| inviato il 06 Marzo 2019 ore 20:30
“ Se proprio dovessi convertire i miei Raw in DNG per questioni di compatibilità futura, sceglierei l'opzione "incorpora il file raw originale"...non si sà maiSorriso „ apparentemente hai ragione, ma se fai una prova ti rendi conto che in termini di peso si ha all'incirca che DNG pulito + RAWcompresso senza perdite = DND con RAW incorporato. A quel punto tanto vale tenere assieme i due formati, ma separati |
| inviato il 06 Marzo 2019 ore 20:50
Come si dice a Firenze : passare dal Mugello per andare a Roma... |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 10:00
@ Catand: “ " Scusate, cosa cambia tra TIFF e DNG? " Premesso che il formato DNG è un tipo di TIFF, dipende dal contesto. Se parti da un RAW e lo converti in DNG utilizzando un programma Adobe, si può essere abbastanza certi che sia interscambiabile con il RAW originale tranne le opzioni specifiche delle varie case che non sono implementate dallo standard DNG (per esempio i picture style di Canon). Se lo ottieni da un RAW utilizzando un altro RAW converter, dipende da quanto bene hanno implementato lo standard DNG nel proprio software: se l'hanno seguito alla lettera o se hanno omesso alcune parti per loro non essenziali (per esempio la parte dei metadata) Se invece hai ottenuto il DNG senza essere passato da un RAW (per esempio hai sovrascritto il files dopo averlo elaborato) non dovrebbero esserci differenze pratiche con i TIFF. " Però, dato che come archivio trovo che Lightroom sia meglio, esporto da C1 i TIFF per poi „ Ok, grazie. Devo solo decidere se poi archiviare solo i raw o anche i TIFF che hanno dimensioni maggiori. |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 14:55
Secondo me salvare in tiff ha senso solo se si sono fatte elaborazioni pesanti con PS o altro software di sviluppo Se invece si è fatto un normale sviluppo del raw credo sia una operazione inutile senza valore aggiunto o quasi e dispendiosa in termini di spazio |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 15:38
Per me (senza nessuna pretesa che così vada bene anche agli altri) 1) una volta lavorati i Raw salvo le foto in Jpeg per usufruirne a schermo e Web 2) seleziono e salvo i Raw meritevoli in 3/4 copie idem per i jpeg lavorati 3) se decido di stampare una foto, riprendo il raw lo sviluppo meglio di prima sia perchè continuo ad imparare qualcosa sia perchè ci metterei la massima attenzione e lo salverei in Tiff o come desidera lo stampatore. Sinceramente del DNG non saprei cosa farmene. |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 18:08
Paolo faccio esattamente come te Raw + jpg Solo che ora ho convertito una di quelle 4 copie d raw in dng. Quindi d'ora in poi avrò 3 copie di raw più una di dng per i posteri A pensarci bene forse ne basterebbero 2 + 1 ma meglio abbondare che deficere |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 7:44
Io ho fatto una scelta più radicale. Eliminati tutti i file doppi o da scartare i rimanenti li ho masterizzati su un blu-ray Mdisc da 100Gb (costo cadauno circa 20 euro): uno per l'altro si tratta di oltre un migliaio di foto che, come ha detto qualcuno, alla fine vedrò io con piacere e forse i figli se avranno tempo, voglia e spazio per conservarli. E là se ne staranno per un bel pò di tempo. Nella conversione dei file della Z6 (non trattabili con il mio LR 6.14) ho però visto che l'unico profilo utilizzabile é lo standard Adobe per cui i vari Nikon ritengo vengano persi, ma comunque non sono utilizzabili. Non che sia un grosso inconveniente ma una limitazione si. Giampaolo |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 7:53
Poi mi quoto e aggiungo una variante (provocatoria) al quesito: ma alla fine, dopo tutto quello scattare un poco compulsivo che agevola la fotografia digitale (personalmente già considero tale tornare a casa dopo una gita anche interessante con 150/200 foto), quante foto desideriamo effettivamente conservare? Me lo chiedo perché -fatta la pulizia accennata nel mio precedente inervento- ho constatato l'eliminazione di almeno il 50/60 per cento degli scatti: probabilmente sarò io o troppo severo nei miei confronti o -forse meglio- incapace di fare foto interessanti. Giampaolo |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 8:10
