| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 12:34
“ No, il signor Bertetto non ti insegna a fotografare, la fotografia è ben lontana da quello che ti insegna lui. Lui ti insegna una tecnica per unire foto esposte in modo differente al fine di ottenere un certo effetto che può piacere o non piacere. Si veda la sua galleria per avere un'idea di cosa si ottiene. Questo signore insegna che per "fotografare", lo metto bene tra virgolette, devi avere almeno almeno 3k euro di attrezzatura nello zaino altrimenti le foto fatte bene non le fai (cito testualmente eh) per il semplice motivo che ti ritrovi a dover manipolare completamente colori luci e ombre andando ad agire su un quantitativo enorme di dati pertanto più informazioni nel raw hai meglio è sia in numero di mp che in profondità di colore. Qui non si parla di fotografia ma di manipolazione delle immagini, la fotografia è tutt'altra cosa... „ Leggere tanto disagio è davvero deprimente ed è la prova di quanto i social abbiano abbattuto e stiano contribuendo ad abbattere il livello della fotografia, così come di altre forme d'arte. Arte, sì, perché la fotografia lo è. E il personaggio, anzi personaggetto, ringhia livore, rabbia, risentimento infantile sgrammaticato, presunte sfide online cercando risse nel confort della sua cricca di lacchè compiacenti, nella sicumera che quello che faccia lui sia “fotografia” mentre il resto non valga nulla. Credersi un grande fotografo solo sbrodolando attrezzature costose e moderne, senza una ricerca, senza un gusto, senza alcuna cultura, crogiolandosi di sole sterili conoscenze tecniche, non è fare Fotografia. Il risultato? Una galleria di immagini statiche, colorate come alberi di natale dove la summa realizzativa è relegata a nitidezza estrema e lampadine di lampioni visibili. Si può dignitosamente insegnare a fare tutto questo ma non lo si può sbandierare con crassa arroganza come Fotografia. E soprattutto di fronte alla catarsi fotografica social, immersa nel cortocircuito più contraddittorio: allievi con attrezzature da migliaia di euro che spendono qualche decina di euro di corsi. Davvero? Di chi parliamo? Di uno cui venne chiesto quali lavori apprezzasse di Salgado e rispose “chi caxxo è Salgado?” Di uno che si stupiva di come potesse essere diventato celebre Giovanni Gastel se i suoi ritratti erano così pieni di grana. Tutti post prontamente rimossi, come da suo stile, magari su consiglio di qualcuno più sveglio. Per non parlare della sua tecnica di marketing raffinata e strategica: “nel weekend non mi rompete il caxxo con i vostri messaggi!” Per non parlare della sbruffoneria nell'ammettere pubblicamente di violare ogni norma sul volo dei droni senza tenere conto dei rischi. La storia della fotografia è stata fatta dai fotografi e non dalle attrezzature. Le più importanti e apprezzate opere fotografiche esposte in musei, cataloghi, libri, sono state realizzate con idee, estro, occhio, genialità, creatività, gusto e non con giocattoli costosi per bimbi nerd infelici. La fotografia è tutt'altra cosa e vive e prospera fuori dai social. Ed è fatta da artisti che trasudano tonnellate di cultura ed estro, che si studiano e ammirano tra di loro. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 13:00
“ Leggere tanto disagio è davvero deprimente ed è la prova di quanto i social abbiano abbattuto e stiano contribuendo ad abbattere il livello della fotografia, così come di altre forme d'arte. Arte, sì, perché la fotografia lo è. E il personaggio, anzi personaggetto, ringhia livore, rabbia, risentimento infantile sgrammaticato, presunte sfide online cercando risse nel confort della sua cricca di lacchè compiacenti, nella sicumera che quello che faccia lui sia “fotografia” mentre il resto non valga nulla. Credersi un grande fotografo solo sbrodolando attrezzature costose e moderne, senza una ricerca, senza un gusto, senza alcuna cultura, crogiolandosi di sole sterili conoscenze tecniche, non è fare Fotografia. Il risultato? Una galleria di immagini statiche, colorate come alberi di natale dove la summa realizzativa è relegata a nitidezza estrema e lampadine di lampioni visibili. Si può dignitosamente insegnare a fare tutto questo ma non lo si può sbandierare con crassa arroganza come Fotografia. E soprattutto di fronte alla catarsi fotografica social, immersa nel cortocircuito più contraddittorio: allievi con attrezzature da migliaia di euro che spendono qualche