| inviato il 06 Marzo 2018 ore 10:44
Si continua a voler appioppare alla fotografia (da ambo le parti) caratteri e prerogative che non sono e non possono essere di uno strumento, ma di chi lo usa. Come dire che i coltelli servono solo per uccidere o, viceversa, che servono solo per tagliare cose già morte. Quando si legge che la fotografia non ritrae mai la realtà si legge una mezza verità; prima di tutto dovremmo chiederci cosa intendiamo per realtà, poi chiederci se persino trovandoci sul posto riusciremmo con i nostri occhi a vedere "tutta" la realtà (qualcuno riesce a vedere cosa gli sta accadendo dietro le spalle?). Da questo punto di vista, che la fotografia sia bidimensionale o tridimensionale poco importa; il linguaggio parlato è adimensionale, eppure le dichiarazioni orali dei testimoni hanno valore legale. La fotografia, semplicemente, può fornire "rappresentazioni", al pari di qualunque altro linguaggio. Può rappresentare la realtà? Si! Può rappresentare una menzogna? Si! Se rappresenta la realtà, la rappresenta intera? No, esattamente come accade per l'osservazione diretta, i documenti scritti, e qualunque altra forma di linguaggio; sarà sempre una realtà parziale, quindi soggetta ad interpretazione. Ma tutto questo lo fa solo ed esclusivamente in base alla volontà del fotografo, quindi non è la fotografia che mente o dice la verità, la fotografia può solo rappresentare ciò che il fotografo vuole che rappresenti; è il fotografo che eventualmente documenta la realtà (parziale, ovviamente), racconta e interpreta la stessa realtà o, eventualmente, ne inventa una tutta sua. Dove sta il "naturale" in tutto questo? Il "naturale" o l'innaturale fanno sempre parte di ciò che il fotografo vuole mostrarci: se la sua intenzione non è quella di fornirci una semplice documentazione, il naturale non solo non possiamo pretenderlo, ma potrebbe persino risultare inadeguato al suo discorso |
user104642 | inviato il 06 Marzo 2018 ore 10:55
“ Che poi è sempre PP, magari sarà PRE-produzione invece di POST-produzione. Sulla sincerità della PRE-produzione avrei dei dubbi: usano sulle modelle stra-effe del fondotinta dato con l'aerografo per coprire brufoli e imperfezioni varie, separazione di frequenza dal vivo MrGreen „ Va bene, ma è maquillage da sempre esistito è la vanità dell'essere umano (donne per la maggioranza) e se funzionale alla fotografia non ci vedo nulla di male. Discorso diverso se me la costruisco al computer. In questo caso non so nulla di come agisce la luce e nemmeno so nulla di come gestirla, guidarla, diciamo che è un lavoraccio e con ps risolvo in 5 minuti. Logicamente imho |
| inviato il 06 Marzo 2018 ore 10:57
EDIT: a prescindere dalla chiusura della discussione (che condivido, tanto faceva cagare, con i soliti che non ascoltano), vedo con piacere utenti come l'occhiodellamerdadelcigno che continua a trollare in giro. Veramente, l'ignoranza e la fierezza di esserne portartatore, elevata a virtù. Talmente sfigati i troll che fanno luce “ Oh mamma ... questa è bella! La fotografia deve per forza rappresentare la realtà, per il semplice motivo che se non ha davanti una scena reale la macchina fotografica, e per suo tramite il fotografo (che è poi il vero problema) , mica può inventarsela! Il disastro è che si tende sempre e comunque a voler interpretare personalmente la realtà distorcendola al punto di farla divenire quello che non è ... e questa è la vera colpa del fotografo! „ Questa concezione si trova in soli due casi: 1) inizio 900 (e fine 800) 2) i forum di fotoamatori Non è uno scherzo, ne una polemica, ma una constatazione con dati alla mano. Vi chiedo di ragionare su questo. |
| inviato il 06 Marzo 2018 ore 11:04
“ La fotografia deve per forza rappresentare la realtà „ Spero sia uno scherzo |
user86191 | inviato il 06 Marzo 2018 ore 11:10
“ La fotografia deve per forza rappresentare la realtà, per il semplice motivo che se non ha davanti una scena reale la macchina fotografica, e per suo tramite il fotografo (che è poi il vero problema) , mica può inventarsela! „ quello che tu vuoi e una fotografia analitica e unica e questo e impossibile, perché la realtà che guardi e solo tua e di nessun altro, quando guardi una foto non fai altro che guardare il mondo con occhi non tuoi |
| inviato il 06 Marzo 2018 ore 11:15
“ questo caso non so nulla di come agisce la luce e nemmeno so nulla di come gestirla, guidarla, diciamo che è un lavoraccio e con ps risolvo in 5 minuti „ se lavori così semplicemente non sai nulla di PS tutto qui |
user104642 | inviato il 06 Marzo 2018 ore 11:17
“ se lavori così semplicemente non sai nulla di PS tutto qui „ Questo lo dici tu. |
| inviato il 06 Marzo 2018 ore 11:18
“ non me ne voglia Fireshoot ma è capitata la sua foto nella discussione „ Nessun problema. “ Se invece di far posizionare la modella a 10 cm da muro, così da evitare l'orribile ombra, se usava più luci, se usava uno sfondo adeguato.....credi ci sia stato bisogno di un'opera di sartoria? Ecco, quello è il classico esempio di una pp che aborro. Un conto è la pp per 'sviluppare' un insieme di codici, un conto è la pp per far apparire quello che non c'è o che non era al momento della foto. „ Ho spiegato comunque il perchè di quella elaborazione e del fine. E' un discorso prettamente economico/commerciale. Non una questione di tecnica fotografica se era possibile realizzarlo in pre scatto o meno. Certo che è era possible, come è possibile anche recarsi in una palestra, allestire un set di luci e studiarsi il risultato finale. Ma logisticamente non era conveniente. Un set di 40 fotografie con location differenti ed ambientazione particolare. Commercialmente al fine di un "tipo" di catalogo d'abbigliamento era fuori discussione. Comunque tutto ok. Non me la sono presa assolutamente. Si discute. |
