| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 1:35
Man mano che cresce la gamma dinamica dei sensori vedo sempre meno importante esporre a dx, tecnica usata per diverso tempo per sopperire alla scarsa qualità di sensori e processori che anche a bassi ISO per recuperare un po le ombre saltavano fuori artefatti da tutte le parti, ancora oggi succede a seconda della macchina ma cominciamo già ad avere gamme dinamiche che ci permettono di esporre già più decentemente e le ombre già molto più lavorabili ( a seconda della macchina ovviamente ). poi troppe variabili per avere una risposta certa, il digitale sotto certi aspetti continua a migliorare, io tra reflex professionale di 7/8 anni fa a confronto con macchine medie di oggi per resa non avrei dubbi, e l'esposizione a dx andando a pelare con l'istogramma l'ho felicemente seppellita, non prima di averla bruciata sul fuoco, a meno che uno non sia tonto, sbagliare esposizione oggi senza poter recuperare un po di ombre mi par difficile eh. Ma a differenza della pellicola che quella è , dipende molto dalla macchina che si ha quanto si può eventualmente recuperare e quanto slava i colori in sovraesposizione, per me sempre meglio un pelo sottoesposto che rischiare di bruciare. Mario, comunque hai risposto a qualcuno che ha scritto ancora un anno e mezzo fa |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 3:00
Io non ragionerei sul fatto del bruciato, perchè si sta parlando di sovraesporre o sottoesporre di 1/3 o massimo di 2/3 di stop, mica di esporre a destra di tantissimo (che poi invece sulle Nikon per sovraesporre si va a sinistra se non sbaglio). Ad ogni modo io valuto la foto che sto scattando. Tipo se sto fotografando due sposi con dietro di loro un cielo molto illuminato, la macchina che è stupida facendo una media del fotogramma tenderebbe a tenere + bassa la luminosità del cielo e di conseguenza avrei i soggetti sottoesposti. Quindi io preferisco sovraesporre per avere i soggetti esposti correttamente e poi il cielo sovraesposto lo recupero in postproduzione. Per i concerti dove l'illuminazione cambia spesso, il mio personale consiglio è impostare la macchina su esposizione Spot (cioè del solo punto di messa a fuoco, visto che spesso il fondale è nero) fare qualche scatto, riguardarlo e se ancora la resa non mi soddisfa fare qualche regolazione di fino. |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 9:37
Oggi i sensori canon sopportano meglio variazioni di + - 2 diaframmi?senza alterare i colori? |
| inviato il 09 Ottobre 2015 ore 11:03
Premetto che non ho letto tutti gli interventi precedenti. Volevo solo far notare che "esporre a destra" NON vuol dire necessariamente sovraesporre. Esistono 3 casi. 1 Il caso in cui la gamma dinamica da riprendere è inferiore a quella registrabile dal sensore: esporre a destra comporta un sovraesporre. 2 Il caso in cui la gamma da riprendere è esattamente quella registrabile dal sensore: esporre a destra vuol dire esporre normalmente. 3 Il caso in cui la gamma dinamica è superiore a quella registrabile dal sensore: esporre a destra vuol dire invece SOTTOESPORRE per non bruciare le alte luci, cioè portare la lettura dell'esposimetro - convenzionalmente zona V - su un valore più basso. Come si vede ben, allora, il denominatore comune ai 3 casi è: portare i toni più chiari al limite SENZA bruciare nulla . Ma quello che si fa rispetto alla lettura dell'esposimetro va dalla sovraesposizione fino alla sottoesposizione. Mi sembra che non era abbastanza chiaro. Esporre a destra NON vuol dire necessariamente SOVRAESPORRE. Vuol dire che, potendo , conviene sovraesporre e poi riportare in sede di sviluppo l'esposizione ai valori desiderati. Perché? Perché piazzare l'esposizione nella parte estrema dell'istogramma consente di distinguere un maggior numero di toni (non è un vantaggio in termini di rumore in quanto quando si è in condizione di sovraesporre vuol dire che la scena ripresa entrerebbe comunque tutta nella parte utile dell'istogramma!). Poter disporre di più toni può dare vantaggi nel caso che, dopo il ripristino dell'esposizione, si desideri aumentare il contrasto: disponendo nel file di più toni si diminuisce il rischio della posterizzazione. E comunque è di per sé una ripresa più ricca di sfumature. Viceversa se si è stati costretti a sottoesporre perché la dinamica era elevata, in sede di sviluppo si cercherà di riportare le sole ombre nei valori desiderati. Esponendo a destra è implicito il ricorso allo sviluppo del RAW per regolare in una seconda fase l'esposizione secondo i propri desideri. Per quanto ne so e ho potuto capire, non c'è alcun dubbio che sia la strategia migliore: ma l'"esporre a destra" in toto, non "il sovraesporre" oppure "il sottoesporre" presi così. |
