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Assolutamente no.Sono però molto costosi e......mancano di quel famoso carattere .... Io li trovo molto nitidi con colori fantastici ma piatti. Preferisco le prestazioni globali di un elmarit 90 2.8 r a quelle dell'apo asph summicron 2.0 per esempio.
Scusate la domanda di carattere personale,ma visto che abbiamo svegliato Giuliano volevo chiedergli come si comportava il vecchio summicron 50 R a livello di flare nei forti controluce con la fonte luminosa nell'inquadratura,grazie.
“ Se posso, secondo me bisognerebbe porsi una domanda: un ottimo obiettivo di oggi è migliore dell'equivalente ottimo obiettivo di trenta anni fa? ( e parliamo di caratteristiche tecniche, le qualità delle foto sono fatte dal fotografo ) secondo me si, poi ognuno dirà la sua. Buona luce a tutti anche da parte mia. „
Mettiamo la cosa in altri termini.
Oggi, con le conoscenze sia a livello scientifico, che in ambito di progettazione, materiali, e con i mezzi di calcolo a disposizione (progettazione assistita al calcolatore, software di simulazione ecc.), vi sono abilità nettamente superiori al passato, per produrre un qualsivoglia obiettivo.
Ciò che è cambiato è il panorama del mercato, e vi è qualche vincolo in più circa l'uso di alcuni materiali, non utilizzabili in quanto inquinanti (come il piombo). Chiaramente i costruttori di ottiche vanno nella direzione di prodotti che possano interessare la clientela, e quindi si adeguano alle richieste.
Vi è anche da dire che alcuni schemi ottici non sono più utilizzabili sulle fotocamere digitali, anche se risultavano adatti per le fotocamere a pellicola, in particolare se l'angolo di incidenza con cui la luce raggiunge le microlenti del sensore è molto diverso da quello ottimale. Un esempio è lo hologon 15 mm, prodotto da zeiss, come spiegato nel video che segue (dove vengono fornite diverse altre spiegazioni in merito alla questione di cosa causi determinati problemi, in un'ottica, e dei metodi utilizzati per gestirli):
Detto ciò, un'ottica è un dispositivo che basa il suo funzionamento su alcune leggi fisiche, per cui il risultato finale in termini di resa, che talvolta viene descritto da alcuni utilizzatori con termini tra il romanzato e l'esoterico, dipende dalle specificità tecniche dell'ottica in questione. Chiaramente non tutti i fattori che si possono valutare in un'ottica sono misurabili oggettivamente (come la resa dello sfocato), tuttavia chi progetta le ottiche è anche abile nel mettere a punto uno schema ottico che consente di ottenere una determinata resa.
La tendenza, oggi, mi sembra quella di puntare a ottiche con risoluzione e contrasto sempre più elevate, nonché uniformità di resa tra centro e zone periferiche delle lenti, il tutto contenendo il più possibile le aberrazioni, nonché la distorsione. Poi, ovviamente vi sono sempre dei compromessi in termini di costi pesi e ingombri.
Se siano migliori o peggiori di quelle passate, dipende da cosa si cerchi. Come ho già scritto, ad esempio, preferisco la resa dello sfocato dell'ef 35 1.4 L usm, rispetto alla nuova versione, pur se quest'ultima risulta decisamente superiore su molti di quelli che sono difetti ottici. Il punto è che, proprio combinando alcuni di tali difetti ottici, come l'aberrazione sferica e aberrazioni cromatiche, si otteneva un'ottica che riusciva a donare un leggerissimo effetto soft focus alle aperture elevate del diaframma (e anche il contrasto era su valori non elevatissimi) e distanze di messa a fuoco breve, ma che diveniva molto nitida chiudendo il diaframma: con il nuovo modello si è persa tale peculiarità, anche se per molti la cosa non è un problema.
Probabilmente è anche per questo che canon non ha ancora deciso di "aggiornare" la gamma dei 50 mm, dato che per molti il 50 1.2 L è già ottimo così (per chi invece cerca nitidezza alle elevate aperture del diaframma, sicuramente non è un prodotto adeguato). Il canon 50 1.0 L usm è anche peggiore del 50 1.2 L usm, se si è critici riguardo alla risoluzione e contrasto, tuttavia chi è in cerca di tale obiettivo (ed è disposto a spendere le cifre mediamente richieste, tutt'altro che contenute), evidentemente è interessato ad altri aspetti...
Tuttavia, l'ottica come la fotocamera rimane sempre uno strumento, in molti casi costoso, per cui è bene sceglierne uno che sia adeguato ai propri fini: questo, a prescindere dalla nomea quasi mitologica che alcune ottiche sembrano avere.
