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Ma fotografare e' difficile?


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avatarsupporter
inviato il 18 Aprile 2024 ore 13:20

Posso sbagliare ma fotografare non penso sia difficile, raccontare qualcosa sì, credo lo sia.

Costruire una storia, assemblando elementi reali (un volto o un oggetto o entrambi) metterli dentro uno scatto, dando loro un perché e quindi una storia, non penso sia cosa semplice.

Si può fare una bella foto, tecnicamente perfetta ma è solo una bella immagine, narrare è diverso. Per narrare credo occorra avere qualcosa "dentro" e la capacità di saperlo trasferire in una immagine. Forse il limite potrebbe essere quello di possedere una sola di queste qualità; saper cosa dire ma non saperlo fare, o il contrario.
Però penso sia giusto così, altrimenti saremmo tutti maestri.

Un saluto e buona luce

Danilo






avatarsenior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 14:06

il fotografo non è mai trasparente indipendentemente dalla tecnica e dalla tecnologia usata, fosse solo per la scelta del soggetto e del momento. Di fatto la buona fotografia può essere assolutamente istintiva.

user96437
avatar
inviato il 18 Aprile 2024 ore 14:30

Ma fotografare e' difficile?

In realtà no e la riprova è che possono fotografare tutti con qualsiasi mezzo, tipo andare in bicicletta.
Poi c'è tutto il mondo della teoria dove uno scarabocchio su tela viene valutato miliioni ed un'altro zero ed è sempre uno scarabocchio.
Fiumi di super×le per presentare una foto quando il detto era "un immagine vale più di mille parole"
In sintesi bisogna saper vendere bene, tipo la Fontana di Trevi.

A grandi linee ed in modo ironico.MrGreen

user206375
avatar
inviato il 18 Aprile 2024 ore 18:10

In questo topic ci sono commenti epici.
Era dai tempi dei giornaletti porno che non leggevo 6 pagine di fila senza fermarmi.

avatarsenior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 18:17

MrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 18:18

Era dai tempi dei giornaletti porno che non leggevo 6 pagine di fila senza fermarmi.

Questa circostanza, benché trovata da povera gente, pare così giusta che ho pensato di quotarla qui, come il sugo di tutta 'sto topic. Il quale, se non vi è dispiaciuto, vogliatene bene a chi c'ha scritto i commenti epici. Ma se in vece si fosse riusciti ad annoiarvi, credete che non s'è mica fatto apposta, nooo... ;-)

Dài, si cazzeggia un poco...

avatarsenior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 18:39

Andrebbe precisato meglio, quindi riassumo:

1) - Scattare fotografie è facilissimo, alla umana portata stimabile dai 3 anni ai 110, soprattutto dalle parti di qualche paese in Sardegna, almeno per quel che concerne quest'ultimo dato.

2) - Mentre fotografare è già cosa molto meno alla portata della forbice indicata, ed è cosa per una ridotta percentuale di praticanti dediti.

3) - Infine Fotografare, beh questo è ad appannaggio di una certa èlite, ovvero il Gotha che padroneggia la materia.

avatarsenior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 18:52

il binomio Benedusi - Thorimbert ti direbbe che nella fotografia l'IO non esiste, ed anzi l'abilità del fotografo sta nel farsi da parte un istante prima di scattare in modo che all'osservatore arrivi diretto il soggetto nella sua purezza non intermediata dall'occhio di un fotografo


Beh, pur prendendo atto del pensiero che si presume sia attribuito ai due ben noti e autorevoli autori, a naso mi verrebbe da dire che andrebbe approfondito meglio, dettagliando in maniera più esaustiva, quanto a loro attribuito...

Spontaneamente si può allora riportare un pensiero che va in netta contrapposizione a questo presunto assunto, ovvero che ogni fotografia in realtà non è che un autoritratto, dove ogni immagine parla di colui che l'ha realizzata.

Quindi è il risultato proprio di quell' IO che invece la frase quotata vorrebbe venisse annullato, ovvero propriamente è l'esatto contrario.

In ogni foto confluisce il concentrato della persona, del pensiero, della personalità, del vissuto, del bagaglio culturale e del sapere dell'autore, compreso il suo Ego e senso del proprio sè...

