| inviato il 27 Dicembre 2015 ore 16:29
adesso è chiaro che è tutto chiaro............. felice anno a tutti..............così è se vi pare. luciano |
| inviato il 27 Dicembre 2015 ore 17:58
letti, entrambi. grazie |
| inviato il 28 Dicembre 2015 ore 0:47
“ Abulafia, assodato che a te di queste cose non importa "una fava secca" e che quindi non si capisce bene perché intervieni; ma un ColorCheker costa 90€ e il software è gratuito, cambiare obiettivo o macchina costa di più... e a parte questo non esiste macchina o ottica che sono buoni da subito; se vuoi una resa colorimetrica ti tocca profilare.. anche se hai una PhaseOne. „ 1) Non ho scritto che di queste cose non mi importa una fava secca, bensì che della resa realistica dei colori mi interessa una fava secca. A me la differenza sembra notevole ma, visto l'equivoco, mi spiego meglio: non faccio still life, ritratto e macro documentaristica. Sono daltonico (oltre che miope, astigmatico, ipermetrope e strabico...) ed i miei colori sono quel che sono; al di là di ciò io (e sottolineo io) mi sono trovato a preferire giocare coi colori per il bene della mia foto, e non per l'aderenza alla realtà. 2) Mi pare di essere autorizzato a partecipare a qualsiasi thread di Juza, se voi siete tutti litigiosi e permalosi non significa che non possa scrivere qualche cosa pure io. Spero. 3) Non so se hai letto, ma ho detto che ho una fotocamera profilata col Color Checker, e ne sono pure abbastanza soddisfatto. Ho anche un monitor calibrato, seppur basicamente. Solo che poi mi sono accorto che la questione della realtà era meno interessante (per me) di quanto potesse sembrare, e ora mi limito a cercare colori " che mi piacciono ". 4) Credo che molti cerchino colori "che piacciono" (o "che vendono", è uguale), e non colori colorimetricamente perfetti. Se qualcuno preferisce spendere 1000€ di ottica e avere i colori come gli piacciono, al posto di spendere 90€ e un paio di pomeriggi a calibrare, e poi a virare il tutto a proprio gusto, non mi pare una grande eresia. Alla fine i soldi sono i loro e non ci vedo nulla di male. 5) Io non lo farei, anzi, sicuramente seguirei le tue istruzioni, Raamiel. Senza ironia, consiglio i tuoi post a tutti quelli che fanno domande sull'argomento. Ma se c'è chi è soddisfatto del colore di un'accoppiata sensore + obiettivo... ma perché prendersela con lui. 6) Di contro: se c'è qualcuno che risparmiando (e smanettando un po') ottiene quello che ottenete voi spendendo centinaia o migliaia di euro, perché prendersela. Anche perché la "magia" non esiste e tutto, quando si parla di dati digitali, è tranquillamente emulabile. Ammazza come siete nervosi, oh. 'Sto forum è la patria delle beghe |
| inviato il 28 Dicembre 2015 ore 1:03
Eh si.....quando si provano i Leitz si posano gli altri.Cose che so da decenni. |
| inviato il 28 Dicembre 2015 ore 1:30
@Abulafia Per carità, da me nessun astio o risentimento.... mi sembrava solo che tu avessi, per così dire, perso interesse alla cosa. E ho quindi equivocato. Per quanto riguarda la questione profilare sì o no; come ho sempre sostenuto la profilazione non è obbligatoria, quello che conta è il risultato. C'è chi lo raggiunge con la profilazione colorimetrica, chi con una profilazione di color correction, chi ancora cercando empiricamente una combinazione di lente/sensore/profili canned. Sono tutte strade legittime (e ci mancherebbe). L'unico problema è che sull'argomento non c'è molta informazione; sono convinto che molte persone potrebbero apprezzare l'avere una possibilità in più tra le quali scegliere. Perché in definitiva profilare è comodo; costa meno che profilare uno schermo, molto meno che profilare una stampante, e la profilazione non ha praticamente scadenza. Se ci pensi un colorimetro buono costa decisamente di più di un semplice ColorCheker e uno spettrofotometro molto molto di più. Quindi profilare la fotocamera è tra tutte l'operazione più economica e non devi sbatterti più e più volte per rifarla nel tempo come succede per i monitor, e non è nemmeno tediosa e lunga come quella delle stampanti. E' anche retroattiva.... tu puoi applicare il profilo fatto oggi anche a RAW che hai scattato molto tempo prima. Ed è anche comoda come dicevo, se fai un buon profilo (che sia colorimetrico o di color correction) hai una resa del colore come ti aggrada già all'apertura del raw, non devi star li a perdere tempo foto per foto; e se ne hai tante da elaborare in sequenza è una bella comodità. |
| inviato il 29 Dicembre 2015 ore 0:57
D'accordissimo che sia comodo, ma se uno può evitarlo spendendo mille euro ed è felice con la resa di quello che ha speso... amen. Io a volte pagherei oro per non alzarmi dal divano Ma visto che l'oro non ce l'ho profilo |
user12181 | inviato il 29 Dicembre 2015 ore 12:45
