| inviato il 25 Maggio 2025 ore 16:03
Ha vissuto per almeno vent'anni il suo lavoro di reporter con un'abnegazione, una dedizione, un rispetto per gli altri e una coerenza che non vedo in altri. ******************************************** Ma non è certo stato l'unico. ___________________________________________ Per me è il più grande, credo di non averlo detto di altri in passato e... ********************************************* È una rispettabilissima opinione personale, che non mi sento di condividere. ___________________________________________ |
| inviato il 25 Maggio 2025 ore 16:32
“ Dire che Salgado è famoso solo perché “le tematiche erano di moda” è come dire che Picasso ha fatto carriera perché la gente amava i cubi. Lol. „ +1000 Questione chiusa. |
| inviato il 25 Maggio 2025 ore 19:27
...diciamo che quando si trattano certe tematiche sensibili largamente condivise, sicuramente si ha presa più facile sulle persone. Senza nulla togliere al compianto Salgado, questo credo lo sapesse benissimo. Il suo enorme successo è dipeso anche da questo. Un po' come un McCurry coi suoi ritrattoni spettacolosi e commoventi... :) |
| inviato il 25 Maggio 2025 ore 20:37
“ ...diciamo che quando si trattano certe tematiche sensibili largamente condivise, sicuramente si ha presa più facile sulle persone. Senza nulla togliere al compianto Salgado, questo credo lo sapesse benissimo. Il suo enorme successo è dipeso anche da questo. Un po' come un McCurry coi suoi ritrattoni spettacolosi e commoventi... :) „ Si per le tematiche ma attenzione al parallelo...vero che negli ultimi anni il suo staff ha fatto l'occhiolino all'aspetto commerciale della fotografia e che alcune scelte anche in ripresa, tipo allestire studi fotografici per riprendere tribù sono state discutibili in ambito reportage, ma avendoli ascoltati live entrambi ti posso dire che l'approccio alla fotografia è completanente diverso, Steve ha parlato sempre di se, delle difficoltà che ha dovuto superare per fare le foto e di quanto in sostanza sia stato bravo, mai mostrato reale interesse per i soggetti, Salgado ha raccontato ciò che ha ripreso, drammi umani e ambientali e si percepiva costantemente quanto gli fossero rimasti dentro segnandolo. |
| inviato il 25 Maggio 2025 ore 20:41
+1 |
| inviato il 25 Maggio 2025 ore 22:29
Ma sì, infatti ho detto "senza nulla togliere". Non si dubita della bonarietà dei sentimenti o dell'onestà intellettuale. Dicevo solo che, pur essendo spinti da passioni/empatie reali, comunque un certo modo di narrare il mondo difficilmente desta indifferenza...credo sia implicito che certa fotografia risulti più universale e impattante di altre, ecco. |
| inviato il 25 Maggio 2025 ore 23:07
Quello sicuramente, come il fatto che anche tra i fotografi famosi popolarità e grandezza non siano per forza strettamente correlate. |
| inviato il 25 Maggio 2025 ore 23:13
Ovvio...ma purtroppo molti (anche in ambiti diversi) pensano ancora che successo=qualità e (viceversa) sconosciuto=mezzasega :) |
| inviato il 25 Maggio 2025 ore 23:34
Piccola riflessione. Ho condiviso con alcune persone la notizia della morte di Salgado, ma come spesso succede non ho trovato un plebiscito di persone che hanno condiviso un pensiero unico, tranne per l'aspetto umano della sua scomparsa che è dispiaciuto a tutti. Alcuni lo hanno anche conosciuto ed incontrato varie volte e ci hanno discusso assieme ed hanno passato tempo anche con la moglie e conoscevano nei dettagli tutto il passato e la struttura della sua impresa. Tra i vari "giudizi" che ho raccolto quello che mi ha diciamo impressionato di più è che qualcuno di lo ha definito un "progettista" lui progettava tutto prima ma la grande mente era la moglie, dietro tutto c'era sempre lei che gestiva tutto.Avete presente il detto dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna?Questo è il caso più appropriato .... Io continuo ad adorare i suoi primi reportage... |
| inviato il 25 Maggio 2025 ore 23:41
“ la grande mente era la moglie, dietro tutto c'era sempre lei che gestiva tutto „ Nel film di Wenders e del figlio si evince abbastanza che la moglie era una figura fondamentale. |
| inviato il 26 Maggio 2025 ore 8:38
Ho visto il film dei Wender su Salgado. Della sua opera posseggo solo un libro, "La mano dell'uomo" che avevo comprato in galleria Meravigli a Milano, era fortemente scontato, poco più avanti c'è il negozio della Taschen. All'interno del negozio, su un apposito leggio, era appoggiato il libro Genesis in edizione gigantesca e stampa lussureggiante che si poteva liberamente sfogliare a patto di infilarsi i guantini bianchi di cotone predisposti all'uopo dal negozio. Certo fa un poco pensare la distanza che separa la realtà sociale che sta a tema dell'opera di Salgado ed il segmento di mercato probabilmente facoltoso a cui si rivolge un'edizione del genere. Ma bisogna dire che Salgado con buona coerenza ha riportato i suoi guadagni alla terra da cui proveniva ed a riparare i danni dell'uomo. Nel film viene spiegato bene il motivo per cui Salgado, ad un certo punto della sua vita, distoglie la sua fotocamera dai temi di reportage sociale, dalle carestie, dalle guerre, per volgerla a ciò che nella terra rimane di ancora incontaminato; viene il momento in cui la brutalità umana ed il disastro sociale accomoagnati dal senso di impotenza di fronte alla tragedia diventano insopportabili. È esattamente ciò che era successo anche a Don McCullin. |
| inviato il 26 Maggio 2025 ore 8:40
"poi a metà di "Genesi" passò al digitale (Pentax 645D, se non ricordo male)" Secondo me ricordi male, è passato a Canon 1D. Nei filmati di Wender si vede Salgado sdraiato sulle spiagge intento a fotografare leoni marini con in mano una reflex Canon (Lo scrivo perché siamo in una sezione tecnica quindi non venite a dirmi di parlare di fotografia e non di macchine ) |
| inviato il 26 Maggio 2025 ore 19:32
Sono d'accordo con @Caterina: diverso l'impegno personale, etico e sociale dei due fotografi. Sul piano tecnico devo dire che preferisco opere precedenti, almeno a giudicare dai libri che posseggo: "La mano dell'uomo", "Africa" del 2006 avevano una "intonazione" più intima e meno spettacolare, anche nella stampa del bianconero. Già con Genesis, mostra di grande impatto che andai a vedere in anteprima all'Ara Pacis di Roma nel 2013, forse anche per le necessità di cambio di attrezzatura e tecnologia, l'aspetto formale cambiò ( a mio parere): ma le foto in grande formato, lo studio attento e programmatico nei 10 anni di viaggi necessari a compiere un'opera di respiro credo non facilmente raggiungibile per la sua completezza, quasi sistematica, restituivano, quando uscivi dalla mostra ( 12 anni fa, poi si è talmente parlato che le sensazioni inevitabilmente sono sbiadite) un senso di nostalgia, di rimpianto, di malinconia, forse anche di rimorso; gli psicologi potrebbero definirla "nostomania", il bisogno di ritorno all'infanzia e, per esteso, penso, alle nostre origini. Anche se in psicologia spesso assume connotati patologici. In questo senso rimane opera meritoria, anche se tanto pubblicizzata creando tantissima attesa, cosa che, però, non ne dovrebbe attenuare il valore, anche purificatore. Sotto questo punto di vista il libro, edito al solito da Taschen , non permette di comunicare le stesse sensazioni un po' struggenti della mostra, sensazioni in parte, a mio modesto parere, recuperabili dal filmato di Wim Wenders. Negli anni successivi mi sembra che sia cambiato un po' il suo modo di fotografare e di stampare. Nell'opera "Amazonia" che ho nella mia libreria (del 2016) le foto diventano spettacolari e, come dice Caterina Bruzzone, si eccede in modo discutibile con gli allestimenti di studi fotografici per riprendere le tribù ; così come non dovrebbe essere la foto di reportage. Senza mitizzarlo, in ogni caso un Salgado ci vuole nella storia della fotografia. |
| inviato il 26 Maggio 2025 ore 20:49
“ come dice Caterina Bruzzone, si eccede in modo discutibile con gli allestimenti di studi fotografici per riprendere le tribù „ Lo vedo in qualche modo: i ritratti di queste persone erano importanti per lui. Senza la giungla come sfondo, si vede una persona degna di essere onorata, e non solo il presunto abitante primitivo della giungla. |
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