| inviato il 11 Ottobre 2015 ore 0:01
@Matef “ Mario, comunque hai risposto a qualcuno che ha scritto ancora un anno e mezzo fa ;-) „ a cosa ti riferisci in particolare? |
| inviato il 11 Ottobre 2015 ore 0:08
“ a cosa ti riferisci in particolare? „ Probabilmente si riferiva al tuo primo post del "inviato il03 Ottobre 2015 ore 21:31" che seguiva un post del "inviato il 15 Novembre 2014 ore 18:16" quindi all'epoca l'argomento era, probabilmente, stato già esaurito. |
| inviato il 11 Ottobre 2015 ore 0:15
@Pdeninis sei partito di IV! fossi in te sarei un po' più schematico “ Mi sembra che non era abbastanza chiaro „ e credo che la situazione sia cambiata di poco specie per il punto 3 Intanto, come ha già detto qualcuno, bisognerebbe premettere se si sta parlando di Canon o di Nikon, e poi a questo punto ci vorrebbero degli esempi fotografici. |
| inviato il 11 Ottobre 2015 ore 12:34
Credevo di essere stato troppo schematico... Ad ogni modo, cosa non ti è chiaro esattamente? Se hai una scena con una dinamica molto ampia è assai probabile che per non bruciare le alte luci tu sia costretto a diminuire l'esposizione (a sottoesporre). Bene: anche questa operazione rientra a pieno titolo nel metodo di "esporre a destra", in quanto la tecnica in questione prevede esclusivamente e semplicemente di portare le alte luci al limite destro dell'istogramma, a prescindere dal fatto se ciò comporta una sovra o una sottoesposizione. È evidente che il caso innovativo rispetto alla pellicola è solo l'1, in quanto sia 2 che 3 si facevano allo stesso modo. Tuttavia esprimere la tecnica con l'espressione "esporre a destra" permette, con una sintesi, di raccogliere insieme tutte le situazioni (da 1 a 3) e di esporre per il meglio con un'unica prescrizione. È più chiaro così? |
| inviato il 11 Ottobre 2015 ore 12:43
Io nella mia evidente mediocrità ho impostato il display in maniera da evidenziare le zone bruciate, quando scatto cerco di ridurre al minimo queste zone ma che un pochino siano presenti, segno che bastava una minima esposizione in più per avere uno scatto inutilizzabile. Questo perchè mi spiegarono che nelle zone a destra dell'istogramma erano presenti molte più informazioni rispetto alla sinistra. Pier |
| inviato il 11 Ottobre 2015 ore 13:00
“ Questo perchè mi spiegarono che nelle zone a destra dell'istogramma erano presenti molte più informazioni rispetto alla sinistra. „ “ Perché piazzare l'esposizione nella parte estrema dell'istogramma consente di distinguere un maggior numero di toni (non è un vantaggio in termini di rumore in quanto quando si è in condizione di sovraesporre vuol dire che la scena ripresa entrerebbe comunque tutta nella parte utile dell'istogramma!). Poter disporre di più toni può dare vantaggi nel caso che, dopo il ripristino dell'esposizione, si desideri aumentare il contrasto: disponendo nel file di più toni si diminuisce il rischio della posterizzazione. E comunque è di per sé una ripresa più ricca di sfumature. „ Hai il dono della sintesi. |
| inviato il 11 Ottobre 2015 ore 13:19
Ok, allora è giusto cercare di scattare con piccole zone che il display segna bruciate? |
| inviato il 11 Ottobre 2015 ore 13:44
Buongiorno a tutti. Sono passato al digitale dopo oltre 20 anni di analogico specialistico diapositiva. In particolare tendevo a preparare audiovisivi da proiettare, quindi solo raramente stampavo. Per questo motivo cercavo di ottenere il massimo per la pellicola proiettata e per questo, come tanti altri colleghi, sottoesponevo sistematicamente da 0.5 a 1 stop. Sono poi passato al digitale nel 2007 e inizialmente continuavo con le mie abitudini di sottoesporre, a volte anche più che in passato, ma anche se mi sembravano risutati buoni alla fine, impratichendomi anche nella postproduzione digitale, ho notato che dovevo comunque recuperare quella sottoesposizione dopo, per cui ad oggi col digitale la mia lettura è quella corretta a 0ev. Leggo "manualmente" l'esposizione spot in alcuni punti e poi decido caso per caso, ma sempre avendo cura di ottenere il massimo sul soggetto. Quindi in fin dei conti rispetto alla pellicola col digitale ci si sposta più a destra. E' vero. |
