| inviato il 28 Agosto 2025 ore 21:16
Ha 6GB di ram e per Cinnamon ne raccomandano 4. Secondo me sarà troppo pesante sulla sua macchina. |
| inviato il 28 Agosto 2025 ore 21:19
La via di mezzo è Mate: molto simile a windows 7. |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 9:32
“ Questo è il motivo per cui il mondo Linux non ha scalzato winzoz a livello desktop. Non oso immaginare la community pinguina coesa in un unico progetto o in una manciata di progetti desktop, ma invece abbiamo più di 300 distro attive, poi navi vascello abbandonate a se stesse, magari inizialmente caldeggiate dalla community per poi cadere nel dimenticatoio. „ La penso anche io cosi. Tanti progetti, anche interessanti e con la loro filosofia ma poi spesso muoiono per mancanza di tempo e in special modo risorse economiche. Finchè sei studente che stai smanettando ok, ma prima o poi non hai più tempo di star dietro alla filosofia, specialmente quando ti arrivano le bollette di casa. Gli unici progetti che possono sopravvivere sono quelli che migrano verso il pagamento, diretto o indiretto, come canonical o redhat. Ma questo è visto dalla community come un tradimento, quindi per ogni progetto grande, ne nascono altri 50 gratuiti che fanno solo confusione e vengono usati solo dagli sviluppatori e dalle loro nonne. Costringendo poi gli amministratori a migrazioni di server, etc. POi alla fine neanche saprei se conviene avere qualcosa gratuito su cui ogni x anni devi ricominciare da zero o se conviene avere un sistema operativo a pagamento che ti da assistenza degna. Avevo un buon server web con centos, mai un problema ma centos è stato "abbandonato" e non c'erano metodi semplici o sicuri per upgradarlo, quindi morale abbiamo dovuto ripartire da zero con AlmaLinux con giorni e giorni di migrazioni di domini e siti web. |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 9:43
“ Gli unici progetti che possono sopravvivere sono quelli che migrano verso il pagamento, diretto o indiretto, come canonical o redhat. Ma questo è visto dalla community come un tradimento, quindi per ogni progetto grande, ne nascono altri 50 gratuiti che fanno solo confusione e vengono usati solo dagli sviluppatori e dalle loro nonne. „ Nelle aziende medio/grandi vengono usati prodotti a pagamento per un semplice motivo: così il manager responsabile, in caso di problemi, può dire che lui aveva scelto il meglio sul mercato o scaricare il problema sul fornitore. Se fa utilizzare un prodotto gratuito e poi c'è un problema, il responsabile diventa lui... Per dire, non è che tutte le aziende abbisognino di Oracle (che fra l'altro costa una botta), semplicemente in questo modo i manager possono dire "io ho scelto il meglio del mercato, se c'è (stato) un problema non è colpa mia". Per il resto mi trovi d'accordo: il fork è uno dei "mali" di Linux e dell'open source. |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 9:48
“ Gli unici progetti che possono sopravvivere sono quelli che migrano verso il pagamento, diretto o indiretto, come canonical o redhat. Ma questo è visto dalla community come un tradimento, quindi per ogni progetto grande, ne nascono altri 50 gratuiti che fanno solo confusione e vengono usati solo dagli sviluppatori e dalle loro nonne. „ Debian sopravvive senza problemi. Slackware anche. |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 10:30
Per Emanuel, direi anche io Lint Mate. Per togliersi il dubbio tutti consigliano di provarlo in Live con una chiavetta usb senza installarlo e vedere come va e se ti piace. |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 10:39
Che in ambito aziendale sia preferibile un sw a pagamento mi pare normale. Non so se dal punto di vista della "continuità" Windows sia proprio da prendere da esempio, viste le ultime scelte fatte con l'11. In tante aziende gira ancora il 7... |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 10:40
Debian sopravvive senza problemi. Slackware anche. Aggiungiamoci pure Archlinux. Quindi abbiamo sia esempi di distribuzioni grandi (Debian e Arch), che piccoline (Slackware). |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 10:48
