| inviato il 14 Settembre 2020 ore 23:59
In teoria se il soggetto non è riconoscibile si potrebbe. Quindi di spalle, solo le mani, ecc. Ha fatto sorridere ma anche riflettere una foto di classe che è stata fatta tutti di spalle. Lì c'è anche l'aggravante della minore età dei bambini... però così si è potuta/dovuta fare. Tutto ciò premesso che non sono un avvocato e che la coerenza e il diritto pare siano due cose distinte. |
| inviato il 15 Settembre 2020 ore 2:53
Al tuo posto semplicemente adotterei la soluzione detta anche "dell'uovo di Colombo". Ovvero anzichè rassegnarti all'amaro gusto nel ritrovarti con un pugno di mosche in mano quanto a visibilità web... Ti rifai in fatto di pubblicazione inserendo tutte le foto della diatriba questa volta nelle gallerie del tuo profilo Juza. Vuoi mettere la soddisfazione di accontentare in toto i diktat dai pentimenti a posteriori della tipa (francamente eccessivi in merito all'immagine ultima non riconducibile a chichessia), e tu rifarti in questi lidi, con un'impennata delle tue foto-visualizzazioni grazie all'utenza juzzina. |
| inviato il 16 Settembre 2020 ore 16:39
Se mette su Juza commette lo stesso illecito: non cambia nulla. Anche per postare qui servono le liberatorie... |
| inviato il 16 Settembre 2020 ore 16:52
Bene, io non ci capisco più niente tra interpretazioni, sentenze ecc. Per me, comune mortale del tutto al di fuori delle follie legislative, ma a livello di pura logica, se pago qualcuno per fotografarlo e mi firma un documento in cui c'è scritto che poi di quelle foto posso fare quello che mi pare, ho stipulato un contratto con questa persona, l'ho pagata ... ho diritto di fare quello che mi pare con quelle foto. Come fa la cassazione a dichiarare nullo il mio diritto, per il quale HO PAGATO la persona in questione e che ha accettato quei soldi affinché io poi potessi fare quello che mi pare con quelle foto? Allora questa persona mi dovrebbe anche restituire i soldi che le ho dato, gli interessi, pagarmi le ore di lavoro che diventano "nulle" ecc. ecc. Altrimenti per difendere un diritto di questa persona, la cassazione calpesta un diritto mio. A logica eh, non a "legge". |
| inviato il 16 Settembre 2020 ore 17:29
Scusate ma se le foto sono amatoriali non mi farei tanti problemi, vanno tolte e stop, non ti cambia la vita, vorrà dire che ne farai delle altre. Nella mia breve esperienza con le modelle è consigliabile pagare qualcosa in più e scegliere una professionista se si vuole pubblicare i lavori e farsi firmare una liberatoria. Io fotografo avifauna per passione ma quando feci altri generi quali street e modelle qualche volta ho avuto problemi anch'io. Andava meglio negli anni 80/90 quando non c'era internet e le foto le facevi vedere alle mostre, era molto difficile che capitasse qualcuno che si riconoscesse (street) |
user177356 | inviato il 16 Settembre 2020 ore 18:29
“ Allora questa persona mi dovrebbe anche restituire i soldi che le ho dato, gli interessi, pagarmi le ore di lavoro che diventano "nulle" ecc. ecc. „ Devi scrivere bene il contratto. Nel mondo anglosassone, i contratti (anche per regolare questioni relativamente lineari) sono lunghi decine di pagine, perché si cerca di rendere del tutto chiara quella che nel diritto italiano si chiama "comune intenzione delle parti". La sola parte "premesse e definizioni" prende un terzo del testo. In Italia si va molto alla carlona, con la conseguenza che il giudice finisce per interpretare i contratti in funzione del poco che c'è scritto e delle norme di legge. Quindi bisogna specificare perché la modella si presta a posare, il fatto che ella stessa abbia interesse alla pubblicazione, il fatto che il fotografo verrebbe normalmente remunerato per il servizio e che quindi il corrispettivo per la prestazione della modella è in effetti la somma del compenso monetario e del valore della prestazione del fotografo, e inserire anche una clausola per la quale il contratto è valido fin quando il consenso alla pubblicazione viene mantenuto, meglio se stabilendo anche una penale. Bisogna poi, correttamente, segnalare il tutto alla modella, in modo che sia perfettamente consapevole che il suo consenso può essere liberamente revocabile, ma che al tempo stesso costituisce causa di scioglimento del contratto (con le conseguenze economiche previste dal contratto stesso). Io proverei anche ad inserire una clausola che subordina la rimozione della foto al pagamento della penale: verrebbe sicuramente giudicata illegittima dal giudice, ma se non si arriva in giudizio consente di esercitare una certa pressione sulla controparte. |
user177356 | inviato il 16 Settembre 2020 ore 18:41
