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Attività umana influisce sul clima ?


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avatarjunior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 16:52

Ma ragazzi se l'uomo avesse impatti superiori allo 0,04% sulla CO2 (fonte IPCC al teatrino di Kyoto), come si spiegherebbero tutti i picchi precedenti al 1800?
Quando Annibale passò con gli elefanti le Alpi non attraversò il traforo del Monte Bianco ma passò sopra e non c'era neve, come non c'è stata spesso a cicli di 100 anni.
Non si può rispondere sempre con un "Eh, ma le misurazioni sono precise sono dal 1890" perché allora questo dovrebbe valere sempre.
Se mi dici che lo scarto tra una misurazione di oggi e una calcolata con carotaggio nel 1200 è di 4° Celsius poi non mi puoi rompere le palle affermando che la temperatura del pianeta è aumentata in alcune zone (e scesa in altre) di ben 0.2° Celsius negli ultimi 25 anni.
Capisco che girano soldi ma così è circonvenzione di incapace.
Wanna Marchi è andata in carcere per MOLTO meno.

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 16:55

6° in trecento anni sono troppi, la qualità della vita sul pianeta sarà irrimediabilmente compromessa

purtroppo si.
Molti non se ne accorgeranno nemmeno che esiste una coscienza.
Imprecheranno al fato per gli incendi, per le innondazioni e le carestie. Come se il fenomeno dovesse essere completamente vissuto in modo inerte.
Ogni tanto guardo indietro e penso alla quaggia, al tilacino, al dodo, al moa.
Di questi tempi è ormai un animale potenzialmente vivo solo in laboratorio il rinoceronte bianco settentrionale. esistono solo due o tre femmine ho sentito e lo sperma congelato di alcuni maschi.
Che volete farci. dopo un po' le lascrime smettono di scendere.

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 16:55

a proposito di corrente del golfo, la sua potenza è ai minimi da 16 secoli, gli stati del nord Europa si rinfrescano.
Che vuoi fare Cirillo, quelle lepri sono una bella soddisfazione, ma non ti affezionare troppo.
La vita traballa per sua natura, ma spendere bene i propri soldi eliminando il maledetto amianto è una sorta di purificazione in vita, per quanto precaria e breve essa sia.


Se la corrente del golfo rallenta ancora saranno guai seri per il nord europa.

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 16:59

Che volete farci. dopo un po' le lacrime smettono di scendere.
temo che avrai ragione.

