| inviato il 07 Giugno 2016 ore 19:20
A mio parere per definire qualcosa come Arte, in fotografia come in tutti i mestieri, non sono sufficienti un paio di cose come lo studio, la tecnica o poco altro. Servono tante cose. E questo credo sia scontato. Il punto è proprio questo: l'Arte è nella capacità di mescolare tantissime cose, in una sola; l'Arte è la maestria nella sintesi. Comunicare tutto con poco e tanta bellezza. Questa sintesi non è legata solo alla Bellezza puramente estetica della creazione, ovvero alla gradevolezza del fotogramma, della tela o del manufatto, ma ad una bellezza dell'insieme. Una foto bella può anche ritrarre un disastro. La sintesi non è per niente facile da realizzare. Pochi ci riescono. Ci sono milioni di foto "belle" in giro. A tal proposito mi piace citare un aforisma di Henri-Frédéric Amiel: "Fare facilmente ciò che gli altri trovano difficile è talento. Fare ciò che è impossibile al talento è genio." I gradi di questa difficoltà distinguono la massa dai talenti; i talenti dai geni. I più grandi geni, sono artisti che riescono nell'impresa di creare qualcosa di unico. Neanche imitabile. Costoro sono immortali e sono il riferimento per chiunque, in ogni tempo. I talenti sono artisti che influenzano un periodo, sono famosi e ricercati, ma rimangono nel teatro d'elite. Tutti gli altri si perdono nel tempo, nei gusti del periodo e delle mode. Anche nell'arte c'è una realtà matematica ed è descritta nella campana di Gauss: la massa sta sempre in cima. Riguardo l'arte e la bellezza, Umberto Eco ha scritto un libro stupendo. |
| inviato il 07 Giugno 2016 ore 21:52
Sull'arte si chiacchiera troppo e a sproposito. Qua c'è chi confonde il talento artistico con il fare le cose a regola d'arte. Per me l'arte è qualcosa che ha a che fare con l'albero della conoscenza e col fuoco di prometeo. Cogito ergo sum, questa è l'arte; non è il consenso, non è il gusto di un'epoca, non il mercato, è pura capacità espressiva. L'artista non può essere un idiot savant, un cerebroleso può sviluppare una formidabile abilità nel disegno, ma non sarà mai un fotografo decente. |
user46920 | inviato il 08 Giugno 2016 ore 9:13
... D - quand'è che la fotografia è arte? R - quando rende visibile l'invisibile!


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| inviato il 08 Giugno 2016 ore 15:36
“ Rimedio: tutto può essere considerato arte ma nulla è arte a prescindere „ Purtroppo questa massima cozza contro le regole pur perverse che regolano il cosiddetto mercato. Infatti basta essersi fatti un nome nel mercato internazionale con più o meno merito, che qualsiasi lavoro successivo recante quella firma ormai affermata, si potrà fregiare in automatico di opera d'arte appunto perchè opera di un artista ormai certificato e riconosciuto, anche se in crisi di ispirazione o esaurimeto di idee, questi realizzi opere di basso o bassissimo livello o fattura. Quindi in molti casi basta la firma per essere considerata arte a prescindere. “ D - quand'è che la fotografia è arte? R - quando rende visibile l'invisibile! „ Magari bastasse solo quello...altrimenti qualsiasi foto al microscopio elettronico o telescopio spaziale lo sarebbe. Kirlian ha inventato il metodo per fotografare l'aura degli esseri viventi. Più invisibile di quella. Ed infatti pur interessantissime dal punto di vista scientifico o esoterico, non sono assimilabili alle opere d'arte. Comunque stimolato dalla leggerezza e semplicità dell'argomento, sto valutando se adeguarmi ed aprire un topic nella sez. Tema libero, su: "Chi siamo....dove andiamo....e il senso della vita." |
user39791 | inviato il 08 Giugno 2016 ore 15:41
Remember la storia dell'arte l'hanno fatta (scritta) i mercanti d'arte e i critici dell'arte pagati dai mercanti d'arte. Ma questa è una storia "collaterale" all'arte. |
| inviato il 08 Giugno 2016 ore 15:54
Concordo con te di come sarebbe migliore una visione più nobile e pura del termine in questa ottica, ma temo che più che collaterale ormai faccia purtroppo parte per intero del mondo dell'arte, influenzandone irrimediabilmente esposizioni, mostre, cataloghi, libri, riviste... Anche perchè se vogliamo riferirci ad essa non so a cosa altro si dovrebbe fare riferimento. Forse all'enciclopedie? Ma anche queste non ne sarebbero state immuni. |
| inviato il 08 Giugno 2016 ore 15:54
Solo per precisare che "rendere visibile l'invisibile" non va interpretato in modo letterale. È una precisazione retorica ma, visti numerosi interventi, qui purtroppo mi sembra necessaria. |
user55929 | inviato il 08 Giugno 2016 ore 15:59