Credo che Hbd abbia perfettamente centrato il punto. E in fin dei conti, è sostanzialmente ciò che affermava anche l'articolo che ho linkato e da cui è generata questa interessante e civile (grazie a tutti!) discussione. Oggi i parametri maggiormente richiesti dal mercato (e qui si potrebbe aprire un'infinita digressione su quali siano i driver che guidano queste richieste di mercato e se davvero siano le case a inseguire le richieste della clientela o piuttosto non le indirizzino...) sono nitidezza su tutto il fotogramma, correzione, contrasto. Per raggiungere tali obiettivi, che un tempo probabilmente non erano nemmeno perseguibili per limiti tecnici e di calcolo, si sacrificano quei "difetti" che tanto contribuiscono a donare carattere ad alcune lenti, tutt'oggi portate ad esempio di "magia" (il già citato feticcio talpone di Canon su tutti). Quello che forse manca, nella produzione moderna, è la possibilità di scegliere tra ottiche iper perfette e ottiche meno corrette (qualcosa di simile forse lo ha fatto solo fuji con le sue due versioni del 56 mm f/1,2), da scegliersi in base al tipo di utilizzo e alle preferenze personali. Ma capisco che per chi produce sia più semplice ed economico tenere in piedi un'unica linea per ogni focale, cercando di indirizzare il mercato verso quei parametri, anche di gusto, che più si confanno alla produzione attuale. Resta il fatto che l'avvento dell ML permette oggi maggiore scelta a quegli utenti, come il sottoscritto, che cercano rese diverse da quelle che vanno per la maggiore e sono certo che l'affermarsi di questa tipologia di camere riserverà ulteriori interessanti sorprese nel prossimo futuro.
Personalmente non concordo molto con il contenuto dell'articolo citato nel primo messaggio, nello specifico nella parte in cui inizia a disquisire sulla questione della presunta "scarsa tridimensionalità" delle ottiche moderne (non commento i grafici inseriti), che l'autore attribuisce al fatto di utilizzare schemi ottici con un numero di lenti elevato. A parte il fatto che non fornisce alcuna spiegazione vagamente scientifica sulla ragione per cui tale fenomeno dovrebbe avvenire (se non il fatto che, dato che la luce passa attraverso un numero elevato di elementi ottici si "perde informazione", cosa che non è necessariamente vera, dato che dipende molto dallo schema ottico, materiali), le foto che porta come esempio sono effettuate su scenari diversi, con angoli di ripresa differenti, nonché condizioni di illuminazione non comparabili tra loro. A mio avviso il problema è dovuto sia a questo, che ai differenti tipi di distorsione che vi possono essere in un'ottica, oltre al fatto che la lunghezza focale nominale può essere lievemente diversa da quella effettiva (soprattutto se l'ottica soffre del cosiddetto "focus breathing"), e se per compensare alla cosa si varia la distanza dal soggetto fotografato, diviene anche differente la percezione della compressione dei piani.
Una cosa è certa.Gli asferici Leitz dal 1990 in poi sono più piatti a livello di progressività nello sfocato.Non è discutibile ma lapalissiano per chi i confronti li ha fatti.
“ Per raggiungere tali obiettivi, che un tempo probabilmente non erano nemmeno perseguibili per limiti tecnici e di calcolo, si sacrificano quei "difetti" che tanto contribuiscono a donare carattere ad alcune lenti, tutt'oggi portate ad esempio di "magia" (il già citato feticcio talpone di Canon su tutti). Quello che forse manca, nella produzione moderna, è la possibilità di scegliere tra ottiche iper perfette e ottiche meno corrette (qualcosa di simile forse lo ha fatto solo fuji con le sue due versioni del 56 mm f/1,2), da scegliersi in base al tipo di utilizzo e alle preferenze personali. Ma capisco che per chi produce sia più semplice ed economico tenere in piedi un'unica linea per ogni focale, cercando di indirizzare il mercato verso quei parametri, anche di gusto, che più si confanno alla produzione attuale. „
I costruttori si spostano anche verso un tipo di prodotto che possa risultare apprezzabile dalla clientela, e quindi vendibile. Tecnicamente, oggi, non vi sarebbe alcun problema nel mettere a punto ottiche con un certo tipo di resa, e lo si potrebbe fare con molta più precisione di quanto fosse possibile in passato: il punto è che investire cifre considerevoli per ottiche che avrebbero volumi di vendita limitatissimi è un azzardo che in pochi sono disposti a fare, se non per prodotti particolarmente specialistici in cui il reparto marketing è ragionevolmente sicuro che vi sia domanda.