Esistono comunque aziende che forniscono assistenza specializzata e manutenzione anche su Debian. Non è necessario "tradire" l'open source per creare distribuzioni usate per fornire servizi sicuri ed affidabili. |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 12:02
Hariseldon: si, ma quante decine e decine di distro sono nate e "subito" morte come una perseide d'agosto, nel mentre? (senti come te l'ho buttata giù astronomica... ) |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 12:40
@Mirchetto7: non ho ancora provato freeoffice... Leggendo i vostri post, ad xcfe non avevo pensato, ma rimarrò su Mint per il momento, installandolo anche sul mac di casa in questo fine settimana Anto |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 12:40
Mint sopravvive con donazioni e sponsor di aziende più o meno grandi; Slackware non metto in dubbio la bontà e la longevità (non lo conosco direttamente) ma il sito sembra fatto negli anni '90 e dalle info nel sito il nome "Slackware" è proprietà di 1 persona con un paio di collaboratori e si avvale di altri collaboratori più o meno spot; le ultime due versioni sono uscite nel 2016 e nel 2022. Debian forse è la più robusta sotto tutti punti di vista, per gestione del progetto e per tipologia di società utilizzata, una fondazione senza scopi di lucro che fa anche consulenze. Per i pochi grandi progetti che funzionano ce ne sono centinaia che durano ben poco o sono poco seguiti, basta vedere gli ultimi annunci di distrowatch.com/ |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 12:49
“ Leggendo i vostri post, ad xcfe non avevo pensato, ma rimarrò su Mint per il momento „ Tobè, Xfce non è una distro Linux: è solo uno dei Desktop Environment che puoi usare su Mint (***), e puoi optare per quello quando scegli il "flavor" (versione) di Mint; puoi infatti scaricare ed utilizzare "Mint Cinnamon" (DE Cinnamon, bello ma più pesante), oppure "Mint Xfce" (DE Xfce, un po' più spartano ma leggerissimo e comunque pienamente funzionale), oppure infine "Mint Mate" (DE Mate, che come detto sopra è una via di mezzo fra Cinnamon e Xfce). (***) Chiaramente Xfce, in quanto mero componente di Desktop Environment, non è presente/utilizzabile solo sulla distro Mint: ad esempio, la distro Xubuntu è una fork di Ubuntu con Xfce come Desktop Environment, col risultato di avere un Ubuntu molto leggero e adatto a macchine datate, quale ad esempio il mio muletto di 15 anni fa -- e passa -- che tengo a lavoro, che monta un Phenom 3-core + 8GB DDR2, ma che con un disco SSD da 120GB e Xubuntu fa ancora alla grande il suo lavoro di navigazione, programmazione ed editing basico di foto. Ci gira pure Steam con alcuni platform e giochi vecchi, figurati. |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 18:12
TheBlackBird mille grazie per la nota! |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 23:38
“ Questo è il motivo per cui il mondo Linux non ha scalzato winzoz a livello desktop. „ Questo più la compatibilità hardware (oltre che software se si parla di utilizzi di nicchia dove i programmi vengono scritti solo per Windows o Mac). Sul fisso la mia scheda audio non è supportata (a meno che non sia cambiato qualcosa, sinceramente non ho più provato). Sul portatile non funziona il lettore di impronte, driver totalmente inesistenti. Ho da poco preso una scheda ethernet USB da 2.5Gbps per il portatile, né con Mint né con Ubuntu riesco a far funzionare le VLAN per il PPPoE. OpenWRT (che per altre cose sempre sia lodato) non la vede nemmeno. Ho provato OPNsense (FreeBSD) e nemmeno con quello funzionano le VLAN. Io volentieri abbandonerei Windows perché sulla carta quello che ho provato di Mint mi piace davvero molto e Microsoft ultimamente va fortissimo a fare porcate (forse sono vittina del recente bug che ammazza gli SSD!), ma purtroppo tra software e compatibilità hardware continua a non esserci paragone, e mi spiace veramente che sia così. La mia speranza è che visto il clima attuale l'Europa si muova e inizia a promuovere l'open source per abbandonare la dipendenza dagli USA, ma di certo non sarà una cosa breve. |
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