| inviato il 25 Novembre 2024 ore 17:17
Il tentativo di Miopiartistica di attribuirmi pensieri e parole che non mi appartengono... è miseramente fallito. Chiedere ad uno che scrive : "..l'essere umano che ha fede è qualcosa che va oltre.", cosa pensa di tutti quelli che non hanno la fede, probabilmente sperando che quest'ultimo faccia affermazioni cattive e pregiudizievoli, dimostra che chi chiede non ha assolutamente capito cosa sia la fede. Un grande abbraccio a Mio ( abbrevio per comodità ). Detto questo, ci tengo a dire che non sono un religioso e di religiosi ho solo alcuni momenti, tra i quali pensare, dormire e fare la cacca. |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 17:23
Perché la fede è un rischio? Se non ha a che fare col pensiero umano ma, come si dice di solito, si "sente", quali rischi ci sono? |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 17:33
@ Rombro: ma, di fatto, sappiamo bene che l'esistenza terrena ha una fine. Per questo, come si usa dire oggi, c'è una 'ricerca di senso'. Per alcuni questa ricerca si arresta davanti a tanti tipi di 'muri': il dolore degli innocenti; la vittoria del male e dei malvagi; l'insensatezza della Storia; la morte. Tutto questo porta o a vivere un qui e ora quasi anestetizzato, oppure a 'saccheggiare' il saccheggiabile - tanto tra poco è finita- e devo prendermi il meglio a discapito di chi incontro. ( Sartre: " l'inferno? L'inferno sono GLI ALTRI") Forse per compiutezzza si potrebbe intendere 'significato' o 'senso', cioè: il tutto dove va a parare? Le ipotesi di risposta sono tante: l'agnosticismo; il cinismo; le pratiche teosofiche; la cura della psicofisicità; l'impegno socio-politico; le grandi Religioni... Antigone, a un certo punto, dice: " Molte sono le cose mirabili/terribili ( deinà ), ma niente è più mirabile/terribile dell'uomo" Non è mirabile/terribile?? Non è, anche, commovente? |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 17:36
@Rombro: E' un rischio perché potresti fidarti di qualcuno che non c'è o che è inaffidabile. Comporta scelte, orientamenti di vita, decisioni radicali. Diversamente è, sì, solo un sentimento consolatorio ( e illusorio) |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 17:43
Quindi quando si parla di "sentire" la fede, stiamo parlando di qualcosa che si proietta verso un Altrove con forte speranza in un senso finale e non di un'attendibilità obiettiva che prescinde dal nostro sistema psichico? |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 17:57
“ la Fede è un rischio! „ Può darsi, ma storicamente vediamo che la pelle la rischiavano di più infedeli e miscredenti. ( ... non è esattamente in argomento, comunque, giusto per la chiacchiera, vi sottopongo una riflessione che tempo fa mi è venuta e cioè: tra un migliaio di anni, nei libri di storia (ammesso che ci siano ancora storici e libri di storia tra duemila anni, ma immagianiamolo) a proposito della Shoah, cosa pensate che ci sarà scritto? Certamente la cosa sarà lontanissima nel tempo e verrà descritta in estrema sintesi, e il tempo passato accrescerà la lucidità del racconto, anche se esso sarà più sommario. Io non credo ci si soffermerà più di tanto sulla figura di Hitler e sull'ideologia nazista. Penso invece che ci sarà scritto che, nel corso della seconda guerra mondiale, furono uccisi circa sei milioni di ebrei. Da chi? Semplicissimo: dagli altri. ...) |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 18:02
Se la vita umana è talmente poco affidabile da dare una prova certa della propria fine allora non ha molto più senso affidarsi e fidarsi e avere fede, in quello che sarà il dopo pur non avendone alcuna prova ?!!! Per capire il senso della fede, credo, che prima di ogni cosa sia fondamentale andare oltre la vita terrena e l'attaccamento naturale che l'essere umano prova per essa. Forse, se si ha paura di morire non si potrà mai capire cosa è avere fede... |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 18:04
Io posso parlare della mia esperienza e della mia riflessione sulla fede, così come l'ho ricevuta dalla rivelazione giudaico-cristiana e come cerco di conservarla: nella Bibbia il paradigma della fede è Abramo, nel libro della Genesi, dal capitolo 12 al 25. Abramo è un vecchio; sua moglie è sterile; ha cercato il senso della vita nelle stelle e nell'idolatria; sta per andarsene senza aver concluso nulla ( è il 'tipo' di un'infinità di uomini e donne anche dei giorni nostri) Dio prende l'iniziativa e gli chiede di lasciare tutto, promettendogli discendenza, terra, insomma una vita nuova e piena. Abramo non obietta: parte, si muove. Passerà del tempo e molti alti e bassi. Dopo qualche anno la moglie concepisce. Nasce il figlio della promessa. La fiducia di Abramo in Dio si è irrobustita...ecc.ecc. Sono state scritte biblioteche sulla fede di Abramo: una cosa è certa. Si tratta di fede concreta, fatta di gesti, di partenze, di oscurità, di paure ( basta leggere i testi). E' esistito Abramo? E chi lo sa? E checcefrega, se ho capito che è una storia paradigmatica sul significato della fede in un Dio che desidera stringere con te un'alleanza. Qualcuno ha scritto un concetto mirabile: ' I fatti raccontati nei primi capitoli della Genesi non sono mai accaduti, perché...accadono sempre" ( !! ) Lì c'è il senso della vita di ogni uomo, se vuole avere la disponibilità e la pazienza di aprirsi. Diversamente, ognuno è libero di alzare le spalle e dire: " Sono tutte fandonie". Tanto, sempre la Scrittura dice, Dio ama tutti i suoi 'figli', anche gli increduli. |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 18:09
@ Miopia: ma credi davvero che sempre, chi è religioso o praticante, abbia davvero Fede? Quante incrostazioni, quante sovrastrutture, quanti atteggiamenti compunti: il farisaismo non è mai morto! |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 18:12
Beh, certo che una vita di dedizione a Dio è fatta di gesti concreti. Guardiamo solo agli esempi dei mistici, mi viene in mente La Notte Oscura di San Juan de la Cruz. Però, Paolo, mi pare che alla fine si parte sempre da un bisogno personale più che da una "illuminazione" indipendente da noi. In questo senso, la fede e il credere non sono così dissimili. |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 18:13
...è pieno di religiosi e affino praticanti che non hanno la fede ma al contrario una paura folle di morire e non esistere più. Ed è il più grande dei paradossi. Credere in qualcosa che sarà dopo ma lottare perpetuamente per andarci il più tardi possibile e solo perché la questione è inevitabile. |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 18:20
Fede e credere sono sinonimi, in qualche modo. Se non sbaglio il termine ebraico di 'fede' significa poggiare i piedi su qualcosa/qualcuno. A dire il vero la Scrittura ci mostra, in moltissimi esempi, che è Dio a prendere l'iniziativa: con fatti della vita; incontri; ispirazioni; rovesci... E' come se, per attirare l'attenzione di qualcuno che è in pericolo, tu gli dessi uno strattone: gli fai male, ma lo salvi. L'uomo, lasciato a se stesso, penserebbe solo a far fronte ai bisogni primari: è mortale. |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 18:23
Felix: vero. La fede vera, anche nelle difficoltà dell'esistenza, porta una pace ...sotterranea e tranquilla. |
| inviato il 25 Novembre 2024 ore 18:24
Sì, Paolo, ma essendo anche psicologicamente fallaci, come possiamo renderci conto se quei segni che interpretiamo fuori da noi, non abbiamo niente a che fare con noi stessi? |
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