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@Luca Fornaciari .... decisamente meglio hai ragione; grazie. Ho provato a spiegarlo tramite tastiera ma probabilmente il font era settato in Aramaico antico.
"E se l'obiettivo non ha la scala delle profondità di campo? Pazienza: bisogna affidarsi all'esperienza, oppure si può ricorrere a delle formule , ma questo è un altro discorso."
Quindi, anche con un obiettivo senza le indicazioni della profondità di campo.........
Schyter forse un giorno capirai che la distanza iperfocale non è altro che un piano di messa a fuoco, una distanza, e che quello che continui ad affermare tu non è altro che un metodo empirico per calcolarla e allora la finirai con i tuoi insulti e le tue allusioni. Ma temo che anche i video pratici non ti aiutino a comprendere.
perchè nn sopporto le battutine messe lì per denigrare gli altri (basta rileggere Il Signor Mario nelle pg precedenti). Se poi fanno riferimento ad emeriti sfondoni da parte di pseudo-guru che nn conoscono l'Iperfocale oppure non conoscono la differenza con la PdC ... beh ... Comunque gli specchi mi sembra che siano finiti .
Io ad esempio non so proprio niente di niente sul dgt e non interverrei mai in un argomento come ad esempio, sensori, PP, app, etc etc ... Sono qui per imparare e conoscere le mie mancanze, come ad esempio nei video inseriti da Luca Fornaciari ... ho scoperto che si può applicare l'iperfocale anche con ottiche senza la scala adeguata (non che mi serva a molto ... le mie otttiche più recenti son degli anni 80 ) ... certo che tirar fuori il telefonino ogni volta che devo fare una foto ... un saluto.
........... ancora ??? nemmeno davanti all'evidenza di video, link, tutorial, ........ cribbio è roba che ti insegnano alla prima lezione in un corso basic sulla fotografia. Ma lascia perdere, davvero.
è tutto ampiamente scritto, linkato etc etc ... l'Iperfocale prevede che a determinato diaframma metti a fuoco dalla minima distanza ad INFINITO !!!! Se non lo fai NON stai lavorando in Iperfocale !!! Stai semplicemente sfruttando la PdC per quel determinato diaframma ! Ebbasta dai .........
“ e che quello che continui ad affermare tu non è altro che un metodo empirico per calcolarla „
A dir la verità non è un metodo empirico ma un metodo pratico di applicare la formula; e più che altro non è un modo di calcolarla, lo scopo non è quello, ma un modo di applicare la massimizzazione della PDC comprendente l'infinito, il fatto che poi si possa leggere la distanza iperfocale è secondario.
Comunque secondo me avete entrambi le idee chiare sull'iperfocale, ed in fondo dite le stesse cose in modi diversi.
Non ripeto che con l'iperfocale non si ottiene altro che uno sfocato accettabile.
Il problema è che oggi i "metodi tradizionali" non funzionano più. Non perché siano cambiate le leggi dell'ottica, ma perché oggi ci mettiamo normalmente in condizioni di visualizzazione delle foto scattate completamente diverse dai presupposti su cui si basano le tabelle comuni, i sw di calcolo o le tacche sull'obiettivo.
Tutti i calcoli tradizionali sono basati sul presupposto di un osservatore con un visus nella norma, una stampa circa A4 e una distanza di osservazione di circa 30 cm. Guardare a monitor con lo zoom al 100% l'immagine prodotta da un sensore moderno anche con Mpx nella media, significa osservare a pochi cm. di distanza una foto che fisicamente avrebbe un lato di oltre un metro.... È chiaro che il fotoamatore medio guarda il risultato della sua sperimentazione dell'iperfocale e dice: "non funziona"...
Ci vogliono tabelle "più cattive" che si adattino alla nuove reali condizioni di osservazione. In sostanza ci vuole uno strumento che applichi alla solita vecchia formula di calcolo un valore del circolo di confusione molto più ridotto. Ecco cosa succede se imposto i valori che vedete nella app PhotoPills (ne esisteranno altre di app...). Notate: distanza di osservazione, dimensione di stampa A3 e visus.
Il calcolatore della app dice che devo usare un CdC di 0,006 mm. il che mi porta ad avere con un 50 mm. a f/16 l'iperfocale a 27,46 m. contro i 5,25 m. del calcolo tradizionale....
Risultato molto più "severo" ma molto più utile in concreto.
Vale la pena ricordare che le scale graduate della profondità di campo generalmente sono tracciate considerando un CoC di circa 0.03, valore appropriato per una visione di una stampa alla distanza pari alla sua diagonale.
Non bisogna pensare che questo sia sufficiente per avere una nitidezza "accettabile" se si controlla la foto a monitor con visione al 100%, anche con sensori non particolarmente densi. In questo caso, ammesso che abbia un senso, il CoC va ridotto parecchio, dovrebbe essere pari a circa 2 o 3 volte massimo la distanza fra i pixel del sensore.
In questo caso la scala graduata è ancora utilizzabile facilmente. Se si vuole per esempio utilizzare un CoC pari a 0.015 (la metà di quello utilizzato per la scala graduata) bisogna raddoppiare il valore del diaframma (che equivale a due stop), quindi se mettete l'infinito su f/5.6, bisogna poi scattare a f/11; per un CoC di 0.02 (rapporto fra 0.03 e 0.02 = 1.5) bisogna moltiplicare il diaframma per 1.5 (che equivale circa ad uno stop), quindi se mettete l'infinito su f/5.6, bisogna poi scattare a f/8.
“ Risultato molto più "severo" ma molto più utile in concreto. „
Interessante...
andando un poco o.t: in effetti è richiesta all'utilizzatore responsabile una precisa conoscenza dello scopo di quelle immagini.
Se lo scopo è quello del 'pixel peeper' non andrà bene quasi nulla (nemmeno un cdc di 0,006). Se lo scopo è per la condivisione sui social, allora con 0,03 ce ne è che avanza...
Per mia esperienza: buone immagini leggermente sfocate o mosse a monitor, in stampa hanno comunque una loro valenza pratica. L'importante è non pretendere di guardare -inutilmente- il pixel ma soffermarsi sulla sostanza, cioè: sul contenuto (e scusate se è poco).
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