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Politica di Canon su import... pivelli


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avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 17:41

Cool

avatarjunior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 17:43

anche per me sarebbe comodo vivere in italia e avere la "sede fiscale" alle mauritius, ma non posso.. perché le grandi aziende invece si..?

Per vendere i europa non possono neanche loro... Devono avere sede fiscale qui, all'interno del mercato unico europeo (ed infatti scelgono paesi come irlanda & co dove l'iva è più bassa), quello di cui credo ti lamenti è l'elusione fiscale, ma la fanno legalmente sfruttando delle "falle" nella normativa europea. E' un problema europeo ed singoli stati possono farci poco.
iniziamo a fare che se vuoi vendere in europa produci in europa, dai il lavoro in europa e paghi le tasse in europa.. e poi puoi vendere al prezzo che ti pare e mettere le regole che ti pare..

Ti ritroveresti a pagare una 1300D più di 800 euroConfuso
troppo sbagliato pensare che canon (o qualsiasi altra impresa del pianeta) faccia l'interesse di qualcun'altro se non il suo..

Questo nessuno sano di mente lo penserebbe :) a loro importa solo degli azionisti.

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 17:45

Per vendere i europa non possono... Devono avere sede fiscale qui, all'interno del mercato unico europeo (ed infatti scelgono paesi come irlanda&co dove l'iva è più bassa)

Vedi!! loro possono scegliere.MrGreen

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 17:49

ecco sulle magagne presunte se vuoi, puoi venire con un furgone e ti carico le stampanti a gratis, basta che me le porti via che vogliono soldi anche per smaltirle e siccome vanno un tot a peso e saremo su 150/200kg di ferraccio, mi fai un piacere enorme


io vengo, ma tu mi porti in giro per i colli a far foto e a mangiare le bistecche...e il panino con la porchetta...e paghi tu, perché siamo a casa tua...se poi vieni a torino, ti rendo il favore! (a patto che la smetti di scassare le palle con le tue stampanti! MrGreen sono più mitologiche loro qui dentro che lo sfocato magico delle lenti vintage MrGreen)

avatarjunior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 17:49

Vedi!! loro possono scegliere.

Io non ho mai detto di non comprare da altri stati europei, io stesso lo faccio perchè si risparmia... Io critico solo chi pretende di comprare in asia ed avere gli stessi diritti di un europeo. Compri in europa? hai i diritti di un consumatore europeo, compri in asia? hai i diritti di un consumatore asiatico;-)

avatarjunior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 17:51

ma che tasse pagano se non hanno stabilimenti, praticamente zero personale sul territorio e quant'altro..?
no si potrebbe pagare uguale se non rincaricassero così schifosamente i loro prodotti.. che inizino a far diventare i loro dipendenti e i loro ingegneri e i loro operai gli azionisti e non solo chi investe i soldi degli altri e aspetta a fine anno i dividendi, allora si che girerebbe un po' la faccenda..

avatarjunior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 17:55

ma lo scontro capitale / lavoro lo deve venire a "spiegare" io che non sono nessuno nel 2017..? cioè che ×..

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 17:56

Io non ho mai detto di non comprare da altri stati europei, io stesso lo faccio perchè si risparmia... Io critico solo chi pretende di comprare in asia ed avere gli stessi diritti di un europeo. Compri in europa? hai i diritti di un consumatore europeo, compri in asia? hai i diritti di un consumatore asiatico;-)

Mattz, non ci capiamo. Io contesto il fatto che con la globalizzazione le aziende con leggi fatte su misura per loro non hanno più confini. Io da semplice acquirente no, o perlomeno posso farlo ma non ho nessun tipo di assistenza, nemmeno a pagamento (guardare le politiche aziendali odierne di Nikon-Nital).
Riposto un intervento di Rcris il quale nesso è tutto qui:
La "globalizzazione asimmetrica" (tutta a favore del produttore) purtroppo è una realtà contro cui il cliente non può nulla.
Quando può, fa bene a bypassarla! Ma purtroppo le aziende fanno di tutto per renderlo se non impossibile quanto meno molto complicato.

Poi che ce lo facciamo andare bene e un altro discorso.

