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Henri Cartier Bresson ai giorni nostri sarebbe stato sempre HC Bresson?


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avatarsenior
inviato il 25 Febbraio 2025 ore 23:51

Più che altro:

Quanti scatti portavano a casa quei fotografi veri e quanti di buoni ne ricavavano?

Oggi tutta la marea di foto-collaudatori di fotocamere e ottiche quanti scatti portano a casa per ogni sessione e quanta percentuale è minimamente degna di essere postata sui forum? A diventare capolavori ovviamente i numeri cambiano in misura terrificante.

avatarsenior
inviato il 26 Febbraio 2025 ore 0:22

quanta percentuale è minimamente degna di essere postata sui forum?


Una piccola considerazione: Henri Cartier Bresson non postava nulla, ma lui le sue foto le vendeva, aveva committenti disposti e riconoscergli una professionalità, a pagare spese di trasferta.
I libri da lui pubblicato erano acquistati da chi voleva leggerli.

Puoi postare quanto vuoi tanto, è gratuito, puoi avere poi dei follower ma se non vieni pagato per questo non sei un professionista.

Se il mercato non ti riconosce un valore magari sei il secondo Vivian Mayer ma non puoi paragonarti a qualcuno che viene pagato per i suoi scatti.

Mi viene in mente Toscani, McCurry, paragoniamo professionisti con professionisti.

avatarjunior
inviato il 26 Febbraio 2025 ore 9:29

Matteo Groppi +1

avatarsenior
inviato il 26 Febbraio 2025 ore 12:15

Una piccola considerazione: Henri Cartier Bresson non postava nulla, ma lui le sue foto le vendeva, aveva committenti disposti e riconoscergli una professionalità, a pagare spese di trasferta.
I libri da lui pubblicato erano acquistati da chi voleva leggerli.


Il fatto è che oggi una buona parte di "arte fotografica" è stata invasa con la stessa fantasia e applicazione di come si sfornano i popcorn a livello industriale e allora tutto viene diluito e separare il buono dal mediocre risulta difficoltoso.

avatarsenior
inviato il 26 Febbraio 2025 ore 12:38

Il fatto è che oggi una buona parte di "arte fotografica" è stata invasa con la stessa fantasia e applicazione di come si sfornano i popcorn a livello industriale e allora tutto viene diluito e separare il buono dal mediocre risulta difficoltoso.

Il mondo è invaso di fotografie. I social moltiplicano le stesse in modo enorme. Ma di buona fotografia ce ne tanta in giro. Bisogna guardare nei posti giusti. Nelle mostre, nei festival, nei bookshop giusti. Insomma, di fotografia buona contemporanea, di autori autorevoli il mondo è pieno

avatarsenior
inviato il 26 Febbraio 2025 ore 14:09

Non ho letto tutto ,e forse l'hanno già detto
In ogni periodo storico qualcuno riesce a mettere un marchio che rimane indelebile,e diventa storia....
Non ha senso fare paragoni su cosa avrebbe/sarebbe riuscito a dare oggi.

avatarsenior
inviato il 28 Febbraio 2025 ore 16:52

Aggiungerei solo che oggi la visione della fotografia contemporanea è molto cambiata. Il "cogli l'attimo" oggi non funziona più. La fotografia contemporanea è più riflessiva, più introspettiva, più d'indagine e riflessione, più concettuale


Pare anche a me, mi pare un punto importante.

Piccola parentesi storica limitandomi a Bresson e al "cogli l'attimo", viene in mente la sua famosa opera "The decisive moment".
Traduzione americana non esattamente coincidente come significato con il titolo originale "Images a la sauvette", che forse intendeva fotografie prese all'improvviso (spesso di nascosto).
Una questione ciclicamente dibattuta, essendo da lì nato questa sorta di "mito" del momento decisivo


Che cosa ne pensi di questo argomento?


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