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Etica del colore e altre ammenità


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avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 11:05

purtroppo si continua a pensare a compartimenti stagni. E solo nei sommergibili e nelle navicelle spaziali funziona

avatarjunior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 11:18

Mi rifaccio all'esempio dei libri, in quanto sia libri che fotografie sono strumenti di comunicazione.

Credo sia chiaro quale sia il limite tra romanzo e fantascienza, tra cronaca e fantasy.

Potremmo definire lo scatto originale come i fatti, e la sua pp come le opinioni: fatti ed opinioni vanno sempre separati.

Non c'è e non ci può essere un limite scientifico: se in un articolo di cronaca scrivo che faceva freddo, per qualcuno il mio freddo è una temperatura confortevole; per cui non potrei dire "faceva freddo" a meno che non esistesse una tabellina universalmente accettata che dicesse che al di sotto di x gradi "è freddo". Ma così diventa complicatissimo, non tutto può né deve essere normato scientificamente.

Se dico " fa freddo ", ci si intende immediatamente su cosa si vuol dire.
Se dico che una fotografia è come l'originale, ci si intende immediatamente, senza necessità di tirare in ballo la volontà del progettista di tirar fuori un jpeg che ha caratteristiche tali da non poter esssre considerato a rigor di logica matematica un fatto reale o ricominciare che il bianconero non è realtà anzi la fotografia non lo è mai in quanto ha la distorsione prospettica della bidimensionalità. Così non si va da nessuna parte.
Ma non si va da nessuna parte nemmeno, secondo me, a voler per forza considerare pesanti postproduzioni come parte integrante della realtà che in quel momento il fotografo aveva nella testa eccetera, e tutte le altre menate tecnofilosofiche, tese solo e soltanto a giustificare il proprio metodo.

Sappiamo tutti cosa si intende per realtà e fantasia. Accettiamo tutti come realtà il fatto che Giulio Cesare sia esistito, anche se nessuno lo ha mai visto, solo perché ve ne è traccia in qualche manoscritto copiato da una copia. La versione che si ha del " de bello gallico " è di qualche secolo posteriore alle guerre in Gallia, è una copia di una copia di una copia, ma è considerato realtà, e questo è accettato con i meccanismi del buon senso innanzitutto.

I colori di Daido Moriyama ? Ecco, il fatto stesso di definirli così li rende diversi dal reale, in quanto nel reale ci sono i colori e basta, non i colori miei quelli tuoi e quelli suoi. Li accettiamo tutti però, a patto di sapere di non stare parlando con un daltonico.





avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 11:33

Quello che dico è che non è semplice mettere etichette e speso non ha senso farlo.
Guardando le foto a colori di daido è chiaro che non sono reali, ma questo non cambia nulla su considerazione di quelle foto e un etichetta non avrebbe nemmeno senso di essere posta anche perchè non stiamo parlando di pesanti elaborazioni.
Detto questo dici che esistono colori...bene ma pellicole avevano rese diverse sui colori, ma stiamo anche su qualcosa di immediato che fa tanto moda ora, le polaroid, hai mai guardato le varie scelte attuali? Quei colori cosí escono. Quindi sono reali? Secondo tuo ragionamento si, non sono frutto di manipolazioni cosí escono

avatarjunior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 11:35

Vorrei aggiungere una piccola ed ovviamente insignificante nota personale.
Il digitale mi ha fatto allontanare dalla fotografia, proprio perché non riuscivo più a definire cosa fosse fotografia, ed ero, anzi siamo, circondati da milioni di immagini senza più alcuna chiave di lettura.
Immaginiamo di camminare su un lungo viale, dove ogni tanto c'è una pizzeria. Ti va una pizza ? Buona, entriamo !
Immaginiamo lo stesso viale, solo e soltanto pizzerie. Ti va lo stesso una pizza ?

Dopo il classico periodo di crisi metafisica, ho ripreso a fotografare, passando a generi più personali, cercando una nicchia buona solo per me. Se poi mi esce fuori un bel panorama o altro classico, con leggera ma adeguata pp, quando le mostro agli amici dico sempre come l'ho postprodotta. Non è necessario, ma lo faccio.

avatarjunior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 11:37

Quello che dico è che non è semplice mettere etichette e speso non ha senso farlo.