...concordo con Franco ed aggiungo che l'arte non è rendere visibile l'invisibile, ma la sua funzione cioè il compito che le aspetta che è cosa ben diversa da quello che finora è stato inteso. Poi si può discutere sul concetto di invisibile. Cari saluti a tutti |
| inviato il 08 Giugno 2016 ore 16:25
LO sapevo ( ) ed infatti era meglio se lo avessi specificato subito sull'intendere il solo senso letterale del termine. Non l'ho fatto anche perchè ho pensato sufficienti le tre foto linkate che sarebbero risultate invisibili solo per i non vedenti. Specifico che è stata una risposta "provocatoria" per sottolineare di come una materia e argomento così complesso, sia non adeguato ed impossibile da definire con una semplice frase (alla quale se io rispondo "alla lettera" faccio intendere già dell'insufficienza delle parole usate in quella massima ) |
user39791 | inviato il 08 Giugno 2016 ore 16:47
“ Infatti basta essersi fatti un nome nel mercato internazionale con più o meno merito, che qualsiasi lavoro successivo recante quella firma ormai affermata, si potrà fregiare in automatico di opera d'arte appunto perchè opera di un artista ormai certificato e riconosciuto, anche se in crisi di ispirazione o esaurimeto di idee, questi realizzi opere di basso o bassissimo livello o fattura. „ Prendo spunto da questa considerazione per introdurre un altro elemento arte-fotografia. E' di questi giorni una polemica accesa contro McCurry per avere rimosso (anche maldestramente) alcuni particolari di una sua foto. Ne è nata una ricerca capillare, quasi avesse commesso un grave reato, dalla quale sono emerse altre foto incriminate di rimozioni di particolari non graditi. Se prendiamo una delle foto più famose, e più costose, di sempre è facile scoprire che il suo autore ha fatto la stessa cosa. C'è anche un documentario con l'analisi critica di Hilla Becher su questa fotografia, dove fa notare la rimozione di alcuni dettagli sull'orizzonte: una centrale sullo sfondo rimossa digitalmente oltre a qualche "disturbo" dovuto a piccoli oggetti. Una contrapposizione tra fotografia come "verità" alla quale non è concesso nulla, e una fotografia come "arte" alla quale è concesso tutto. |
| inviato il 08 Giugno 2016 ore 16:54
@remeber Infatti avevo scritto in premessa che la definizione era giocoforza una semplificazione. Se però non si legge...... |
| inviato il 08 Giugno 2016 ore 17:01
Aggiungo solo un ulteriore dettaglio a proposito dell'invisibile. E' certamente valore o merito riconosciuto agli artisti quello appunto di rendere visibile ciò che non vedono i più. Ma questo è solo una componente, da solo non basta perchè che sia fotografia o altro tra le arti, io posso incorporare tale principio anche realizzando una ciofeca che non è ascrivibile alle opere d'arte.)) “ Una contrapposizione tra fotografia come "verità" alla quale non è concesso nulla, e una fotografia come "arte" alla quale è concesso tutto. „ E' vero che è così. Ma aggiungo che molto dipende dal settore. Non è tollerato quando la fotografia è intesa come documentativa, come nei reportage di McCurry, ai quali non viene tollerata manipolazione che alteri la realtà dell'accadimento. Ma se viene utilizzata nello still life, tanto per fare un esempio, nessuno obietterà qualcosa se viene cancellato qualche utensile o dettaglio di sfondo. Sulle maniolazioni di LaChapelle nessuno dei contestatori del McC. troverebbe da rdire. |
user35763 | inviato il 08 Giugno 2016 ore 17:02
Forse bisognerebbe fare dei distinguo fra i concetti di arte e di artista. Arte è una manifestazione estetico e culturale dalle valenze,necessita' e intenti diversi,geograficamente e nelle culture e nel tempo; un concetto che nei suoi intenti cambia e innumerevoli volte è cambiato nella sua manifestazione anche considerando il solo occidente. C'è stata un arte celebrativa,decorativa o di propaganda religiosa,didascalica,allegorica,mitica, e mitologica,storica, ecc, o anche "sacra" nell'accezione rituale iconica ortodossa o tribale sciamanica. Nel nostro occidente dal fare un arte fondata sul contenuto e imprescindibili regole tecniche che necessitano di studio,bottega(anni di bottega) e talento manuale innato al fare un arte che con le avanguardie sposta il suo accento e scopo su un continuo rivoluzionare le sue forme e tecniche mettendo il contenuto in subordine;o meglio con-fondendo la forma con il contenuto. Su una necessita' di perpetuo cambiamento e "progresso" formale che arriva sino alla patafisica e all'annichilimento/nichilista/assoluto(ricordiamo Yves Klein con i suoi vernissage con le pareti vuote...). L' "artista",come considerato oggi (il sacro vate,visionario,il rimbaudiano veggente)è un concetto moderno,nato con il romanticismo che nei secoli passati non sussisteva; Nato con il romanticismo e con la successiva