| inviato il 13 Maggio 2017 ore 9:52
Io continuo a ritenere che sia la trasparenza il punto in comune a tutti i ragionamenti. dichiarare come si è ottenuto uno scatto e' forma di rispetto massimo per il fruitore dell'immagine che sarà libero di valutarla secondo il suo proprio punto di vista. Condizione minima: soggetto selvatico, ambiente libero e naturale, nessuna costrizione, rispetto della legge. Chi usa capanni altrui, capanni propri, vive un mese nel bosco....sono scelte che ci garantiscono uno scatto. Unico vs replicabile, facile vs soddisfacente etc. Concepire la fotografia naturalistica come un mero documento è un errore: chi la pratica dovrebbe avere lo scopo di celebrare la natura cercando di raccontare le emozioni che prova. Con la luce. Inoltre cosa possa mai avere qualcosa di sbagliato l' utilizzo di un natante per accedere dal fiume a delle specie come giaguaro e lontra....mistero. Se non c'è danno e non c'è inganno. E trasparenza. Ps. Sono stato a cervara molte volte, luogo di conservazione ed educazione meraviglioso....metà di queste non ho fotografato né come volevo ne cosa volevo. la preparazione fatta da altri non è garanzia del mio successo nello scattare. Perché sono soggetti liberi che si alimentano dove ritengono. Eviterei di banalizzare. |
user14286 | inviato il 13 Maggio 2017 ore 10:33
Credo che a questo punto bisogna puntualizzare di cosa si voglia discutere. Perchè una parte della questione verte sugli immaginari abusi alla natura che tutte queste iniziative comporterebbero (secondo i tuttologi). Un altra invece riguarda la qualità degli scatti ottenuti, non autentici, ma spesso spacciati per tali (e questo è tutt' un altro paio di maniche). |
user81826 | inviato il 13 Maggio 2017 ore 10:48
Non si è ancora parlato di reportage, li le cose come le mettiamo? Sapere che per mostrare certe scene si mettono pure in posa... Credo che eviterò di comprare libri di reporter a meno che non dichiarano ufficialmente, almeno nella loro pagina online, in che maniera hanno ottenuto gli scatti. Comprare scatti posati spacciati per azioni di guerriglia... |
| inviato il 13 Maggio 2017 ore 11:03
È incredibile come ognuno parteggi per le proprie posizioni senza mai allargare la visione anche a comportamenti differenti dai propri. Ricordate che non esiste un modo univoco di fare le cose, anche se esiste comunque un limite alla decenza. Panizza ha sbagliato perché ha mentito, ha continuato a mentire dopo che è stato scoperto, probabilmente l'animale non era felice di posar a 30 gradi in meno della sua normalità e le foto sono frutto di teatrini, non di semplici adattamenti. Questo direi che è inconfutabile. Vogliamo mettere Panizza alla gogna? NO. Ci ha fatto l'ennesima brutta figura? SI. Discorso chiuso. Qual'è il limite etico per fare fotografia naturlistica? Su questo possiamo discuterne. Per ME, lo scrivo maiuscolo, il limite etico è non nuocere all'animale, disturbarlo il meno possibile e non creare dipendenza, a meno che questa non porti innegabili vantaggi nel contesto generale. Riporto 3 esempi, di cui uno ne ho parlano nel post precedente. 1) Trekking fotografico in Patagonia. Dopo 5 ore di cammino mi fermo, abbastanza stanco. Vicino a me vedo un nido con 2 putti dentro. Mi allontano immediatamente di un centinaio di metri, senza soffermarmi a fare foto. 2) Alaska, zona abbastanza remota, ma comunque un po' di fotografi e turisti girano. È quasi notte, attendo orsi in un'ansa di un fiume. Arriva un grizzly e poco dopo un lupo. Il lupo si avvicina fino ad 1 metro da me. Curioso, molto curioso. Qualche ringhio, ma figlio dalla curiosità e non dall'aggressività. Lo allontano tirandogli delle pietre (non addosso, ma vicino per allontanarlo) e gli urlo di andarse. Questo a scapito di eventuali foto o contatto. L'ho fatto per proteggere il lupo, per non creare comunque un rapporto di simbiosi con l'uomo. Però, proabilmente, se avessi creato un contatto più duraturo per 5 minuti, non avrei creato nessuna sorta di simbiosi uomo-lupo, per via della scarsa probabilità che l'evento si ripetesse. Scelte, nessuna delle due sbagliate. 