| inviato il 06 Gennaio 2022 ore 8:26
No no ragazzi... un momento... quando io parlo di proiezione di diapositive parlo pure di un tipo di proiezione ottenuta per il tramite dei migliori prodotti disponibili sul mercato! Ovviamente quando parlo di stampa con l'ingranditore sottintendo che quella stessa eccellente catena lavorativa, che per me parte dalla ripresa e termina con la proiezione, valga pure per chi, al contrario di me appunto, decida di adoperare il negativo invece delle diapositive! Detto in altre parole: mi avete mai sentito parlare di ottiche da igranditore di qualità inferiore a un Apo-Rodagon? O, meglio ancora, a un Apo-Componon? Francamente non mi pare di aver mai fatto affermazioni del genere! Per quanto invece concerne il peccato originale caro Diego beh... onestamente non posso credere che un processo misto chimico/digitale possa dare risultati migliori di uno interamente chimico oppure, visto che viene sempre chiamato in causa (seppure a sproposito trattandosi di pellicola), interamente digitale. Poi, e qui concludo, resta inteso che ognuno è libero di fare le scelte che crede più opportune... per sé però... mica pure per gli altri... il che lascia intenere che questi altri saranno pur liberi di fare scelte diverse prescindendo anche dalla considerazione su quali siano le scelte da considerarsi ortodosse visto l'argomento del contendere! Senza contare che io sono pure l'ultimo che può permettersi di demonizzare il trattamento ibrido dal momento che impressionando solo diapositive, ed essendo morto e sepolto il Cibachrome ormai da anni, solo un trattamento di questo tipo può permettermi di stampare le mie fotografie! |
| inviato il 06 Gennaio 2022 ore 9:31
Paolo, come ho più volte ribadito, le mie stampe B&N vengono realizzate rigorosamente in camera oscura, anche io preferisco così, ma non per questioni qualitative, semplicemente mi piace mantenere ove possibile la filiera tradizionale (per le diapositive sappiamo che non è piu possibile purtroppo, ma attualmente faccio poco colore e non ne stampo quasi nessuna). Però non so che obiettivo usi il mio stampatore, e soprattutto dubito che tutti quelli che stampano in proprio utilizzino gli obiettivi da te citati; eppure non ho mai sentito criticarli da qualcuno perché non utilizzano il top disponibile e quindi non tirano fuori il massimo della qualità possibile (ammesso che sia così evidente la differenza in stampe delle dimensioni tipicamente realizzate). Invece appena si parla di scansione esce fuori il tema della perdita di qualità, boh, a me sembra che si utilizzino due pesi e due misure. In ogni caso fissarsi su tale "massima qualità possibile", anche trattando di obiettivi da ingranditore, secondo me ci mette sullo stesso piano di chi fa il cosiddetto "pixel peeping" con i file digitali. |
user14408 | inviato il 06 Gennaio 2022 ore 10:12
io lo vedo anche con i miei sviluppi non tanto del BN ma soprattutto dell E6, a volte non presto la giusta attenzione...la temperatura, l'agitazione un poco più "distratta" ( adesso ho motorizzato la lab box è più costante :-) ) i bagni non freschissimi ma il corriere ritarda per la consegna dei nuovi e voglio svilupparmi "quel" rullo per forza. insomma a volte il risultato non è al massimo delle capacita degli zeiss della rollei e della velvia/provia. colpa mia ovviamente ma non ci sarebbe ingranditore/lambda che mi salverebbe. beh in due, di numero, occasioni ho potuto assistere a quello che per me resta sempre un episodio di nuova magia, nuovi dei, diversi : il mio stampatore, che mi fa anche la scansione, mi disse lasciamele qua e non so cosa abbia fatto con photoshop o qualche altra diavoleria ma il risultato era molto meglio della partenza che presentava dominanti strane incrociate, contrasto andato a peripatetica, problemi di uno sviluppo andato maluccio. perfette? assolutamente no, stampabili ? si/ni (ovvero piccolo formato), l' originale purtroppo no. In quel caso la tecnologia digitale mi ha salvato ma cionondimeno continuo a pensare che scattare pellicola e sviluppare è altra magia. mondi paralleli ma separati. come quando si incrociano runner e ciclisti lungo una provinciale piena di curve, si guardano, si annusano a distanza, condividono lo stesso spazio e una certa mentalità, si rispettano ma sono cose diverse e ognuno resta nel proprio universo mondo. ( e sti cxxx di ciclisti devono ricordarsi che i runner, per questione di sicurezza, corrono contromano per avere il traffico di fronte e non alle spalle!! ciclisti fate attenzione soprattutto quando viaggiate in branco!! opss gruppo :-)) “ il che lascia intenere che questi altri saranno pur liberi di fare scelte diverse prescindendo anche dalla considerazione „ comunque e sempre io già sono contento che non sia intervenuto nessuno con l ennesima storia pseudo scientifica su meravoglie di questo sensore o quell'altro, di questo su quell'altro, di reflex e mirrorless e via cantando |
