| inviato il 04 Gennaio 2022 ore 18:14
“ la stampa fotografica da file (nativo o da scansione pellicola) con tecnologia lambda. Non so se sono tutti uguali, quello della Durst veniva anche chiamato "digingranditore". Sono comunque macchine di dimensioni e costi fuori portata per il singolo fotoamatore. „ Proprio quello! Non ricordavo più il nome della tecnologia usata. Una cosa del genere... www.centerchrome.it/portfolio/pablo-amati-stampa-bianco-e-nero-ai-sali |
| inviato il 05 Gennaio 2022 ore 10:44
Epperò, davvero interessante questo ingranditore digitale Lambda Durst. Ancora più interessanti poi sono le parole, invero un tantinello auto-incensanti, della stessa CenterChrome quando afferma: ... "inoltre grazie alla praticità di questa tecnica di stampa fine art e alla nostra esperienza pluri decennale è possibile realizzare opere con formati molto importanti (una volta si sarebbe detto 'imponenti') arrivando fino al 110x180 cm come nel caso dell'opera che abbiamo realizzato per Pablo Amati". E al chiaro fine di sottolineare l'impresa si continua aggiungendo: "Per chi ha dimestichezza con l'affascinante mondo della camera oscura è facile rendersi conto della difficoltà di realizzare stampe così grandi con un ingranditore standard"... Che vi devo dire: a parte la sopracitata tendenza all'autocelebrazione, unita peraltro a una... come dire: considerevole avversione verso la punteggiatura ecco, quel che affermano è sostanzialmente vero... come è anche vero però che mio zio Eolo realizzò delle stampe di 92x168 cm (che non saranno dei 110x180 ma siamo lì) semplicemente rovesciando la testa del suo Durst (un 600 forse?) e proiettando a parete! Insomma va bene sottolineare la propria professionalità, e ci mancherebbe altro, ma certe cose si sono sempre fatte, seppure con metodi molto più artigianali, e alla fine, forse, non è neppure questa impresa così esageratamente strabiliante visto che zio Eolo quelle due stampe, che da +/- mezzo secolo pendono dal soffitto della mia tabaccheria, le ha realizzate nella cantina di casa sua (la sua camera oscura era un poco angusta ) nel 1970! |
| inviato il 05 Gennaio 2022 ore 10:54
Oh... se passate dalle mie parti ve le mostro a parte che non potete non notarle |
| inviato il 05 Gennaio 2022 ore 10:54
“ Insomma va bene sottolineare la propria professionalità, e ci mancherebbe altro, ma certe cose si sono sempre fatte, seppure con metodi molto più artigianali, e alla fine, forse, non è neppure questa impresa così esageratamente strabiliante visto che zio Eolo quelle due stampe, che da +/- mezzo secolo pendono dal soffitto della mia tabaccheria, le ha realizzate nella cantina di casa sua (la sua camera oscura era un poco angustaSorry) nel 1970! „ Sai come sono gli uffici marketing... sempre quelli! Ricordo di aver conosciuto un tizio che faceva stampe belle grandi: la testa dell'ingranditore l'aveva tipo appesa al soffitto o giù di lì. Anni fa girava un video di alcuni tizi che avevano trasformato un furgone in una camera oscura, scattando foto direttamente con quello, stampando delle lenzuolate di stampe a pavimento, con la distribuzione dei chimici fatta con scope e strofinacci. |
| inviato il 05 Gennaio 2022 ore 10:56
Ecco appunto... ci siamo capiti! |
| inviato il 05 Gennaio 2022 ore 11:18
Per il bagno di arresto in BN puoi usare l'acido citrico...che non inquina. Comunque ritornando alla domanda con lo sviluppo e la stampa arrivi molto vicino alle modifiche che fai sul digitale, almeno quello che io faccio, infatti se una foto è venuta male non la processo proprio. Io uso sia il digitale che l'analogico dal 24x36 al 6x9 e devo dire che la soddisfazione che mi da il secondo supera molto il primo. Purtroppo i prezzi dell'analogico stanno da qualche anno salendo troppo. |
user14408 | inviato il 05 Gennaio 2022 ore 13:10
@Paolo le stampe Lambda le conosco bene avendo nel 2002 fatto stampare 120 pannelli 70x100. per una mostra-progetto ( non una mostra personale naturalmente) qualità perfetta. all'epoca stampate a Bari. fidati erano veramente belle stampe SE fornivi un bel file. |