avatarjunior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 17:02

Lo scandalo del “Climategate” inizia a fare le prime vittime illustri. A poco più di una settimana dal vertice internazionale sul clima di Copenhagen, Phil Jones, il direttore della Climate Research Unit della University of East Anglia è stato costretto a «fare un passo indietro» in attesa della conclusione di un'inchiesta interna avviata dalla stessa università . E, dall'altra parte dell'Atlantico, un'indagine analoga è in corso su Michael Mann alla Pennsylvania State University.
Jones e Mann sono due figure assolutamente centrali nel dibattito – scientifico e politico – che circonda il global warming (o, come i climatologi mainstream preferiscono chiamarlo ultimamente, il climate change). Jones è il climatologo che possiede – ma sarebbe meglio dire “possedeva”, visto che nessuno alla Cru riesce più a trovarle – le serie storiche di dati sulla temperatura terrestre che sono alla base dei lavori dell'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), l'organizzazione internazionale creata nel 1988 dall'Onu per valutare i rischi dei cambiamenti climatici causati dall'attività umana. La stessa organizzazione che, nel 2007, ha condiviso con Al Gore il Premio Nobel per la Pace. Mann, invece, è il creatore dell'ormai celebre “hockey stick” (bastone da hockey), il contestatissimo grafico che dimostrerebbe – almeno visivamente – le responsabilità dell'uomo nell'aumento della temperatura terrestre degli ultimi decenni.
I due climatologi sono anche gli autori del 12° capitolo del terzo rapporto Ipcc, pubblicato nel 2001, dal titolo più che significativo: «Identificazione dei cambiamenti climatici e attribuzione delle cause». Sono proprio Jones e Mann, dunque, i veri autori del mantra algoriano sulle cause umane del global warming, ripetuto ossessivamente nell'ultimo decennio dalla stragrande maggioranza dei mezzi d'informazione, dei partiti politici e dei movimenti d'opinione pubblica occidentali. E sono proprio Jones e Mann le prime due (finora potenziali) vittime di quello che è stato definito, forse prematuramente, «il più grande scandalo scientifico della storia». Ma facciamo un passo indietro.
Lo scorso 21 novembre, un hacker (ma c'è anche di chi parla di un inside job) ha sottratto dai server della Climate Research Unit circa 172 di megabyte tra email interne e documenti vari. E li ha pubblicati online, non senza averne dato notizia a vari blog specializzati sul clima, in larga parte appartenenti al fronte degli “scettici”. Immediatamente, è partita una minuziosa analisi dei dati, che ha restituito un quadro inquietante dello stato in cui versa quella che Al Gore chiama «una scienza ormai consolidata».
Dopo qualche giorno di scrutinio, sono iniziati ad emergere alcuni fatti inequivocabili. Partiamo dalle email, che rivelano l'esistenza di almeno tre gravi problemi. Il primo è gli scienziati della Cru, o almeno la maggior parte di essi, lavorava costantemente perchà© sulle riviste accademiche ufficiali venissero pubblicati soltanto gli studi favorevoli alla teoria Agw (Anthropogenic global warming), che stabilisce la responsabilità diretta dell'uomo nei cambiamenti climatici. Questi tentativi di mettere il silenziatore a qualsiasi ricerca “controcorrente”, arrivavano al punto di esercitare pressioni nei confronti dei redattori e dei responsabili delle riviste, il tutto condito da minacce di ostracismo generalizzato nei confronti delle riviste che manifestavano anche fugaci cenni di dissenso. Un'interessante scambio di email riguarda il sito RealClimate.org (fino a qualche settimana fa considerato dai più come una delle più affidabili risorse online sull'argomento), i cui responsabili offrono i loro “servigi” alla cricca della Cru, promettendo di “moderare” (si legga “censurare”) qualsiasi commento sgradito al “partito Agw”.
In risposta a un articolo “scettico” pubblicato sulla rivista Climate Research, il direttore della Cru, Phil Jones, elabora strategie per «sbarazzarsi del pericoloso direttore» che ha avuto l'ardire di pubblicare una ricerca non perfettamente ortodossa. E Michael Mann replica: «Credo dovremmo smettere di considerarla una rivista legittima, incoraggiando i nostri colleghi della comunità scientifica a non proporre più articoli e a smettere di citarla nei loro lavori». Un perfetto caso di logica circolare. Lo scetticismo sul global warming (o sulle cause umane di esso) non è “scientifico” perchà© non è supportato da articoli pubblicati da riviste accademiche ufficiali. Ma se una rivista pubblica articoli “scettici”, allora diventa “non scientifica” per definizione. «Il mare è mosso perchà© Nettuno è infuriato. E come fai a stabilire che la causa del mare mosso sia il pessimo umore di Nettuno? Ma come, non vedi com'è mosso il mare?». Pura scienza.