| inviato il 06 Gennaio 2022 ore 12:01
Diego caro sei anche tu un diapositivista, pertanto quindi lo sai anche meglio di me che un diapositivista non è fissato con la nitidezza come un "pixel peeping" ma è semplicemente desideroso di ritrovare, in proiezione, quella stessa sensazione di presenza, quella piena, totale immersione nella scena ripresa che ha prima provato in fase di scatto, poi ritrovata, intatta... ma in piccolo, quando ha esaminato le dia col loupe ma che tutravia ben di rado ritrova davvero quando, alla fine del processo, in fase di proiezione appunto, tutta quella bellezza la ricerca... ma stavolta "in grande"! |
| inviato il 06 Gennaio 2022 ore 14:58
Io sinceramente non lo faccio per una questione di qualità ma di coerenza di pensiero. E non per mettere etichette da ingegneri (peraltro io non lo sono). Passi chi è costretto a scansionare i negativi perché non ha spazio per allestire una camera oscura. Passi chi deve scansionare le diapositive perché non c'è altro modo per stamparle. Passi la scansione come back up (anch'io lo faccio). Ma in tutti gli altri casi di procedimenti ibridi, sinceramente non capisco la logica. Poi, per carità, ognuno è libero di fare ciò che ritiene sia più soddisfacente. |
user14408 | inviato il 06 Gennaio 2022 ore 15:10
“ non lo faccio per una questione di qualità ma di coerenza di pensiero. „ semplicemente. Punto |
| inviato il 06 Gennaio 2022 ore 15:35
beh in due, di numero, occasioni ho potuto assistere a quello che per me resta sempre un episodio di nuova magia, nuovi dei, diversi : il mio stampatore, che mi fa anche la scansione, mi disse lasciamele qua e non so cosa abbia fatto con photoshop o qualche altra diavoleria ma il risultato era molto meglio della partenza che presentava dominanti strane incrociate, contrasto andato a peripatetica, problemi di uno sviluppo andato maluccio. perfette? assolutamente no, stampabili ? si/ni (ovvero piccolo formato), l' originale purtroppo no. Beh Maceric, amico mio, questa è una di quelle occasioni in cui l'approccio ibrido non solo è consigliabile ma, per assurdo, è pure quello che ti garantisce i risultati migliori! Può sembrare impossibile, lo so, detto da me poi rischia pure di sembrare una vera e propria presa per i fondelli... invece è proprio così! In un caso del genere, quello cioè di un negativo andato in malora a causa innanzitutto di uno sviluppo non perfetto al'origine, poi anche per effetto del tanto tempo trascorso, e infine, ma questo non è certo il tuo caso, per effetto di una cattiva conservazione, l'unica strada da intraprendere, quantomeno per cercare di salvare il salvabile, è quello della duplicazione dell'originale. Bene... ora come ora questa è una operazione impossibile! E se anche, per assurdo, ti riuscisse di trovare una Kodak Duplicating, o l'equivalente Fuji, cosa impossibile dal momento che si tratta di materiale fuori produzione da anni ormai, sarebbe inevitabile una pesante caduta di qualità del duplicato: in primis perché sarebbe necessaria l'interposizione di almeno uno, se non due, filtri di Correzione Cromatica seguendo rigorosamente le indicazioni stampigliate sulla pellicola; e in secundis pure perché ai filtri CC obbligatori solo per la duplicazione dovresti aggiungerne altri, in questo caso poi certamente più di uno, per cercare di compensare al meglio gli evidenti slittamenti (o forse sarebbe meglio definirli scivoloni?) cromatici subilti dal negativo. A questo punto appare evidente che alla inevitabile perdita di qualità insita nella pura e semplice duplicazione, dovresti aggiungerne una seconda, questa poi davvero pesantissima, dovuta all'interposizione dei filtri CC, che ovviamente saranno in GELATINA visto che è semplicemente assurdo pensare di avere una intera collezione di filtri di Compensazione Colore in vetro ottico, e per giunta anche di diversi diametri, per usarli alla fine si e no una volta o due nella vita... e questo senza considerare che comunque anche i filtri CC in vetro, che ovviamente nessuno costruttore produce dotati di trattamenti antiriflessi multistrato, comportano anch'essi una certa perdita di qualità che, seppure inferiore a quella indotta dai filtri il gelatina, resta comunque cospicua. Con la scansione invece tu ti trovi ad avere solo una perdita di qualità, quella insita nella duplicazione, mentre invece ti risparmi quella, pesantissima ripeto, indotta dall'uso dei filtri quindi, per assurdo, in casi del genere la digitalizzazione è preferibile non solo perché il metodo tradizionale non è più fattibile, ma anche perché comporta una perdita di informazioni, quindi di qualità, assai minore. |
