| inviato il 17 Dicembre 2025 ore 15:51
@MatteoGroppi se ti interessa ti posso passare un pdf esaustivo sul lavoro ed il pensiero di El Lissitzky, è la versione inglese di "El Lissitzky — Maler, Architekt, Typograf, Fotograf" del 1967( 278 illustrazioni/foto). Dovrebbe essere presente per la lettura su Internet Archive. |
| inviato il 17 Dicembre 2025 ore 15:56
Per riprendere l'intervento di Ceciolo: Fontana, almeno per quel che riguarda la sua produzione più famosa, è stato ampiamente inglobato. Ma per capirci un attimo meglio, farei un parallelo con un altro amato/odiato nostrano: Ghirri. Ghirri ha un approccio che possiamo definire esplicitamente filosofico (e concettuale), mentre Fontana è più orientato a una ricerca formale ed estetica. Ma non significa che Fontana sia “meno concettuale”: lo è in modo diverso. Ghirri lavora sulla fotografia come strumento di conoscenza: riflette su rappresentazione, mappa, territorio, memoria, linguaggio; fotografa il quotidiano, il marginale, l'anti-spettacolare. Spesso le sue immagini funzionano come domande, non come affermazioni. Nei suoi testi (fondamentali quanto le immagini) emerge un'idea quasi fenomenologica: la fotografia come modo per abitare il mondo, non per dominarlo. È molto vicino alla semiotica e alla filosofia del linguaggio. Fontana invece parte da un assunto diverso: il mondo è materia visiva pura, colore, linea e superficie diventano il soggetto. Il paesaggio è smaterializzato fino a diventare quasi astrazione. La sua è una fotografia assertiva, non interrogativa: non chiede “che cos'è questa immagine?” ma dice “guarda così”. È una ricerca coerente e rigorosa che ha un forte debito con pittura astratta e minimalismo. Ma rimane la centralità dell'estetica come valore autonomo. Ghirri è stato saccheggiato fino allo sfinimento per la sua estetica e per questa idea un po' retorica di “poesia del banale”. Ma qui sta il punto cruciale: si è copiato il lessico, non la grammatica. Quello che resta attuale di Ghirri non è lo stile, ma il suo modo di interrogare l'immagine, il dubbio costante sul ruolo del fotografo, la relazione fragile tra mondo, rappresentazione e memoria, ecc. Per questo continua a essere stimolante: puoi non fotografare “alla Ghirri” e essere comunque ghirriano nel metodo. Fontana invece ha avuto un destino quasi opposto: meno “copiato” consapevolmente ma assorbito dal linguaggio visivo dominante. E il suo problema oggi non è che sia sbagliato, ma che il suo immaginario è stato inglobato dalla grafica, dal design, dalla pubblicità, dai wallpaper (!!!) E quando un linguaggio formale diventa sfondo, perde automaticamente tensione critica. Non perché Fontana fosse superficiale, ma perché la sua ricerca puntava a un'idea di bellezza autosufficiente. E oggi la bellezza autosufficiente è ovunque. Dove Ghirri ti chiede di rallentare, di dubitare, di guardare meglio, Fontana ti chiede di ammirare. Ma nel contesto attuale l'ammirazione è inflazionata, il dubbio è raro, per questo Ghirri regge meglio il tempo. Mentre Fontana, proprio perché ha costruito un linguaggio visivo fortissimo e chiuso, rischia di esaurirsi quando quel linguaggio diventa mainstream. Ghirri non ti lascia uno stile da replicare, ti lascia un'etica dello sguardo. Fontana invece ti lascia una soluzione formale brillante. E le soluzioni, una volta imparate, smettono di far pensare. |
| inviato il 17 Dicembre 2025 ore 16:16
@Fuoriorario : da Rombro c'è veramente da imparare, e sono serissimo. |
| inviato il 17 Dicembre 2025 ore 16:20
