| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 22:38
Speed... Aspetta... Ti spiego che cosa ho fatto... Ho voluto fare delle foto al limite delle ottiche. Leica e zeiss. Come potevo rendere delle foto con dei contrasti elevati, senza flash, volutamente, pure con una difficolta' elevata? Aggiungi che ho una miopia impportante e ho focheggiato manualmente. Cioe', se facessi delle foto per altri userei altre macchine, ma per puro piacere personale uso altro. Piena estate, controluce, venticello che quando spostava le foglie ti entrava dalla leica e dalla contax la luce solare. Fatte volutamente in questo modo, le foto. Potevo aprire di due diaframmi ma volevo un effetto drammatico con ombre chiuse. Nero su chiaro. Stesso cosa che ho fatto con le venature delle foto a colori. Se aprivo i diaframmi, uscivano delle foto piu' chiare ma meno drammatiche se vogliamo dirla cosi'. La luce che vedi delle foglie e' proprio quella del raggi solari. Puo' piacere o meno ma vado pazzo per i controluce, la luce radente, i riflessi vari dei bicchieri, la luce a macchie sugli alberi che spostano i rami con le foglie, la luce delle ore centrali su un laghetto e su una picvola xascata e fontanella, ecc... Questi giochi di luce. Forse mi spiego meglio se ti dico che la mia idea di gotografia e' quella della luce di REMBRANDT. Dipinti molto bui per poi dirigere l'attenziobe su uno squarcio di luci laterali. IMMENSO. |
| inviato il 10 Ottobre 2024 ore 23:07
“ comunque tutto è manipolazione, pellicola, digitale, dig-mono, camera oscura camera chiara, stampa ecc ecc. In tutto c'è l'intervento umano, in tutti i processi ci sono le variabili, il "vero" non esiste. „ Appunto... è per questo che sto chiedendo cosa sta cercando... |
| inviato il 11 Ottobre 2024 ore 7:19
Siccome si parlava di BN....io mi riferivo a solo a quelle |
| inviato il 11 Ottobre 2024 ore 7:58
Mah il b&n "diretto" in digitale sarebbe a dire comme le diapositive in b&n (bellissime, ne ho fatte parecchie all'epoca sia alfa scala sia diverse pellicole kodak e ilford invertite col kit tetenal) ...si in analogico era una buona soluzione quando non si disponeva di una camera oscura e/o di un (costosissimo) labo professionale in b&n, in digitale per diverse ragioni (che non elenco) è più comodo e qualitativo partire da raw a colori, salvo se manchi crudelmente di tempo per svilupparli a dovere. Ho provato a creare dei preset in b&n con canon dpp che poi ho trasferito via cavo usb nella camera con canon utility per ottenere dei buoni jpeg diretti in b&b ma preferisco partire dai raw à colori. |
| inviato il 13 Ottobre 2024 ore 14:57
"Per fare una bella foto in bianco e nero, in fase di ripresa, digitale, come fate?" Occhio che in Fotografia conta solo l'immagine finita, e basta. Tutto quello che in immagine finita non si vede, incluso il come ci arrivi a quell'immagine finita, non conta un bel razzo, con la C, di nulla. Il passaggio dal mondo reale, a colori, al mondo in B&N della fotografia, digitale o chimica che sia, richiede la scelta di un profilo di conversione dal mondo a colori al mondo in B&N (= ad una determinata tonalità cromatica viene associato un determinato tono di grigio). In foto Chimica quel profilo di conversione era dato dal tipo di pellicola scelto, dal suo sviluppo, tipo di chimici usati, dall'agitazione e durata dello sviluppo, e poi dalla scelta della carta, dallo sviluppo della carta, chimici e durata, e dalla bravura dello stampatore (= dal Dodge & Burn in fase di esposizione carta). La scelta del profilo di conversione in digitale su fotocamera a colori è data dal profilo di conversione da colore a B&N, che si decide ed ottimizza in fase di fotoritocco digitale dell'immagine RAW originale a colori, in pratica fai, col software, le stesse scelte che facevi in chimico scegliendo tutti quei fattori citati sopra, tipo di pellicola, tipo e modalità di sviluppo della pellicola, tipo di carta e tipo e modalità di esposizione e sviluppo di quella carta scelta. Ovvero, per avere le migliori stampe in B&N, sia chimiche che digitali, nulla di automatico, tutto deciso e fatto da sè o dallo stampatore alla presenza del fotografo. Usare una fotocamera Monochrom digitale per fare fotografie in B&N, per fare un paragone con la fotografia analogica chimica, è come usare una fotocamera che compri con la pellicola scelta da chi ti vende la fotocamera e quella pellicola che ti rifilano, non la puoi più cambiare. Questo perché il profilo di conversione colore - B&N lo sceglie il costruttore della fotocamera e tu non lo puoi più cambiare. Occhio che l'aggiunta di filtri