| inviato il 15 Gennaio 2022 ore 21:39
Comunque la vera differenza sono gli ASA (gli ISO odierni): negli anni 60 - 70 (prima era molto peggio) il limite era 800 ASA, senza avere una grana paurosa, oggi 25.000 e ben più con la PP (sempre in BN). |
| inviato il 15 Gennaio 2022 ore 21:46
Paolo, Tu sei una persona intelligente, oltre che molto preparata. Per questo hai apprezzato uno dei casi (pochi invero) in cui il mix analogico / digitale da dei vantaggi effettivi. Cosa che ai talebani dell' analogico spesso sfugge … |
| inviato il 16 Gennaio 2022 ore 5:25
Grazie Tony |
| inviato il 16 Gennaio 2022 ore 8:05
“ il limite era 800 ASA, senza avere una grana paurosa, oggi 25.000 e ben più con la PP (sempre in BN). „ Beh, vero ma relativamente. Usando ad esempio una HP4 (prima e poi, meglio, HP5) con Microphen a 13/14 gradi per quasi il doppio del suo tempo nominale di sviluppo potevi raggiungere anche i 3200/6400 asa, con una grana ancora piacevole, ma specialmente con un passaggio non "scalettato" fra i vari livelli di grigio e di nero. Certo, erano quasi esperimenti, specialemente perché magari fatti senza l'uso di temperature regolate strumentalmente. Però con una bobinatrice, una pizza da 30 mt. e degli spezzoni di una decina di pose, era un bel divertimento. D'altronde anche oggi i 25000/50000 iso di solito si usano già per "recuperare" una foto perché la normalità solitamente non dovrebbe superare i 3200/6400 iso, e con una luce favorevole. |
| inviato il 16 Gennaio 2022 ore 8:36
I 3200-6400 ASA si raggiungeva tirando la HPS, che partiva da 800. Ma la grana era paurosa, da quanto io ricordi. Non è poi vero che a 6400 bastino per fare sempre foto. Basti pensare ad una partita dì calcio in notturna, dove spesso si è a 12.500 - 25.000 ISO F 5,6 con 1/1.500 od una dì basket sempre in notturna dov'è spesso si è a 12.500 ISO F4,0 con 1/800. Oggi si fanno le foto e pure a colori (con PP), negli anni 70 non riuscivi a farle (con quei tempi) neppure in BN. Si usava 1/500 nel calcio e 1/250 nel basket, con evidenti mossi. Lo so perché è dagli anni 70” che faccio foto sportive. |
| inviato il 16 Gennaio 2022 ore 11:50
Difatti ho detto che la "normalità" odierna non dovrebbe superare i 3200/6400 Iso per avere un risultato senza problema in PP. Certo esistono situazioni, quale quella citata (di sport o rapido movimento), in cui sono benvenuti i progressi che offre il digitale, però anche in passato con la pellicola esisteva la fotografia sportiva, magari con qualche scarto in più dell'attuale, ma ha pur sempre avuto il suo bel spazio anche in passato. E, se per quello, a parte ciò che è ormai storia di quella fotografia (ovviamente non solo per pose “ricordo” delle singole squadre), ne sono stato testimone di quanto faceva già negli anni 60 a bordo campo della "promozione" il fotografo ufficiale di un paio di squadre piemontesi e di qualche meeting di atletica . Che poi progressi ne siano stati fatti nei decenni successivi, è certo e fa comodo sfruttarli, ci mancherebbe. Ma già a cominciare dall'avvento del AF nella pellicola, anche se certamente non sofisticato come lo troviamo oggi nel digitale. In quanto alla grana ho ancora una stampa 70*100 (tuttora appesa nonostante i suoi 50 anni di vita) ma anche altre più contenute, di foto sviluppate con le predette modalità in cui la grana c'è ma non disturba assolutamente. E' chiaro che data la dimensione della prima citata, si debba osservarla a debita distanza: d'altronde da un 24*36 di nominali 800, tirato a 3200 asa e ingrandito a quella dimensione, tra l'altro con un ben modesto Componon 50 f.4, non credo si potesse pretendere di più. |
| inviato il 16 Gennaio 2022 ore 12:07
... tra l'altro con un ben modesto Componon 50 f.4, non credo si potesse pretendere di più. Un Componon non è mai modesto! |
| inviato il 16 Gennaio 2022 ore 13:19
Beh rispetto già ad un Componon-s o un Apo-Componon o Apo- Rodagon qualcosa si, per restare in casa Schneider. E' stato però un obiettivo, per le mie tasche di allora, e per il mio impegno fotografico, veramente soddisfacente. |
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