Circa 10 anni fa facevo parte di un fotoclub e ricordo che quando si parlava di paesaggi si intendevano foto scattate esclusivamente in orizzontale con obiettivi grandangolo. Incuriosito ho fatto delle ricerche ed è li che ho scoperto i paesaggi scattati da Franco Fontana con il teleobiettivo. Da allora se si presenta l'occasione giusta scatto anch'io i paesaggi con il teleobiettivo. |
| inviato il 17 Dicembre 2025 ore 16:26
Nel pensare comune il formato orizzontale è paesaggio, il verticale ritratto...mi è stato chiesto perché scatto i miei ritratti in orizzontale.... |
| inviato il 17 Dicembre 2025 ore 16:32
Grazie a tutti, siete una miniera d'oro :) |
| inviato il 17 Dicembre 2025 ore 16:46
l'intervento di Rombro è incredibilmente lucido e corretto.. nulla da togliere e tantomeno da aggiungere. favoloso. vi farei inoltre notare la fortuna di avere membri come Rombro che si spendono e impegnano per spiegare e per far arrivare concetti per niente "semplici", profondi, analitici.. c'è chi paga parecchi euro per poter accedere a questi punti di vista in corsi di semiotica o morfologia dell'arte e del colore.. Tanta roba Rombro.. |
| inviato il 17 Dicembre 2025 ore 16:55
Fontana ha - aveva - l'attrattività di colori decisi e forme essenziali, accattivanti per l'occhio soprattutto agli esordi dello stile. La composizione era votata ad un perfetto equilibrio di elementi , pochi, per essere assimilati nella visione subito dopo l'assunzione. Imitatissimo. Un colorato giardino Zen. Ghirri, integra smontando e riarrangiando quanto sopra . Gli elementi, umani e non, sono anch'essi essenziali ma quasi sognati, o messi lì per caso, anche se per caso non era. Desaturati, per non assuefare. La presenza umana quando presente era non dominante in quanto non protagonista ma elemento di scena. Anche le immagini scattate per i CCCP non sono scene di un gruppo postpunk, piuttosto immoti ambienti di lavoro ed addetti al lavoro in posa sul fondale, solo Ferretti sorride. Una serie di Haiku da comprendere in maggior tempo. |
| inviato il 17 Dicembre 2025 ore 16:56
E....per fortuna non è solo ma in buona compagnia! Tutte le volte che ho chiesto informazioni in merito alle sue immagini Matteo Groppi ha sempre dato esaurienti risposte. |
| inviato il 18 Dicembre 2025 ore 9:53
“ Mentre Fontana, proprio perché ha costruito un linguaggio visivo fortissimo e chiuso, rischia di esaurirsi quando quel linguaggio diventa mainstream „ Non è sbagliato il tuo ragionamento, ma per me non è superato a livello concettuale, cioè come ha agito sul paesaggio. Si è posto di fronte alla fotografia in un modo diverso da quello che facevano tutti e questo modo di pensare ha generato quello che è il suo lavoro. La cosa potente di tutto ciò è che è riuscito a rimanervi coerente anche quando è passato dal paesaggio ai nudi, sono assolutamente in linea con il suo modo di porsi e anche questo non è così scontato. E' assimilato come approccio di uso del tele, di portare un dettaglio cittadino a essere grafica, ma il modo di porsi e il suo ragionamento è assolutamente ancora attuale Poi siamo tutti d'accordo che è come con McCurry, quando lui ha iniziato a presentare le sue foto e i suoi scatti il periodo era differente, ora se bussi al national geographic per proporre le foto dell'india ti mostrano che hanno un archivio con una marea di foto simili |
| inviato il 18 Dicembre 2025 ore 17:24
 Andare contro le regole. Foto di paesaggio scattata in verticale con il 100mm macro |
| inviato il 18 Dicembre 2025 ore 18:20
ERESIA !!! |
| inviato il 18 Dicembre 2025 ore 19:19
ANATREMA ! (cit. G. Faletti) |
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