colorati davanti all'obiettivo di una Monochrom NON cambia il profilo di conversione da colore a B&N, cambia solo i colori del mondo. Detta in altre parole, come ho già detto sopra, con le Monochrom compri un'automobile, la devi far guidare da un altro, un autista, tu non la puoi guidare, e l'autista non lo puoi più cambiare. Se usi una normale fotocamera a colori e la fai scattare in B&N, puoi cambiare il profilo di conversione da colore a B&N , cambiando il Picture Control e desaturando, facendo dunque fare il fotoritocco alla fotocamera, ma la fotocamera ha un'elettronica misera, quel lavoro lo fai meglio in fotoritocco esterno. Il "bello contrastato", in fotografia, colori o B&N che sia, è lavoro, tecnicamente, da incompetenti: avere fotografie contrastate è facile, facilissimo, ed è da novellini ignoranti, il difficile è farle con tutti i vari toni delicati, cromatici e di grigio. |
| inviato il 13 Ottobre 2024 ore 21:32
“ Quello che trovo difficile (parlo per me) è avere occhio per il bianco e nero, capire subito quali combinazioni di luci e ombre faranno un buon effetto senza farsi distrarre dai colori, anzi pensando il colore in funzione della resa in bianco e nero. „ C'è da dire che gli EVF aiutano moltissimo, con la simulazione a mirino di un BN. Poi si può sempre riprendere il raw a colori e fare un BN migliore al pc. |
| inviato il 13 Ottobre 2024 ore 21:46
“ comunque tutto è manipolazione, pellicola, digitale, dig-mono, camera oscura camera chiara, stampa ecc ecc. In tutto c'è l'intervento umano, in tutti i processi ci sono le variabili, il "vero" non esiste. „ Già solo la scelte di quanto tempo catturare, quando scattare, quanto profondità di campo mettere a fuoco e quale porzione inquadrare modificano pesantemente la realtà, ancor prima della scelta di un titolo e/o didascalia, altrettanto importanti nel dare la chiave di lettura. Una foto non è mai realtà, la realtà è tridimensionale, ha odori, suoni, la puoi toccare e non è limitata da un inquadratura e da una didascalia scritta da altri. E' follia considerare realtà le rappresentazioni bidimensionali fatte da una fotocamera. Non sono più vere di un dipinto o di un disegno. |
| inviato il 13 Ottobre 2024 ore 21:54
30 anni fa collaboravo con un matrimonialista, tutto 120 a colori, di solito 6x6 e più raramente 4,5x6. Il mio compito era stampare un paio di 40x50 o 30x40 in bianco e nero che sembrassero veramente scattate in bianco e nero. Quindi tutta tecnica di PP all'ingranditore carta multigrade con filtri diversi per cambiare il contrasto solo su certe zone, maschere e ogni altro trucco immaginabile. Diciamo che erano stampe BN verosimiglianti piuttosto che vere stampe bianco e nero, per via della maschera arancione delle pellicole a colori, sia per la differenza generale di contrasto. Un ciano e un magenta vicini creano un contrasto cromatico notevole, in bianco e nero sono due grigini |
| inviato il 13 Ottobre 2024 ore 22:09
+ 100 @Alessandro Pollastrini. |
| inviato il 13 Ottobre 2024 ore 22:36
Il bw è una forma espressiva in fotografia. Il bw racconta in modo diverso del colore. La questione delle questioni è saper cosa raccontare e come raccontare con il mezzo fotografico. La questione se il bw è originato da una pellicola o da un sensore è un'inezia, e' solo un sofismo |
| inviato il 14 Ottobre 2024 ore 0:02
Alessandro perfetto grazie. |
| inviato il 14 Ottobre 2024 ore 0:16
Buenavida in effetti... io sono "nato" in bianco e nero... Nel senso che guardavo la tv in bianco e nero sino a tardi "presa a colori molto tardi". poi d collezionista e adoratore di libri e riviste, ho sempre notato la differenza non tanto dei grigi ma della stampa. paesaggi e altri generi fotografici, bellissimi perchè l'editore usava una carta speciale per la foto, diversa dalla pagina stampata. Esemplari sono le foto degli anni '30 nei libri e le cartoline. prima e dopo quel periodo, le foto, anche bellissime, non mi piacciono più di tanto. l'unico colore che si capisce nel bianco e nero è proprio il rosso, hai ragione. è un nero più "brillante". |
| inviato il 14 Ottobre 2024 ore 6:15
“ Quindi tutta tecnica di PP all'ingranditore carta multigrade con filtri diversi per cambiare il contrasto solo su certe zone, maschere e ogni altro trucco immaginabile. „ Sì, non esiste il "bianco e nero" senza un lavoro per modificare localmente la luminosità. La macchina che "fa un bel bianco e nero" esiste solo nella testa del fotoamatore. Si guarda la fotografia stampata così com'è per decidere dove intervenire in modo da ottenere un equilibrio tonale fra le parti e una coerenza narrativa.