Con i problemi al server è saltato una mia risposta all'ultimo post di Peda. Provo a riscriverla. Peda, tutte le questioni che poni sono sostenibili, anche se a me sembra che la Cassazione cerchi di distinguere in modo netto tra obblighi contrattuali e diritto alla revoca del consenso, specificando l'autonomia della seconda dai primi. In altri termini, il fatto che la dichiarazione del consenso alla pubblicazione sia inserita nel contratto non la rende clausola contrattuale. Questo non toglie, a mio personalissimo avviso, che la revoca del consenso possa costituire una condizione risolutiva del contratto, con conseguenze (restituzione del compenso, rimborso delle spese sostenute, risarcimento del danno, penali) definite nel contratto stesso. |
| inviato il 16 Settembre 2020 ore 19:15
si pero' nel caso specifico se ho capito bene non c'e' nessun contratto e nessuna liberatoria. C'era un accordo verbale tra il fotografo e la modella (non professionista). nei casi che porti The realB si suppone un lavoro remunerato e venduto.. Le foto se si vogliono togliere dal mercato si comprano.. si pagano i diritti e poi ne fai cio' che vuoi e se qualcuno prova apubblicarle lo stesso gli fai pelo e contropelo. Vedi per esempio foto famose o video imbarazzanti. Ovviamente il diritto all'immagine difende sopratutto i non professionisti o i modelli occasionali, che possono chiedere di rimuovere la loro immagine. |
| inviato il 16 Settembre 2020 ore 19:30
Il problema è che in tutti gli ambiti si accetta di pagare un professionista per “fare le cose fatte bene”, in tutti tranne in quello legale, dove internet ha contribuito ad illudere chiunque di potersi affidare al “fai da te” nell'errata convinzione che ciò che sembra semplice lo sia davvero |
| inviato il 17 Settembre 2020 ore 0:15
“ Se mette su Juza commette lo stesso illecito: non cambia nulla. Anche per postare qui servono le liberatorie... „ Si certo... Ma tutto appartenente al lato teorico. Nel lato pratico invece cambierebbe tutto. Questa piattaforma è piuttosto specifica e non per tuttologi e omni comprensivi come con gli Instagrammatori. Quindi le paranoie dei congiunti e partner della fanciulla ed essa compresa, verosimilmente mai ne saprebbero e mai nulla qui vedrebbero. Quanto alle liberatorie, intere sezioni e gallerie sparirebbero se fossero postate foto solo da coloro che ne fossero dotati. Reportage, street e parte della ritrattistica... tabula rasa e desertificazione assicurata e perenne. Quindi converrebbe sempre considerare in primis la concretezza del lato pratico, piuttosto che la vaporosità teorica, almeno in questi lidi. |
user109536 | inviato il 17 Settembre 2020 ore 6:20
Della serie andare a cercarsi problemi !!!! |
| inviato il 17 Settembre 2020 ore 8:07
A volte la vaporosità teorica si fa condensa pratica. |
| inviato il 17 Settembre 2020 ore 12:18
Scusate ma vi fate troppe paranoie. C'è un accordo verbale, non c'è ricevuta fiscale riguardo il compenso (che potrebbe essere per entrambe le parti, il fotografo perchè scatta e la modella perchè posa), non c'è liberatoria, non ci sono testimoni riguardo i fatti. La modella dice a voce: puoi pubblicarle ma poi ci ripensa e dice toglile. Le devi togliere, punto. Tutto il contorno di leggi, cavilli e cassazioni riguardano solo se vi è la presenza di un contratto e della liberatoria. |
| inviato il 17 Settembre 2020 ore 12:24
Ferma l'opportunità già rilevata in merito al rimuovere la foto nel caso specifico, mi chiedo in generale: la cosiddetta liberatoria deve rivestire la forma scritta ad substantiam? |
| inviato il 17 Settembre 2020 ore 12:39
Ogni shooting che faccio è sempre accompagnato da liberatoria (già avuto brutte esperienze in merito). Ultimamente su consiglio di un amico avvocato ho aggiunto un valore "economico" al mio lavoro ed uno al lavoro della modella andando a compensare (per arrivare ad un TF), formula che utilizzo talvolta per studiare schemi di luce, pose o farfe dei preview in funzione dei futiri lavori. In sostanza stipulo un contratto dove "ad esempio" valuto il lavoro di realizzazione delle foto 400€ (cifra a caso) e il lavoro di posa del soggetto la medesima cifra di 400€ ... quindi senza scambio di soldi io sono libero di usare le foto per i miei scopi promozionali (non commerciali) e lo stesso è libero di fare il soggetto ritratto. Qualora uno dei due soggetti coinvolti cambi idea ovviamente decade una delle contropartite e scatta la "fatturazione" dell'importo... tu modella hai deciso che non vuoi che pubblichi le tue foto sui miei canali... ok, mi paghi il servizio fotografico svolto. io fotografo decido che le foto fatte non debbano essere pubblicate perchè voglio riservare quel mood al mio cliente... ok, ti corrispondo l'importo dovuto per il tuo impegno. per adesso non ho avuto problemi... |
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