user104642 | inviato il 03 Gennaio 2018 ore 16:03
“ Ciao a tutti,
arrivo in questo bellissimo post su segnalazione dell'amico Filippo, il quale mi ha suggerito di presentarmi a questa accolita munito di vino ... reco quindi con me idealmente un bel fiasco di Chianti, terra che diede i natali ai miei avi, anche per augurare a tutti un felice 2018!! „
Ciao Roberto, eccellente intervento.
A presto
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user104642 | inviato il 03 Gennaio 2018 ore 16:08
“ Per quanto mi riguarda è un mix di entrambe le cose. Sia Scatti al volo sia pensati „
Vi invidio nel riuscire a fare foto 'pensate'.
Giuro ci ho provato, ma torno sempre alla mia abitudine primaria, quella dell'immediatezza e conseguente rapidità d'esecuzione nonchè avvicinarmi molto (troppo..) a ciò che voglio riprendere. Sicuramente devo applicarmi di più visti i pochi risultati ottenuti ma è quella la mia strada (giusta o sbagliata che sia). |
user137840 | inviato il 03 Gennaio 2018 ore 16:22
...per me ce l'hai delle buone street in archivio.
una te la ruberei: "PAUSA" |
user104642 | inviato il 03 Gennaio 2018 ore 16:25
“ ...per me ce l'hai delle buone street in archivio. „
Grazie Filippo, quella l'ho scattata mentre camminavo e senza inquadrare. Mi ha colpito la disposizione degli elementi che mia ha, poi, convinto a scattare.
Adesso vado a ringraziarti sul msg alla foto  |
| inviato il 03 Gennaio 2018 ore 17:39
X Stefano: Io invece penso che ogni persona sia diversa, quindi se provi piacere a scattare in modo immediato forse è quello il tuo stile. Per me la cosa più importante, più importante perfino del risultato è il piacere che provo a gira per strada con la macchina al collo, nel guardarmi attorno in cerca di spot interessanti, nel bermi una birra su una panchina mentre riguardo e cancello gli scatti, nel conoscere persone nuove. Questo per me è vivere la fotografia street. Nella tua gallery ho visto ottimi b&w e in effetti ti avvicini molto ai tuoi soggetti. Se fossi in te non mi forzerei ad essere ciò che non sei. O magari ho detto solo un sacco di schiocchezze ma almeno non penso solo a quale brand sia meglio o quale reflex scatta meglio a un miliardo di iso. |
user104642 | inviato il 03 Gennaio 2018 ore 18:02
“ X Stefano: Io invece penso che ogni persona sia diversa, quindi se provi piacere a scattare in modo immediato forse è quello il tuo stile. Per me la cosa più importante, più importante perfino del risultato è il piacere che provo a gira per strada con la macchina al collo, nel guardarmi attorno in cerca di spot interessanti, nel bermi una birra su una panchina mentre riguardo e cancello gli scatti, nel conoscere persone nuove. Questo per me è vivere la fotografia street. Nella tua gallery ho visto ottimi b&w e in effetti ti avvicini molto ai tuoi soggetti. Se fossi in te non mi forzerei ad essere ciò che non sei. O magari ho detto solo un sacco di schiocchezze ma almeno non penso solo a quale brand sia meglio o quale reflex scatta meglio a un miliardo di iso. „
Si Luca, per il piacere primario è fare le foto, mi diverte tantissimo. Mi piace girare tra la gente con la 'gnappetta' attaccata al polso della mano dx e guardarmi in giro e osservo sempre con molta attenzione. Mi fa star bene.