Poi sono d'accordo che Andrea abbia usato il termine "pivelli" che poco ha a che fare con la questione.. il termine più adatto è p.arac.uli a cui piace vincere facileMrGreen

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 18:02

io vengo, ma tu mi porti in giro per i colli a far foto e a mangiare le bistecche...e il panino con la porchetta...e paghi tu
il panino con la porchetta o meglio ancora lampredotto te lo pago e ti scorrazzo per i colli, ma la bistecca ti dico dove andare ma te la paghi MrGreen

avatarjunior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 18:03

L'attuale situazione degli accordi commerciali tra Costruttori e Distributori è degna di una denuncia all'Anti Trust.

Siccome la mia lunghissima spiegazione non era evidentemente chiara, mi spiego meglio.

Facciamo finta che io sia la CaniKon di turno.

Apro una filiale in Italia; dovendo vivere solo del fatturato di vendita che si genera in Italia (io sono infatti CaniKon Italia e non CaniKon Corporation) io agirò in tre modi:

1) con azioni di pubblicità sui Media, iniziative promozionali, di Marketing e di "Brand Awareness" cercherò di aumentare la consapevolezza della clientela potenziale verso i miei prodotti e di diffonderne al massimo la conoscenza. Così andrò a generare più domanda.

2) costruirò tramite accordi commerciali una Rete di Distribuzione, che potrà prevedere uno o più Distributori sul territorio Nazionale (Vendita Indiretta); sceglierò il/i Distributore/i in base alla sua capacità commerciale, logistica e organizzativa e alla sua presenza sul territorio.

3) Allo scopo di assicurare alla clientela locale la dovuta assistenza e manutenzione sui miei prodotti, costruirò una Rete di Manutentori che ovviamente dovranno certificarsi sui miei prodotti, per garantire interventi impeccabili. A questi Manutentori ufficiali io garantirò l'approvvigionamento dei pezzi di ricambio (gratuiti quando sono nell'ambito di interventi in garanzia) e un rimborso per la mano d'opera impiegata in garanzia.

Gli accordi di cui ai punti 2) e 3) sono accordi totalmente indipendenti ed effettuati con società diverse, accreditate per le loro diverse competenze: le competenze di un Distributore sono istituzionalmente, commerciali, logistiche, organizzative; quelle di un Manutentore sono di tipo tecnico.
Possono esistere Società che hanno sottosritto ambedue gli accordi, in quanto hanno diverse divisioni con ambedue le competenze, ma sempre di accordi separati si tratta.

Nel corso della mia attività verificherò:

a) Che ogni intervento sia effettuato su prodotti venduti legalmente (per evitare che eventuali prodotti rubati possano finire in manutenzione), tramite un controllo sulle matricole.

b) Il mercato di provenienza di ogni prodotto in manutenzione; questo per me CaniKon Italia è un indicatore di marketing "gratuito" del fatto che i prezzi che sto praticando all'interno della mia Country sono prezzi di mercato, corretti e non gonfiati. Se vedrò che la percentuale di prodotti acquistati ad esempio in Germania (come succedeva qualche tempo fa, a "danno" di un noto Distributore Italiano che aveva prezzi folli e a chi domandava perchè, rispondeva "che il loro prodotto ufficiale aveva il manuale tradotto in Italiano e il sigillo del distributore stesso a tutela del cliente") continua a crescere, dovrò pormi delle domande sulla bontà della mia rete e delle mie politiche di distribuzione e di pricing.

A questo punto, in un vero libero mercato, la Canikon Italia capisce dove la rete distributiva funziona male ed è migliorabile e quindi cerca nuovi accordi commerciali, rivede i Listini, intensifica le sue Promozioni e le azioni di Marketing e di Brand Awareness.
Il business della Manutenzione continua imperterrito e non risente minimamente della provenienza dei prodotti assistiti.

In un mercato drogato (il nostro, manco a dirlo) invece succede quanto segue.

Io CaniKon Italia non ho assolutamente voglia di "sbattermi" a verificare la ottimizzazione della mia Rete Distributiva, del mio Listino prezzi confrontato col resto del Mondo, delle capacità di vendita della mia Rete, della bontà dei mei accordi commerciali.

Allora chiamo i Distributori, sciolgo i vari contratti di distribuzione esistenti e ne stipulo uno nuovo con un'unica Società; che però deve avere in sè anche la divisione necessaria a gestire la Manutenzione.
Un unico contratto, un'unica Società che si occupa di tutto.

