| inviato il 04 Giugno 2012 ore 17:17
La Polypan-F é una pellicola da 50 ISO a grana finissima simile (alcuni dicono identica) alla Ilford Pan-F. Non ci sono grandi differenze quindi con la FP4/FP5 (125ISO) se non la grana decisamente più fine e 1 diaframma aperto in più. Tutte le macchine fotografiche 35mm costruite dai tempi di Oskar Barnack in poi sono compatibili con tutte le pellicole cinematografiche esistenti, sia con perforazioni quadrate che rettangolari. Il supporto in poliestere, rispetto al triacetato é più stabile e resistente. Quando bobinerai con la Z, la grande differenza rispetto alla bobinatrice del video di Xanakinx é che i giri li devi contare tu e che la lunghezza dipende anche dallo spessore della pellicola! La prima volta che bobini, apri subito il rullino per misurarlo: un rullino 135/36 deve essere tra 167 e 170cm, quindi 90 metri = 53 rullini - almeno 3 che butterai via perchè la lunghezza é sbagliata. Se sono più corti non é un problema (a parte perdere l'occasione per uno scatto unico pensando di avere ancora un po' di pellicola!). Quelli troppo lunghi ti creano problemi sia nella macchina (vedi le prime Canon EOS) o nello sviluppo (non ci stanno nelle spirali!). |
| inviato il 04 Giugno 2012 ore 17:35
@Colibrottero: l'acqua distillata te la sconsiglio perchè ti gonfia la gelatina e quindi la rende più fragile. Condivido le tue note sulla pellicola a metraggio, ma oggi le pellicole B/N hanno un prezzo assurdo... 5-6 Euro x 36 pose Comunque le pellicole sigillate in una busta di plastica si conservano per anni nel freezer... sto ancora usando quelle del 2000! |
user2716 | inviato il 04 Giugno 2012 ore 19:09
Preciso meglio in merito all'acqua. Personalmente posseggo un piccolo potabilizzatore ad osmosi inversa che in passato utilizzavo per ottenere acqua per cucinare. Il contenuto salino derivante è bassissimo (non è proprio acqua distillata ma poco ci manca, calcare risultante di pochissimi gradi francesi). Ho sempre utilizzato quella per anni senza alcuna controindicazione, ma mai quella distillata. Numerosi acquedotti in Italia, certamente a seconda delle zone, possiedono elevate concentrazioni di calcare e se nella propria zona il contenuto è elevato, certo l'imbibente aiuta molto ma non risolve totalmente. Consiglierei a chi utilizza tali acque di rubinetto, fare un paio di bagni finali prendendo ad es. un litro di distillata, alla quale si può miscelare un dito o due del rubinetto, così si risolve il problema che segnalavi. Sulle pellicole le mie considerazioni vertevano su conservazioni fuori frigo. In quest'ultimo caso chiaramente i tempi si dilatano ulteriormente. Sul metraggio le considerazioni sono verso il neofita, non certo per i navigati. |
| inviato il 04 Giugno 2012 ore 20:14
Pur abitando a Roma che ha una delle acque del "sindaco" più buone da bere ma, nello stesso tempo più ricche di calcare, non ho mai, dico mai buttato via un rullino a causa del calcare. Ho sempre e soltanto usato un ottimo imbibente e cioè il Photofloud (mi pare si chiami così) della Kodak nella misura di 2/3 gocce max per ogni tankata dell'ultimo lavaggio. Quanto al diverso spessore delle pellicole nel bobinare i rullini non ne ho mai tenuto conto, la differenza, se mai c'è è veramente minima, tanto da non dare fastidio alcuno. Diverso quando caricavo i negativi 6x6 nelle spirali...lì sì che bisognava stare attenti a fare le cose con calma e per bene altrimenti era piuttosto facile che la pellicola più sottile e grande si "ingrippasse" (francesismo...romanesco... ). Vero è che pure con le spirali non perfettamente asciutte, l"ingrippamento" era garantito anche con il forma Leica... Lasciamo però che il nostro Xana non si faccia troppi "intoppi" mentali e che insista anche se qualcosa dovesse andare male le prime volte, (spero di no...) perchè, come dicevano i nostri padri (tanto, tanto tempo fa):...Per aspera ad astra...). Ehmm...va bè!...questa me la potevo risparmiare |