 |
| inviato il 14 Ottobre 2024 ore 7:42
"C'è da dire che gli EVF aiutano moltissimo, con la simulazione a mirino di un BN" Aiutano l'incompetente, non chi sa fotografare. Uno che sa fare bene il B&N, molto prima di eseguire lo scatto, vede, coi suoi occhi e non con la fotocamera, la scena o il soggetto che darà poi una fotografia migliore in B&N che a colori. Perché il Bianco e Nero è un'astrazione dalla realtà, ed una fotografia in Bianco e Nero prende le distanze dalla realtà, e diviene in automatico una composizione astratta. Chi fotografa in Bianco e Nero cerca l'Essenza delle cose, cerca un messaggio diretto e chiaro, privo di distrazioni. Una fotografia in Bianco e Nero è priva del colore, e questa mancanza di una parte rilevante ed importante dell'informazione dell'immagine rende la parte restante molto più essenziale. Il Bianco e Nero spoglia l'immagine dal superfluo e dalle distrazioni mettendo in risalto la forma e la semplicità. Per ottenere un bel bianco e nero necessita una scena, a colori, che renda bene priva di colore: - scene con interessanti texture, pattern e volumi - scene che risulterebbero in bei contrasti o belle gradazioni di grigio, scena con colori che disturbano ma con soggetti molto potenti - etc… Detta in altre parole, la foto in Bianco e Nero va previsualizzata prima dello scatto con conoscenza compositiva e tecnica di come sarà la stampa finita, bei suoi toni, contrasto e dinamica, il tutto prima di scattare. E dunque, a parer mio personalissimo, le Monochrom vanno bene a chi il B&N non lo sa fare, per ignoranza sia culturale, non sanno quali sono le scene migliori da fotografare in B&N, che tecnica, il B&N in fotoritocco non lo sanno fare. Questo perché per ogni scena e per ogni stampa , per lavorare al meglio della qualità ottenibile, è necessario scegliersi il profilo di conversione da colore in B&N, non lo devi subire, lo devi scegliere. Comprarsi una Monochrom per fare del B&N, per quanto mi riguarda, è come andare a letto con una bambola di gomma, invece che con una ragazzotta bella soda e vivace, godi poco e male. |
| inviato il 14 Ottobre 2024 ore 8:01
Queste mie fotografie in B&N con la Monochrom non le puoi fare con la stessa qualità d'immagine delle mie, se usi un sensore monocromatico ti viene una qualità d'immagine peggiore:
 Cliccare sull'immagine per vederla grande!
 Cliccare sull'immagine per vederla grande!
 Cliccare sull'immagine per vederla grande!
 Cliccare sull'immagine per vederla grande!
 Cliccare sull'immagine per vederla grande! Questo perché, semplicemente, ogni fotografia che ha una scena diversa come colori richiede un profilo di conversione da colore a B&N diverso, e la Monochrom invece ne ha uno solo. Se applichi lo stesso profilo di conversione da colore a B&N ad una scena senza colore, tipo gli alberi nella neve, e ad una scena con tanto colore, tipo l'automobile della 1000 Miglia, rossa, che corre nella campagna coi cipressi verde scuro, l'erba verde chiara ed il cielo blu, sei un incompetente, perché non sai fare bene il B&N. A ciascuno scatto a colori ci va applicato il suo Profilo colore di conversione in B&N che lo ottimizza in B&N e questo è una scelta che deve fare il fotografo, non la fotocamera, la fotocamera il cervello non ce l'ha, il fotografo ce lo dovrebbe avere, quello bravo ce l'ha. Un sensore monocromatico, ha più gamma dinamica di un sensore normale, ha meno rumore di uno normale a parità di ISO, e produce meno artefatti geometrici e cromatici di uno normale, dunque, tecnicamente SEMBRA meglio di uno normale. Ma ha un Peccato Originale gravissimo , che per quanto mi riguarda lo ammazza, fotograficamente parlando: limita il fotografo nelle sue scelte tonali nella realizzazione del B&N, gli lascia 1 (una) sola possibilità di associazione dei grigi al colore, quando invece le scene del mondo, cromaticamente, sono infinite e dunque, infinite devono anche essere le possibilità di scelta del Fotografo. Chi il B&N non lo sa fare bene, o non lo sa fare per nulla, culturalmente e tecnicamente, viene aiutato da un sensore monocromatico, mentre chi lo sa fare bene viene castrato da un sensore monocromatico. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 252000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |