| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 16:28
Ha senso quello che dici, ti faccio un esempio:
 ha senso guardarla piccola? insomma, è pensata per una stampa di grandi dimensioni, con la possibilità di vedere il complesso e di avvicinarsi e leggere il dettaglio. però quante foto vedi che necessitano assolutamante di tale visione? tutto qui senza polemica, senza discussione particolare. Chiaro che se ho la foto di vernazza in grosso magari apprezzo anche la singola casetta sul far della sera, ma se la vedo in piccolo non perdo il senso della foto. Poi come è nata la polemica, che ovviamente se voglio apprezzare il dettaglio questo deve essere curato e se non lo è bè si nota e è un problema. Per questo citavo una foto con un errore macroscopico di post produzione e nessuno l'ha notato perchè nessuno l'ha guardata davvero. comunque molti scatti su una stampa fatta come si deve danno una resa ancora diversa perchè il monitor può non essere correttamente calibrato e in ogni caso è retroilluminato la presentazione è importante, Jeff Wall sceglie lightbox a dimensione importante per un motivo ma qui entriamo in un discorso più ampio legato a chi presenti lo scatto e alla scelta del pubblico cosa che si ignora sempre facendo un discorso generico. Io so che pubblicando su Juza mostro i miei scatti a persone che quasi sempre li guardano da telefono e di questo nè andrebbe tenuto conto |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 16:31
E anche quello che dice Lasprince è in larga misura condivisibile. Ma allora anche tutti i paesaggisti, a questo punto, sono banali non si cresce se non lo fa alla Ghirri. Anche Salgado è banale, Weston, Kenna. E così per altri generi. Non esisterà più una macro, una fotografia di viaggio. La cosa non mi convince.... |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 16:40
No non è così. Ghirri non è spuntato dal nulla come Kenna (bella tra l'altro la mostra sul po meno quella sui budda). Ci sono molti approcci e non nascono dal nulla, ma hanno un'evoluzione. Se punto alla bellezza è come nella foto di moda, ci vuole tecnica e uno scatto di alto livello. Vincent Peters fa foto di moda, eleganti, vuole mostrare quello e lo fa bene. E' banale? in un certo senso, ma credo che non hai recepito bene il discorso. Il discorso è: condivido uno scatto perchè mi rivolgo a qualcuno e sto dicendo qualcosa. è ovvio che non lo faccio per me stesso ma per mostrarlo, ora partiamo da Penelope Umbrico con Suns from sunsets from Flickr Lei cerca tramonti su Flickr quando ancora era sull'onda della moda. Ne trova centinaia e si chiede: be ma come posso apprezzare o trovare qualcosa in questo mare di scatti condivisi? ha senso a questo punto aggiungere il mio Era tutto qui il discorso di base Questo non significa non scattare come non significa non condividere, ma fare un ragionamento e magari porsi delle domande. Direi che non c'è nulla di male o di strano, solo che viene vissuto come un: mi hai detto che non dovrei condividere, ma io lo voglio fare e sono libero ecc. ecc.. E' solo un ragionamento sull'immagine, sulla fotografia e sulla condivisione |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 16:42
Posso farti (farvi) una domanda? Ma voi, in questa epoca in cui le immagini ci sotterrano vivi, credete che le persone abbiano bisogno di districarsi quel tanto che è possibile per rimanere "svegli", quindi cercando di far leva sul pensiero attanagliato da forme di atrofia variabili, o c'è bisogno di anestetizzarsi col "bello" fine a se stesso? Ve ne rendete conto che il tramonto da cartolina, la modella avvenente super nitida, la macro fiabesca iperreale non sono poi, in fondo, dissimili dalle tettone che sventolano la mercanzia sui social, facendo soldi a palate alla faccia dei derelitti che li visualizzano e supportano? Seriamente, fate un giro analitico panoramico di quello che vi vedete intorno, nella vita e sul web. E provate a rispondervi. |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 17:04
Sono negli anni recenti colpevole di quanto accusa l'amico Rombro sulla super nitidezza dei ritratti, però spero di essere giustificato: effettuo un'operazione pianificata e paradossale per il tramite della fotografia, del 3D, dell'IA. Ma non mi dilungo, ché non volevo parlare di me stesso ma del fatto che il significante può essere talora difforme dal significato, l'immagine non sempre veicola un messaggi de plano banale. Se no, ex multis, Ghirri fotografava un mero cancello in un giorno nebbioso, Mapplethorpe un bastone da passeggio con un teschio a mo di pomello, Adams un'esecuzione barbara come tutte le esecuzioni, LaChapelle un drogato spirante nelle braccia di una musicista, Newton scene di patinato sadomaso ecc. ecc. E questo - per come la vedo io - può applicarsi, nella fotografia, al paesaggio, come al reportage/street, alle mie amate raffigurazioni umane, alle macro, anche all'astrofotografia: perché no...? |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 17:07
