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donne e pippaioli







user177356
avatar
inviato il 20 Luglio 2020 ore 20:07

le leve pubblicitarie funzionano su alcune persone e su altre no


Guarda, ti rispondo su questa e vale per tutto il resto: le leve pubblicitarie funzionano per la maggior parte del target . Spesso per la quasi totalità del target.

Devi accettare l'idea che la generalizzazione sia uno strumento di interpretazione della realtà che funziona . Nel senso che consente di prendere decisioni corrette nella maggior parte dei casi, o per la maggior parte dei soggetti che fanno parte di un certo universo.

Sostenere che i piedi femminili siano di dimensioni più contenute di quelli maschili non è solo corretto, ma è una generalizzazione necessaria se produci scarpe. Il fatto che ci siano donne che portano il 44 non cambia la correttezza e soprattutto l'utilità dell'affermazione.

io non nego l'evidenza che il Calippo abbia quella forma, ma non penso che quella sia la ragione principale (o l'unica?) per cui sia stata scelta quella forma


O sei straordinariamente ingenuo, o sei straordinariamente disonesto.

avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2020 ore 21:08

nessuna differenza Makexaos.
McBrandon
con alcune persone ci riescono, invece con altre non riescono a far leva
mi sembra la scoperta dell'acqua calda, anche l'aspirina fa certi effetti ad alcuni e ad altri dà allergia. Ma continuare a discutere con una persona che relativizza tutto mi sembra piuttosto sterile.

avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2020 ore 21:48

Voglio fare un passetto avanti segnalando questa mostra intitolata "L'ALTRO SGUARDO fotografe italiane 1965 - 2015" che visitai alla Triennale di Milano (tenutasi da ottobre 2016 a gennaio 2017) e relativo catalogo
ilfotografo.it/mostre/laltro-sguardo-fotografie-italiane-1965-2015/

avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2020 ore 21:51

Guarda, ti rispondo su questa e vale per tutto il resto: le leve pubblicitarie funzionano per la maggior parte del target . Spesso per la quasi totalità del target.

In realtà ci sono obiezioni anche al riguardo (e non lo affermo solo io):
it.wikipedia.org/wiki/Pubblicit%C3%A0#Potere_della_pubblicit%C3%A0
...leggete tutto delle due parti "Teoria forte" e "Teoria debole". ;-)

Devi accettare che la generalizzazione è uno strumento di interpretazione della realtà che funziona . Nel senso che consente di prendere decisioni corrette nella maggior parte dei casi, o per la maggior parte dei soggetti che fanno parte di un certo universo.

Ok, credo di aver capito quello che intendi. Però è pure vero che parlare in generale di due macrocategorie come donne e uomini, può portare ad errori, stereotipi e pregiudizi. Considerare un insieme solo nella sua totalità e non vederlo nei suoi sottosistemi induce ad errori: ad esempio i sondaggi si fanno anche per fascie d'età, proprio per il motivo che se si considerasse la popolazione come un unico insieme non si capirebbero cosa pensino i ragazzi, gli adulti e gli anziani. Quindi generalizzare si può fare, ma fino ad un certo punto, perché a generalizzare troppo non si avrà la risposta che si cerca. Questo sopratutto se si tratta di capire la mentalità ed il modo di ragionare delle persone.
Altro esempio, i sondaggi vengono fatti anche in base al livello culturale della popolazione presa come campione, perché fasci culturali diverse implicano risposte diverse.
Quello che è stato scritto dalla Sontag si riferisce ad un periodo di più di 40 anni fa, le cose cambiano e si evolvono.

O sei straordinariamente ingenuo, o sei straordinariamente disonesto.

O forse la penso in maniera diversa, il che è differente.
Non si tratta di essere ingenuo o disonesto. Come ho precedentemente espresso tanti oggetti hanno forma fallica wurstel, bomboletta di schiuma da barba, biro, cannocchiale, manico di scopa... e tutti questi oggetti li hanno fatti volutamente così per avere forma fallica o perché quando li stringi in mano sono comodi da prendere perché non hanno spigoli? Altra domanda. Che ne sanno i bambini che mangiano il calippo della forma fallica? Secondo te lo scelgono perché è buono e pratico da tenere in mano o per altro?
Non cerchiamo malizia in tutto. ;-)


mi sembra la scoperta dell'acqua calda, anche l'aspirina fa certi effetti ad alcuni e ad altri dà allergia. Ma continuare a discutere con una persona che relativizza tutto mi sembra piuttosto sterile.

Alle volte per capire un fenomeno od una tendenza bisogna, come ben saprai, andare almeno un pochettino nello specifico e non rimanere nella parte generalistica, altrimenti si rischiano errori. Non è relativizzare.

avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2020 ore 21:55

tra le fotografe esposte in mostra segnalo alcune che a me sono piaciute più di altre.
RAFFAELA MARINIELLO









avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2020 ore 22:00

GEA CASOLARO













avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2020 ore 22:08

CRISTINA OMENETTO

















avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2020 ore 22:20

SILVIA CAMPORESI

























avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2020 ore 22:27

MARIALBA RUSSO





















avatarsenior
inviato il 20 Luglio 2020 ore 22:35

ANNA DI PROSPERO





































user177356
avatar
inviato il 21 Luglio 2020 ore 8:14

leggete tutto delle due parti "Teoria forte" e "Teoria debole"

Premetto che mi sono occupato di consumer behaviour e di indagini di mercato per una decina di anni.

