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I forum e l'italiano perduto


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avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 9:45

In effetti è curioso che, dopo aver dimenticato il latino, abbiamo importato alcune parole latine adottate dagli inglesi, e le trattiamo come se fossero parole inglesi vere e proprie, spesso pronunciandole anche all'inglese:
- junior e senior
- caveat
- forum
- media
- ...
- ...
- ...

Però il Prospetto Informativo che accompagna i titoli da quotare in borsa, anche se nei paesi anglosassoni si chiama Prospectus, per fortuna da noi è rimasto Prospetto. Sorriso

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 10:23

In qualche modo sempre in relazione al latino, ho sempre trovato orribili i vari "scansionare", "scansire", "scannerizzare", alcuni ormai accettati nonostante avessimo già "scandire", che peraltro condivide la stessa origine con gli inglesi "to scan" e "scanner", dal latino "scandere".

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 11:01

Hai dimenticato "scandurre" (cit. Massimo Boldi) MrGreen

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 11:06

ma sono proprio l'unico a non digerire "i forum" e ad usare il plurale "fora"?


Lasciamo la seconda declinazione a chi di dovere: ai latini MrGreen

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 11:15

In qualche modo sempre in relazione al latino, ho sempre trovato orribili i vari "scansionare", "scansire", "scannerizzare", alcuni ormai accettati nonostante avessimo già "scandire", che peraltro condivide la stessa origine con gli inglesi "to scan" e "scanner", dal latino "scandere".


Essendo diffidente anche verso i fratelli forumisti MrGreen ho verificato sul web: "scansire" risulta un verbo ormai acquisito (a differenza di "uppare" o "endorsare") ma, siccome può essere usato anche con il significato del più aulico "scandire", d'ora in poi userò quest'ultimo, per la stessa ragione per cui ogni tanto dico o scrivo "cagione" al posto di "causa" o "divellere" solo per dare il giusto rilievo all'infinito del più noto participio passato "divelto".

Scaturigine della mia Weltanschauung: it.wikipedia.org/wiki/Devianza_(sociologia) .

[Per fortuna da piccolo ho fatto Ragioneria ed Economia e Commercio: se fossi un Letterato vero non mi sopporterei nemmeno io MrGreen]

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 13:01

Direi che c'è anche un fattore generazionale. Scrivere una lettera, un saggio, un libro, un articolo di giornale cartaceo presuppone un certa cura nelll'uso dell'italiano.
L'email, l'sms, la chat, il forum (legati ai nuovi mezzi tecnologici) portano ad un uso dell'italiano cosidetto "parlato scritto" in cui sono sdoganati per i più i dogmi della grammatica dello "scritto" verso una libertà una volta ammessa solo nel parlato.
Oggi nel parlato a seconda della regione gli accenti vanno e vengono (ad esempio la 'e' di pesca non cambia pronuncia nel nordest per distinguere il frutto dal verbo) e anche alcuni tempi verbali (oggi il congiuntivo sta velocemente morendo nel parlato dei giovani).
Gli under 30 (ma anche moltissimi under 40) sono a loro agio nell'usare neologismi, parole importate e ad ignorare le regole che non sono più in uso nel parlato di tutti i giorni.
Le lingue evolvono seguendo i parlanti, ben presto il congiuntivo sarà un memoria storica scritta nei libri al pari dell'uso del deittico spaziale "codesto" (rimasto solo nel dialetto Toscano e scomparso nell'Italiano corrente).
La laurea odierna non presuppone più lo studio della grammatica (nemmeno in molti corsi umanistici) che viene abbandonata completamente dalla terza superiore... Da lì in poi quel che hai imparato bene, se no ti arrangi....

avatarjunior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 14:18

Direi che c'è anche un fattore generazionale
concordo...se senti parlare ora i giovani (la futura classe dirigenziale) c'è da rabbrividire...non sanno mettere in fila 2 parole e comporre una frase di senso compiuto.

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 16:19

Sto partecipando a un congresso. Titolo della prima relazione: "assessment E counselling"

avatarjunior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 16:39

Titolo della prima relazione: "assessment E counselling"
siamo circondati...non ce la possiamo fare!!!;-)

avatarsenior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 17:52

Ma è peggio sentire un proprio figlio adolescente dire "Non c'ho sbatti" (= non ho voglia) o sentire un tizio che si occupa di assessment che suggerisce di writeoffare un investimento?

avatarjunior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 18:40

Ma è peggio sentire un proprio figlio adolescente dire "Non c'ho sbatti" (= non ho voglia) o sentire un tizio che si occupa di assessment che suggerire di writeoffare un investimento?
meglio valutazione e consulenza :-P;-)

