| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 9:06
Ha senso solo in alcune circostanze, ovvero quando è strettamente richiesto che la foto sia fedele alla realtà. Esempio concorsi di street o foto reportage nelle quali manipolazioni di un certo peso non sono, almeno eticamente, corrette. Va da sé che la foto, se digitale, è comunque post prodotta. Molto concorsi specificano il tipo di post produzione concessa (esempio luci ombre contrasto nitidezza) ma non l' aggiunta o rimozione di elementi) e richiedono, pertanto, che l'autore, se richiesto, possa fornire il file raw per la visualizzazione. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 9:25
Secondo me c'è un errore di fondo. Considerare la pp come un trucco per mistificare La realtà. Invece spesso l'app e' indispensabile per rendere la foto più fedele al vero. Ad esempio. Negli anni novanta lavoravo in Ilte ,la seconda tipografia in Europa. Stampavano periodici tipo quattroruote è cataloghi su due enormi rotative Cerutti. Avevano comprato una stampante per fare le copie campione,quelle per la firma visto si stampi. Insomma era inkjet e stampava su carta bianca.Mentre la carta da rotativa e' gialla. Alla fine bisognava sempre correggere il file inviato alla stampante con una dominante gialla per farlo assomigliare a quello definitivo. Mentre il file inviato alla Cerutti veniva corretto in modo che i colori non fossero falsati dalla dominante causata dalla carta |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 9:26
“ e richiedono, pertanto, che l'autore, se richiesto, possa fornire il file raw per la visualizzazione. „ Quando leggo quei regolamenti la domanda sorge spontanea, e se uno scatta in jpg? |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 9:36
Senza pp, non potrei mai realizzare la mia fotografia, troppi contrasti. Anzi no, scusate, probabilmente potrei comunque realizzarla, ma, solo in inverno e in orario precisi del giorno o con l'utilizzo del flash per recuperare il contratto ma...forse perderei un po' di poesia. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 9:38
Diciamo che se ci fosse veramente una maniera di fare venire fuori un output come quello dell'occhio umano allora ancora ancora si dovrebbe puntare a quello, ma è sempre difficile non dover fare perlomeno dei ritocchi minimi. Parlo comunque di ritocchi minimi, aggiustare l'esposizione, dare più profondità colore, togliere un elemento che non potevamo evitare, anche togliere rumore se abbiamo dovuto forzatamente usare ISO elevatissimie. Ci sono alcune foto, però, che non hanno assolutamente senso tanto sono chiaramente finte, ma degustibus... In quel caso si, si dovrebbe dichiarare quante ore si sono spese a "ritoccarle", per il resto direi che possiamo passare oltre. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 9:39
Avendo dormito un po' più del solito (che non è da me), mi scuso per la risposta tardiva e cumulativa che fornirò ora: Innanzitutto ringraziandovi per quanto avete apportato, una lode in particolare va a Salt, InCinoVeritas, Franco Pastorino, GTavasci, AstroC. ed al Gianni Amodeo di oggi alle 7:47. Premessa: in ambito postproduzione, lavorazione file e fotoritocco ho una ignoranza pari al 99% degli argomenti, indi per cui, avendo voluto sondare la vostra, ve ne ho letto lontani e molto, molto più ferrati di me. In seconda battuta, tralasciando il confronto con le immagini della pellicola e limitandosi a quelle digitali, mi sembra di aver compreso che il fotoritocco sia quella azione che divide completamente ed in modo netto la nostra immagine dalla realtà (Rombro ti leggo sempre due volte, con piacere) e, per concludere il mio sunto, augurandovi un meraviglioso lunedì festivo, sono sempre felice di chi mi dedica del tempo (prezioso). |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 9:52