3) Finlandia, confine con la Russia. Capanni per fotografare gli orsi, ci sono andato due volte. Gli orsi vengono alimentati e di questo ne usufruiscono anche lupi, ghiottoni e gabbiani. Sarebbe bene non alimentare mai gli animali, però due considerazioni vanno fatte, altrimenti viviamo sull'isola che non c'è. Sia in Russia sia in Finlandia, orsi e lupi vengono cacciati, e anche pesantemente. Qundi è innegabile che la soluzione "business-natura" in questo caso sia positiva. Oltretutto è da tenere in considerazione la vastità dei territori di cui stiamo parlando e l'antropizzazione quasi nulla. Se a questo mettiamo sulla bilancia areale di distribuzione di orsi e lupi, delimitazioni territoriali, ecc... capiamo che il danno è veramente limitato rispetto ai benefici. Si potrebbe fare in Italia in Abruzzo? Per me NO, ma se proprio si volesse fare, dovrebbe essere a numero chiusissimo, con regole non "all'italiana" e solo in visione della tutela degli animali, punendo e limitando i bifolchi che continuano a uccidere questi mammiferi. Quindi, fatte queste premesse, e per l'alto tasso antropico italiano, credo che in Italia non sia possibile. Sul fotografare in Italia o all'esterno credo che ognuno sia libero di dedicarsi a ciò che più l'attira, senza bisogno di giustificarsi con nessuno. Per me i confini sono una brutta invenzione dell'homo poco-poco-sapiens, quindi non ci spreco nemmeno una riga su questo argomento. |
user14286 | inviato il 13 Maggio 2017 ore 11:10
“ Qual'è il limite etico per fare fotografia naturlistica? Su questo possiamo discuterne. Per ME, lo scrivo maiuscolo, il limite etico è non nuocere all'animale „ sembra facile, messa così. ma è su quel "non nuocere" che si apre tutto un mondo...quindi una discussione senza esito. Personalmente non ho motivo di dubitare di Valentini quando afferma che dove c'è iniziativa c'è anche conservazione, evidentemente con qualche inevitabile compromesso, meglio fotografati che sterminati per nulla. Ma vallo a spiegare a chi ha la testa chiusa... Lo dico sempre: la piaga peggiore sono i fanatismi, figli di visioni personali distorte e surreali. |
| inviato il 13 Maggio 2017 ore 13:39
Non ci capiamo ragazzi, ho linkato questi video non perché penso che debbano chiudere o che danneggino la natura, era solo per far capire a chi non sa che dietro una miriade di foto dette " wildlife " c' é in realtà un lavoro a monte che facilita enormemente lo scatto a determinate specie. Il discorso sul Panizza era sul falso nella didascalia, per me rimane una bellissima foto, ma non é una foto di natura, come non lo sono gli allocchi di lapponia in bagnarola che vengono a comando a pochi metri. Il sunto é: siamo proprio sicuri che il Panizza sia l' unico sul web che cerca di sembrare quello che non é ( un fotonaturalista )? Chiaro che ognuno puó godere di questo hobby nella propria dimensione, ma é importante essere trasparenti anche quando si clonano i topolini messi per esca. L' integralismo é male, l' onesta il bene piú grande. Buon we a tutti |
user46920 | inviato il 13 Maggio 2017 ore 13:42
“ Concepire la fotografia naturalistica come un mero documento è un errore: „ Non so se ti stai rifacendo a quello che ho scritto prima, ma la questione è molto semplice : 1 - il mezzo fotografico è per sua stessa natura documentaristico, ma se alla fotografia aggiungiamo manipolazioni grafiche falsificando l'immagine ripresa e/o producendo addirittura nuove immagini inesistenti, stiamo uscendo nettamente a piedi pari dall'ambito fotografico. 2 - le fiction e i teatrini hanno tutto di artistico, ma appunto nulla di nulla di naturalistico, per cui pasturare o costringere o riprodurre sfondi o ricreare ambienti e circostanze, ecc, ecc .. sono quanto più di anti-Naturalistico ci possa essere. L'insieme di questi due intenti e/o di procedure, porta automaticamente alla produzione di immagini col più alto livello di falsificazione possibile di tutto ciò che dovrebbe essere fotografia naturalistica . ... come fai poi a dire che “ chi la pratica dovrebbe avere lo scopo di celebrare la natura cercando di raccontare le emozioni che prova. Con la luce. „ ... se sta usando "fotosciop e le pasture" ??? |
user14286 | inviato il 13 Maggio 2017 ore 14:02
“ L' integralismo é male, l' onesta il bene piú grande. „ Ben detto. Però, a mio avviso, l' onestà è un lusso che si può permettere solo chi fotografa per la sincera intenzione di documentare la natura, mentre diventa rigorosamente tabù per chi scatta e pubblica solo per raccattare consensi...e torniamo al discorso di sempre... |
