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Fotografia Naturalistica si può ancora chiamare cosi?


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avatarsenior
inviato il 30 Maggio 2018 ore 22:37

Il capanno a pagamento è senza dubbio "facile e subito", pagare la Lufthansa e una guida africana lo è secondo te? Immagino di si, quindi non ci dobbiamo andare? E' sbagliato andarci? Non è fotografia naturalistica quella? Non esiste soltanto la zona umida vicino a casa o il capriolo/camoscio in montagna, magari c'è tutto un mondo da osservare.
Si osservano gli animali in qualsiasi parte del mondo, poi eventualmente si scatta senza disturbarli.

Fabio, chiariamo una cosa, io mi riferisco a chi paga o va all' estero per fotografare specie possibili anche da noi. E' chiaro che l' orso polare o il leone si possono fare solo in quella maniera, mica si può rischiare la vita;-)

avatarsenior
inviato il 30 Maggio 2018 ore 23:20

Credo che proprio non ci capiamo.....
Il valore di uno scatto naturalistico a mio avviso ha molto a che faro con la storia dello scatto....
Se per te una foto ad una cincia dal ciuffo fatta in val di roseg ha lo stesso valore di una fatta sull'appennino credo sia proprio inutile anche intavolare una discussione perché siamo proprio agli antipodi....


Ok Angus, ma questa è soddisfazione personale, è un valore aggiunto che conosce soltanto il fotografo. E' una cosa che non puoi misurare dalla foto.
Un estraneo non noterebbe nessuna differenza tra le due situazioni.
Poi certo, è la fiammella che tiene viva la passione ;-)

Le cincie dal ciuffo le posso trovare a mezz'ora da casa mia, ma dovrei schivare i pallini dei cacciatori. Vivo nella patria della polenta onta&osei...

A me non torna il fatto che i soggetti esteri siano più confidenti. Come mai? Perchè la beccaccia di mare olandese è confidente da far schifo...mentre la beccaccia di mare nella laguna di Venezia scappa? Perchè una poiana italiana se la da a zampe levate già a 100 metri mentre un rapace del Costa Rica sta fermo a 10 metri e ti guarda per 5 minuti?
Questo fa riflettere....

avatarsenior
inviato il 30 Maggio 2018 ore 23:36

Gli italiani puzzano e gli uccelli hanno la puzza sotto al naso! MrGreen

avatarsenior
inviato il 30 Maggio 2018 ore 23:51

Ma si Emanuele, si può chiamare Naturalistica, il capanno a pagamento in oasi è un modo per far crescere la cultura della tutela, oasi LIPU o WWF in questo modo hanno potuto incrementare le visite e i fondi di conseguenza questo ha permesso di avere piccoli angoli di paradiso, per chi si avvicina a questo tipo di fotografia può essere un inizio, per me lo è stato, come lo e stata la curiosità di trovare anche altro, quell'altro che mi ha permesso di avere quell'emozione che la foto cercata e realizzata ti da.
Io non critico chi per suoi motivi frequenta capanni a pagamento, penso che questo non era lo scopo del post, penso che sia profondamente sbagliato non dichiarare che uno scatto è stato realizzato in un posto controllato a pagamento o peggio dichiarare uno WILD quando è frutto di una predisposizione per fotografi dove magari non si usano sistemi rispettosi della natura, un giorno magari quando non potrò più andare nel fango a meno 3 gradi magari tornerò con più frequenza in oasi e magari aiuterò a tagliare e ripulire i canneti chi lo sa.
Per chi parlava dell'Italia, considerare l'urbanizzazione del nostro territorio, la densità abitativa, la mancanza di rispetto delle persone verso quei pochi posti naturali che ci sono, mi porta a fare una considerazione, fotografare un gruccione quando dall'appostamento puoi vedere la cupola di San Pietro penso che sia la più grande delle soddisfazioni, perché è bastato solo cercarlo camminare nel centro cittadino, entrare in un parco e vedere che la natura se rispettata ti regala la possibilità di fare una fotografia che puoi si considerarla WILD perché nessuno aveva predisposto niente sei stato tu che hai ascoltato il loro canto, li hai cercati, hai trovato un posto dove nasconderti, li hai aspettato, sudato, li hai fotografati, tutto rimanendo a pochi chilometri da casa. Oggi si sopravvalutano i viaggi, sicuramente belli, che ti portano a poter visitare posti diversi e meravigliosi, avvolte l'emozione che ti bagna gli occhi te la regala una passera scopaiola fotografata nel parchetto vicino casa, che si è posata sul posatoio che ha messo li e per due anni ha sempre gironzolato senza mai concedersi, tu hai sempre sperato, ma niente e poi quando si posa....proprio il giorno del tuo compleanno.....
Concludo è bellissimo avere la possibilità di visitare posti dove la natura si può esprimere per quello che è, dove il contatto con l'uomo non spaventa, ancora di più è camminare nella poche aree verdi delle nostre città e poter scoprire che ci sono tante specie che ci circondano e che basta solo un po di costanza e pazienza, poi si riesce a fotografarle.
Emanuele, mi sembra che chi ti critica forse non ha considerato che il tuo post è stato aperto proprio considerando la tua esperienza, il fatto che hai per quanto mi riguarda potuto costatare con il tuo lavoro la reale condizione di quanto accade e che domandandoti "si può ancora chiamare cosi?" vuoi permetterci di crescere culturalmente e magari riscoprire il bello del conquistarsi uno scatto con le nostre forse.

