| inviato il 29 Aprile 2025 ore 12:15
Ciao Ivo...sei sotto col lavoro?...mi é rimasta impressa la frase di un'amico Siciliano "le vacanze non esistono" |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 12:19
“ permetterà di separare in modo molto più drastico quello che é fotografia o no, insomma ricentrerà la fotografia sulla sua vera "essenza" invece del marasma attuale di pseudo-foto post-prodotte a oltranza che passano ancora per fotografie „ In effetti è una possibilità. Ma la "genuinità" del prodotto sarà ormai unicamente affidata all'etica del fotografo. L'etica, appunto… Sono da considerare anche alcuni tentativi di arginare le falsificazioni, diffondendo l'uso di un "bollino digitale" che traccia le operazioni fatte sull'immagine. Senza bollino non c'è garanzia su quale trattamento la foto abbia subito. Si è sviluppato un accordo tra i principali produttori del settore. contentauthenticity.org/ |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 14:46
Seppur l'argomento è già stato trattato rimane sempre interessante riflettere su questa tematica... Qui ho letto tutto ma non ho letto il file di Leo, ma in ogni caso già avrei un paio di cosine da dire che, appena trovo il tempo spero di sedermi due minuti per scrivere... |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 15:14
******** Il semplice riportare un taglio (che può essere fatto in post) o riprendere una da una certa inquadratura escludendo parte di una scena che vediamo, è già interpretativo.********* Mi aggancio qui per dire la mia... Purtroppo quando immortaliamo una scena spesso non possiamo portare tutta l'intera scena che vediamo dentro una foto, quindi se ne ritaglia un pezzo che secondo noi meglio rappresenta quel momento, e fino a qui credo che non aver detto nulla di nuovo, però credo che ci si possa avvicinare parecchio alla realtà del momento per cercare di trasmettere, grosso modo, l'unicità del momento... Per esempio in paesaggistica..... Ogni scatto richiederà una valutazione personalizzata di come lo si vuole mostrare agli altri... In certi casi trovo più che legittimo manipolare la realtà creando un qualcosa di nuovo e grossomodo plausibile... Insomma , secondo me non per forza si debba sempre riportare la naturalezza della scena immortalata..... In certi casi si può manipolare tramite post produzione la realtà del momento per crearne una che rassomigli ad altri momenti che magari abbiamo visto nello stesso posto.... Quindi, a parità di location, su una foto scialba, si rappresenta la realtà che è avvenuta in un altro momento che aveva colori ad atmosfera più interessanti...... Anche se, riuscire a farlo con credibilità non è così semplice... |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 15:34
******** Per me due punti sono importanti. Il primo è l'onestà verso lo spettatore. Se io elimino o aggiungo degli elementi nella foto e faccio credere a chi la guarda che quella è la scena che ho visto realmente, allora la mia è una scorrettezza. ********* Ma non lo so, ho qualche perplessità su questo aspetto, cioè non per forza si deve comunicare tutti i retroscena che hanno portato alla creazione di una certa immagine..... E come nella pittura che magari si omette di aggiungere un dettaglio un particolare.... Un pittore non è tenuto a dire o specificare se ha tolto o aggiunto qualcosa nel suo quadro, soprattutto quando si tratta di paesaggistica che è in continuo mutamento......... Quello che conta è la creazione finale o ancora di più quello che trasmette all'osservatore... Il dietro le quinte non per forza deve essere svelato.... (Ovviamente se si tratta di uno stravolgimento totale, beh quello è un altro discorso, siamo più sull'interpretazione/creazione personale.....) |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 15:47
Sono perfettamente daccordo se ti riferisci a foto scattate per puro piacere personale, direi estetico. |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 15:50
“ Io credo che contrariamente a quello che tutti temono l'AI sarà benefica per la fotografia perché permetterà di separare in modo molto più drastico quello che é fotografia o no, insomma ricentrerà la fotografia sulla sua vera "essenza" invece del marasma attuale di pseudo-foto post-prodotte a oltranza che passano ancora per fotografie „ @Leo sai che è una cosa su cui non avevo mai riflettuto. Per differenziarsi (anche perché ad un certo punto l' Ai sarà migliore del miglior ritoccatore), allora la foto la lasciamo così com' è.... Scattiamo in jpg.... È una via a cui sinceramente non avevo veramente pensato..... Può essere, ci sta.... |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 15:52
“ E come nella pittura che magari si omette di aggiungere un dettaglio un particolare.... Un pittore non è tenuto a dire o specificare se ha tolto o aggiunto qualcosa nel suo quadro, „ Eh, Salvo, la questione è proprio lì. Hai in mano uno strumento che ha il privilegio di riferirsi direttamente alla realtà. È quella la sua forza. In questo la fotografia è unica. Se rinunciamo a questo, allora la snaturiamo. Tanto vale fare i pittori che partono dalla tela bianca. Se trattiamo la fotografia come la pittura, allora aveva ragione Beaudelaire quando diceva che i fotografi sono pittori falliti. Invece i fotografi hanno dato dignità al loro strumento proprio perché ne hanno valorizzato la sua caratteristica unica. |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 16:11