In altre email, gli “scienziati” della Cru (sarà forse il caso di iniziare a utilizzare le virgolette), si scambiano consigli su come “taroccare” alcuni dati grezzi che contraddicono il graduale aumento delle temperature terrestri. Si ammette esplicitamente l'utilizzo di «trucchi» statistici per «nascondere il declino» delle temperature. Sarà poi il blogger (ed ex metereologo) Anthony Watts a spiegare i dettagli tecnici del “trucco”, che consiste nel mescolare selettivamente due serie differenti di dati sulla temperatura in modo da produrre un grafico globale che finisce nel modo preferito dall'establishment sul global warming: con la classica curva all'insù tipica dell'hockey stick.
Dalle comunicazioni tra gli “scienziati” si percepisce anche una forte insicurezza di fondo sulla solidità delle stesse teorie su cui hanno costruito le proprie fortune, accademiche e finanziarie. «Dove diavolo è finito il global warming?», si chiede qualcuno dopo aver analizzato dati che dipingono un quadro generale di diminuzione delle temperature. E un articolo di Der Spiegel che sottolinea proprio questa tendenza al “raffreddamento globale” viene accolto quasi con terrore…
Poi c'è un aspetto altrettanto inquietante che rischia in più di avere conseguenze penali (ed è al centro delle inchieste avviate dalle università britanniche e statunitensi): quello del deliberato occultamento di dati scientifici che potrebbero falsificare la teoria di fondo dell'Anthropogenic global warming. «I due MMs – si legge in una mail di Phil Jones – stanno inseguendo i dati delle stazioni Cru da anni. Se scoprissero che ora esiste un Freedom of Information Act anche nel Regno Unito, credo che cancellerei tutti i file piuttosto che darli a qualcuno». I due MMs non sono caramelle, ma Ross Mckittrick e Steve McIntyre, due degli esponenti di punta dei climatologi scettici. E ancora: Phil Jones, evidentemente pressato dai vertici amministrativi della Cru che lo spingono a rendere pubblici i dati per evitare polemiche e cattiva pubblicità , perde la pazienza e invita i suoi collaboratori a sbarazzarsi di tutte le email in cui questi dati sono stati allegati. E l'aspetto più interessante di tutta la vicenda è che, recentemente, la Cru ha ammesso che i “dati grezzi” su cui sono state elaborate tutte le teorie dell'Ipcc sono stati «inavvertitamente cancellati» durante l'ultimo trasloco di sede dell'organizzazione. Una coincidenza strabiliante. O un atto criminale di cui Jones dovrà rispondere, non solo nelle sedi accademiche.
Fin qui, si tratta di email che dipingono un quadro disarmante della situazione. Ma c'è anche un'altra serie di “chicche” nascoste in uno dei documenti pubblicati online. Si tratta di un lungo file di testo denominato “Harry_Read_Me.txt” in cui, tra le linee di codice di un programma (scritto nel vecchio linguaggio fortran), il programmatore incaricato di «dare una sistemata ai dati» esprime tutta la sua frustrazione per essere costretto a lavorare con serie di dati incompleti, incoerenti e – in ultima analisi – del tutto inutilizzabili. Si tratta di commenti troppo tecnici per essere riportati in questa sede, ma dai quali si evince una realtà che gli “scettici” avevano intuito da tempo: quella sui cambiamenti climatici non è una «scienza consolidata», ma nella migliore delle ipotesi una “scienza neonata” in cui si avrebbero difficoltà quasi insormontabili nel ricostruire una serie di misurazioni coerenti e vagamente utilizzabili, figuriamoci nell'elaborare una teoria “perfetta” in cui si arriva perfino a stabilire un nesso di causalità . Eppure, negli ultimi anni, è accaduto proprio questo.
Lo scenario che emerge dal Climategate è drammatico, ma semplice da raccontare. In ogni discussione sul global warming, nella letteratura scientifica come nei mainstream media, il risultato è sempre lo stesso: è colpa dell'uomo. Lo ha scritto Robert Tracinski su Real Clear Politics, «come i grafici sulla temperatura prodotti dalla Cru sono sempre truccati per far vedere la curva all'insù dell'hockey stick, ogni discussione sui cambiamenti climatici finisce con l'attribuire ogni responsabilità all'uomo; e ogni dato o lavoro scientifico che tende a falsificare questa teoria viene screditato come “non scientifico” proprio perchè insidia questo dogma prestabilito». Ma le email (e i documenti) del “Climategate” dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, che siamo in presenza di un caso gigantesco di frode scientifica organizzata. Negli ultimi cinque anni, Phil Jones ha “raccolto” finanziamenti per 13,7 milioni di sterline dal governo britannico, grazie a dati falsi, minacce trasversali e trucchi statistici. Ed è stato trattato dall'opinione pubblica, manipolata da media compiacenti, come un eroe.
Il danno, poi, potrebbe andare molto oltre questa piccola t*fa milionaria, nel momento in cui una teoria non dimostrata (e probabilmente non dimostrabile) venisse utilizzata per introdurre gabbie legislative capaci di distruggere ricchezza per migliaia di miliardi, soltanto nel mondo occidentale. Proprio come rischia di accadere nei prossimi anni.