avatarjunior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 0:01

Povero me. Su questo argomento non posso che invitare tutti a leggere sul sito della nanpa il codice etico che si sono dati. Come ha detto Angus qualche post fa: la fotografia naturalistica ha bisogno di un audience più educata. Più consapevole. Così si chiude il cerchio dell'etica.
Per il resto percepisco due cose da queste discussioni:
1) la voglia di emergere per differenza, screditando altri modi etici e leciti di ottenere uno scatto. Essendo moooolto difficile emergere con la qualità delle nostre foto.
2) l'impossibilità di avviare proprio da qui quel circuito etico che ci renderebbe soprattutto appassionati della natura migliori, ancor prima che fotografi.

La foto ha bisogno di luce, soggetto, contesto e di chi la scatta (al netto del ferro e del vetro etc). Se questo quadrilatero rispetta la biologia di un soggetto, senza arrecare danni, la foto è naturalistica. Il come la si ottiene ha che fare con soddisfazione personale, unicità dello scatto (foto sudate e riuscite sono generalmente uniche e quindi più apprezzabili) e progetti fotografici personali.

Chiudo dicendo che è malamente diffuso un equivoco sul termine wild, da wildlife, che significa animali selvatici (quindi non addomesticati) e non ha nulla a che fare con bear grylls, gli assideramenti e/o il rischio di morte. Quella è solo retorica.

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 13:17

Negli anni passati ricordate i bigattini !!!
Eppure qualcuno dei grandi professori ancora li adopera !! Eppure mai letto commenti diversi da " spettacolare "
P.S. non erano camole


Infatti non ho mai usato i bigattini o altro di vivo, come invece spesso vedo ma che nessuno dice.
Comunque nonostante l'argomento sia importante e interessante, alla fine ognuno dice e fa quello che vuole senza realmente considerare il problema reale, o solo in maniera marginale, a parte forse pochissimi. Sicuramente un codice etico ci vorrebbe, come era stato discusso mesi fa qui in Sardegna, ma visti i scarsi risultati raggiunti dubito che in Italia questo tipo di mentalità possa prendere piede se non da poche persone....

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 13:21

Non si tratta di generalizzare. Faccio foto wild per una serie di coincidenze improbabili, chi non ha avuto tanta fortuna fotografa come può e come sa. I capanni del wwf o della LIPU sono piacevoli occasioni di incontro con altri fotografi, ma c'è poco contatto con la natura selvaggia. Chi può scegliere e porta a casa le foto in ambiente wild, sceglie quello. Chi non ci riesce magari pur di portare a casa belle foto fa un viaggio o frequenta i capanni nelle oasi più vicine a casa sua. Ma si tratta sempre di fotografia naturalistica, i soggetti sono selvatici.


Claudio ma non è sempre così, almeno con la Lipu (le oasi WWF non le conosco, quindi tacio MrGreen); ad esempio l'oasi di Carloforte non ha veri capanni, ma punti consigliati da Luciano Durante (il responsabile dell'oasi) da cui riesci a fotografare i falchi della regina, e considerato che quella è una delle poche zone d'Italia in cui nidificano, direi che più wild di così non si può fare Sorriso

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 14:27

A me non torna il fatto che i soggetti esteri siano più confidenti. Come mai? Perchè la beccaccia di mare olandese è confidente da far schifo...mentre la beccaccia di mare nella laguna di Venezia scappa? Perchè una poiana italiana se la da a zampe levate già a 100 metri mentre un rapace del Costa Rica sta fermo a 10 metri e ti guarda per 5 minuti?
Questo fa riflettere....




Non lo so ... ma a lume di naso potrei ipotizzare che forse da quelle parti la caccia non è una sorta di sport nazionale!

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 15:08

Non è normale che un selvatico si lasci avvicinare a quel modo dall'uomo, a meno che non ne sia divenuto in qualche modo "gregario", come accaduto ai passeri nei centri abitati, o non sia stato comunque abituato tramite la continua offerta di cibo (turisti ecc.); in tal senso mi pare che ci siano già stati 3d in cui si accennava a questa "disinvolta" pratica in Paesi "civili" come quelli nordici.