... Quindi annullarlo direi che sia molto più appropriato parlarne magari in altri ambiti, che sia Meditazione Trascendentale, Zen, Vipassana o similari. MrGreen


P.S. - In realtà ritengo che quello che si vorrebbe far intendere su quanto sostenuto dai due noti fotografi, essi vogliano con questo intendere altro (per quello ho già precisato che servirebbe approfondimento)

avatarsenior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 20:30

Se fotografare la si ritiene un'operazione di mera tecnica, allora oggi è semplicissimo con la tecnologia disponibile. Se fotografare si ritiene che sia un processo per esprimere creatività, un pensiero, un punto di vista, un'emozione, allora è estremamente difficile e l'elevata tecnologia può solo distrarre da questo processo.

avatarsenior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 20:54

1) - Scattare fotografie è facilissimo, alla umana portata stimabile dai 3 anni ai 110, soprattutto dalle parti di qualche paese in Sardegna, almeno per quel che concerne quest'ultimo dato.

2) - Mentre fotografare è già cosa molto meno alla portata della forbice indicata, ed è cosa per una ridotta percentuale di praticanti dediti.

3) - Infine Fotografare, beh questo è ad appannaggio di una certa èlite, ovvero il Gotha che padroneggia la materia.


+100

avatarsenior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 21:09

certo che è triste ... leggendo questo topic..la fotografia mi sta diventando antipatica ...

avatarjunior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 22:42

Non sono del tutto sicuro che la fotografia sia (solo) un messaggio visivo tratto dalla "realtà ", capace (o con la pretesa) di suscitare una qualche emozione o reazione non effimera in un destinatario. Potrebbe essere a volte solo una rappresentazione/cristallizzazione di un istante di tempo. Che, nel greco antico, nella misura in cui sia capace di racchiudere il sentimento dello scorrere del tempo (il cronos), il culmine e il momento propizio e cruciale (il cairos) di una azione o condizione, e il senso della immutabilità ed eternità del tempo nella sua totalità (Aion) diventa interessante (anche per il solo autore) o addirittura arte (se riesce a raggiungere una platea di destinatari).

avatarjunior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 22:46

In questo senso è difficile, molto difficile, ma in qualche modo magica e misteriosa nel modo in cui nasce e si realizza

avatarsenior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 22:48

www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=4785236&show=5#28597370
prossimamente mi cercherò tale utente per visionarne la galleria.

Vai, ci si rivede qui nel 2036. MrGreen

avatarjunior
inviato il 18 Aprile 2024 ore 23:34

@Primius

Ancor di più è “magico e misterioso” - sensualmente - il medium in sé per sé.
Esso è vita in sé, oppure è niente perché un intermediario a cui è impedito di mediare semplicemente è altro.
Nulla di male, per carità, ma il cancello è stato aperto al lupo della s-materializzazione e nel recinto c'è rimasto ben poco di vivo.

Tu nel gesto di fotografare puoi anche cristallizzare l'istante, e le tue scelte possono anche condizionare il come quell'istante sarà impressionato; su questo puoi aver anche inteso - per mezzo d'un linguaggio - d'aver comunicato un messaggio ma è solo dopo che il medium prende forma e materia, e quindi vita.

Il tuo linguaggio fatalmente sarà frainteso, il messaggio interpretato, o perduto; muteranno - con il tempo - la carta ed i colori, la disposizione e la luce, cambieranno le età anagrafiche ed il modo di pensare di chi osserva, e cambieranno gli osservatori.

Cancel culture…, sociologicamente, ti dice niente?

Ma, senza guardare troppo in grande, anche nel microscopico familiare e persino nel singolo individuo rimozioni e ritrovamenti si susseguono incessantemente. Allora quella “cristallizzazione del tempo” - il gesto fotografico - che ora sembra prevalere su tutto in queste discussioni sui generis [quando non sia il "qualcosa da comunicare"] domani sarà molto più amalgamato all'intermediario, che nel frattempo avrà vissuto ed avrà una sua storia da raccontare, oltre alla tua.

Ad una condizione: deve esistere (esistere, lo specifico, nel senso aristotelico del termine, quindi come “essenza”: ciò per cui una certa cosa è quello che è, e non un'altra cosa).




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