Chiaramente rimangono sempre le ottiche prodotte in passato, tuttavia i produttori interrompono il supporto, dopo alcuni anni, e reperire i ricambi può divenire un serio problema...
io mi trovo daccordo con chi sostiene che la priorità sia quella di cercare di produrre ottiche il più possibile tecnicamente perfette, e spiego cosa significa per me: 1. risolventi su tutto il campo e a tutti i diaframmi. 2. esenti da distorsioni (non solo quelle a barilotto e cuscinetto ma anche altre cui non si parla mai). e scusate ma vado un attimo ot su questo punto. parlo della distorsione di campo ortografica e stereografica. Questa caratteristica non riguarda come molti pensano solo i fisheye ma riguarda con molta influenza sulle immagini tutti i grandandolari. Infatti molti avranno notato che su alcuni grangolari una persona al bordo immagine appare estremamente allungata/schiacciata, in altri, pur della stessa focale succede meno. Siccome praticamente nessuno fa test su questo tipo di distorsione (che non appare nei test barilotto/cuscinetto), su questo ci prendono per il naso e nessuno ne parla mai, invece occorrerebbe parlarne perchè sugli wide la questione è molto rilevante. 3. con ottimo potenziale di contrasto. 4. AC assente. 5. per dirla in una parola, privi di difetti ottici, coma ecc... (tendenti a quello). 6. peso congruo. 7. barilotto robusto ed ergonomico. 8. non aggiungo altro, credo che ci siamo capiti.
punto. non c'è altro da ridire, per me fare bene le ottiche significa questo. Poi per tutto il resto signore Major, mi aprite una bella LINEA particolareggiata, per inserire tutte le magie e i prodigi sentimentali che volete. Se la serie L di Canon prevede un 300 f2,8 II, trovo assolutamente ridicolo inserire nella stessa LINEA L, il 50 1,2. Non ci azzeccano niente l'una con l'altra queste 2 lenti.
La Canon aveva inserito una dicitura, che poteva tranquillamente creare una LINEA, la SOFTFOCUS,
Quindi troverei sensato che lo stesso brand si dedicasse a creare differenti LINEE di obiettivi, e vi cito nomi di fantasia secondo cui ogni acquirente potrebbe orientarsi: Perfection : non la descrivo, avete capito tutti. Magic : obiettivi aperti cui non cerchi la perfezione ma quelle sensazioni percettive tanto care a molti fotografi. Light/Sharp : obiettivi chiusi, estremamente risolventi e leggeri.
Ooo, sono d'accordo con la tua conclusione, ma non lo farà nessuno proprio per i motivi indicati da Hbd: volumi troppo scarsi a giustificare gli investimenti per la serie Magic...prendo atto del tuo concetto di perfezione, che oggettivamente non posso che definire corretto, anche se mi rimane il dubbio che lenti così perfette possano peccare di personalità.
quanto alla convivenza in catalogo Canon di lenti che stanno così agli antipodi come il 50L e il 300 II L, non sono invece d'accordo. penso che un punto di forza (forse il maggiore) di Canon sia proprio l'eterogeneità e la vastità della sua proposta. Prescindendo dal prezzo, nella gamma Canon per formato 135 non c'è praticamente ottica, per quanto specialistica, che manchi (dai t&s, ai fisheye, passando per supergrandangoli, normali, tele e supertele). Potrebbe distinguere meglio le linee di prodotto con diciture particolari? Forse, ma fondamentalmente non ne ha bisogno. Chi spende migliaia di euro per un obiettivo, sa quello che compra e non necessità di un nome evocativo per sapere che il feticciio talpone ha caratteristiche di resa molto differenti dal 70-200 f/2,8 LII.
“ mi rimane il dubbio che lenti così perfette possano peccare di personalità „
devono esserlo prive di personalità, sono le lenti dove la personalità deve mettercela il fotografo.
il problema non è sapere quello che si compra ma orientare la produzione a differenti target di acquirenti. prova a trovare uno wide fisso f4 Canon. magari un 15mm ff con possibilità di filtri anteriori. questo sulla mia fotocamera non lo posso montare www.juzaphoto.com/recensione.php?l=it&t=voigtlander_15asph_iii
Ooo, qui entriamo nella filosofia...e quindi ognuno può liberamente dire la sua, senza per questo essere tacciato di dire cose sbagliate. Rispetto il tuo punto di vista. Il mio invece è questo, che cerco di spiegarti con un esempio (del piffero, ma è il primo che mi viene): poniamo che, per esprimere al meglio la mia personalità di scrittore amanuense, io avverta l'esigenza di scrivere con la stilografica, ma che, sfortunatamente, il mercato ormai si sia orientato in maniera tale che non se ne trovano più e mi tocca forzatamente scrivere con la biro. E' più pratica, veloce, precisa...ma il tratto che potrò ottenere con essa non corrisponderà mai a quello che avrei desiderato ottenere se avessi potuto utilizzare lo strumento che volevo.
Con le ottiche io la vedo allo stesso modo. Ho una mia visione del mondo e delle cose (e soprattutto delle persone), che è del tutto priva di nitidezza, nella quale i contrasti sono spesso attenuati e i colori sono morbidi...disporre di obiettivi che mi aiutano a rappresentare il mondo per come lo vedo io, appaga il mio senso estetico e mi restituisce coerenza. Poi, analoghi risultati li otterrei in post produzione lavorando con le ottime lenti moderne ma, che devo dirti, se posso fare tutto sin dal momento dello scatto, essendo anche appagato da ciò che uso, perché no?
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