| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 19:46
Il discorso atterraggio sulla luna non regge. Tutto dipende dallo strumento di misura utilizzato e dalla sua sensibilita'. Esempio: ti chiedono di misurare 5,3364843 cm, ma se il tuo righello ha tacche graduate di 1 mm, potrai misurare solo i 5,3 cm. Voglio dire che, nel caso di spazio colore, dipende non solo da quale si utilizza ma anche dalla capacita' del mezzo di visione di visualizzarlo. Al limite uno spazio esteso mostrato da uno strumento non adeguato potrebbe sortite effetti negativi. |
| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 19:57
“ (non può aver brevettato tecniche sue, per dirne una, perché non sono brevettabili) „ mi dispiace contraddirti, ma pare proprio che sia un metodo brevettato: www.instagram.com/p/DE4pVbltQbN/ |
| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 20:11
Alla SIAE non si deposita nessun brevetto. |
| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 20:11
"Voglio dire che, nel caso di spazio colore, dipende non solo da quale si utilizza ma anche dalla capacita' del mezzo di visione di visualizzarlo. Al limite uno spazio esteso mostrato da uno strumento non adeguato potrebbe sortite effetti negativi." come già scritto si sta parlando dello spazio colore utilizzato durante la post produzione, e il fatto che il monitor non sia in grado di visualizzarlo è ininfluente. |
| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 20:39
Pamar, assolutamente no. La visione a monitor è solo l'oblò della navicella. Non ti serve praticamente a niente, se non ad una verifica di massima. Chiaro, più largo è (10 bit) e meglio ci vedi... Ma poi chi fa i conti, per fortuna, è il computer di bordo, con una marea di decimali di precisione. Fatto sta che il monitor tutto è, fuorché il tuo righello, dal punto di vista del colore. |
| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 20:44
“ mi dispiace contraddirti, ma pare proprio che sia un metodo brevettato „ Ti risulta che la SIAE si occupi di brevetti? |
| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 20:48
“ Il discorso atterraggio sulla luna non regge. Tutto dipende dallo strumento di misura utilizzato e dalla sua sensibilita'. Esempio: ti chiedono di misurare 5,3364843 cm, ma se il tuo righello ha tacche graduate di 1 mm, potrai misurare solo i 5,3 cm. „ Non c'entra nulla, tu puoi pure misurare solo numeri interi, ma con semplici operazioni ottenere numeri con una o più cifre decimali. Se tu quei decimali li tagli via dopo ogni singola operazione otterrai un risultato meno corretto che se tu li mantenessi, indipendentemente che poi tu riesca a visualizzarli o meno |
| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 20:53
“ se sviluppi i raw con C1 non ti devi preoccupare dello spazio colore di lavoro, non conosco C1 ma suppongo che come DXO e Lightroom ne userà uno grande a sufficienza. „ Esatto. C1 lavora con 16 bit. Ossia, al momento è in grado di sviluppare anche i file recenti prodotti da sensori a 16 bit. Chi osserva la immagine, durante la fase di sviluppo, può farlo attraverso un monitor che può lavorare a 8, 10 o in pochissimi casi a 16 bit. La fase finale consiste nella "esportazione" di una immagine in una semidefinitiva ad 8 o 16 bit all'interno di uno spazio colore sRGB o AdobeRGB . Qualora si voglia una immagine finale di tipo *.jpg lo spazio colore sarà unicamente sRGB. Qualora si voglia una immagine finale di tipo *.tiff lo spazio colore sarà AdobeRGB ( ad 8 o 16 bit) |
| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 21:03
“ Qualora si voglia una immagine finale di tipo *.jpg lo spazio colore sarà unicamente sRGB. „ Nel jpeg si può incorporare qualsiasi profilo. Per la pubblicazione su web si esporta in sRGB per essere più sicuri possibile che l'immagine venga visualizzata con colori non troppo distanti da quelli che dovrebbero essere (sia perché il dispositivo dell'utente potrebbe non gestire correttamente il profilo, sia perché spesso i metadati, incluso l'eventuale profilo, finiscono per essere eliminati dal file). |
| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 21:12
@IronLuke Intanto, Buon Natale. La tua precisazione è corretta. Tuttavia, nelle maggior parte dei casi concreti che riguardano la visualizzazione finale di una immagine, il "contenitore" di tipo *.jpeg è destinato alla visione attraverso un monitor ( di qualsiasi dispositivo) e raramente per l'utilizzo in altri dispositivi quali stampanti o altro. |
| inviato il 25 Dicembre 2025 ore 21:13
“ Se tu quei decimali li tagli via dopo ogni singola operazione otterrai un risultato meno corretto che se tu li mantenessi, indipendentemente che poi tu riesca a visualizzarli o meno „ Exactly. E tagliare via dopo ogni operazione è proprio ciò che fa chi lavora in spazi colore meno ampi, da qui il mio paragone assai calzante. Aggiungerei anche che il risultato ottenuto può essere pure "visibilmente scorretto" (schianto sulla Luna), specie con colori critici che vanno a pacco subito (rossi e viola appunto, clipping) o con gradienti molto uniformi ed estesi (posterizzazione). E tutto questo, torno a dire, indipendentemente dal monitor a 8 o 10 bit (anzi, col secondo il pastrocchio sarà pure meglio visibile, e a maggior ragione questo non vuol dire che non ci sia). Edit Ps: e questi pastrocchi hanno tutti la potenzialità di uscire fuori sia in visualizzazione che in stampa, perché anche lì non c'entra granché la riduzione finale del gamut, la quale potrebbe benissimo non riuscire a "mascherare" quello specifico pastrocchio (anzi). Se poi non è mai capitato sono felice per chi non ha riscontrato il problema, ma a me è successo, come da tesi esposta più volte sin qui, e ne ho maturato la ferma convinzione che lavorare in spazi colore ristretti sia un errore concettuale piuttosto marchiano. |
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