| inviato il 06 Marzo 2018 ore 11:20
In realtà Labirint ha ragione, lasciando stare per un attimo la fotografia, con Photoshop si possono creare anche render, e si può gestire ogni particolare della luce, certo bisogna essere capaci. |
user104642 | inviato il 06 Marzo 2018 ore 11:34
“ Ho spiegato comunque il perchè di quella elaborazione e del fine. E' un discorso prettamente economico/commerciale. Non una questione di tecnica fotografica se era possibile realizzarlo in pre scatto o meno. Certo che è era possible, come è possibile anche recarsi in una palestra, allestire un set di luci e studiarsi il risultato finale. Ma logisticamente non era conveniente. Un set di 40 fotografie con location differenti ed ambientazione particolare. Commercialmente al fine di un "tipo" di catalogo d'abbigliamento era fuori discussione. Comunque tutto ok. Non me la sono presa assolutamente. Si discute. ;-) „ Ciao Fireshoot, sono quasi certo al 100% che se avevi la possibilità di 'guidare' la luce e bla bla, NON saresti ricorso a ps. E' troppo bello allestire un set fotografico e anche molto faticoso ma da soddisfazioni che ps non ti da. Poi, per carità, possiamo sempre farci piacere un paesaggio innevato completamente blu e illudersi che sia 'mano d'autore' o bruciarsi le mani per applaudire ad uno scorcio urbano dove la neve che viene già è solo appiccicata o dove le scie e gli effetti zoomate sono creati al pc |
| inviato il 06 Marzo 2018 ore 11:37
“ Il discorso va esteso anche fuori dalla PP: quanti ritratti con il velo a lasciare solo gli occhioni belli hanno senso o sono moda? Quanto ponti di Bobbio sgrandangolati sono moda? Quanta street è imitazione di imitazione? „ Infatti... il titolo testualmente parla di "naturale" e quindi non solo di pp. Comunque... considerazione "neutra". A me sembra che la convinzione che sia l'autore a determinare "totalmente" uno scatto tramite le impostazioni manuali e una pp personalizzata in modo da ricreare una sua visione "che aveva in testa"... in generale mi sembra una convinzione più dell'amatore che del grande fotografo. Un paesaggio... l'amatore usa 1000 filtri per rendere quell'immagine "unica" (o almeno diversa da chi scatta col cellulare). Uno Shore cerca un'inquadratura "naturale" che ne dispieghi, tramite la forma, analiticamente il contenuto. Poi, ok, ripeto ci sarà anche, e sono in molti, chi come La Chapelle mette una sua impronta più chiara... Ma ecco, ripeto, mi sembra curioso che le percentuali che tentano il tipo di approccio più "naturale" sembrino una minoranza. Questo ri-ripeto a prescindere dal "valore" che si può dare alle due filosofie. Per me entrambe valide se perpetuate con cognizione di causa. Ma perché se il tuo scopo è riprendere un ponte il grandangolo è "meglio" di un obiettivo "normale"? Perché la foto che ne risulta è migliore a prescindere? Chi sa spiegarmelo? |
| inviato il 06 Marzo 2018 ore 11:40
Stefano_1960 vedi che è dimostrazione che non capisci? in genere la foto che funziona ha entrambe le cose, uno scatto di base scattato al meglio per la post che nè seguirà ma si sta facendo una confusione che non si capisce nulla, si parla del sesso degli angeli mischiando foto commerciale, amatoriale e foto autoriale, non si capisce il target di riferimento e in tutto ciò si cerca di dare una definizione che DEVE valere per la fotografia in genere. Comunque prendendo spunto da opisso, una bell'immagine naturale curiator.com/art/jeff-wall/the-flooded-grave |
| inviato il 06 Marzo 2018 ore 11:42
“ la realtà che guardi e solo tua e di nessun altro, quando guardi una foto non fai altro che guardare il mondo con occhi non tuoi „ Anche questa è in fondo un'affermazione un po' troppo categorica, perché la realtà ha almeno due aspetti: quella fenomenologica (e puramente fisica), e quella percepita (che risente effettivamente di elementi di giudizio personali). Se espongo qualcosa in modo tale per cui sia osservabile e fotografabile solo attraverso un piccolo foro attraverso una parete e solo ponendo la fotocamera in asse col foro, tra la foto che farò io e quella che farà chiunque altro non ci saranno particolari differenze fisiche, ma la realtà percepita rimarrà comunque personale senza subire modifiche per il fatto di osservare la foto fatta da me o da un altro. Quindi, da un punto di vista puramente fisico la fotografia può (non necessariamente "deve") rappresentare la realtà in modo oggettivo; Pensa alle fotoriproduzioni che le biblioteche fanno dei loro libri, realizzate tutte con stativi e luci appositamente realizzati di serie ecc.; non ci saranno differenze "fisiche" se lo scatto lo realizza materialmente il tecnico della biblioteca di Milano o quello di Roma |
user104642 | inviato il 06 Marzo 2018 ore 11:58
“ Stefano_1960 vedi che è dimostrazione che non capisci? „ Meno male che ci sei tu, che tutto sa e tutto vuole farti digerire |
| inviato il 06 Marzo 2018 ore 12:05
mi piace perchè non leggi niente o non capisci ciò che leggi e fai pure l'ironico | |

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