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Ecco, Marianna Santoni mi ha passato questo link di un recentissimo Salgado. Eccellente. Qui c'è l'uomo ...
Conferenza di Salgado. Appena pubblicato il video della magnifica serata di ieri di Sebastião Salgado con Mario Calabresi a Roma all'Auditorium Parco della Musica:
incontrando questa estate sebastiao in brasile devo dire che mi sono trovato davanti ad un'uomo come pochi nè ho conosciuti.persona dota di qualità immense,dall'umanità alla gentilezza alla cultura e ciò si traduce nelle sue fotografie.Non cè niente da fare tu sei le tue fotografie.Per quello che concerne di studiare i grandi fotografi l'ho sempre pensata come lui,pure per i workshops.
mi voglio scusare perchè quello che sto dicendo non sarà condiviso da nessuno ed è una voce fuori dal coro e probabilmente mi varrà la scomunica fotografica a vita ma...a me salgado fa ridere...ho visto un paio di sue fotografie ultimamente ne girava una di una famiglia indiana con il papà che spingendo un carretto in mezzo ad una strada sterrata portava il figlioletto nudo sulla schiena...che dire, di una pochezza intellettuale più unica che rara. tanti cosidetti "grandi" fotografi si costruiscono una carriera documentando le pene delle povere persone alle quali gli rimane solo il diritto di poter sopravvivere e alle volte nemmeno quello. campi profughi, zone devastate dalla guerra e dalla miseria, epidemie, il tutto viene meglio se sono gente di colore nero, perche se di colore giallo o rosso non rendono bene con il bianco e nero ovviamente, possibilmente molto molto magri ed emaciati un po come le modelle dell'alta moda, in bilico tra la vita e la morte, oppure sopravissuti a qualche pogrom razziale con segni di colpi di machete sulla faccia...infatti piace molto all alta borghesia al jet set che con un bicchiere in mano di prosecco al vernissage vede le sofferenze delle persone che sfruttano, ma vuoi mettere quelle scale di grigi nelle miniere. che salgado andasse in italia a scattare certe foto dei corpi dei terremotati morti o in fin di vita e pubblicarle su national geographic o dove gli pare a lui e vediamo le reazioni...quando charlie hebdo sfotteva i musulmani o le stragi commesse in altri paesi allora erano dei geni...mi piacerebbe sapere se salgado rimarrebbe quel gran fotografo che si crede se dovesse fotografare le miserie dell'occidente. la famiglia a parigi e lui povero... in brasile ad occuparsi dei senza diritti e fare delle belle foto di gente che lavora a mani nude in mezzo al fango. qui da noi se appena ti azzardi a fare una foto al supermercato arrivano gli agenti di sicurezza o se sei al parco giochi a fotografare dei bambini rischi la pelle con i genitori... mi facesse il piacere salgado. anche saviano è uno scrittore...
Jing_hoo sei scemo o mangi i sassi? Ovviamente il tuo intervento è figlio della tua cultura fotografica prossima allo zero, il tutto condito da invidia oserei dire. Salgado è riconosciuto universalmente come uno dei migliori fotografi della storia e come uno dei più sensibili. Pensi non sia così? Bene tira fuori le palle vai dove è facile fare le foto e fotografa qualche moribondo al posto dei bambini al parco.
facciamo una prova, invece di iniziare una guerra di religione perchè non proviamo una discussione civile? Allora io ho visto diverse interviste, mi ha colpito quando parlava degli uomini mandati via da ruanda dopo genocidio, il fatto che partirono per il congo entrando nella giungla per giungere in qualche luogo dove poter vivere e che alla fine praticamente "scomparvero" tutti gran parte nel viaggio e poi quando anche in Congo non furono accettati e dovettero riprendere loro viaggio tutti si persero, le foto di salgado che ricorda queste persone di cui a nessuno importa per me sono un documento che è potentissimo, è un lavoro fondamentale. Anche le foto fatte kuwait per esempio legate ai pompieri e ai cammelli abbandonati lo trovo un documento che mostra quell'inferno celebrando alcuni uomini davvero coraggiosi.
Piccolo appunto per Jing_hoo: in un certo senso quello che scrivi potrebbe essere applicato anche a Eddie Adams
Di sicuro oggi con i telefonini internet , la fotografia viene praticAta da chiunque voglia. E se ha un po' di soldi viaggia in zone remote del mondo a far foto a popolazioni in difficoltà, su questo non ci piove. L'epoca di pura documentazione è quasi esaurita. Ciò che però non è facile è uscire dai cliché e saper raccontare per immagini. Avere un proprio stile, riconoscibile. È difficilissimo e distingue un fotografo da uno che fa foto.