nascita della figura del critico,l'interprete,ovvero il sacerdote-guardiano dell'arte e del suo mercato. L'artista supera la commissione,e approda all'espressione della propia soggettivita'. L'artista da "artigiano" come tanti altri che forniva il suo utile prodotto senza alcuna investitura di sacri fuochi e misticheggianti romanticherie decadenti diviene allora un "nabis",un profeta(e se raggiunge la fama tira su prezzi da superstar impensabili nei secoli passati) e con cio' necessita di divenire egli stesso sacro,tabu'(non la sua arte ma la sua figura,personalita' e biografia)diventa il maledetto ed in quanto tale,in quanto "sacro",in quanto segnato,unto,chiamato,reso diverso dalla sua prometeica iniziazione,missione e vocazione... Deve diversificarsi dalla massa degli uomini "normali" per essere credibilmente tale al suo pubblico(come stregone,lo sciamano,il brujio...) la banalizzazione di un archetipo,mitico eterno,l'eroe che nella sua "stagione all'inferno"affronta il suo viaggio profondo nella notte oscura,nella nekyia e morte dell'anima a riveder le stelle diventa necessario alla vendibilita',spendibilita' e commercializzazione del suo "racconto" vitale biografico che la sua vita sia scapestrata,bohemienne,fuori da schemi e canoni(straordinaria,fuori dall'ordinario)è buono e giusto che sia strano,meglio ancora pazzo,alcolizzato,saturnino,tossicomane e via "maledetteggiando" romanticamente. La sua vita va romanzata tramite l'agiografia del santino. e se la chiude col suicidio è la morte sua. Ci si ricama la leggenda. L'artista,con tutti i suoi irrinunciabili e piccoloborghesi cascami romantico-misticheggianti animospiritualistici e decadentistici che è necessario appiccicargli sopra come pittoresche etichette freak, è altresi un concetto moderno di appena un paio di secoli,è il personaggio,la firma biografica e caratteriale che fa vendere e sognare,o meglio era e lo faceva; lo era sino a ieri. Quindi,semplificando,la manifestazione artistica è una cosa, l'artista nell'immaginario midclass e mainstream un altra,moderna, che a a che fare piu' con la sociologia e la psicologia e la pubblicita' di mercato che con la cultura e l'estetica. Togliendo quell'aura emotiva,psichica,nebbiosa,che sconfina nella fede-con qualcosa che va creduto e non studiato,analizzato e capito- all'dea di arte messa su con la mitizzazione dell'artista romantico (che fa tanto selvaggi della paupasia con il "culto del cargo") forse si puo' con obbiettivita' iniziare a studiarla e magari comprenderla nelle sue innumerevoli,proteiformi sfaccettature e indirizzi. |
| inviato il 08 Giugno 2016 ore 17:04
“ Se prendiamo una delle foto più famose, e più costose, di sempre è facile scoprire che il suo autore ha fatto la stessa cosa. C'è anche un documentario con l'analisi critica di Hilla Becher su questa fotografia, dove fa notare la rimozione di alcuni dettagli sull'orizzonte: una centrale sullo sfondo rimossa digitalmente oltre a qualche "disturbo" dovuto a piccoli oggetti. „ Non ho capito bene che c'entra con foto artistica. Partendo dal fatto che foto non rappresenta la realtà in nessun caso, quando si parla di un lavoro artistico a poco senso pensare a post produzione anzi non dovrebbe proprio essere considerata. Immagino tu ti riferisca a The Rhine II, ma poco importa se gursky ha messo o tolto qualcosa, emblematici sono i lavori di Tomas Ruff il quale indaga da tempo non solo su fotografia ma proprio sul mezzo fotografico, anche qui importa come sono state fatte foto e quali interventi ha fatto? no conta solo se funziona, se ha senso, se esprime il concetto dell'autore |
| inviato il 08 Giugno 2016 ore 17:04
“ Se prendiamo una delle foto più famose, e più costose, di sempre è facile scoprire che il suo autore ha fatto la stessa cosa. C'è anche un documentario con l'analisi critica di Hilla Becher su questa fotografia, dove fa notare la rimozione di alcuni dettagli sull'orizzonte: una centrale sullo sfondo rimossa digitalmente oltre a qualche "disturbo" dovuto a piccoli oggetti. „ Non ho capito bene che c'entra con foto artistica. Partendo dal fatto che foto non rappresenta la realtà in nessun caso, quando si parla di un lavoro artistico a poco senso pensare a post produzione anzi non dovrebbe proprio essere considerata. Immagino tu ti riferisca a The Rhine II, ma poco importa se gursky ha messo o tolto qualcosa, emblematici sono i lavori di Tomas Ruff il quale indaga da tempo non solo su fotografia ma proprio sul mezzo fotografico, anche qui importa come sono state fatte foto e quali interventi ha fatto? no conta solo se funziona, se ha senso, se esprime il concetto dell'autore |
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