Se qualcuno è rimasto ai persuasori occulti di Vance Packard, vorrei informarlo che dal 1957 sono passati oltre sessant'anni. Questo non vuol dire che la pubblicità non abbia effetti significativi e misurabili. Per fare un esempio, molti esperti sostengono che la pubblicità delle automobili sia diretta non tanto ai potenziali acquirenti (per i quali avrebbe una blanda funzione informativa), quanto a chi quell'auto o quella marca l'ha già acquistata (per rafforzare la convinzione di aver fatto la scelta giusta e indurre a diventare "ambasciatori" di quella scelta - con mio suocero l'Audi ci è riuscita benissimo) e alla rete di vendita (per rafforzare la percezione di qualità del prodotto e di forza del marchio).

Considerare un insieme solo nella sua totalità e non vederlo nei suoi sottosistemi induce ad errori

Non c'è dubbio, e infatti nelle indagini individuare correttamente il target e stratificare adeguatamente il campione è essenziale. Ma target (o popolazione di riferimento) rimane spesso molto ampio dal punto di vista socio-economico, come nel caso di un ghiacciolo. Quindi ho bisogno di generalizzare se voglio passare dall'analisi all'azione.

tanti oggetti hanno forma fallica wurstel, bomboletta di schiuma da barba, biro, cannocchiale, manico di scopa... e tutti questi oggetti li hanno fatti volutamente così per avere forma fallica o perché quando li stringi in mano sono comodi da prendere perché non hanno spigoli

Non so te, ma io non ho mai succhiato voluttuosamente una bomboletta di schiuma da barba, un cannocchiale, un manico di scopa. Neanche una biro o un wurstel, al massimo posso aver mordicchiato la prima e addentato il secondo. Mi sembra chiaro che è l'insieme di forma e modalità d'uso a costruire la suggestione sessuale.

tra le fotografe esposte in mostra segnalo alcune che a me sono piaciute più di altre.

Mi piace MOLTO Anna di Prospero (www.annadiprospero.com):




avatarsenior
inviato il 21 Luglio 2020 ore 8:28

Anna di Prospero secondo me risponde bene alla visione diversa della fotografia uomo/donna, trovo che il suo approccio sia molto legato a lei e al suo modo di rapportarsi con se stessa, famiglia e amici, si potrebbe fare un raffronto su come un uomo che lavora con la fotografia in modo analogo ha rappresentato le cose.
Al momento però non ho un autore da presentare

avatarsenior
inviato il 21 Luglio 2020 ore 8:45

Al momento mi viene in mente la serie "familiare" di Nicholas Nixon, ma ovviamente non è la stessa cosa



avatarsenior
inviato il 21 Luglio 2020 ore 8:55

parlando di autoritratto ho notato come molti lavori efficaci siano legati spesso a minoranze o comunque a persone che per alcune ragioni vengono discriminate e molte donne.
Parlare di donne come minoranza è assurdo visto che forse sono leggermente di più della metà della popolazione mondiale, ma la realtà che si sono discriminate in molti luoghi, ma anche qui da noi, c'è una mentalità molto fallocentrica che alla fine a portato le donne stesse ad adattarcisi.
Ma questi lavori introspettivi si trovano molto in autrici e meno o con modalità differenti in autori maschili.
Spesso negli uomini ho notato questo approccio solo in momenti difficili, ma comunque sempre meno portati a indagare su certi tipi di rapporti o dinamiche familiari.
Poi magari mi porterete esempi che mi smentiranno, ma è anche un pensiero che ho letto anche in alcuni saggi

avatarsenior
inviato il 21 Luglio 2020 ore 9:15

Torno a bomba citando un altro articolo di Smargiassi in cui si era precedentemente occupato di fotografia femminile, in occasione della uscita di una storia della fotografia femminile e di un film
Il problema di genere, nella fotografia, non sta sul versante della sua produzione. Sta sul versante della sua narrazione. Non potendo essere ignorata, la presenza femminile nella storia della fotografia è stata classificata, inquadrata, sottoposta a un framing dai confini molto stretti .

A dispetto di molte prove contrarie, la fotografia fatta da donne è stata assegnata quasi automaticamente all'ambito del privato, del familiare, del domestico, soprattutto agli esordi: Julia Margaret Cameron, lady Clementina Hawarden… In seguito, è stata assegnata all'ambito dell'intimo, dell'introverso, dell'autoanalisi: Diane Arbus, Nan Goldin, Francesca Woodman...

E quando non è stato possibile negare alle fotografe un ruolo "emotivamente" diverso, lo si è subordinato a quello degli omologhi maschili, al punto che molte pioniere di generi storici della fotografia, dal fotogiornalismo al formalismo modernista alla moda alle avanguardie, vengono ricordate spesso come “la musa di”, “l'ispiratrice di” un uomo: così è accaduto a Gerda Taro per Robert Capa, a Lee Miller per Man Ray, a Tina Modotti (purtroppo non ricordata nel film) per Edward Weston…

e più oltre,

Quello che sconcerta in tante mostre di "fotografia al femminile" è proprio l'impossibilità, per chi le visita, di capire che cosa abbiano in comune di così evidente da poterne fare una specie di "genere".


Dunque, a parte la ovvia considerazione che le donne fotografe si sono occupate ed hanno scelto come soggetto
la specificità femminile, la condizione femminile, i pregiudizi e i conflitti di genere
per Smargiassi non esiste, tra i generi fotografici, la fotografia "femminile". Per cui

Alla fine di questo film, in effetti, una risposta viene data, ed è quella con cui io concordo assolutamente. Il lavoro delle donne fotografe non serve a capire la fotografia al femminile. Serve a capire la fotografia, punto e basta


Qui il link all'articolo di Smargiassi:
smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2018/02/09/objectif-femmes

e qui il link al libro della Patrizia Pulga sulla fotografia delle donne dalla nascita ai giorni nostri:
www.pendragon.it/libro.do?id=2559

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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