Verissimo. Ma a volte qualcuno se ne approfitta !


le polaroid, hai mai guardato le varie scelte attuali? Quei colori cosí escono. Quindi sono reali? Secondo tuo ragionamento si, non sono frutto di manipolazioni cosí escono


Hai colto il punto. Ma la pellicola almeno fissa uno standard. Con la pp, ognuno ha il suo.
Forse sono io che non mi ci ritrovo. La vecchiaia...



Cool

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 12:04

Questa ultima frase è una cavolata, non fissa proprio niente era solo piú complesso farlo.
È i.pocrita dire: si con pellicola si, ma digitale no perchè si può far di piú.
Oppure: Pola falsano ma hanno uno standard (che poi non è cosí, attualmente risultati son parecchio allenatori) se rifaccio stesse elaborazioni per falsare colori allora non essendo uno standard non va bene

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 12:52

paletti per definire confini, cassetti dove mettere solo calzini e altri dove mettere solo mutande. Compartimenti stagni, lavagne con riga a metà che divide i Buoni dai Cattivi. Esempi (che mica si capiscono) con i libri quando sarebbe meglio farli con la pittura (e li vi aspetto...armato). Ho quasi 70 anni ma siccome frequento solo giovani sono abituato a guardare avanti.
Alla fine della fiera le foto sono solo di 2 categorie : belle o brutte con ovvi intermedi

avatarsupporter
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 13:46

Alla fine della fiera le foto sono solo di 2 categorie : belle o brutte con ovvi intermedi

E qui il caro Gardin ti bacchetterebbe di brutto...hai dimenticato le più importanti, quelle Buone;-)MrGreenSorriso

user90373
avatar
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 13:47

@Paolo Iacopini

Su intervento di @Trystero che in un passaggio affermava:
" .......... da quando esiste la fotografia (160 anni circa?) esistono tutti i tipi di fotografia........"


Ho risposto due pagine addietro:
"Da quando esiste la fotografia (160 anni circa?) esistono due tipi di fotografia, quella buona e quella no e, a deciderlo, non è certo chi ha scattato . Il resto è quasi o del tutto superfluo." Ai posteri ........ !



avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 14:28

belle, brutte, buone, cattive: deciso dagli altri molto più se sei un professionista, molto di più da te stesso se sei un amatore

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 16:32

Per restare in tema con la richiesta iniziale, ho visto la foto e il colore dell'acqua è credibile per essere in quel posto. Però è indicato il luogo e dunque deve essere una rappresentazione fedele della realtà, perlomeno per quanto riguarda gli elementi identitari di cui oggi si parla in certi contesti. Ossia, se il mare o l'acqua hanno un certo colore non andrebbero alterati per gusto personale. Oppure non si indica il luogo.
A questo proposito bisogna dire che l'eccessivo uso di queste tecniche porta assuefazione e diffidenza nell'osservatore. Il mare azzurro poi è impossibile da riprodurre in foto per cui con un po' di postproduzione che tende sempre ad aumentare contrasto e saturazione si finisce spesso per far somigliare tutto anche quando non è così, un lago putrido può somigliare al mare della Sardegna o dei tropici. E nel caso del mare azzurro la diffidenza deriva dal fatto che pochissima gente lo ha visto e in foto pare irreale o lascia perplessi più di un tramonto vivace.




avatarsupporter
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 17:28

Paolo, l'ho detto all'inizio, se il cliente se tu stesso va tutto bene!!!Sorriso

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 17:32

non credere sono ipercritico e rompic. come cliente di me stesso ed eternamente insoddisfatto. Sto seriamente pensando di non pagarmi...e poi ho scritto "molto di più" non esclusivamente.

avatarsupporter
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 17:42

Io intendevo a livello di etica, se il cliente sei tu difficile ci siano equivoci sotto questo aspetto, per il resto sono convinta anch'io che bisogna essere i primi e più severi critici dei propri lavori anche se a volte non è facile perché tu pur guardando lo scatto continui in realtà a vedere anche cosa c'è dietro, se hai sentito particolarmente per diversi motivi una determinata situazione difficilmente riuscirai a giudicarne in modo oggettivo gli scatti che ne sono scaturiti, il tempo aiuta ma a volte neppure lui annulla il problema.

user90373
avatar
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 21:41

@ Paolo Iacopini

belle, brutte, buone, cattive: deciso dagli altri molto più se sei un professionista, molto di più da te stesso se sei un amatore


Penso che alla fine, quando si decide di rendere pubbliche cose private, la palla passi nelle mani del pubblico, lui deciderà e noi, severi critici di noi stessi, saremo comunque liberi di continuare a far quel che più ci aggrada, con buona pace di tutti.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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