| inviato il 11 Ottobre 2015 ore 13:48
@Versilia “ è giusto cercare di scattare con piccole zone che il display segna bruciate? „ Se per te sono insignificanti, sì. Sopratutto se sono piccole (riflessi speculari). Per capirci meglio. Esporre a destra la considero una tecnica... sofisticata. In che senso? È una tecnica che, "nelle finalità", a mio avviso si potrebbe accostare al Sistema Zonale nella pellicola BN. So che adesso mi diranno che è molto diverso. In che senso lo dico allora? Prima nell'analogico pellicola BN si esponeva per le ombre, e dunque... a sinistra. Ed anche nel negativo colore. Solo nelle diapositive si controllava l'esposizione a destra, preferendo ovviamente ombre anche più chiuse alle luci sfondate. In questo modo assai spesso i cieli erano sovraesposti e bruciati. Lo si considerava normale nella fotografia non di paesaggio. Nel biancoenero al limite si usavano i filtri. La ricerca di razionalizzare l'uso della latitudine di posa ha condotto al Sistema Zonale, secondo il quale si espone per le ombre e si sviluppa per le alte luci. Cioè ci si preoccupa di esporre correttamente il minimo per registrare le ombre più scure con dettaglio, si fa una lettura anche per le luci più alte "che interessano" (per rispondere alla tua domanda di prima) e si sviluppa il tutto o stirando la gamma verso l'alto (sovrasviluppo) - se la dinamica del soggetto è scarsa - oppure comprimendola (sottosviluppo) se è troppo ampia. Va detto che l'esposizione del minimo per le ombre (zona III) è comunque da mettere in relazione allo sviluppo che si intende fare: sovrasviluppo con sottoesposizione, sovrasviluppo con sovraesposizione, ma questo è legato alla natura del supporto pellicola. Il dato rilevante, a mio giudizio, è che oltre alla collocazione della curva in questo caso c'è il secondo passaggio di adattamento della dinamica a quella disponibile. Questo secondo step non era a disposizione di chi non sviluppava o non faceva ricorso ad uno sviluppatore professionale. E, per poterlo realizzare, in ogni caso era necessaria una lettura di tutto il soggetto, con i riferimenti espositivi precisi anche alle luci, oltre che al grigio 18% ed alle ombre. È vero che con il digitale la tecnica è opposta, più simile alla diapositiva: si espone per le alte luci e poi si sviluppa per ottenere ombre, luci contrasto ed esposizione corrette (questo, in estrema sintesi, "esporre a destra"). Però è comunque una tecnica in 2 step e mira comunque al risultato di sfruttare pienamente tutta la gamma dinamica disponibile. Quindi è una tecnica sofisticata. A mio giudizio ha portato ad un cambiamento nel gusto. Prima avere cieli completamente bianchi non era ritenuto un difetto ma una caratteristica: se accadeva era ampiamente accettato. Oggi la maggior facilità di regolare la gamma in sede di sviluppo RAW ha portato a vedere sempre, anche in controluce, cieli azzurri e con nuvole. Ad alcuni fotografi più anziani questo... suona addirittura fasullo. Paolo |
user62173 | inviato il 11 Ottobre 2015 ore 13:52
Secondo me dipende dal sensore e quindi meglio essere precisi. Se scatti con una D800 o una XT1... sempre meglio esporre a DX e al limite del bianco bruciato. Poi dal RAW si recupera benissimo sia sulle alte luci che sulle zone scure. |
| inviato il 11 Ottobre 2015 ore 13:55
In spagnolo esporre con l'istogramma a destra si chiama derecheo. Per ottenere una immagine con la maggior informazione (cioè meno rumore), si procede come segue: 1) macchina in manuale, 2) misurazione spot sul tono più chiaro dell'immagine, 3) sovraesporre di uno o due stop a seconda della macchina (nella mia 1.1/2 o 2 stop vano più che bene). Se nella immagine si nota qualche puntino bruciato è possibile recuperalo in postproduzione. |
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