user2716 | inviato il 05 Giugno 2012 ore 1:30
Rispondendoti sull'acqua con elevato calcare, buon per te se non hai mai avuto problemi. Personalmente quando utilizzavo quella del rubinetto come ultimo lavaggio, succedeva non di rado di trovare sulle pellicole depositi di calcare (ma non per questo erano da buttare), ma con la scocciatura di doverci lavorare su per eliminarle (e a volte l'operazione lasciava qualche graffio, poi eliminabile sulle stampe con accurato lavoro di pennellino e china). Cosa non più verificata quando ho introdotto un paio di risciacqui finali utilizzando quella del depuratore come ho descritto qui sopra. |
| inviato il 05 Giugno 2012 ore 8:02
L'uso di un fissaggio induritore raddoppia i tempi di lavaggio, ma la gelatina é abbastanza resistente da poter eliminare l'eccesso di acqua passando la pellicola tra le dita: occorre eliminare le gocce di acqua rimaste sulla pellicola! Nel caso di macchie di calcare, si mette lo spezzone incriminato per alcune ore nel tank con acqua distillata, poi si rifissa con un fissaggio induritore... e si lava con acqua meno calcarea! Va benissimo l'acqua filtrata con il metodo di Colibrottero, altrimenti anche una bottiglietta di acqua minerale naturale nell'ultimo lavaggio é sufficiente! |
user2716 | inviato il 06 Giugno 2012 ore 1:43
Acqua minerale si, ma non una qualsiasi. Bisogna controllare l'etichetta che sia a basso contenuto salino. Altrimenti potrebbe essere peggio del rubinetto (per il calcare). Tanto per non far nomi se usassi la Sangemini o l'Uliveto (etc.) saresti nella m..da |
| inviato il 06 Giugno 2012 ore 12:07
x Colibrottero. verissimo, se controllassimo il residuo fisso di alcune acque minerali ne trovermmo molti più elevati di quello di Roma, e h detto poco...! |
| inviato il 06 Giugno 2012 ore 13:42
--- Inizio O.T. --- @Fastgiaco & Colibrottero: alcuni anni fa ero presso una famosa ditta di acque minerali. Notai che il tubo in arrivo dall'acquedotto comunale aveva un diametro tre volte superiore a quello del tubo che arrivava dalla fonte. Alla domanda: "ma a cosa serve tutta quell'acqua?" La risposta é stata: "serve per lavare le bottiglie!". Voi ci credete? --- Fine O.T. --- L'importante è che l'acqua, anche se calcarea, sia limpida: eventuali particelle in sospensione sono da evitare come la peste: l'unica soluzione in questo caso é bollirla per farle precipitare. Del resto con 20 volte il contenuto di una tank (quindi 5-10 litri al massimo), na hai più che abbastanza per lavare con cura le pellicole (1 ricambio al minuto x 20 minuti). |
| inviato il 06 Giugno 2012 ore 13:56
Una curiosità ...Nei viaggi aerei , gli scanner a raggi X degli aereoporti possono danneggiare la pellicola? |
| inviato il 06 Giugno 2012 ore 14:07
Ho letto che si dovrebbe stare tranquilli con pellicole fino a 1600 ASA, oltre c'è il rischio di velature. Alcuni utilizzano dei contenitori di piombo da far ispezionare manualmente agli addetti, ma in alcuni aeroporti se ne fregano e fanno passare comunque tutto dallo scanner (dopo averli estratti dai contenitori appositi) |
| inviato il 06 Giugno 2012 ore 14:09
“ Una curiosità ...Nei viaggi aerei , gli scanner a raggi X degli aereoporti possono danneggiare la pellicola? „ Andando a Praga il mese scorso mi sono portato dietro la fida 1N oltre alle digitali..preoccupato per la pellicola da 400 iso gli faccio :"non è che coi raggi x fai danni al rullino?" lui:" no tranquillo, fino a 1600 iso puoi dopo si rovinano" fatto sta che ho scattato, stampato e problemi zero... spero di essere stato d'aiuto.. |
| inviato il 06 Giugno 2012 ore 14:22
Grazie ragazzi |
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