| inviato il 13 Maggio 2017 ore 14:23
ottima osservazione quella di Marco Valentini e mi permetto di aggiungerne un'altra: è di gran lunga preferibile avere fotografi chiusi dentro capanni controllati e gestiti adeguatamente piuttosto che frotte di fotografi in giro per campi e boschi a far danni e disturbare la fauna. Negli ultimi anni il numero di fotografi di natura è aumentato a dismisura e mentre prima non mi capitava di incontrare nessuno adesso girando per natura capita sempre più spesso di trovare fotografi in giro, molto spesso impegnati in maldestri tentativi di fotografare fauna appostandosi vicino ai nidi o con richiami sparati al massimo volume etc; l'ultimo che ho incontrato era un fotografo appostato col suo bel capanno mimetico di ultima generazione davanti a un casolare con la speranza di fotografare i gheppi che vi nidificavano, che ovviamente erano allarmatissimi proprio dalla presenza del capanno ... bene preferisco che qualcuno realizzi un capanno a pagamento controllato dove con qualche espediente si possa attirare il gheppio; in questo caso ci guadagna il gestore del capanno, ci guadagna il fotografo che farà sicuramente foto più belle e soddisfacenti e ci guadagnano decine e decine di coppie di gheppi che non verranno più disturbate dai fotografi principianti. |
| inviato il 13 Maggio 2017 ore 14:47
Io non sprecherei nemmeno tempo a discutere di foto editate pesantemente, alterate o modificate con l'intento di restituire un'immagine semplicemente differente da quanto osservato/osservabile. Né di comportamenti scorretti o dannosi. Tutto questo si configura come un inganno. E chi ama la fotografia in ambiente naturale, wildlife etc dovrebbe valorizzare ciò di cui è fortunato testimone. Non alterarlo. La foto deve avere qualcosa del fotografo che la scatta, la testimonianza può avere un valore estetico. Purché informato, possibilmente onesto e trasparente. Ogni comportamento deve quindi essere analizzato caso per caso, evitando banalizzazioni. E di mettere like a chi su 500px posta foto su foto di leopardi delle nevi senza nessuna nota a riguardo. |
user46920 | inviato il 13 Maggio 2017 ore 15:17
“ Io non sprecherei nemmeno tempo ... ... chi ama la fotografia in ambiente naturale, wildlife etc dovrebbe valorizzare ciò di cui è fortunato testimone. Non alterarlo. „ ok “ ottima osservazione quella di Marco Valentini ... ... preferisco che qualcuno realizzi un capanno a pagamento controllato dove con qualche espediente si possa attirare il gheppio; in questo caso ci guadagna il gestore del capanno, ci guadagna il fotografo che farà sicuramente foto più belle e soddisfacenti e ci guadagnano decine e decine di coppie di gheppi che non verranno più disturbate dai fotografi principianti. „ sono anch'io d'accordo al 100% su questo punto e sono per una assoluta e totale gestione da parte di alte competenze governative, regolamentate come la caccia con armi da fuoco (e anche meglio) .. dove però lo scopo, le azioni e gli intenti siano esclusivamente di gestione e governamento nel rispetto della natura della situazione e del territorio e quindi di tutte le specie residenti e/o di passaggio. Ma questi posti di raccolta (più o meno a pagamento) dei fotografi più o meno consapevoli e/o esperti, dove sia possibile riprendere animali in circostanze controllate e in ambienti ricreati ad hoc, attirando i soggetti con "pasture" (e ci metto dentro tutto), non credo si possano considerare come luoghi che rientrano nel canone dei fotografi naturalistici ... per cui, nemmeno le immagini così riprese o meglio le loro fotografie (quando di fotografie si tratta) aderiscono ad un qualche senso logico di fotografia naturalistica . ... o sbaglio qualcosa? |
| inviato il 13 Maggio 2017 ore 21:31
si ovvio che siamo ben lontani dalla vera fotografia naturalistica e dalla fotografia "wild" ma questa è cosa da pochi, la grande massa di fotografi che magari non hanno il tempo per cercarsi gli animali, è contenta di fotografare nelle situazioni controllate e tutti ne hanno un vantaggio, inclusa anche la popolazione locale, se parliamo a livelli di ecoturismo. |
user46920 | inviato il 13 Maggio 2017 ore 23:51
ok |
| inviato il 14 Maggio 2017 ore 8:44
@Marchitelli: che tristezza |
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