| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 10:39
MatteoGroppi, se ho sbagliato me ne scuso, ma, a maggior sostegno, se se ne fosse molto ignoranti, trattare un argomento qualsiasi o "buttare una pietra in uno stagno" può essere quindi considerato completamente sbagliato ? Nb: c'è almeno una buona pasticceria a Piacenza per offrirti una colazione ? Grazie. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 11:10
Scusate, ma lo ribadisco. La "postproduzione" è parte imprescindibile del processo con cui si ottiene un'immagine. Che ci si limiti a farlo fare alla macchina fotografica ("scattare in jpg" è una locuzione che non ha senso, semplicemente la macchina fa uno sviluppo standard del file raw, con impostazioni predefinite) o che si preferisca farlo personalmente con un raw developer (lightroom, darktable o altri) la sostanza non cambia. Quello che ad alcuni può dar fastidio è una postproduzione spinta, evidente. Ma si tratta alla fine di gusti. Chi preferisce immagini che sembrano più vere apprezzerà immagini in cui la postproduzione appare meno evidente. Chi preferisce immagini anche creative o artisticamente sviluppate, apprezzerà anche quelle immagini dove lo sviluppo è più spinto. Ma non credo che ci sia del valore differente (sarebbe quasi come dire che un Caravaggio è migliore di un Picasso solo perché più realistico, in realtà sono entrambi frutto di sviluppi diversi, fatti da artisti diversi, con strumenti diversi) |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 11:19
Quello che è evidente è il continuo ricorso a fallacie logiche, formali ed informali. Peccato, perché gli argomenti potrebbero innescare confronti seri, argomentati con cognizione di causa e soprattutto con educazione. Salvo rari casi e pochi interventi (anche qui presenti) è la solita, inutile e noiosa sequenza di fallacie. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 11:21
Solo riguardo al fotoritocco (per "la postproduzione" in generale, la domanda non avrebbe tecnicamente senso), ci sono naturalmente ambiti dove non è ammissibile, però qualcosa mi dice che non avrebbe molto successo chiedere che eventualmente sia dichiarato. Per foto di quel tipo, ma pubblicate in contesti nei quali non sono richieste garanzie e perciò non si rischia di essere licenziati, squalificati o comunque additati, penso valga lo stesso discorso: chi sa benissimo di aver fatto qualcosa di eticamente discutibile è abbastanza improbabile che voglia dichiararlo di sua spontanea volontà. Al di fuori di questi casi, mi sembra che di solito i fotografi siano abbastanza ben disposti a illustrare come lavorano a chi per studio o semplice curiosità sia interessato. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 11:40
SOwhat, almeno non ti ho scritto che cerco di tenere spento il riscaldamento (quando possibile) e non ho mai avuto un PC ... Comunque, il tuo ragionamento, sotto un certo aspetto, non fa una piega e te ne ringrazio molto. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 11:41
Andrea Pogliani, quindi : Il JPEG della macchina è sempre una piccola trasformazione del RAW ? Grazie mille ! |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 11:56
StefanoFerioli esatto. Ogni produttore mette a punto i parametri con cui il software interno alla macchina sviluppa i raw per ottenere il jpg, e di solito il risultato è buono o anche ottimo (d'altra parte si tratta di gente molto competente), ma è comunque uno sviluppo arbitrario, come può essere arbitrario lo sviluppo fatto da me partendo dal raw. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 12:05
Certo: se vogliamo anche metterci una radiografia del fotografo allora forse sarebbe un mondo strano e privo di fascino. Se invece pensiamo che il blending produca immagini “affascinanti” anziché “lavori spicci di grafica” allora è un altro paio di maniche. Non credo sia necessario specificare tutto il processo di PP dietro a una immagine ma in determinati ambiti (se te lo chiedono per esempio) potrebbe essere utile e onesto parlarne. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 12:07
Anche il raw è frutto di interpretazione e ricostruzione di colori non scritti ma per pixel adiacenti (con matrice Bayer). Ma sono algoritmi standard della macchina/ del brand, finalizzati ad una resa il più possibile realistica della scena. Nella produzione del JPG si aggiunge la scelta del profilo colore e in alcune macchine anche di altri parametri (dai chroma di Fujifilm alle pelli levigate di alcune Nikon). Personalmente, ritengo questi settaggi ancora parte integrante dello scatto originale. Diciamo che vedo ancora uno scatto “uscito dalla camera”. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 12:11
Si certo così come anche le diapositive di fatto interpretano la realtà in una certa maniera a seconda delle loro caratteristiche: la fotografia non può prescindere da un processo interpretativo della realtà perché ne è una rappresentazione. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 12:54
Il discorso mi sembra si sia allontanato dalla domanda iniziale "Avrebbe senso specificare nella didascalia della foto, se post prodotta oppure no ?", e stia cadendo sull'eticità della post-produzione e del foto-ritocco, e su problematiche interpretative (cosa è la post-produzione e se si può evitare). Da un punto di vista etico-creativo, credo che ciascuno di noi debba poter impiegare i mezzi che gli sono forniti dalla tecnica a suo piacimento, gli altri saranno liberi di giudicare (ed i più esperti tipicamente riescono anche a rendersi conto del livello di post-produzione e foto-ritocco). Ovviamente rispettando le regole dettate dall'uso che si vuole fare della foto. Tornando alla domanda posta inizialmente, cosi come si dichiarano i dati tecnici della foto (focale, diaframma, etc.) non vedrei male aggiungere anche qualcosa sulla post-produzione, sarebbe probabilmente utile anche da un punto di vista educativo (cosi come sono educativi gli altri dati) sul versante tecnico. C'è comunque una difficoltà che è legata al fatto che mentre i dati sulla foto sono caricati automaticamente dall'exif, la post-produzione andrebbe descritta a parte dall'autore. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 13:01
Alfredop66 : ineccepibile e, ritenendolo un bel sunto dei ragionamenti fino ad ora elaborati, te ne ringrazio molto. Colazione Ferioli offerta. E non mancherò di parola. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 13:09
la post produzione fa parte della foto, come lo era lo sviluppo del rullino. scattare in jpg significa solo delegare la PP alla macchina. se volete ottenere certi risultati DOVETE passare per la post produzione. non vi va perchè siete pigri e/o incapaci a usare un software (uno dei tanti) ? - che poi non è incapacità ma l'assenza di voglia di studiare quel minimo che serve - allora accontentatevi dei risultati che ottenete ma non rompete l'anima a chi si è applicato più di voi. trattasi di sola e pura invidia |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 13:19
Ti ringrazio Alebri78, ma non sono certo animato di invidia. Nemmeno per chi ha ereditato la Enzo nera di un certo Sergio Marchionne, perché, come "filosofia personale", mi piace molto leggere chi è più capace di me e mi dedica del tempo. La postproduzione fa parte della foto, come era lo sviluppo del rullino. Mi permetto di salvarla e ti auguro un buon lunedì. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 13:44
Comunque io penso che il discorso sulla post lecita o meno sia privo di senso e anacronistico. Chi non riesce a passare oltre e' evidentemente legato ad una visione retrograda che gli impedisce di essere un fotografo, oltre che a non comprendere i tempi in cui vive. Interrogarsi sula post e non rendersi conto che la maggior parte delle persone che incontriamo ogni giorno son truccate e zeppe di Botox e anabolizzanti |
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