Seguirò il tuo consiglio e per quel che mi riguarda hai detto cose sanissime. |
| inviato il 03 Gennaio 2018 ore 18:04
Per quanto riguarda l'eventuale didascalia straquoto l'intervento di Sblo. Non mi trovo d'accordo col mio amico Vincenzo (Virus). Penso la foto debba avere al massimo un titolo, che può rispecchiare l'interpretazione del fotografo, ma lascar poi spazio all'interpretazione di chi la osserva. A meno che non si tratti di un reportage, un progetto, un libro. Ma è un altro discorso... la fotografia è comunicazione, se ha bisogno di una didascalia, vuol dire che non comunica, non è riuscita nel suo intento. O se raffigura un monumento, con la sua prolissità (hai proprio azzeccato il termine Sblo), vuol dire che è una illustrazione, non una fotografia. Scusate l'OT. |
user104642 | inviato il 03 Gennaio 2018 ore 18:12
“ Penso la foto debba avere al massimo un titolo „
Mi trovi d'accordo, è di una tristezza infinita quel "Untitled"  |
| inviato il 03 Gennaio 2018 ore 18:21
Sono punti di vista discutibili. Ho appena terminato un progetto dove le didascalie hanno avuto un ruolo fondamentale valorizzando il lavoro. La didascalia da un valore aggiuntivo se studiata e se la foto ha qualcosa da dire. Una foto banale non ne ha bisogno se non per giustificare la sua banalità. Lo dico perché il progetto era basato su questo e il risultato parla da se...senza il bisogno di didascalie. Ma ripeto sono punti di vista. Son d'accordo con te Matt quando dici che ci deve essere un motivo di base. |
| inviato il 03 Gennaio 2018 ore 19:08
Amo la fotografia street perché non ha una sola definizione/interpretazione e quindi comprende scatti molto diversi fra loro. Alcuni acquistano valore attribuendo un titolo o una didascalia, alcuni vanno visti singolarmente altri in un insieme. Perché limitarsi fissando delle regole?
:) |
| inviato il 03 Gennaio 2018 ore 19:27
Tornando al topic principale, personalmente non ho mai avuto problemi nel tagliare parte dei soggetti, in certe inquadrature ravvicinate é necessario.
Scattado a display spento spesso i miei scatti sono anche storti, considero la cosa un difetto che a volte passa in secondo piano ma che preferirei comunque evitare...anche questa volta imho non esistono regole ben precise
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| inviato il 03 Gennaio 2018 ore 20:16
Vedo che hai perfettamente capito ciò che intendo Virus! I nostri lavori cartacei son stati egregiamente accompagnati da note sapienti...
Danpa è l'esempio lampante della street "verace" di cui parlavo. Infatti l'imperfezione in questo caso arricchisce la partecipazione.
Vero Ezio che la street non si può insegnare, ma il risultato, per me, deve o rendere partecipe, o rendere un'atmosfera. Altrimenti rimangono semicartoline o ritratti rubati. Ovviamente sempre per il mio modo di vedere... |
| inviato il 03 Gennaio 2018 ore 21:47
“ Amo la fotografia street perché non ha una sola definizione/interpretazione e quindi comprende scatti molto diversi fra loro. „
Classificare un genere fotografico è sempre difficile, nel caso della street è quasi impossibile, visto il numero di sottogeneri differenti. Bruce Gilden e Fan Ho sono tra i migliori fotografi che ho avuto modo di conoscere, entrambi vengono classificati come maestri della street, inutile dire che le loro immagini sono completamente opposte.
Il primo si butta nella mischia, cercando con empatia di cogliere gli aspetti più grotteschi, surreali della vita quotidiana, le sue immagini presentano una distorsione marcata, ci sono braccia e gambe tagliate, peggio di Machete
Le immagini di Fan Ho sono poetiche, c'è una ricerca della calma nel caos, del momento perfetto in cui la figura umana viene colpita dalla luce e lascia la sua presenza eterea nel paesaggio. Le immagini del fotografo di Hong Kong in alcuni casi sono costruite a tavolino, si tratta pur sempre di uno dei maggiori registi orientali
Sono due modi di fotografare completamente opposti, nel primo l'uomo, la sua gestualità le sue azioni sono al centro dell'immagine, per cui un arto tagliato, un po' di grana o mosso fanno parte del gioco.
Nel secondo caso, più vicino per alcuni aspetti al paesaggio urbano, c'è una ricerca spasmodica dell'equilibrio tra luci e ombre, uomo e le geometrie che o circondano, gli scatti sono studiati nel minimo dettaglio e possono essere frutto di lunghi appostamenti.
Due approcci, eppure entrambe validi
Per chi non lo conoscesse consiglio di dare un'occhiata al sito :http://www.italianstreeteyes.com
si tratta di un collettivo italiano che comprende fotografi che praticano la street ciascuno con il proprio punto di vista, spesso differente dalle altre persone del gruppo.
Su juza c'è Pierfranco Fornasieri, uno dei membri del collettivo
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user137840 | inviato il 03 Gennaio 2018 ore 21:50
forte sto Bruce Gilden...mi copia. |
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