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 11:58

Eviterei di tradurre anche i troll e gli spammer: ho letto dei "trollatori" e "spammatori" che suonavano molto peggio dell'originale.

user16612
avatar
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 13:34

Ho letto con piacere questa discussione e aggiungo, per quanto possa valere, il mio pensiero.
Credo che il problema nasca dai brutti ricordi scolastici, quando l'analisi grammaticale, logica e del periodo riempivano amaramente certi tiepidi pomeriggi di primavera. Sarà per questo che le regole fanno così spesso rabbrividire?
Può darsi.
E non credo che la colpa sia dei telefoni, del T9, delle chat e delle mail.
Si può e (e si dovrebbe) scrivere bene sempre e con qualunque mezzo.
Il punto chiave è comprendere che le regole grammaticali (sintattiche, di punteggiatura e tutto il resto), servono a codificare un linguaggio.
E il linguaggio, a sua volta, serve a veicolare contenuti.
Un testo scritto male veicola male anche un grande contenuto. E lo impoverisce.
Per questo, e solo per questo, bisognerebbe curare l'espressione.
Io faccio molta fatica a leggere commenti privi di "regole" del linguaggio. Non è spocchia, ma semplice constatazione che un messaggio malfatto funziona male.
Infrangere le regole non è necessariamente indice di creatività; è più spesso sintomo di pigrizia.
Ecco perché leggere un buon libro starà sempre alla scrittura come il guardare una mostra fotografica alla fotografia.
Amen.

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 14:15

mingia, ciai raggione.

in ogni caso vorrei spezzare un lattina in favore della scrittura impura e talvolta caciarosa.
anzi, più di una lattina.
La prima lattina riguarda il fatto che il supporto di lettura prevede anche emoticon, immagini emozionali e gif animate, quindi ha un'espressione scritta non classica.
La seconda è che i neologismi, sia di derivazione anglofana o comunque non italiana, sia di derivazione autoctona, formano una sorta di neoliguaggio web che fa parte della normale evoluzione di una ligua (normale, non tradizionale).
Da lì a scrivere in modo sgrammaticato ce ne passa. eppure talvolta lo sgrammatichese volontario (quindo colto) è indicativo e intuivo meglio della ligua pura. per es. " me lo ha detto mio cuggino " ha un significato che va oltre la semplice dizione sgrammaticata del termine "cuggino".
Altra cosa, che fa parte della cultura nello scrivere in web, o subcultura come intenderà qualcuno, è l'uso della macchina e dei suoi algoritmi.
Chi si è abituato a scrivere molto su word, può essersi assuefatto ad avere una certa funzione. per es. il mio " per " qui è minuscolo, per abitudine al fatto che su word quando scrivo "." segue in automatico un maiuscolo, tanto da essermi disabituato ad impostarlo in questa circostanza. Non parliamo poi dei vari T9 o che altro dei telefoni.
Ancora una lattina in favore di chi non sa per motivi importanti.
uno di questi motivi è l'ignoranza, che può essere dovuta al fatto di essere vissuto in condizioni fuori dal beneficio della crusca, e magari a casa i genitori dicevano scialpa e cortello, e quindi è più difficile diventare puristi. Senza contare che chi non è di madre lingua, vorrei non si sentisse penalizzato e rinunciasse solo per il fatto di scrivere un al posto di un po' (anche se questo errore spopola tra gli italiani) o per altre inevitabili manchevolezze linguistiche.
Infine esite anche la disgrafia, (avevo scritto discrafia e poi ho corretto, io sono un disgrafico e spesso ricorreggo).

Credo quindi che sia un bene cercare di scrivere in modo comprensibile, ma allo stesso tempo credo che i contenuti siano avanti alla forma, e che un buon grado d'empatia (anche se non quello delle maestre elementari) per cercare di capire l'altro possa essere un vantaggio per l'interlocuzione.

avatarsenior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 14:59

In qualche modo sempre in relazione al latino, ho sempre trovato orribili i vari "scansionare", "scansire", "scannerizzare", alcuni ormai accettati nonostante avessimo già "scandire", che peraltro condivide la stessa origine con gli inglesi "to scan" e "scanner", dal latino "scandere".

Purtroppo tutti questi termini risultano già accolti, tanto dagli Accademici della Crusca, quanto dai dizionari
www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/
Personalmente preferisco scansionare, ma solo per il fatto che scandire ha già un significato linguistico inerente la dizione e potrebbe generare incomprensioni; scansionare è immediatamente riferibile al termine scansione, che stranamente è presente nella lingua italiana da ben prima di scanner.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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