In verità questa citazione mi sembra controproducente per chi la fa. Io, leggendola fino in fondo e non fermandomi alla lezione teorica iniziale, sarei indotto a dare meno peso alla profilazione, fatta salva la correttezza del discorso per quanto concerne la resa dei colori ecc. ecc. . Quel che diceva Masterlight in quella discussione, non smentito da nessuno, sembra abbastanza decisivo per la gran parte dei casi. Insomma, alla fine Raamiel involontariamente rimette in circolazione il piccolo demone maligno che continua a sussurrare all'orecchio: "Sono in buona parte ...mentali..." Sembrerebbe addirittura che anche per le foto di moda (mi auguro che almeno in questo settore non sia vero) molto raramente sia richiesta la profilazione e solo se c'è un Art director particolarmente str..zo. |
| inviato il 29 Dicembre 2015 ore 14:15
Beh....i jpg. in uscita Canon e Nikon, sono i peggiori.Questo mi sembra inequivocabile. Ed inequivocabile l'ittero dell'incarnato Canon. Poi in PP aggiusti tutto ( o quasi) però queste Case dovrebbero impegnarsi un po di più per offrire colori standard più naturali come fanno Olympus, Pentax, Fuji..... |
| inviato il 29 Dicembre 2015 ore 14:20
sull'incarnato ho sempre avuto dei dubbi. La pelle degli italiani mediamente è molto più gialla che rosa, solo che il bel colorito è nell'immaginario collettivo piuttosto che nella realtà, poi potrei sbagliarmi. Ma ho notato che una colorazione più fredda nella ritrattistica dei bambini piccoli li fa molto più rosei ed è gradita. Così i fans di Velvia50 non hanno avuto un amore per la realtà ma per la saturazione. Allora sbagliano le grandi case oppure queste riproducono una realtà poco gradita? |
| inviato il 29 Dicembre 2015 ore 14:26
Lungi da me fare polemiche (forse ci vedo male... ), ma a me i colori dei Nikkor non spiacciono affatto, sia i vecchi AI sia i nuovi G. Le mie esperienze sono limitate a: Nikon, Olympus OM, Zeiss (per Hasselblad), Carl Zeiss Jena (Pentacon), Sigma ART. Tra l'altro credo sia importante non dimenticare l'importanza dei sensori che, come a suo tempo la pellicola, contribuiscono tantissimo e forse ancor più dell'ottica, al risultato finale |
| inviato il 29 Dicembre 2015 ore 14:28
ma anche del sensore si parlava, credo. ma soprattutto del profilo colore di casa madre. |
| inviato il 29 Dicembre 2015 ore 14:53
No Murmunto, non è controproducente, e se anche fosse non sarebbe importante; non è che devo avere ragione io, quello non ha nessuna importanza. La gestione colore esiste nella sua teoria e nella sua tecnica; sono standard industriali adottati in tutto il mondo. E tale gestione è sempre presente nella catena, anche se non vuoi farti dei profili personalizzati usi comunque quelli base per caratterizzare i raw. Il punto quindi è vanno bene quelli standard spacciati dalle case o dai produttori di software? Se si è soddisfatti per come stanno le cose allora sì, non c'è bisogno di sbattersi, basta usare quelli e vivere felici. Se invece qualcosa non ci aggrada è anche ingiusto prendersela con il corpo macchina o l'ottica, che nel processo che genera il colore contano molto meno del profilo di caratterizzazione. Il discorso è molto semplice; il colore è dato da tre fattori: trasmittanza lente + CFA del sensore + profilo Per arrivare a dei colori che ci soddisfano possiamo cambiare uno o più fattori di questa equazione; il risultato sarà più o meno casuale, più o meno gradevole. Ovvio che tra i tre il profilo è quello più economico e veloce da cambiare; oltretutto può essere costruito per essere colorimetrico. Quindi, in tal caso, non si va più a caso, ma si cerca di arrivare a una riproduzione fedele alla scena. Per arrivare a quanto detto da Masterlight; non mi sorprende più di tanto che in quei lavori spesso non si facciano profilazioni ad hoc, in genere la PP è molto invasiva e non c'è esigenza di una resa colorimetrica. Una profilazione dell'attrezzatura fatta più genericamente può bastare; ad esempio un profilo fatto per la luce flash in studio, fatto una volta e valido per ogni volta che ti trovi a scattare più o meno in quelle condizioni. Perché non va mai dimenticata una cosa fondamentale di ogni applicazione tecnica; l'errore ammesso. Bisogna aver chiaro in mente il quanto precisi si vuole essere. Un conto è fare una profilazione per la riproduzione di opere d'arte, un conto è fare la profilazione per le proprie foto generiche, ecc.... In fondo non è diverso dal discorso del monitor; quante volte va calibrato per essere preciso? una volta l'anno? una volta alla settimana? dipende da che precisione si desidera.... |
| inviato il 29 Dicembre 2015 ore 14:56
“ ma anche del sensore si parlava, credo. ma soprattutto del profilo colore di casa madre. „ certo , ma la discussione nasceva su un confronto tra 2 ottiche... |
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