Se fotografi per distinguerti o per avere notorietà o per esigenza personale perfetto. Ma la fotografia è anche modesto artigianato: si può aver voglia di evolvere in una certa ripresa del paesaggio o semplicemente documentare per te certe mete, oppure vuoi evolvere diventando bravo nel ritratto imparando ad utilizzare le luci e fotografando tua figlia o ti diverte stare in camera oscura ( appunto la parte artigianale che ancora oggi mi affascina e intriga) usare pellicole e sviluppi diversi, migliorare in postproduzione, stampare il digitale e poi documentate la tua vita, oppure giocare ed essere felice. Prevengono possibili critiche: non mi frega niente di prove e di attrezzature, non ne sono fanatico ( dico spesso che le macchine fotografiche sono come elettrodomestici: servono ) . Se ho bisogno di qualcosa la compro senza problemi, se non mi serve non la compro.Non se ne può fare una colpa a qualcuno se si diverte a fotografare il cavaliere d'zitalia o il martin pescatore e lo fa bene? A me piacerebbe fare foto in studio, mi piace studiare le luci, mi piacerebbe essere bravo nell'illuminazione dei soggetti. Per fare cosa? Per essere bravo. Per saperne di più. E chi se ne...del messaggio. Mi accontento di aspirare a far le cose bene. E mi secca un sacco, ma proprio tanto, dovermi giustificare. Non voglio essere famoso, non voglio vivere per la fotografia, non mi frega se le mie foto dicono qualcosa a qualcun altro, cerco di fare le cose per bene. Quello che riesco a fare. E non mi fre.ga se sono viste. Sono per me e le metto dell'hard disk che mi pare ( Juza) . Non guardo e non posto foto su nessun social. In genere non cerco visibilità e approvazione. Non mi voglio distinguere.Senza ansie, senza frustrazioni. Senza cercare nulla di particolare. Aspirando ad essere un discreto artigiano. |
user257478 | inviato il 18 Ottobre 2024 ore 17:16
Il Topic sta deviando "secondo me" è più interessante. Rombro la risposta è 42 Stiamo parlando solo di immagini non di "massimi sistemi" |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 17:21
Party, tu ovviamente capirai da te che una foto o un'immagine può contribuire a smuovere qualcosa senza, dall'altra parte, il confezionamento di un "messaggio". Proprio perché la fotografia è linguaggio, sono in ballo miriadi di significanti che possono avere del potenziale proprio (e soprattutto) grazie agli elementi visivi e alle infinite possibilità di interazione fra loro e chi osserva. Per questo che mi cascano le palle quando qualcuno chiede "non la capisco, chi me la spiega?". Stai già rinunciando a fare esperienza tu stesso di quello che vedi. Perché c'è questa smania diffusa di voler arrivare a comprendere nel senso di "rinchiudere" mentalmente le cose per favorire la nostra facilità di apprendimento. Non è che se ne faccia una questione di genere: semplicemente ci sono modalità di rappresentazione visiva che non prevedono la "circolazione" del pensiero ma tendono unicamente ad accomodare lo sguardo. A tal proposito la mia domanda era: visto come siamo ridotti sul piano culturale quindi anche comunicativo, collettivo ed individuale, a ricercare, come scorciatoia ai problemi e alle fatiche quotidiane, di anestetizzarci col piacere immediato, tutta questa sovraesposizione e ripetizione ad infinitum del "bello", come ci può servire per contrastare questo torpore radicato? |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 17:21
“ Sono per me e le metto dell'hard disk che mi pare ( Juza) „ assolutamente corretto quello che scrivi ma se è Juza non sono per te, le fai per gli utenti di Juza e questo cambia la cosa |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 17:22
Rocco, apprezzo le battute ma non essere così ingenuo... |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 17:22
“ assolutamente corretto quello che scrivi ma se è Juza non sono per te, le fai per gli utenti di Juza e questo cambia la cosa „ Appunto. |
user207727 | inviato il 18 Ottobre 2024 ore 17:29
Parlate bene voi che guardate le foto al cellulare e non siete presbiti che si rifiutano di mettere gli occhiali. A me ci vorrebbe l'asta per i selfie ma a quel punto la foto diviene veramente troppo piccola. |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 17:38
@Rombro: - Il male contro il male (L'esorcista); - "I use anarchy" (Anarchy in the U.K.). E se ancor oggi abbiamo il capo della maggior corrente cristiana a Roma, e c'è stato da quasi 2.000 anni a parte Avignone e qualche conclave medievale a Viterbo, qualcosa vorrà dire: che si sono attestati proprio nel luogo ove risiedeva il loro avversario, l'Impero romano. Per questo parlavo di paradossi. È una strada come un'altra, ma si può percorrerla. Se no, la via dell'eccesso, che conduce al palazzo della Saggezza (W. Blake). Ma è solo un altro cammino tra i tanti. |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 17:44
Ma io direi che si è più orientati verso la via del cesso, solo che è furbamente addobbato con tanti bei fiorellini |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 17:46
Questa me la appunto. |
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