e viene portata in un ambiente freddo invece la condensa avverrà all'interno ! Ovvero quando l'aria calda (più ricca di umidità) all'interno di macchina-obiettivo cominceranno a scontrarsi con le pareti interne che diventano via via più fredde. Questo mi è capitato personalmente entrando in una stanza frigorifera a circa -20°, passando da una temperatura esterna di 25° circa. Si è verificato dopo neanche 2 minuti un appannamento interno dietro alla lente frontale, che in quel momento ha avuto sulle due superfici in delta termico di oltre 40°! [Chiaramente non è consigliabile fare questa cosa, comunque la macchina ha funzionato senza alcun problema per tutta la mezzora in cui sono stato dentro a -20; ovviamente ho dovuto aspettare una decina di minuti prima che l'appannamento si riassorbisse.] “ * LA TROPICALIZZAZIONE. Spesso riponiamo troppa fiducia nella qualità delle protezioni delle macchine, specie quelle di fascia alta. „ Vero, ma non per colpa degli utenti. Piuttosto direi che spesso la qualità della tropicalizzazione non è all'altezza. Spesso il livello di tropicalizzazione viene inconsciamente associato al prezzo della macchina o obiettivo, ma è ben noto che molti corpi macchina anche di fascia alta in canon e nikon abbiano tropicalizzazioni decisamente inadeguate, o spesso fatte "a metà". In canon per esempio la tropicalizzazione di molti corpi è composta sia da reali guarnizioni, sia da "allineamenti ad alta precisione", ovvero parti di scocca molto vicine tra loro ma senza reali guarnizioni tra di esse.
 Oppure nikon che neanche sulla D5 ha messo un oring tra la montatura e la scocca frontale che la circonda. 6000€ di corpo senza un oring da 2 centesimi (cercate nikon D5 sealing o robe simili e trovere molti schemi). Stesso discorso per gli obiettivi. Le diciture sono spesso vaghe e confuse; si propina al lettore una resistenza alla polvere o agli agenti atmosferici e nulla più. Mettono l'immagine dell'o-ring sulla montatura, ma poi non si sa se ci sono anche tutti gli altri su tutto l'obiettivo, dove siano, quanti siano, se sono protetti anche bottoni e selettori o la finestra della maf, ecc. In rete c'è un famoso test di uno con una D4 e 14-24 (non una d3100 col 18-55) lasciata di notte sotto la pioggia, trovandola la mattina con un dito d'acqua che si muoveva dentro l'lcd inferiore. (su google lo troverete facilmente). Oppure in canon alcune lenti L hanno bisogno di un filtro davanti alla lente frontale per rendere la tropicalizzazione completa. Quindi quando si parla di tropicalizzazione diciamo che l'utente ha una colpa solo parziale quando capitano dei danni. Le aziende si impegnano non poco per confondere le idee. _______________________________________________________ Poi nell'articolo linkato c'è una foto di una macchina coperta di brina con sotto un commento di puro terrore che sinceramente non ho capito... ("ho avuto disavventure ma sinceramente non ho mai sfidato la sorte fino a questo punto. Mi fa paura solo a vederla ... Però purtroppo può capitare di arrivare fino a questi punti se non si prendono le dovute precauzioni o ci si accanisce a inseguire una foto a tutti i costi") E' solo brina, non crea alcun problema, non è acqua, non entra dentro al corpo, non si muove....non fa niente. E' li. Sta ferma. L'unica rottura è che possa formarsi sulla lente frontale impedendo di continuare a usare la macchina, per esempio se l'intenzione è lasciarla alcune ore fuori d'inverno a fare time-lapse. Anzi ben venga la brina! E' molto meglio della rugiada. 2 estati fa mi sono trovato in quota a fare foto notturne e nonstante il cielo sereno c'era purtroppo una lieve brezza umidissima al suolo che continuava a infradiciarmi la macchina e ad appannare la lente. Fastidio notevole, ma nessun danno. Però dopo un po' finiva che dopo ogni posa da 30" dovevo pulire la lente, e alla fine ho mollato. Se la temperatua è sottozero è molto meglio. Ho fatto nottate sottozero in quota con bufere di vento che facevano volare la neve da tutte le parti, ma la macchina neanche si sporca perchè la neve non si attacca. __________________________________________________________ I sacchetti di plastica per coprire la macchina quando piove invece mi sembrano solo delle boiate pazzesche e mi fanno parecchio ridere. E' come ammettere che le tropicalizzazioni non funzionano e sono inutili. Sono degli enormi epic fail. A che serve