| inviato il 05 Gennaio 2022 ore 19:38
Io sarò talebana, ditelo pure, ma ho le mie convinzioni: File = stampa digitale Negativo = stampa da ingranditore Dispositiva = proiezione (almeno da quando non esiste più il cibachrome). Tutto il resto sono compromessi |
user14408 | inviato il 05 Gennaio 2022 ore 20:14
sostanzialmente d'accordo però, per onestà intellettuale, devo dire che quello che ho visto all'epoca era decisamente buono ( e conoscevo già molto bene sia le stampe in RA4 che il Ciba). carta di ottima qualità impressa al laser lambda ma sviluppata normalmente...fino a formati 1,3 mt x 50 mt!. Reale resa tonale "continua", sfumature che solo la carta e il trattamento chimico possono dare. I "file" se li facevano loro, noi si forniva le diapositive . Oggi, 20 anni dopo, le poche stampe che faccio le faccio con scansioni, che non faccio io, dal 6x6 su inkjet ma da uno bravo davvero e la qualità è decisamente alta in tutti i sensi: matericità delle carte, stampa, finissaggio, cornici, insomma l'"oggetto" stampa è bello. |
| inviato il 05 Gennaio 2022 ore 20:29
Mah, non credo sia una questione di esser talebani o meno, ma è semplicemente una tecnica mista. A che pro svilirla, soprattutto quando ha dimostrato il suo innegabile valore? Lascerei le etichette e i sottili distinguo ai dizionari e agli ingegneri. |
| inviato il 05 Gennaio 2022 ore 21:46
Diebu +1000 |
| inviato il 05 Gennaio 2022 ore 21:55
Maceric, amico mio, io non metto in dubbio che una stampa ottenuta tramite un ingranditore Lambda Durst non possa essere eccellente, e ci mancherebbe altro visto che stampe del genere non credo le regalino, oltretutto tu hai precisato: "SE fornivi un bel file"... ma giunti a questo punto la questione verte proprio sulla qualità del file... che checché se ne dica NON può certo essere superiore a quella del negativo dal quale è stato ottenuto! In altre parole se questo file che si vuole stampare al digingranditore deve essere di altissima qualità esso stesso deve, per forza di cose, provenire da un negativo pressoché perfetto... ma a questo punto, scusa, per quale arcano motivo io dovrei accontentarmi di una stampa che proviene da un file, e che pertanto può essere solo eccellente, quando posso ottenerne un'altra che, per forza di cose, non può che essere migliore visto che proviene da un negativo praticamente PERFETTO? |
| inviato il 05 Gennaio 2022 ore 22:22
Una cosa che mi lascia sempre perplesso è associare la stampa con ingrandirore alla perfezione o comunque alla massima qualità possibile, senza considerare che anche in tale tipo di stampa entrano in gioco molte variabili tecnologiche (la più ovvia è l'ottica). Quindi si fanno le pulci al Lambda e al file digitalizzato ma non si fanno altrettante pulci alla stampa con ingranditore, in primis, come detto, al suo obiettivo. Si arriva quindi al paradosso di considerare, a prescindere, una stampa ottica con ingranditore economico e obiettivo economico superiore a una stampa lambda di un file ottenuto con uno scanner professionale. Insomma, la stampa ibrida porta con se il peccato originale. |
user14408 | inviato il 05 Gennaio 2022 ore 23:05
Paolo intendevo dire che il rusultato era buono SE il file era buono ovvero il limite NON era nella lambda. Cosi come dice Diebu, se nell ingranditore spaziale ci metti un negativo venuto male la stampa sará comunque pessima e viceversa. Se tutta la catena è di livello avrai ottimi rusultati in un caso e nell altro. Oh ragazzi torno a dire, per amore della verita, le diapositive le avevo scattate in buona parte io(riproduzioni di plastici e progetti architettonici complessi) sapevo bene cosa gli davo e queu 120 pannelli hanno girato mezza italia con soddisfazione di tutti. Poi sono il primo a sostenere culturalmente, filosoficamente, filologicamente teoria e prassi dell analogico... |
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