Se DOPO la pulizia (che è il lavoro più ingrato) ti tieni il 40-50% degli scatti, direi che o sei molto molto accorto quando fotografi, o sei molto indulgente con te stesso, e non severo... |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 8:48
Il numero di foto tenute dopo la pulizia dipende molto dal tipo di foto che si scattano. Dopo una giornata di scatti in una oasi trovo normale tenere al massimo, ma proprio massimo, un decina di scatti su magari diverse centinaia fatti a suon di raffiche: ovviamente tengo solo quelli perfetti tecnicamente e soprattutto differenti da scatti analoghi fatti nelle uscite precedenti. Quando invece mi faccio 3 settimane di viaggio, magari in posti piuttosto remoti, la percentuale di foto conservate aumenta enormemente. Sia perché scatto molto meno, sia perché foto anche non perfette tecnicamente possono avere un significato unico, sia perché in 3 settimane di viaggio si vedono molte cose da documentare e avere diversi scatti torna utile (mi è capitato di scrivere per qualche rivista di viaggio magari a distanza di mesi e, anche per questioni di impaginazione, avere la possibilità di scegliere tra diverse composizioni per lo stesso soggetto torna molto utile, anche se talvolta non si è presa la foto tecnicamente o artisticamente migliore). Insomma... Parlare di percentuali in modo assoluto mi pare poco utile. |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 9:57
"Se DOPO la pulizia (che è il lavoro più ingrato) ti tieni il 40-50% degli scatti, direi che o sei molto molto accorto quando fotografi, o sei molto indulgente con te stesso, e non severo..." "Insomma... Parlare di percentuali in modo assoluto mi pare poco utile. " Certamente parlare di percentuali in assoluto ha poco senso; peraltro mi era sembrato di riferirmi a me stesso quando ho accennato agli "scarti". Come appunto mi riferisco al mio modo di fotografare quando quantifico in 150/200 il massimo per ogni mia uscita: ovviamente, nella media delle circostanze. Anche perché, sempre nella media delle cose, francamente - e preciso per i miei gusti- trovo difficoltoso superare simili quantitativi di scatti, se non "sparacchiando" senza tante attenzioni. D'altronde, alla mia tenera età, la meditazione é d'obbligo; cosa volete farci, fintanto che tutto ciò che comporta essere ottantenni me lo consente... Giampaolo |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 11:58
Le domande da farsi sono : Quali di queste foto manderei ad un concorso ? (0-1%) Quali di queste foto metterò nelle mie gallerie di Juza ? (1-2 %) Quali di queste foto piacciono a me ? (4-5%) Quali di queste foto piacciono in famiglia ? (5-10%) Quali di queste foto possono servire ? Per esempio per far vedere ad un amico un viaggio che anche lui vorrebbe fare. (10-20%) Se applichiamo questi criteri i venditori di H.D falliscono |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 12:49
@ Piero Iacopini Che però potrebbe essere una specie di auto-regolamentazione già al momento dello scatto, proprio per non portare a casa vagonate di file per poi dover buttar via di tutto e di più. Dico questo perché non credo che tutte le uscite fotografiche siano sempre all'insegna di una concitazione tale da non consentire in fase di ripresa di assaporare l'esito dello scatto da eseguire, quindi già con una sua specificità che fa da selezione. Giampaolo |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 14:19
Con il passare degli anni si scatta sempre meno. Ma in ogni caso sempre troppo. Tante volte so prima dello scatto che sarà una foto inutile , ma la faccio lo stesso per documentare la gita, l'escursione, la camminata, il posto. Anche se non vale gran che |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 16:45
Credo che conti anche “la scuola analogica” Quando andavo in ferie mi portavo al massimo 3 o 4 rullini tra diapositive e negative, che vuol dire al massimo 150 scatti Se uscivo con la 6x6 li centellinavo!! Oggi con il digitale scatto più o meno il doppio rispetto ad allora, quindi siamo a 300 o poco più. Una buona percentuale la scarto (30-40) la rimanente, dopo lo sviluppo, la riosservo e metto le ***** sulle migliori (10% circa) Insomma alla fine su 300 scatti di validi per davvero ne resteranno una ventina più o meno |
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