Aggiungo una piccola cosa perché scrivere quante tempo si é passato a post produrre come se quello fosse un indice sensato é la dimostrazione dell'assoluta non conoscenza del digitale Spostare cursori a bomba qua e la per 5 minuti é fare uno schifo rispetto a fare una posta accurata che porta via tempo ma é fatta fina. Oltretutto fare post pensando che sia una falsificazione quando spesso é un'accurata correzioni di limiti della macchina o appunto si fa per raggiungere un risultato avendo scattato appositamente sapendo cosa si sarebbe applicato dopo. Quello che vediamo comunque non é un'immagine, ma il nostro cervello unisce le informazioni inviate dall'occhio La fotografia ne può essere solo un'approssimazioni bidimensionale Questo ragionamento dovrebbero essere ovvi ma noto su questo forum che non é sempre così e la cosa mi lascia sempre un po' perplesso |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 9:55
Chi pratica alpinismo quando apre una via può fare qualunque cosa (vedi la via del compressore sul Cerro Torre), basta essere onesti nel dichiararlo. Poi ci saranno i talebani della “libera” magari “flash” piuttosto che quelli che azzerano ogni difficoltà (si scusate, magari non capite i termini ma non è questo il punto), importante è che ognuno possa giudicare secondo i propri principi. In fotografia penso lo stesso. Personalmente trovo illogico pensare alla fotografia digitale privandosi delle possibilità che offre sia in termini fotografici che “grafici”: ho usato per anni le diapositive e penso che fossero bellissime ma anche, a volte, limitanti nella capacità di rappresentare la realtà. In questo senso le vecchie pellicole, con le loro caratteristiche, erano comunque un filtro attraverso cui rappresentare una immagine. I sensori e la pp sono un altro tipo di filtro, molto più flessibile e adattabile al proprio bisogno. Se ci pensate bene anche il BN chimico era post prodotto in fase di stampa…o no? |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 9:58
Grazie, MatteoGroppi (mai banale e sempre a segno). Recentemente, al workshop sul ritratto con un fotografo professionista al quale ho partecipato (sulla postproduzione a Gennaio, sarà), mi ha reso noto che dedicare più di 10÷15 minuti a scatto, può "costare molto", senza un ritorno "soddisfacente". Per te, se posso chiederlo, quanto conta "la base", intesa come il file grezzo ma completo di quello che serve ? |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 10:00
Aggiungo: Rodcenko si può considerare un fautore del “blending” ante litteram? |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 10:05
“ scrivere quante tempo si é passato a post produrre come se quello fosse un indice sensato é la dimostrazione dell'assoluta non conoscenza del digitale „ Eddai ci siamo capiti. Come siete fiscali. Che noia. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 10:20
Se ci pensate bene anche il BN chimico era post prodotto in fase di stampa…o no? ******************************************** Appunto... e anche il colore. Ed è proprio per questo motivo che: 1- considero Ansel Adams il primo taroccatore della fotografia, geniale se vuoi ma pur sempre un "falsario". 2 - adopero solo diapositive. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 10:29
PaoloMcmlx, chi utilizza solo dispositive, a mio avviso, dovrebbe essere santificato in vita. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 10:32
Micomer, tu sei uno di quelli che ha visto due volte il gatto nero di Matrix ma ti becchi immediatamente una Colazione Ferioli offerta. Quella estesa. Grazie mille. Mi sento meglio. Cazxo. |
| inviato il 08 Dicembre 2025 ore 10:36
No non ci siamo capiti perché si affronta il discorso sempre in modo estremamente superficiale portando esempi dell'armatore mediocre invece sarebbe opportuno iniziare ad affrontare la questione in modo più serio e articolato La semplificazione estrema porta solo a discussioni per slogan inutili e che non portano a nulla La noia é vedere sempre ripetuti concetti che sono sbagliati proprio alla base, se si vuole affrontare un argomento bisognerebbe averne prima di tutto un po' di conoscenza e magari farlo in modo articolato se si vuole instaurare una discussione altrimenti é solo buttare li un giudizio superficiale e sbagliato |
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