un sistema tropicalizzato se poi per usarlo lo devo chiudere un sacchettone per paura della pioggia? La mia fidata Pentax K5 mi ha compagnato durante temporali e diluvi tenendola al collo; la macchina stava benissimo (io un po' meno). L'idea di usare dei sacchetti di plastica non riesco proprio a comprenderla. E' come comprare una cerata per la pioggia e poi aprire l'ombrello alle prime gocce... E' giuto avere cura della propria attrezzatura ma è meglio non sfociare nella paranoia, altrimenti si finisce a fare robe assurde lette in giro da persone con la macchina con sopra della polvere (normalissima polvere da esterno) che non sapevano come pulirla, e che alla fine l'hanno pulita spazzolandola delicatamente con un pennellino come un archeolgo... [Per tutto il resto è un'ottima guida!!] |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 19:17
Grazie per l'esauriente didattica. Utilissime cose da sapere. Ciao |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 19:21
Ottimi consigli grazie! |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 19:42
“ Ma quando la macchina è calda e viene portata in un ambiente freddo invece la condensa avverrà all'interno „ ecco ... questo mi terrorizza non poco, perchè non è affatto remota la casistica di uscire da un ambiente molto caldo e umido (la classica trattoria) dove si va tranquillamente oltre i 25° e tirare fuori la macchina con temperatura esterna sotto lo zero (situazione standard nelle serate invernali anche in città...) forse capita di rado perchè essendoci poca aria all'interno della macchina (come massa) c'è anche poca umidità che va a condensarsi |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 20:12
miii .. vi siete scatenati con i post oggi!! allora ... sul discorso della bontà costruttiva delle macchine e sul relativo uso in ambienti ostili ci sarebbe molto da dire. dobbiamo distinguere 3 fatti: quello che le industrie pubblicizzano, quello che scrivono nei dati tecnici, e quello che succedere realmente quando si va in giro. 1) la pubblicità delle varie case costruttrici è sempre faraonica. frasi tipo "con questa macchina potete continuare a scattare anche quando le condizioni ambiente diventano pessime" ... si leggono su parecchi siti web. è ovvio che loro fanno di tutto vendere più macchine possibile. 2) i dati tecnici riportati nei manuali di tutti i costruttori e di tutte le macchine dalle entry level alle top di gamma sono evidentemente una paraculata, come ho scritto anche nella prima pagina: Ambiente operativo 0-40°C / Umidità 85% o meno. questo lo fanno per motivi di garanzia, estendere l'ambiente operativo vorrebbe dire dover riparare più unità e quindi perdita di soldi. il fatto che il limite sia 0°C è esemplificativo. è come dire : non rispondiamo di condensa, neve, ghiaccio, gelo ecc ecc. se fa freddo sono fatti vostri 3) a prescindere da quello che viene dichiarato dai vari costruttori, la realtà è che ci sono macchine migliori e macchine peggiori. macchie solide e macchine sensibili. io faccio avanti e indietro dall'islanda e dalla lapponia. diverse volte l'anno. tutti gli anni, portando gruppi di viaggiatori e di fotografi. ne ho viste di tutti i colori. ad ogni giro c'è qualcosa che non va. a cominciare dalla mia personale attrezzatura. per quanto uno possa stare attento, eseguire le procedure con attenzione, i problemi accadono. tornando all'esempio già citato. la 7d e la 70d sono macchine molto simili sulla carta, però le 7d le ho viste tutte tornare a casa sane e salve, e sulle 70d ho visto ogni genere di problema. la mia sarà una statistica parziale, però qualcosa vale. in generale anno dopo anno le macchine diventano sempre meno affidabili. detto questo, scattare in ambienti difficili è bellissimo. la natura da il meglio di se quando diventa estrema. uscite di casa, viaggiate e fate grandi foto. le macchine si comprano, si usano e se è il caso si buttano pure! |
| inviato il 14 Gennaio 2017 ore 21:12
“ In rete c'è un famoso test di uno con una D4 e 14-24 (non una d3100 col 18-55) lasciata di notte sotto la pioggia, trovandola la mattina con un dito d'acqua che si muoveva dentro l'lcd inferiore. (su google lo troverete facilmente). Oppure in canon alcune lenti L hanno bisogno di un filtro davanti alla lente frontale per rendere la tropicalizzazione completa. „ Complimenti |
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