| inviato il 07 Giugno 2020 ore 21:52
Sul contrasto Nikon-Sony a proposito dell'ampiezza del buco, a me da toscano di campagna passano in testa mille immagini, una più pecoreccia dell'altra. Però, se recupero un po' di serietà, mi domando come mai il marketing Nikon abbia scelto di operare una tale forzatura. La collaborazione fra Nikon e Sony a livello di produzione e anche di progettazione è talmente consolidata... C'è stato un periodo che Sony passava a Nikon sensori FF migliori di quelli che montava sulle sue stesse macchine. Oggi hanno stabilimenti in comune. La collaborazione nella progettazione elettro-meccanica di alcune lenti sembra un fatto... Quando poi leggo che Nikon potrebbe fallire... Nikon è controllata dallo zaibatsu Mitsubishi. Anche Ricoh-Pentax ha Mitsubishi come primo azionista (attraverso la Master Trust Bank of Japan, una sua controllata). Mitsubishi nel 2019 fattura complessivamente 318 miliardi di dollari - grosso modo il PIL della Colombia, delle Filippine o del Pakistan - , Sony 78 miliardi, Canon e Fujitsu quasi 36. EXOR, per dire, ne fattura 175 e l'ENI circa 91. |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 21:56
Ok, nonostante questa montagna di soldi alle spalle come si spiega che hanno chiuso il progetto Nikon 1 o che hanno deciso di non lanciare le tre Nikon DL pubblicizzate anche queste per ben 2 anni prima di non farle arrivare nemmeno sul mercato? Evidentemente anche per Mitsubishi c'è una soglia oltre la quale un prodotto che non vende viene ritirato dal mercato no? |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 22:08
Mitsubishi fa industria pesante ed automotive, la fotografia è l'ultima cosa a cui pensa, gli darà budget ed obiettivi, se raggiungono bene, altrimenti si taglia |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 22:24
Come tutti quindi... |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 22:30
"Mitsubishi fa industria pesante ed automotive, la fotografia è l'ultima cosa a cui pensa, gli darà budget ed obiettivi, se raggiungono bene, altrimenti si taglia" CesareCallisto Se fanno come con Alitalia, non ci sono problemi |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 22:51
“ Evidentemente anche per Mitsubishi c'è una soglia oltre la quale un prodotto che non vende viene ritirato dal mercato no? „ “ Mitsubishi fa industria pesante ed automotive, la fotografia è l'ultima cosa a cui pensa, gli darà budget ed obiettivi, se raggiungono bene, altrimenti si taglia „ Mitsubishi fa molto di più che automotive e industria pesante. E non confondiamo l'abbandono di un prodotto con quello di un comparto. Poi, ricordiamoci: sono Giapponesi! Non Americani, non Europei ossessionati dal deficit e dai risultati a breve. Hanno polmoni, e tempo. E' la diversa concezione del tempo quella che caratterizzale le economie dominate dalla finanza rispetto a quelle modernamente manifatturiere. Guardo a Sony, tanto più piccola di Mitsubishi, ma comunque ben diversificata. Da un paio d'anni sta subendo le pressioni di fondi di investimento americani, che vorrebbero la separazione del settore "communication" da quello "industrial", e da quello "finance", con la motivazione che aziende separate, focalizzate ognuna sulla sua mission particolare, massimizzerebbero i profitti. I profitti a breve termine, ovviamente, che sono quelli che interessano a chi compra e vende azioni. Finora Sony ha resistito, ribadendo la sua "giapponesità", come se vi aleggiasse ancora la cultura del fondatore Akio Morita. Me lo ricordo fotogratato in una rivista di alta fedeltà degli anni '80, in pantofole fra i suoi ampli a valvole autocostruiti. |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 9:47
Per la cronaca: Mitsubishi oggi non è soltanto Mitsubishi! Difatti Mitsubishi per il suo sostegno alla guerra fu smembrata dagli americani e soltanto dopo diversi anni i giapponesi iniziarono a rimettere assieme i pezzi.... nel suo sito uno di quei "pezzi" lo racconta così: “ Allo scoppio della guerra di Corea, la politica di occupazione si focalizzò sulla ristrutturazione industriale ed economica. Alcune società del gruppo Mitsubishi si ricostituirono e molte ripresero a utilizzare il nome e l'emblema. Mantennero tuttavia la propria autonomia e riuscirono a realizzare molto di più individualmente e in modo indipendente di quanto avrebbero mai potuto realizzare come un'unica organizzazione. Al contempo, tuttavia, seppero trarre vantaggio dal senso condiviso di comunità che nasce da una storia e da una cultura aziendale comuni. „ Per questo ancora oggi le società con nome e marchio Mitsubishi, pur facendo parte idealmente del gruppo, sono completamente indipendenti e di fatto sono soltanto membri di un club esclusivo il Mitsubishi Kinyokai ... c'è anche un interessante link sull'argomento: asia.nikkei.com/Business/Mitsubishi-solidarity-survived-war-but-succum |
| inviato il 08 Giugno 2020 ore 13:20
Nikon non gode di buona salute, ma non credo possa fallire. Troverà sempre un acquirente, perché si tratta di un brand troppo importante nel campo della fotografia, forse il più importante fra i giapponesi. |
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