decina di euro di corsi. Davvero? Di chi parliamo? Di uno cui venne chiesto quali lavori apprezzasse di Salgado e rispose “chi caxxo è Salgado?” Di uno che si stupiva di come potesse essere diventato celebre Giovanni Gastel se i suoi ritratti erano così pieni di grana. Tutti post prontamente rimossi, come da suo stile, magari su consiglio di qualcuno più sveglio. Per non parlare della sua tecnica di marketing raffinata e strategica: “nel weekend non mi rompete il caxxo con i vostri messaggi!” Per non parlare della sbruffoneria nell'ammettere pubblicamente di violare ogni norma sul volo dei droni senza tenere conto dei rischi. La storia della fotografia è stata fatta dai fotografi e non dalle attrezzature. Le più importanti e apprezzate opere fotografiche esposte in musei, cataloghi, libri, sono state realizzate con idee, estro, occhio, genialità, creatività, gusto e non con giocattoli costosi per bimbi nerd infelici. La fotografia è tutt'altra cosa e vive e prospera fuori dai social. Ed è fatta da artisti che trasudano tonnellate di cultura ed estro, che si studiano e ammirano tra di loro. „ L'intervento che avrei voluto scrivere io, direi perfetto!!! |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 13:17
Standing ovation |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 13:38
Ripeto perchè andate sul personale? io non conosco Bertotto, non condivido quello che dice ma mi sembra esagerato questo attaccarlo sul personale e non su quello che dice. Non vi piace quello che fa e quello che vende? andate oltre... |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 14:10
Si ok ma se lui è il primo a darti del cazzaro e troll disadattato uno risponde poi anche a tono a questi soggetti. Poi per l'amor di dio io la chiudo qui anche perchè la sua meritatissima smerdata se l'è già presa. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 14:19
“ Il 6x6 non era per tutti, costi troppo elevati per i fotografi medi. Adesso forse potrei togliermi lo sfizio, ma mi è passata la voglia. „ è vero, costava di più, ma i risultati erano decisamente superiori. Oggi l'analogico, anche medio formato, non ha più senso visti i livelli raggiunti dal digitale. Il formato quadrato digitale, secondo me invece sarebbe un bel vantaggio, sempre che i costi non siano esagerati. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 14:38
“ Oggi l'analogico, anche medio formato, non ha più senso visti i livelli raggiunti dal digitale. „ Non la vedo proprio così. Scatto ancora in analogico medio formato e per me ha ancora molto senso: non solo per la resa, che ha caratteristiche uniche, ma anche per il processo più lento e consapevole che porta a vivere diversamente ogni scatto. Il digitale ha raggiunto livelli straordinari, senza dubbio, ma non credo possa sostituire davvero l'esperienza che la pellicola sa dare. Anzi, i “livelli raggiunti” dal digitale nell'ultima decade, ha portato solamente a risultati da "vetrina social" dove si vuol far vedere che TIZIO ha creato la tecnica XYZ in confronto a CAIO che aveva creato la tecnica XY, che in realtà esistono da quasi un secolo. E se oggi si può recuperare il filamento di una lampadina in ventordicimila scatti digitali, resta il fatto che la fotografia rischia di trasformarsi in un esercizio di estremismo tecnico, spesso svuotato di sentimento. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 14:50
“ è vero, costava di più, ma i risultati erano decisamente superiori. „ Senza dubbio. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 14:56
“ Non la vedo proprio così. Scatto ancora in analogico medio formato e per me ha ancora molto senso: non solo per la resa, che ha caratteristiche uniche, ma anche per il processo più lento e consapevole che porta a vivere diversamente ogni scatto. Il digitale ha raggiunto livelli straordinari, senza dubbio, ma non credo possa sostituire davvero l'esperienza che la pellicola sa dare. Anzi, i “livelli raggiunti” dal digitale nell'ultima decade, ha portato solamente a risultati da "vetrina social" dove si vuol far vedere che TIZIO ha creato la tecnica XYZ in confronto a CAIO che aveva creato la tecnica XY, che in realtà esistono da quasi un secolo. E se oggi si può recuperare il filamento di una lampadina in ventordicimila scatti digitali, resta il fatto che la fotografia rischia di trasformarsi in un esercizio di estremismo tecnico, spesso svuotato di sentimento. „ capisco il tuo punto di vista, ci mancherebbe altro, ma ti giuro che (pur avendo ancora 2 reflex 35mm, ingranditore, proiettore dia) non tornerei indietro nemmeno sotto tortura Troppa fatica, costi troppo elevati, ecc., ecc. |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 20:26