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 17:01

Sono confidenti in tutta l'isola di Texel, non viene offerto loro del cibo. C'erano parecchi birdwatcher inglesi e tedeschi, é un posto famoso in tutta Europa per le numerose specie presenti.
Ci sono pold ovunque presidiati da pittime reali, sono famose le tipiche foto della pittima sopra al palo che osserva il proprio territorio

avatarsupporter
inviato il 31 Maggio 2018 ore 20:02

avatarsupporter
inviato il 29 Maggio 2018 ore 12:42

Come da titolo, si può definire ancora naturalistica? Anche se ormai molte foto di questa pagina e anche altre, vengono da capanni a pagamento, dove non c'è più il lavoro del fotografo nel ricercare la specie e approntare un capanno per poter scattare delle proprie foto? Parliamone


è un argomento trattato molte volte e non se ne è mai venuto a capo

diciamo di si,basta che gli animali siano liberi di andare dove vogliono, in fin dei conti anche noi uccellari che ci cerchiamo i luoghi fuori dalle oasi nel nostro piccolo facciamo quello che fanno le grandi oasi, creiamo un appostamento autocostruito, la differenza è che nel nostro caso è solo per noi mentre nelle oasi, a pagamento e non, viene usato da un pubblico piu vasto

questo per quanto riguarda un semplice appostamento per piccoli passeracei, diverso è il discorso per i limicoli e acquatici, qui il lavoro è piu duro senza nessuna certezza del risultato

e fatemelo dire questa per me è l'essenza della fotonaturalistica, la soddisfazione personale e tutto il lavoro che c'è dietro la preparazione di tutto l'ambaradam ,i sopralluoghi, le uscite a vuoto, la soddisfazione di fotografare magari la rarità che non ci saremmo mai aspettati di incontrare in quel luogo, questo è il bello, se dietro questo genere fotografico non ci fosse questo lavoro sicuramente cambierei genere fotografico.

Ciò non toglie che non c'è nulla di male fare una scappatina in oasi ogni tanto, se ci fosse la presenza di qualche rarità perchè non approfittarne?, per esempiol'oasi di Alviano dove Alessio ha fatto un lavoro eccezionale dopo l'alluvione di qualche anno fà, pensando e costruendo le nuove postazioni pensate proprio per i fotografi.



Emanuele voleva solo evidenziare che andrebbe specificato se lo scatto è stato fatto a pagamento, che poi nel 90% dei casi si nota a prima vista.


avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 21:36

Io invece vorrei capire se, tutti quelli che si ritengono fotografi Wild, e che ritengono di perseverare la fotogrfia wild vera, lavorano o sono disoccupati o in pensione. No, perche' fare fotografia in questo modo e come
indicato nei post precedenti, porta via mesi, se non anni, ricerca dei posti, farsi i capanni, vorrei capire, ma chi dice di farsi questo da se' lavora? Ha una famiglia? Come conciliate il tempo con questa passione? Lo chiedo perche' io lavorando tutta la settimana, ho solo il sabato o la domenica liberi per i miei spazi. E a volte neanche quelli. E alcuni di voi hanno anche figli. Ma le mogli? Non vi dicono mai nulla!? Perche' di base, per portare avanti un discorso di questo tipo, non va guardato ne il tempo, che si deve avere, ed oggi di tempo libero non ne ha piu' nessuno e tanti soldi da spendere.

avatarsupporter
inviato il 31 Maggio 2018 ore 21:47

Se hai passione il tempo lo trovi anche se hai famiglia e lavoro.

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 21:51

Non e' detto Nerone. Non e' detto assolutamente. Io credo che il problema alla base sia proprio questo. E' per questo che chi ha passione e non puo' fare da se' per i piu' disparati motivi e' costretto a rintanarsi nelle oasi o a pagare capanni. E qui' non c'e' etica o non che tenga, si tratta solo di vita moderna frenetica. E comunque, dall'esperienza che mi sono fatto da 4 anni a questa parte, conoscendo diversi fotografi naturalisti in questo tempo, e frequentando diversi posti preposti a questa tipologia di fotografia ho realizzato che il 95% della gente che fotografa e' pensionata. E questo e' gia' in parte risposta a quello che ho domandato sopra.

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 22:00

Lavoro dal lunedì al venerdì, ho moglie e figlia adolescente, più una madre non più giovane che vive sola, il tempo non è mai abbastanza, fra un uscita fotografica e l'altra può passare anche molto più di un mese Confuso
Mia moglie però l'ho contagiata Cool : la fotografia naturalistica piace anche a lei, l'ho equipaggiata con una reflex piccola e il leggero 170-500 e mi segue volentieri tutte le volte che può, magari approfittando di quei 2 giorni che la piccola è in gita scolastica, o del pomeriggio che va a studiare da una amica.
Non è il massimo, raramente posso essere all'opera all'alba, ma già lo stare a contatto con la natura mi rilassa (anzi, ci rilassa); se poi, come ho gia scritto, ci scappa una bella foto, tanto meglio!

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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