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Si io son convinto di voler essere aperto a vedere molte cose, anche diverse.
Non sono certamente così snob da dire: “Avatar è così pessimo da non dover essere neppure visto”. Primo perché secondo me non è un film pessimo, non sarà complessivamente un capolavoro ma per me è sopra la media. E secondo perché essere chiusi verso il vedere cose varie, diverse, anche se non capolavori, non è il mio modo di essere: io sono aperto, ci sono spesso cose apprezzabili anche in opere complessivamente non alte, e se una cosa non mi piacerà… non succede nulla, non mi piacerà e penserò ai motivi per cui non mi piace.
Ma questo è il mio modo di pormi, non tutti per forza devono avere il mio atteggiamento. Io la vedo così.
Andate a vedere Avatar se avete la curiosità di farlo. Poi giudicatelo.
A me dispiace solo che non di sia sfruttata l'occasione per impegnarsi di più su un messaggio importante da comunicare. Puntare di più sui contenuti ecologici e quindi su un messaggio educativo e filosofico più chiaro e forte, sostenuto da una grande spettacolarità perché possa essere fruito da più persone. Magari avrebbe fatto numeri minori al botteghino ma avrebbe avuto un valore superiore. Anche nel tempo.
Ma per quale motivo una mega produzione milionaria come Avatar dovrebbe comunicare un messaggio importante? Per educare le giovani generazioni ad avere dei valori che si sono persi? È come dire "sarebbe bello se all'ipermercato vendessero dei manuali sulla rivoluzione" LOL Non ha nessun senso fare gli onnivori se poi non c'è un criterio ideologico che vada al di là del prodotto in sé. Non è essere aperti, ma vivere l'arte come mero fenomeno di intrattenimento.
“ Di esseri umani ci sono sia esempi negativi che positivi(soprattutto nel primo Avatar), non solo negativi. Gli stereotipi ci sono, rappresentano evidentemente delle semplificazioni ma che comunque attingono a idee e figure ben presenti nella nostra società. „
insomma, dai...nel primo Avatar dopo 30 secondi che viene introdotto un personaggio si è già capito quale sarà negativo e quale positivo. Peggio di Avatar, da questo punto di vista, c'è solo Harry Potter.
PS: TUTTI gli stereotipi attingono dalla realtà...
Rombro, che dire, abbiamo approcci differenti alle varie manifestazioni artistiche (o meno) dell'uomo. Tu dici che io le vivo semplicemente come intrattenimento? Permettimi di non essere d'accordo con te (visto che inoltre forse mi conosco un po' meglio di quanto mi conosci tu ) Su una cosa concordo: non sono tra coloro che amano filtrare con criteri ideologici ciò che vedono, o cerco di porne il meno che mi possibile(non averne forse è impossibile per definizione). Si anche per questo mi sento molto aperto in confronto a te. E bada che non voglio dire che chi è “aperto” è buono e chi è “chiuso” è cattivo Si è diversi. Ma va bene tutto, non vogliono quindi essere critiche ma sono semplicemente cogliere differenze.
Angor io non valuto un film solo e semplicemente perché magari le connotazioni dei personaggi sono subito identificabili in maniera facile, o addirittura ingenua. Poi ci sono anche tante altre cose. E magari si accetta il modo in cui il regista pone il suo lavoro e mi faccio portare dalla sua intenzione. Cerco sempre di avere un momento in cui, un po' almeno, mi metto da parte per far entrare in me la visione di chi ha pensato la sua opera. Per questo che seppur diversi, vedo dei sensi sia in film come Avatar, più espliciti e forse ingenui, che in film come ad esempio quelli di Ingmar Bergman(cito lui perché ho rivisto un suo film proprio ieri e… mi piace sempre, ed è un genere di lavori molto differenti da Avatar): più ermetici e interiorizzati.
Dodo, non prenderla sul personale, è un discorso che possiamo benissimo fare senza testimonianze dirette. Non c'entra niente essere aperti/chiusi, un certo tipo di produzioni le si evita per determinati motivi. Si possono fare eccezioni di tanto in tanto, se si ha voglia di cazzeggio, magari (come in questo caso) con la scusa del 3D. Diversamente perché pagare un biglietto per qualcosa del genere? Seriamente vogliamo farci vendere i messaggi importanti da un film animato distribuito dalla Disney? Ma chi ci crede, se non i babbi che vengono intervistati alle uscite dei multisala da Marzullo? LOL
Purtroppo Avatar è un film che per quanto mi riguarda va guardato solo con gli occhi. Si può fare, mettendo da parte trama e colonna sonora e godendosi le favolose immagini che il regista ci propone.
Per me, come già detto, un'immensa occasione persa. Non capisco se il regista ne sia stato cosciente. Forse era troppo preso dalla parte visiva per rendersi conto che la trama era la solita boiata e la colonna sonora non sufficientemente all'altezza?
Un film come Avatar, secondo me, al pari di altri generi si riesce a gustarlo nella misura in cui si riesce ad immedesimarsi nel mondo, nella realtà che gli autori prima e il regista poi vorrebbero proporre. Quando questo è rovinato da elementi palesemente inseriti per compiacere esigenze del mondo reale, mi spiace ma la magia si rompe e a quel punto non riesco a vedere altro che semplici attori che recitano un copione.
Peraltro, non ho mai creduto nel cinema che trasmette messaggi, perchè è vero si che possono essere trasmessi, ma il media li rende troppo difficili se non impossibili da valutare criticamente. Per cui si deve sempre decidere se accettarli per come sono o rifiutarli. E, ancora una volta, mi sparisce il senso di guardare un film di cui non condivido il messaggio quando quest'ultimo diventa il fine stesso del film.