“ Eh, Salvo, la questione è proprio lì. Hai in mano uno strumento che ha il privilegio di riferirsi direttamente alla realtà. È quella la sua forza. In questo la fotografia è unica. „ Ma se porti questo ragionamento all'eccesso allora torniamo al jpeg o alla pellicola (senza PP in stampa). Ma perchè toglierci un divertimento e un tentativo di sviluppare anche solo un pelo di creatività? |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 16:30
Come le diapositive, bellissime, io non domandavo meglio, anche in B&N ne ho di fantastiche... No comunque raw o jpeg é lo stesso, lo sviluppo non conta, farlo dentro o fuori la macchina é =, a condizione che ti limiti a piccoli aggiustamenti di contrasto, riequilibrio luci/ombre, WB, ecc...come si poteva fare all'ingranditore cioé senza esagerazione e senza modificazione, l'importante é cheallora resta una "vera" foto ....al limite si puo usare pure il clone ma solo per levare la polvere e le macchie sul sensore ho provato pure a sviluppare i raw con la fotocamera stessa, vengono meglio che i jpeg perché puoi fare qualche minime correzioni ma consuma un sacco le pile tantovale farlo con canon dpp. |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 17:08
Io sono un semplice "fotografo" amatoriale, non certo un professionista, ma mi permetto comunque di esprimere la mia opinione sulla questione. Secondo me parlare di post produzione è già sbagliato, sarebbe più corretto parlare di elaborazione post scatto. Perché la produzione di una foto inizia nella mente del fotografo e finisce con la stampa o al più oggi con il jpeg (se l'uso che se ne vuole fare è puramente digitale). Quindi comprende non solo lo scatto, ma anche il passaggio in camera oscura (tempo fa) e in Lightroom e simili (oggi). Se si scatta direttamente in jpeg, non si sta saltando un passaggio, ma semplicemente affidando l'elaborazione alla macchina fotografica, che per me è il contrario del concetto di purezza. Ci si sta semplicemente affidando ad un algoritmo scritto da qualche gruppo di ingegneri. E' una contaminazione. Certo vista in questi termini, tutto è una contaminazione, obiettivo, sensore, LR, ma questi passaggi oltre ad essere inevitabili hanno la peculiarità di comprendere talmente tante variabili da permettere al fotografo di avere il controllo ed esprimersi liberamente come vuole ed è questo il punto. La purezza sta più che altro nell'aderenza della foto prodotta all'idea nella mente del fotografo. Spesso l'idea del fotografo è proprio di riprodurre la realtà, ma non sempre. E anche la stessa realtà non esiste di per se, è già il frutto di un'interpretazione della nostra mente attraverso l'occhio. La realtà di un daltonico è già diversa, o più semplicemente la realtà che vedeva Atget guardano una vetrina era molto diversa da quella che avrei potuto vedere io. Con questo non voglio assolutamente dire che è tutto relativo. Anzi. La fotografia, come altre forme d'arte, è un mezzo espressivo e come tale ha un proprio linguaggio. Un linguaggio, sia esso parlato, scritto, visivo o uditivo, è caratterizzato da elementi espressivi (come parole o note musicali) e da una grammatica, cioè regole che vanno rispettate per non essere sgrammaticati e risultare incompresibili. Nel caso della fotografia gli elementi espressivi sono tutti i vari aspetti che caratterizzano una foto, luminosità, contrato, colori, composizione, ecc... che non possono essere usati a casaccio, se si vuole riuscire a comunicare quello che si vuole comunicare. Perché alla base di tutto c'è proprio la comunicazione, non esisterebbe nessun linguaggio se non avessimo i cinque sensi e qualcuno con cui comunicare. E la bellezza di quello che uno dice dipende da come si dosano e si mettono assieme gli elementi espressivi del linguaggio che stiamo usando. Ed è brutto dirlo, ma dipende anche dall'orecchio o occhio del nostro interlocutore. Concludo dicendo che tutto questo prescinde dallo strumento, non ha nessuna importanza ad esempio se la drammaticità che ho voluto dare ad una foto deriva dallo scatto o da come ho gestito la foto dopo lo scatto, l'importante è essere riusciti a esprimere quelle che si voleva come si voleva. Che poi è la cosa più difficile e il motivo per cui spesso ammiriamo i grandi artisti è la naturalezza con cui ci riescono. |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 17:08
Cavolo mi sono perso l'articolo dove posso scaricarlo, potete ripostarlo? |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 17:11
Secondo me neanche il jpg e' reale ci hanno pensato loro a pp la foto mettendo a disposizione un jpg secondo i canoni del costruttore |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 17:17
é in pagina 1 |
| inviato il 29 Aprile 2025 ore 17:22
Grazie |
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