Con decorso immediato la nuova Società di Manutenzione accetta solo prodotti venduti dall'unico Distributore ufficiale Italiano. Tutti gli altri Manutentori - ormai non più ufficiali - potranno continuare ad operare, certo, ma solo su prodotti comunque di importazione ufficiale; per tutti gli altri io CaniKon Italia non fornirò più i pezzi di ricambio gratuiti in garanzia, nè il rimborso sulla mano d'opera.

Contemporaneamente l'unico Distributore Italiano aumenta i Listini del XX%; questo porta ad un enorme aumento del margine per il Distributore stesso (che può ricattare i clienti con la Manutenzione) e a un aumento delle vendite per CaniKon Italia, sempre per via del ricatto di cui sopra.
Semplice, comodo: il costruttore (inteso come CaNikon Italia) ci guadagna, il Distributore ci guadagna, il cliente come al solito paga di più un identico prodotto e un identico servizio.
Dopo un po' i Manutentori "non ufficiali" verranno gradualmente penalizzati con condizioni commerciali meno ottimali di quelle riservate al Distributore Unico; i manutentori non ufficiali per non morire di asfissia dovranno abbandonare la manutenzione CaNikon e occupari di altri marchi.

In circa 1 anno il gioco è fatto.

Questo non è un romanzo di Orwell, è la nsotra attuale realtà, che io, per pregresse esperienze professionali, conosco bene....

Questo film, che non è un film che qualcuno di noi del Forum si è fatto in cantina insiema una canna e a una bottiglia di whisky, ma purtroppo è la realtà attuale - configura una serie di accordi commerciali capestro contro la libera concorrenza che hanno tutti i presupposti per una denuncia all'Anti Trust.
Come amici avvocati mi hanno confermato.

Ma purtroppo nel nostro paese ci sono due limiti invalicabili:

1) Esiste un'AntiTrust ??

2) I clienti stessi per la maggior parte (ma vi assicuro che si tratta di uno dei pochi casi al Mondo !) sono incredibilmente convinti che tutto ciò sia buono e giusto !!!!

Beh, che dire? Contenti voi..... MrGreenMrGreenMrGreen

Un saluto.
Ilmarsigliese


user59759
avatar
inviato il 17 Maggio 2017 ore 18:04

Mi pare, se mi posso avventurare in questo trhead pieno di tagliole, che si faccia un poca di confusione mescolando aspetti diversi.
Con infinito rispetto per le opinioni di tutti mi sembra evidente che ci siano un bel po' di pregiudizi basati sulla non conoscenza dei fatti.
La garanzia deve essere data, per legge, da chi vende il prodotto.
Le case costruttrici internazionali, di solito, dividono, dal punto di vista amministrativo, le fabbriche dalle organizzazioni commerciali.
In pratica la fabbrica vende quello che produce alla società che porta il suo stesso nome, che ci pensa a rivendere i prodotti in giro per il mondo. La fabbrica può anche decidere di vendere a soggetti diversi dalle società commerciali del gruppo, i cosiddetti paralleli.
Le società ufficiali ricaricano i prodotti di un margine che serve per pagare le spese che vanno dalle strutture, al personale ecc e, una quota parte é destinata si costi relativi alle riparazioni in garanzia. La fabbrica, a meno di situazioni eclatanti che portano a dei richiami, in genere non fa garanzia e i prodotti direttosi li deve pagare il rivenditore. In tutto questo c'è una logica corretta: la fabbrica non può seguire milioni di clienti e quindi resta al commerciale l'onere della vendita e della garanzia compensata dal guadagno.
Le società ufficiali, a loro volta, si appoggiano a distributori ufficiali, siano essi fisici oppure on line, ma che rispettano alcune regole di collaborazione, appoggiandosi a loro volta a riparatori ufficiali per le riparazioni in garanzia.
Il margine economico per coprire i costi della garanzia ce l'ha sempre la struttura attraverso cui é avvenuta la vendita.
Tradotto in pratica significa che Canon EUROPA prende la copertura economica della garanzia solo sui prodotti che passano attraverso di lei. Tutto quello che entra nel mercato europeo al di fuori della sua organizzazione, se richiesta una riparazione in garanzia, può rifiutarsi di farlo. Prendersela per un fatto del genere é un errore in quanto non c'è nessuna ingiustizia.
Il discorso sulla produzione fatta in mercati dove la manodopera costa poco é fuori luogo anche perché tutti i prodotti Canon che ho preso finora sono made in Japan, al contrario di altri marchi che ho avuto e che ho, che spaziano dalla Cina al Vietnam.
Se si compra un sugo do pomodoro a trenta centesimi nel hard discount, non si può sperare che sia stato prodotto con pomodori biologici coltivati a Parma. Con tutta probabilità é un prodotto cinese dove oltre alla manodopera economica c'è la totale mancanza di controllo sui trattamenti.
Chi lo compra deve sapere di correre dei rischi.
Chi compra fotocamere nel mercato parallelo non può ignorare che dietro un un risparmio si può celare il rischio di un disservizio.
La colpa non è di chi ha prodotto la fotocamera ma di chi l'ha venduta e vuole scaricare su un'altra organizzazione le sue, specifiche, responsabilità.
Ho lavorato per 34 anni in una multinazionale e queste cose erano all'ordine del giorno. Se un ns cliente comprava degli oggetti del ns brand, in un paese diverso dall'Italia, la garanzia era a carico del paese venditore. Se quest'ultimo chiedeva fosse applicata la garanzia, doveva pagare di tasca sua il costo della riparazione al service italiano.