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 17:03

Lucas74@
a livello di andamento climatico globale O,2°C in 25anni sono davvero poca cosa, non rappresentano un trend degno di nota.
Minimo occorre un secolo con O,8°C.
Il tempo non è tutto, ma il rapporto tra tempo trascorso ed incremento è il vero metro .
Per esempio, se facessimo esplodere qualche migliaio di bombe atomiche come quella di Hiroshima potremmo avere una buona variazione di temperatura in soli 5 anni.

avatarjunior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 17:04


Ma ragazzi se l'uomo avesse impatti superiori allo 0,04% sulla CO2 (fonte IPCC al teatrino di Kyoto), come si spiegherebbero tutti i picchi precedenti al 1800?
Quando Annibale passò con gli elefanti le Alpi non attraversò il traforo del Monte Bianco ma passò sopra e non c'era neve, come non c'è stata spesso a cicli di 100 anni.
Non si può rispondere sempre con un "Eh, ma le misurazioni sono precise sono dal 1890" perché allora questo dovrebbe valere sempre.
Se mi dici che lo scarto tra una misurazione di oggi e una calcolata con carotaggio nel 1200 è di 4° Celsius poi non mi puoi rompere le palle affermando che la temperatura del pianeta è aumentata in alcune zone (e scesa in altre) di ben 0.2° Celsius negli ultimi 25 anni.
Capisco che girano soldi ma così è circonvenzione di incapace.
Wanna Marchi è andata in carcere per MOLTO meno

user81826
avatar
inviato il 30 Luglio 2018 ore 17:07

Lucas, qui i dati li abbiamo e se non ti fidi dei carotaggi (che siano inaffidabili lo dici tu, io non lo so, esistono però tecniche di incrociatura dati assai complesse e che riducono gli errori di misura) puoi comunque fidarti dei cambiamenti misurati nel giro degli ultimi anni.
Replicherai che anche 50 anni prima di Annibale c'erano ghiacciai fiorenti poi scomparsi ma innanzitutto non mi risultano testimonianze storiche di questo tipo e sopratutto oggi come oggi sappiamo esattamente la provenienza dei clima alteranti presenti in atmosfera, che vengano dalle mucche, dai vulcani, dalle influenze delle attività solari o dall'uomo. Se colleghi i ben noti effetti dei climalteranti con le variazioni di temperatura arrivi alle conclusioni a cui gran parte degli studiosi sono arrivati, ovvero ad una relazione stretta tra l'azione dell'uomo e le variazioni climatiche degli ultimi anni.
Insomma, non c'è alcun bisogno di andare a studiare troppo indietro nel tempo, senza contare che chi studia questi fenomeni ha verificato gran parte delle altre cause possibili delle variazioni termiche del pianeta.


Niente secondo me si va sul complottismo spinto qua, però è solo una mia opinione.

user117231
avatar
inviato il 30 Luglio 2018 ore 17:30

Mi è scappata una scoreggia..
in questo momento il clima nel mio ufficio,
è caldo, umido e soffocante.
Spero piova presto...MrGreen

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 17:47

in questo momento il clima nel mio ufficio,
è caldo, umido e soffocante.
Spero piova presto...


Ma se il clima non è cambiato di che ti lamenti ?
Suvvia pioverà dopo il 7 agosto MrGreen

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 17:55

Niente secondo me si va sul complottismo spinto qua, però è solo una mia opinione.


Ancora non ti è chiara la situazione ?

Per alcuni "scienziati" dell'ultima ora la seguente situazione è normale,

27-02-2018 vedere dov'è il freddo polare:

www.meteogiornale.it/notizia/49859-1-gelo-polare-trasferito-in-europa-

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 18:01

Le notizie che i media pompano sono sempre fatte e "state fatte" per soggiogare influenzare depistare l'opinione pubblica. Si pensa di essere in un regime di libertà di stampa ma in realtà le notizie sono sempre filtrate e date a modino.
Sono propenso a credere che ci sia proprio un raffreddamento del pianeta invece. E sarà ancor più catastrofico per il pianeta che non il surriscaldamento.
Riserve petrolifere in calo.....combustibili per riscaldare difficili da reperire.....immaginatevi cosa potrebbe essere di più catastrofico....

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 18:12

Riserve petrolifere in calo.....combustibili per riscaldare difficili da reperire.....immaginatevi cosa potrebbe essere di più catastrofico....

le scoregge di Felix?

avatarsenior
inviato il 30 Luglio 2018 ore 20:38

Riserve petrolifere in calo.....combustibili per riscaldare difficili da reperire.....immaginatevi cosa potrebbe essere di più catastrofico....
. . . . solamente un pianeta ricoperto da un crosta di ghiaccio che varia dai 200 m min. a 2Km max.Cool e pochissimi eletti scampati al pericolo che vivono in igloo di vetro sotto alla cortina ghiacciata.;-)

user28347
avatar
inviato il 30 Luglio 2018 ore 21:12




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