“ sei appena all'inizio del tuo percorso se parli cosi.. i bit servono eccome.. e il motivo per il quale bramo la r6 è che spero che finalmente avremo un raw a 16bit!!!! che poi pubblichi sul web quello cosa c'entra, ma mentre lavori il file vuoi mettere che differenza.. come si dice in Liguria: BELIN!!! „ l'unica cosa che ti è consentito bramare è un pò di gusto stilistico. Devi studiare, studiare, studiare. Rimarrai altrimenti una semplice esca per neofiti attratti dalle lucine |
| inviato il 02 Ottobre 2025 ore 20:31
“ Leggere tanto disagio è davvero deprimente ed è la prova di quanto i social abbiano abbattuto e stiano contribuendo ad abbattere il livello della fotografia, così come di altre forme d'arte. Arte, sì, perché la fotografia lo è. E il personaggio, anzi personaggetto, ringhia livore, rabbia, risentimento infantile sgrammaticato, presunte sfide online cercando risse nel confort della sua cricca di lacchè compiacenti, nella sicumera che quello che faccia lui sia “fotografia” mentre il resto non valga nulla. Credersi un grande fotografo solo sbrodolando attrezzature costose e moderne, senza una ricerca, senza un gusto, senza alcuna cultura, crogiolandosi di sole sterili conoscenze tecniche, non è fare Fotografia. Il risultato? Una galleria di immagini statiche, colorate come alberi di natale dove la summa realizzativa è relegata a nitidezza estrema e lampadine di lampioni visibili. Si può dignitosamente insegnare a fare tutto questo ma non lo si può sbandierare con crassa arroganza come Fotografia. E soprattutto di fronte alla catarsi fotografica social, immersa nel cortocircuito più contraddittorio: allievi con attrezzature da migliaia di euro che spendono qualche decina di euro di corsi. Davvero? Di chi parliamo? Di uno cui venne chiesto quali lavori apprezzasse di Salgado e rispose “chi caxxo è Salgado?” Di uno che si stupiva di come potesse essere diventato celebre Giovanni Gastel se i suoi ritratti erano così pieni di grana. Tutti post prontamente rimossi, come da suo stile, magari su consiglio di qualcuno più sveglio. Per non parlare della sua tecnica di marketing raffinata e strategica: “nel weekend non mi rompete il caxxo con i vostri messaggi!” Per non parlare della sbruffoneria nell'ammettere pubblicamente di violare ogni norma sul volo dei droni senza tenere conto dei rischi. La storia della fotografia è stata fatta dai fotografi e non dalle attrezzature. Le più importanti e apprezzate opere fotografiche esposte in musei, cataloghi, libri, sono state realizzate con idee, estro, occhio, genialità, creatività, gusto e non con giocattoli costosi per bimbi nerd infelici. La fotografia è tutt'altra cosa e vive e prospera fuori dai social. Ed è fatta da artisti che trasudano tonnellate di cultura ed estro, che si studiano e ammirano tra di loro. „ aggiungerei "ahhhhhhh, che lavoroooooooo". "ahhhhhh, la vera fotografia". "ahhhhhh che dettaglio, che nitidezza". Io davvero gli ammiro la tenacia, la perseveranza. L'andare avanti senza porsi la domanda fatidica: "perchè tutti mi perculano?" sono tutti haters cattivoni. |
| inviato il 04 Ottobre 2025 ore 10:08
Tempo fa feci un confronto tra 12e 14 bit con la mia Nikon per vedere eventuali cosa succedeva nel recupero delle ombre.L'unica differenza fu una dominante verde facilmente correggibile.Troppo poco per una comparazione come si deve ma sono pigro e la cosa finì lì. |
| inviato il 05 Ottobre 2025 ore 9:45
Il formato quadrato lo amo e lo odio. Dopo anni in chi ho usato una magnifica rolleiflex 6x6. La composizione può essere perfetta ma è difficilissima. Io l'ho sempre trovato meno impulsivo e più celebrale. Se con il 4/3 la composizione mi viene naturale con il quadrato ci devo pensare. Ma se poi ci arrivo le foto mi sembran perfette. Non so se sia comune o se sia solo una cosa mia |
| inviato il 05 Ottobre 2025 ore 10:07
Che dire... non ce l'ho fatta a leggere tutto!!! A dirla tutta ci sono rimasto male, molto male perchè pensavo di aver trovato un 3d di approfondimento sui nuovi sensori Global Shutter e il possibile arrivo di altre top di gamma e anche dei possibili futuri sviluppi... |
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