user59759
avatar
inviato il 17 Maggio 2017 ore 18:15

Il discorso del marsigliese cozza contro una realtà di fatto: se una società si comporta in modo sbagliato ci pensa il mercato a darle la meritata risposta.
Canon non ha il monopolio delle fotocamere e Andrea, come altri delusi, ha dimostrato di poter essere del tutto libero di poter scegliere.
Io ho comprato sempre in negozio diversi prodotti Canon, ho avuto bisogno solo una volta dell'assistenza che ha fatto un lavoro nei tempi e con la qualità promessa.
In linea di massima ho sempre pagato qualcosa in meno rispetto ai prezzi Amazon, ho avuto qualche cash back, ho approfittato dei 4 anni di garanzia anche se non ne ho avuto bisogno.
Non la considero una fortuna ma una normalità.

avatarjunior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 18:41

Se compro su amazon italia non vedo cosa debba fregare a me di come fa Amazon ad avere quel prezzo e non capisco nemmeno perché dovrei anche solo lontanamente immaginare che il prodotto acquistato non sia riparabile in garanzia o peggio non sia riparabile ha fatto nemmeno dietro dovuto compenso fuori dagli anni di garanzianon vedo cosa debba fregar Neame di come fa Amazon ad avere quel prezzo e non capisco nemmeno perché dovrei anche solo lontanamente immaginare che il prodotto acquistato non sia riparabile in garanzia o peggio non sia riparabile ha fatto nemmeno dietro dovuto compenso fuori dagli anni di garanzia

user59759
avatar
inviato il 17 Maggio 2017 ore 18:42

Boh!

avatarsenior
inviato il 17 Maggio 2017 ore 18:50

per essere un dealer canon ufficiale (o anche nikon o di altra marca) non devi dire che ti impegni a comprare... quando scatta l'inizio di un anno solare hai gia una fidejussione operativa che ti impone certi quantitativi ...
cosi è per ogni brand... . la politica dei prezzi sempre piu esasperata .. al ribasso per far si che tutti possano accedere al prodotto ... ha spinto le case a spostare il problema non sulla vendita di un prodotto ma sui sistemi di matutenzione e riparazione. Oggi lo fanno tutte .. indistintamente. E i costi di accesso al servizio di manutenzione dipendono dal tipo di vendita... . non ho mai sentito nessuno lamentarsi della assistenza delo venditore on line di turno .. i suoi prodotti sono coperti da una sua garanzia... e da un accesso di manutenzione suo con un circuito suo ..

per anni ho sentito un signore sbandierare a destra e a sinistra i diritti dei lavoratori .. ha fatto lotte contro i governi di turno ... era un sindacalista un signor sindacalista. .. cosi si diceva.. pretendeva di insegnare a tutti cosa fare.. poi un bel di .. tanto tuono che piovve! lo fecero sindaco ! ... e da sindaco guardando i conti la prima cosa che fece fu di linceziare dei lavoratori ... .. : morale ! ... sparare a zero verso un brand solo perche ti ha detto no ad una furbata o perche ti ha imposto il rispetto di regole commerciali note a tutti ... è il solito vizio italiano di volere tutto senza avere una regola! ... che si chiami canon o fiat o pasta amato non cambia!


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