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Postproduzione, fotomontaggi, taroccamenti


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avatarsenior
inviato il 14 Settembre 2021 ore 22:16

Ero al lavoro, anzi sono ancora a lavoro MrGreen e quindi non ho più scritto, comunque concordo pressoché con quello detto da Maltsev.

In ogni caso penso che per sviscerare meglio il discorso sia meglio differenziare il discorso tra professionista e amatore, e poi forse anche tra semplice amatore e amatore che crede di fare arte e in nome di essa poter fare qualunque cosa (piccola provocazione).

Ecco da semplice, semplicissimo amatore, dico che alcuni interventi dovrebbero essere assolutamente dichiarati e chi non lo fa è in malafede.

Chissà perché la galleria fotomontaggio viene sempre così snobbata, la ritenete una categoria di serie b?..pubblicare una vostra foto lì non le darebbe giustizia?

user1856
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inviato il 14 Settembre 2021 ore 22:23

Cos, qui non si tratta di semplice ritocco.
Se metto una stellata con la via Lattea su un paesaggio illuminato a giorno, beh per me quel guanciale è andato a male e la carbonara è venuta uno schifo....


Per te ok.
Per altri no.

Sarebbe da vedere il risultato finale.

user225138
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inviato il 14 Settembre 2021 ore 22:23

Guardate che la tendenza dell'uomo a modificare il cielo quando lo rappresenta in un'immagine è molto ma molto più antica della fotografia, per tacere della postproduzione digitale.

Avete mai osservato il cielo di un quadro o un affresco rinascimentale correttamente restaurato? Anche quando l'intento del pittore era la rappresentazione fedele della realtà - e lo si evince dal realismo delle figure rappresentate - il cielo ha quasi sempre un colore irreale, in particolare troppo saturo (diremmo oggi) e molto più scuro di quanto non sia in realtà in qualsiasi giorno sereno.

Sicuramente è un fenomeno che trovava le sue motivazioni in una pluralità di elementi (religiosi, in primis) ma è diventato un elemento al quale ci siamo abituati nei secoli, e che trova nei marchingegni messi a disposizione del fotografo amatoriale solo l'ultima delle sue espressioni.


Io finora non ho mai sostituito un cielo, se non per testare le funzionalità di questo o quell'altro software. D'altronde, fotografo solo paesaggi, quasi sempre urbani, entro un'ora d'auto da dove vivo e quindi posso permettermi di ritornare nello stesso luogo anche molte volte, in stagioni diverse e con condizioni meteo diverse.

Quando fotografo lontano da casa (all'estero, per esempio) cerco di fare in modo che il cielo non sia una componente fondamentale dell'immagine, a meno che non sia spettacolare. Questo da un lato mi permette di non essere insoddisfatto della foto se è il cielo fosse scialbo, ma dall'altro mi consentirebbe di cambiarlo senza sentirmi troppo in colpa per il "falso" che sto compiendo.


Infine, molto dipende dal contesto nel quale la foto viene fruita. Io non pubblico le mie foto e non partecipo a concorsi, se lo facessi mi sentirei in obbligo di segnalare, per le foto dove il cielo è una componente essenziale se non preponderante dell'immagine, il fatto che sia stato sostituito.

user1856
avatar
inviato il 14 Settembre 2021 ore 22:31

Chissà perché la galleria fotomontaggio viene sempre così snobbata, la ritenete una categoria di serie b?.


Ci sono due sezioni qui molto sottotono.
La più sottotono è quella relativa allo still life dove in pratica non c'è quasi nulla da voto sufficiente se il fine fosse commissionato.
Normale: è un genere estremamente tecnico e in cui la fotocamera conta zero.
È un genere lento in cui c'è da lavorare parecchio per un risultato.
Chi fa altro non ha così tanto tempo/risorse/possibilità.
Qualche eccezione c'è.

La seconda è quella dei fotomontaggi.
Anche qui normale: fare un compositing fatto bene comporta tante tante ore sullo stesso progetto. Agli inizi ed è ovvio che chi fa altro nella vita non abbia neanche tempo per imparare a farli bene.

Altri generi sono molto più semplici: fare bene una camera d'hotel (esempio di cui si parlava prima), che ci vuole?

user1856
avatar
inviato il 14 Settembre 2021 ore 22:38

particolare troppo saturo (diremmo oggi) e molto più scuro di quanto non sia in realtà in qualsiasi giorno sereno.

Sicuramente è un fenomeno che trovava le sue motivazioni in una pluralità di elementi (religiosi, in primis) ma è diventato un elemento al quale ci siamo abituati nei secoli, e che trova nei marchingegni messi a disposizione del fotografo amatoriale solo l'ultima delle sue espressioni.


Consiglio la lettura di Blu. Storia di un colore del già citato Pastoureau per capire oltre ai limiti tecnici anche perché cieli e madonne (e pure la divisa della nostra nazionale di calcio) abbia un certo colore.

user225138
avatar
inviato il 14 Settembre 2021 ore 22:58

Blu. Storia di un colore


Ho letto "Il piccolo libro dei colori", ma ovviamente dovrei approfondire. Mi pare che abbia scritto anche libri monotematici su altri colori.

avatarjunior
inviato il 14 Settembre 2021 ore 22:59

Riguardo al mio esempio di prima, se il cielo che sostituisco lo prendo da una mia foto, forse potrei anche tollerarlo. Ma se utilizzo un software che ha una library di cieli presi da foto di terzi, allora, perdonatemi ma è come il mio caso, in cui la cena è stata preparata a quattro mani.
Va bene il fotomontaggio, ma che almeno gli elementi siano miei. E, ripeto, il mio è un ragionamento da fotoamatrice.

user1856
avatar
inviato il 14 Settembre 2021 ore 23:02

Ho letto "Il piccolo libro dei colori", ma ovviamente dovrei approfondire. Mi pare che abbia scritto anche libri monotematici su altri colori.