Concordo con Skylab che sarebbe interessante sentire il regista al riguardo. Secondo me Cameron sapeva benissimo che gli era stato affidato un mainstream da grandi numeri, e quando ci si muove in quegli ambiti succede inevitabilmente che si spinge su modalità più “facili” e leggere per coinvolgere, più intrattenimento, senza spingersi su livelli più impegnativi e profondi. Farei quasi, sotto alcuni punti di vista, un paragone col design di un'auto di oggi, prodotta per fare grandi numeri, il produttore oggi punta su uno stile omologato e standardizzato, che possa essere accettato da più persone possibili (versus: il design delle auto degli anni '50 e '60 era più coraggioso, ma l'auto ancora non era così di massa, lo stava per diventare, si rivolgeva a chi aveva soldi ed era più esigente anche per il design stesso). I film mainstream non osano di più, messaggi più complessi, storie più impegnative, per evitare il rischio di avere numeri, anche di pochi punti percentuali, inferiori. C'è una produzione e un marketing anche nella cinematografia, che evidentemente pensano che la media delle persone non avrebbe accettato meglio un film più impegnato. Ci fotografano come massa. In tal senso un film come questo manca di coraggio. E oggi in effetti, in vari ambiti, manca il voler spingere il pubblico più in avanti, non osa spingersi oltre, ed essere più “educativo”. Sono i nostri tempi, regna il marketing, l'allinearsi (non a caso son sempre più numerosi, per reazione, i complottisti, negazionismi, no vax ecc ecc)
Concordo con Skylab che, dal nostro punto di vista, si può pensare che sia stata una occasione mancata. Il primo Avatar aveva osato un po' di più e aveva dato più speranze in tal senso. Ma parliamo di sfumature forse(che nel mainstream sono comunque significative). E invece il secondo Avatar non ha avuto più coraggio ma meno.
Al netto di questo, e della considerazione di che tipo di prodotto cinematografico sia, secondo me, se uno ha voglia o la curiosità, Avatar va visto.
È anche uno specchio dei nostri tempi, interessante, per capire in che modo viene visto il pubblico oggi e che tipo di produzioni gli si offrono.
Chi ha guardato il primo più di una volta ? Penso pochi perché anche se il film non era male non ha lasciato traccia di se come altri film che pur non essendo dei capolavori hanno segnato una svolta culturale nella vita di tutti i giorni.
Almeno un altro paio... Ma ammetto che certe volte desidero proprio film di questo tipo: leggeri, senza troppe implicazioni filosofiche, senza dover soffermarmi a pensare più di tanto. Anzi, proprio per non dover pensare per almeno la durata del film. Quando voglio riflettere su qualcosa mi prendo un libro, vado meglio, io sono lento, ho bisogno di assorbire i concetti poco alla volta.
Che poi anche lì dentro ci fossero stereotipi e compagnia bella, si, e la direi una cosa scontata: si parte dalla solita trita invasione aliena, solo che gli alieni siamo noi a tutta un'altra serie di figure ormai strausate in quello che è diventata, poverina, la fantascienza per il grande pubblico.
Siamo però sinceri, e qui voglio esser un filino provocante: quanti di noi son riusciti a vedersi tutto "2001: Odissea nello spazio" senza cedere al sonno? Persino "Blade Runner" (film che adoro da quando ero bambino) ha dei momenti fin troppo densi, con quel rumore bianco in sottofondo, pur lasciando in sospeso degli interrogativi non di poco conto, irrisolti alla fine del film.
user198779
inviato il 31 Dicembre 2022 ore 13:31
Come mia moglie 2001 odissea nello spazio non è mai arrivata dopo la scena iniziale del monolito. Io invece non so farci i conti esatti diciamo dalle 100 volte in su potrebbero essere anche più di 200
“ Siamo però sinceri, e qui voglio esser un filino provocante: quanti di noi son riusciti a vedersi tutto "2001: Odissea nello spazio" senza cedere al sonno? MrGreen Persino "Blade Runner" (film che adoro da quando ero bambino) ha dei momenti fin troppo densi, con quel rumore bianco in sottofondo, pur lasciando in sospeso degli interrogativi non di poco conto, irrisolti alla fine del film. „
Ho perso il conto di quante volte l'ho visto, e alla fine resto sempre un po' come Allan Felix dopo "Casablanca", altro che sonno! Lo stesso con "Blade Runner" (rigorosamente la Director's Cut, coi suoi pregi e i suoi difetti, no Final Cut e tantomeno l'originale). Purtroppo ho visto "Avatar", ma per vedere il seguito dovrebbero pagare me e non poco.
“ Siamo però sinceri, e qui voglio esser un filino provocante: quanti di noi son riusciti a vedersi tutto "2001: Odissea nello spazio" senza cedere al sonno? „
Che è un po' il classico titolo che si cita quando si allude a film "impegnati" (al di là del fatto che Kubrick è sopravvalutato come pochi). E dura solo 2 ore e 20. Pensa un po' a un Lav Diaz o ad un Béla Tarr (che fino a 10-15 anni fa non si cacava nessuno): Death in the land of encantos (9 ore), Sátántangó (7 ore e mezza), solo per ricordarne un paio (che dubito qualcuno di voi abbia mai visto, pur essendo ormai sdoganati da tempo).
Comunque non è che l'alternativa al mainstream sia per forza il mattone lento pieno di contorte riflessioni (c'è spesso questa banale dicotomia quando si parla di cinema). Basti pensare anche solo a tutto il cinema sperimentale da Brakhage in poi. Penso a Takashi Makino, per dire un filmmaker attuale. È che abbiamo una concezione di cinema ancora molto legata alla storia, alla trama, ai personaggi, al racconto, al messaggio. Quindi tantissime cose neanche le consideriamo anche perché il più delle volte nemmeno sappiamo che esistono.
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