Jing pensi sia facile e banale fare quello che fa salgado? Hai presente la foto di quel uomo con in braccio il cadavere del figlio che cammina? Quando riuscirai a far vedere la dignità di un soggetto così senza approfittare della miseria e della disgrazia giocando "facile" ne riparliamo.
“ mi voglio scusare perchè quello che sto dicendo non sarà condiviso da nessuno ed è una voce fuori dal coro e probabilmente mi varrà la scomunica fotografica a vita ma...a me salgado fa ridere...ho visto un paio di sue fotografie ultimamente ne girava una di una famiglia indiana con il papà che spingendo un carretto in mezzo ad una strada sterrata portava il figlioletto nudo sulla schiena...che dire, di una pochezza intellettuale più unica che rara. tanti cosidetti "grandi" fotografi si costruiscono una carriera documentando le pene delle povere persone alle quali gli rimane solo il diritto di poter sopravvivere e alle volte nemmeno quello. campi profughi, zone devastate dalla guerra e dalla miseria, epidemie, il tutto viene meglio se sono gente di colore nero, perche se di colore giallo o rosso non rendono bene con il bianco e nero ovviamente, possibilmente molto molto magri ed emaciati un po come le modelle dell'alta moda, in bilico tra la vita e la morte, oppure sopravissuti a qualche pogrom razziale con segni di colpi di machete sulla faccia...infatti piace molto all alta borghesia al jet set che con un bicchiere in mano di prosecco al vernissage vede le sofferenze delle persone che sfruttano, ma vuoi mettere quelle scale di grigi nelle miniere. che salgado andasse in italia a scattare certe foto dei corpi dei terremotati morti o in fin di vita e pubblicarle su national geographic o dove gli pare a lui e vediamo le reazioni...quando charlie hebdo sfotteva i musulmani o le stragi commesse in altri paesi allora erano dei geni...mi piacerebbe sapere se salgado rimarrebbe quel gran fotografo che si crede se dovesse fotografare le miserie dell'occidente. la famiglia a parigi e lui povero... in brasile ad occuparsi dei senza diritti e fare delle belle foto di gente che lavora a mani nude in mezzo al fango. qui da noi se appena ti azzardi a fare una foto al supermercato arrivano gli agenti di sicurezza o se sei al parco giochi a fotografare dei bambini rischi la pelle con i genitori... mi facesse il piacere salgado. anche saviano è uno scrittore... „
Te sei fulminato! L'invidia è una brutta bestia...
Jing, forse non eri di buon umore quando hai scritto, hai generalizzato su un aspetto comunque vero sul mondo della fotografia.
Salgado puo' essere criticato per gli ultimissimi lavori in cui e' seguito da una troupe, ma in passato ha masticato m$$$a 24 al giorno, per tantissimi anni, dando tutto se stesso per la fotografia.
Sicuramente c'è un aspetto spiacevole in certe foto: la denuncia non porta altri risultati immediati che l'arricchimento (quando gli va bene, eh!) dell'occidentale ovvero del privilegiato che la fa, sia essa fotogiornalismo o semplice giornalismo. A questo si affianca anche il governo delle società occidentali: come se si dicesse ai propri cittadini "ocio perché c'è chi sta peggio e a voi va grassa". Sono d'accordo soprattutto con la storia del bianco e nero, che non si sa come e non si sa perché deve sempre essere usato da chi ha velleità artistiche, che stonano alquanto con la denuncia fine a se stessa. Così come le facce dei neri e degli indiani vengono meglio nel bianco e nero perché la loro pelle "sporca", ovvero annerita dalla povertà (intesa come colpa altrui, dei "ricchi", che però nelle stesse situazioni non figlierebbero in quantità industriale, ma non si può dire nella visione manichea di certi fotografi affermati che dividono il mondo in chi ha le colpe e chi sopporta le pene) fa da contrasto con il bianco innocente del loro sguardo. Ma quanto è realmente innocente? E infine si sa che molta della fotografia "affermata" ha bisogno dell'esotico, inteso come campo poco esplorato e dunque sul quale ci sono ancora grandi praterie dell'espressione artistica da attraversare, ovvero gente ignorante da gabbare alle mostre; sempre meno per fortuna, stante la grande democratizzazione VERA del mezzo fotografico e delle possibilità di suo uso fra le masse. In questa celebrazione dei "grandi" si nasconde un'ammirazione per una fetta di mondo artistico diviso in caste, ossia in zone tra loro chiuse a tutti tranne che ai "cortigiani" del genio, o ai salottieri delle gallerie e delle mostre.
Detto questo, io non avrei il minimo coraggio di fare certi viaggi in mezzo a certe realtà allucinanti, come (e cito a memoria) la prima guerra del golfo o le decine di migliaia di migranti che a inizio anni Novanta vagano per le foreste interminabili del Congo. Però si tratta di lavoro fotogiornalistico, non di arte.
Enfin , ho imparato più da un ridicolo documentario di Sky su Toscani, che non è affatto parco di consigli, e che definisce se stesso non fotografo ma situazionista (creatore di casini da fotografare), che dal film di Wenders, che mi ha ubriacato di chiacchiere sulla "sociologia" di cui sopra ma che non ha parlato affatto di fotografia. Sia nel narrato sia nelle risposte che Salgado dà direttamente, piene solo di autoreferenzialità.
Fateci caso: la scena iniziale con gli elefanti marini, per Genesi. Sebastiao dice, mi pare al figlio (sti figli che fanno lo stesso mestiere dei genitori...) "Andiamocene, qui non c'è più nulla da fotografare" e non spiega il perché. Perché lo scatto è anche una questione di fortuna, altrimenti avrebbe avuto per le mani una macchina a pellicola, e non una 1d che gli permette su migliaia di scatti di selezionarne uno (il che può essere anche la sua parte di merito, stare lì su lightroom a scartarne mille alla volta). Questo per dire anche dello "stile".
È inquietante qauanto da una conoscenza alquanto superficiale del contesto (situazione in cui versa il soggetto), del mezzo (la Fotografia) e dell'evoluzione del fotografo si traggano le somme sul lavoro degli altri. Quello che fa spavento è l'energia con cui "chi sa ben poco" porta avanti la propria idea.
Siamo su un forum di fotografia dove ho visto criticare praticamente i più grandi della storia da persone che non sapevano nemmeno chi fosse Stieglitz. Adesso si critica il bianco e nero di Salgado! Non solo, quasi lo si accusa di approfittarsi dei poveracci per arricchirsi. Ragazzi ma che caz.zo state dicendo? Andatevi a vedere che lavoro faceva prima di fare il fotografo, penso si sarebbe tenuto quello se voleva farsi i soldi.
Non credo che si possa scindere la foto dalla sua parte estetica, è chiaro che se sei un fotografo vuoi fare una bella foto, però Salgado ha cercato spesso lavori che raccontavano storie poco seguite o che meritavano, la fame in somalia quando hanno trasferito profughi ma si sono dimenticati che nel luogo dove li hanno mandati non avrebbero avuto cibo e molti sono letteralmente morti di fame, ha fatto lavoro su migranti che ora è molto attuale ma gia aveva seguito per esempio le genti balcaniche. Mi ricordo un'intervista di scianna in cui diceva a proposito di uno scatto a un poveretto collassato su un marciapiede: ho aiutato quella persona, ma stavo facendo un reportage era mio lavoro e quindi prima ho fatto foto il che significa trovare luce inquadrare bene ecc..
Vi dico solo di guardare Kevin Carter. Ha vinto un pulitzer e poi si è suicidato. È stato il primo a documentare il tradizionale metodoto di esecuzione con il pneumatico e la benzina. Cosa poteva fare? Spegnere quei poveretti e ritardarne l'esecuzione di 5 minuti aggiungendo il suo nome alla lista da dare al boia? Cosa doveva fare con la bambina con l'avvoltoio alle spalle? Darle un panino e ritardarne la morte di un giorno? Noi non sappiamo cosa ha fatto dopo aver scattato. Però ha scattato prima e probabilmente ci ha messo minuti. Quella foto ha fatto il giro del mondo e forse mosso qualcosa (forse). Salgado cosa doveva fare? Offrire una casa a migliaia di disperati somali? Siccome non lo ha fatto è lui quello cattivo? Andatevi a vedere quando la situazione in Somalia ha iniziato a degenerare e ragionate su chi è il cattivo.
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