user117231 | inviato il 23 Marzo 2019 ore 19:59
“ n quello del raccordo che ho avanti casa. E' un insieme di cose, qualcuno l'ha capito e l'ha collegato alla percezione -positiva o negativa- che abbiamo del luogo in cui risiediamo. Quindi è -anche- un fatto di stato d'animo, di mood. E se non ti viene la voglia di scattare perchè quel che vedi non ti piace sarà difficile scattare foto belle o brutte che s „ Che bello il quotare così... |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 20:30
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| inviato il 23 Marzo 2019 ore 20:36
Il luogo in cui viviamo per me ha una influenza cruciale nel determinare le persone che siamo umanamente e culturalmente. Questo poi si riflette nel cosa e nel come scattiamo. Sia a casa nostra che fuori casa. |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 21:00
tanto rumore per nulla. ovvio che il luogo in cui viviamo ci influenza, ovvio che viaggiare è meraviglioso, ovvio che vorrei andare in Africa per fotografare la via lattea in un cielo scuro. Ma non sempre è possibile, anzi sono piuttosto certo che non andrò mai in Africa. E quindi? Il fatto è che io amo fotografare, e fotografo ovunque. Ostia non è un posto particolarmente bello o fotogienico, ma io ci vivo. Non è che siccome mi piace fotografare il litorale romano, sono fortunato a vivere a Ostia, è il contrario, vivendo a Ostia fotografo il litorale. Sono originario della Lucania, e quando ci vado, appena posso vado a cercare qualche scorcio ( Consiglio di dare un'occhiata a Pietrapertosa, splendido paesino in provincia di Potenza) giro in lungo e in largo. La via Lattea è ovunque, in Basilicata ( tra i cieli più bui in Italia) e perfino a Ostia, perfino sopra il vecchio pontile che tante volte ho fotografato. 500px.com/photo/214039607 Quello che voglio dire, è che io DEVO fotografare, e dovendo fotografare, non esiste luogo in cui non troverei qualcosa degno ai miei occhi di essere fotografato. |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 21:03
Conta tantissimo, io mi sento fortunato anche per il lavoro che pratico, faccio il contadino e per il tipo di foto che preferisco, fauna e avifauna le occasioni non mi mancano, poi non è che mi porto la macchina nel trattore tutti i giorni ma per esempio quando ho visto la Donnola sono riuscito ad andare a casa prendere la macchina tornare e ritrovarla, poi da dove abito in 20 minuti con la macchina sono a 2000 metri |
user117231 | inviato il 23 Marzo 2019 ore 21:04
Beato tu che fai il contadino...lo dico sul serio. |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 21:08
Enzillo, pensa che io ho detto decine di volte che vorrei venire a fotografare il lungomare di Ostia e dintorni... |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 21:15
Orgoglioso di esserlo, grazie Felix, nei miei frutteti nidificano molte specie di uccelli ed è molto facile vedere caprioli e lepri, la notte è facile vedere usando fototrappole cervi, faine, tassi, volpi e anche l'orso |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 21:46
“ Il più grande sciatore italiano post Thoeni, è Aberto Tomba... da Bologna. Il più grande navigatore Giovanni Soldini... da Milano. Il più grande artista-fotografo italico Mario Giacomelli... da Senigallia,... „ Hai citato alcuni casi eclatanti, dei fuoriclasse appunto, ma quanti ce ne sono così, nati "fuoriposto" (comunque non farei rientrare in tale categoria Giacomelli, visto che le Marche non sono di certo luoghi poco fotogenici o poco interessanti)? È chiaro che se sei un talento fuoriclasse, un fenomeno, se trovi le condizioni giuste (ad esempio Tomba era di famiglia benestante che lo ha supportato in tutti i modi, e comunque era vicino all'appennino non era di Lampedusa) potrai emergere, ma così ne nasce uno ogni quanti? Nella nazionale di sì c'è qualche Siciliano, Sardo, Campano....? Anche Django Reinhardt ha fatto del suo handicap alle dita (a causa di un incendio nella roilotte) una tecnica e una cifra stilistica nel suonare la chitarra, ma non possiamo certo dire che tutti quelli che perdono l'uso di alcune dita allora possono anche loro diventare dei chitarristi con i controfiocchi! La maggior parte dovrà trovarsi un altro hobby o strumento. |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 22:08
@Diebu, ti aspetto, facciamo qualche scatto insieme ;-) |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 22:14
Se mi decido ad affrontare appositamente oltre 600km di viaggio, molto volentieri |
user170782 | inviato il 23 Marzo 2019 ore 22:35
Esistono svariati studi sul determinismo geografico antropologico o ambientale antropologico, consiglio la lettura. |
| inviato il 23 Marzo 2019 ore 22:40
Tipo "Armi acciaio e malattie"? |
| inviato il 24 Marzo 2019 ore 0:03
“ Quello che voglio dire, è che io DEVO fotografare, e dovendo fotografare, non esiste luogo in cui non troverei qualcosa degno ai miei occhi di essere fotografato. „ Per arrivare a realizzare questo concetto e farlo proprio, si deve aver affrontato il cammino di un percorso che comprende anche altro, oltre alla fotografia. Chi non ha realizzato questa consapevolezza, non arriva a comprenderlo. Tu a quanto scrivi, immagino lo abbia realizzato. Dimmi pure se mi sbaglio, anche a prezzo di esporsi a facili ironie da chi è indigesto a simile filosofeggiar... E brancola ancora nel buio. Nel caso ce ne faremo una ragione. |
| inviato il 24 Marzo 2019 ore 0:14
“ comunque non farei rientrare in tale categoria Giacomelli, visto che le Marche non sono di certo luoghi poco fotogenici o poco interessanti „ Mi indichi una Regione italiana che reputi non fotogenica e che precluda l'esercizio fotografico? Paesaggistico compreso. Sono curioso di sapere. E comunque apprendo che per te basta trovarsi a vivere in luoghi fotogenici e interessanti... per essere facilitati ed arrivare con quelle foto ad esporre nei musei e gallerie internazionali. E Ghirri che ha fotografato soprattutto la pianura padana... è un altro che ci aveva davvero capito poco. Peccato non sia più vivo per farglielo sapere. Non avertene, ma mi sembri con le idee non proprio chiarissime. Tomba, Soldini e Giacomelli hanno raggiunto la vetta... in barba ai qui supposti e quotati ostacoli ed handicap territoriali. L'esempio dei loro nomi è per far riflettere se la territorialità sia il problema per arrivare ad occupare qualsiasi scalino di quella piramide. Se a loro non ha precluso di arrivare all'apice... quell'exploit è la testimonianza che il luogo conta un tubo, al cospetto delle doti e del talento. Che si arrivi quindi al primo o all'ultimo scalino, e lo riporto per l'ultima volta, dipende ed è determinato solo dalle idee e capacità dell'individuo. Per chi è a caccia di foto ricordo di gite e week end vari, potrà tranquillamente rifiutare di accettarlo, o non riguardarlo. E magari trovare nella sezione Fotocamere, quale luogo ideale e di elezione, per affrontare al meglio la Fotografia. (senza offesa alcuna per alcuno... ma a quest'ultima battuta non ho resistito). |
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