Si, te li consiglio tutti Quanti, nelle versioni più grandi (non i tascabili insomma).




user1856
avatar
inviato il 14 Settembre 2021 ore 23:03

ma che almeno gli elementi siano miei.


Questo certamente!



user225138
avatar
inviato il 14 Settembre 2021 ore 23:10

se il cielo che sostituisco lo prendo da una mia foto, forse potrei anche tollerarlo


Ci sono una miriade di possibilità. Me ne vengono in mente almeno nove:
0. nessuna sostituzione, solo miglioramento di colore, contrasto, etc. in postproduzione;
1. cielo scattato dallo stesso fotografo nello stesso luogo in un momento diverso, ma in condizioni compatibili (es. nella stessa stagione);
2. cielo scattato dallo stesso fotografo nello stesso luogo ma in condizioni sostanzialmente diverse (es. stagione diversa);
3. e 4. come 1. e 2. ma nella stessa area geografica e non nello stesso luogo;
5. cielo scattato dallo stesso fotografo altrove, ma plausibile per condizioni climatiche;
6. come 5. ma implausibile (es cielo alpino invernale per un panorama padano in estate);
7. e 8. come 5. e 6. ma scattato da terzi.

avatarjunior
inviato il 14 Settembre 2021 ore 23:32

Fotografoagnostico, io sono molto più terra terra e dico semplicemente che posso accettare la sostituzione di un cielo (in linea teorica, perché anch'io preferisco ritornare sul posto e rifare lo scatto, se posso) ma con due condizioni: 1 che il cielo sia preso da una mia foto 2 che quella foto sia scattata con la stessa direzione della luce ed alla stessa ora.
Se manca la condizione 1, la foto finale non è mia. Se manca la condizione 2 è meglio che io cambi hobby...

user19933
avatar
inviato il 15 Settembre 2021 ore 1:30

Mi auguro che nasca un novello Andy Warhol che prenda in affitto un unico cielo, magari con scritto Coca Cola nelle nuvole, e lo appiccichi in tutte, ma proprio tutte, le sue foto di paesaggio, che prima sarebbero amatoriali, poi professionali, infine esposte nei musei e quindi battute all'asta.

Magari c'è già ed è già all'opera in qualche bugigattolo e io non lo conosco ancora perché fa il ferroviere di giorno, con gran sbattimento, e questo è il mio unico dispiacere perché onestamente, quantomeno in termini artistici, tutto questo classificare, enumerare casistiche, eccezioni, doveri morali che riguarderebbero una categoria ma non l'atra, oppure il contrario, odora terribilmente di mediocrità, di una doppia profonda insicurezza (sul medium e sulla capacità di rappresentazione attraverso di esso), e certamente non rende omaggio alla storia della fotografia e delle arti visive in senso lato. ;-)

Naturalmente non mi riferisco a nessuno degli intervenuti in particolare e non è un attacco tout-court ad altri punti di vista, che rispetto senza fatica, ma non condivido proprio nell'essenza. A parte l'anacronismo di certe intransigenze dentro/fuori dai confini del "legittimo" tutto questo insistere su un unico aspetto, cioè quello del cielo (posticcio o non), mi fa chiedere se per alcuni di voi la fotografia di paesaggio non sia altro che questo: un'immagine con dentro un cielo. Perché se tutto si riduce a questo allora 1) si autogiustifica, paradossalmente, proprio tutto questo proliferare di soluzioni per sostituirli 2) io vado oltre, me ne basta uno, ma di marca, e possibilmente con la firma di un pioniere dell'immagine.

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2021 ore 5:21

Che dire Taipan... hai scoperto l'acqua calda! ;-)
In ogni caso io sono in una botte di ferro: da diapositivista assoluto infatti sono uno dei pochi che può tranquillamente parlare di taroccamenti MrGreen

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2021 ore 5:32

A mio avviso comunque il maestro assoluto del taroccamento è Ansel Adams, col suo famoso (famigerato?) Sistema Zonale lo ha addirittura codificato! Eeeek!!!

user14408
avatar
inviato il 15 Settembre 2021 ore 6:41

il maestro assoluto del taroccamento è Ansel Adams,


addirittura! Sorriso

articolare la tesi prego :
questione di fondo, riferimento, analisi
ovvero definizione, caratteristiche, misurazioni e/o enumerazione.



altrimenti resterebbe una boutade, mi perdonerai, un poco come: "la rollei retro 80 S una pellicola che rende inutile il medio formato ..."


più che ragionamenti sembrerebbero frasi lapidarie che vorrebbero dire chissà cosa ma che poi non spiegano/motivano molto.

ci potremmo aggiungere anche "un vero uomo si bobina da solo le pellicole diapositive rigorosamente stese a mano nelle notti di plenilunio alle pendici del Fujiama" tutto il resto è niente.
dai su ;-) :-)


Che cosa ne pensi di questo argomento?


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