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Etica del colore e altre ammenità


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avatarsupporter
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 2:03

E' photoshoppata e ha molto senso saperlo.
E' un esempio perfetto per dimostrare la differenza tra immagine fotografica come documento e immagine fotografica come arte.
L'immagine di Gursky ha il valore che ha proprio perchè è photoshoppata.
Non è una foto e basta. Se fosse una foto scattata con un click non varrebbe un beata fava.
Invece, c'è stato uno, l'artista appunto, che si è messo col cessello togliendo e mettendo dettagli fino a trasformarla in qualcosa che "sembra" reale, ma che in realtà è un luogo astratto che non esiste. E' talmente perfetta che nonostante sia riprodotta in grandissime dimensioni nessuno trova "l'errore", il clone applicato male, la sbavatura. Essenziale ancora una volta la sua grande dimensione. Sono ridicoli quelli che la denigrano guardandola sul web. Per queste caratteristiche costa un botto.
Sei io fossi capace di prendere una mia foto di nudo ed elaborarla fino a renderla stampabile 4x6 metri, "purificando" ogni dettaglio fino ad ottenere la donna perfetta e senza che i miei interventi fossero visibili, lasciando quindi l'illusione di una foto, ...forse ora sarei alle Maldive invece che a scrivere su Juzaforum.

Sarebbe diverso se la foto avesse lo scopo di documentare l'inquinamento delle sponde di quel punto del fiume. Allora sarebbe stato un errore togliere o aggiungere barattoli e bottiglie di plastica.


avatarjunior
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 2:44


Watson questa foto è photoshoppata o no? Ha importanza saperlo?



Ha importanza sapere se una banconota da 500 euro è contraffatta ? Sono quasi uguali, in fondo.

Quel che cambia è esattamente il suo valore. Se è vera la cambio al negozio per una reflex media, se non lo è la uso come segnalibro.

Ha importanza sapere del photoscioppismo, perché cambia la valutazione che posso fare.

Altrimenti, per qualsiasi foto, non chiamiamola più fotografia ma immagine.

Torno al paragone dei libri. Prendiamo "Anna Karenina", poi "Arcipelago Gulag": due capolavori assoluti.
Ma nel primo c'è scritto "romanzo", nel secondo " Tutti i fatti ed i nomi riportati sono reali ". Ti cambia qualcosa ? A me sì.



avatarsenior
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 8:38

Quindi anche se viene universalmente definita fotografia mi stai dicendo che farai campagna per farla escludere da questa categoria?
Sta dicendo che i paesaggi di ansel Adams in quanto pesantemente ritoccati e definiti da lui stesso verosimili e non reali dovrebbero appiccicarci etichetta diversa e escluderlo da fotografia.
Auguri per tua missione, temo che sarà dura però, ma chissà magari riuscirai a bandire gente come LaChaappelle da mondo della fotografia.
Motofoto hai ragione su giornalismo solo che come vedo discorso di Watson è generico

avatarsenior
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 9:06

e ridaglie, il tema non è questo. MrGreen

la domanda è:
cambio solo un elemento, nel colore, all'interno di un'immagine che apparirà realistica, sia lo facessi sia no.

L'immagine non è destinata alla galleria del " come sono bravo a modificare con photoshop " ma l'autore pensa di modificarla perchè esteticamente gli piace di più.

quindi si pone un problema "etico" perchè pur non volendo agire di creatività e fantasia, sa che altera la realtà senza che questo sarà percepito nell'immagine.

e si domanda, "è etico?"

avatarsenior
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 9:07

Tornando a domanda iniziale semplicemente decidi in base a uso foto, se quella immagine sarà pubblicitaria dovrai soddisfare cliente, se la metterà su catalogo ti chiederà mare blu.
Se foto è tua..dipende da quel che vuoi mostrare o dire tu.

avatarjunior
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 9:22

Questa conversazione è molto interessante. Personalmente, al di là di ogni considerazione su diritti e libertà, trovo che l'uso senza regole della post produzione abbia un po' mortificato le foto di paesaggio. Voglio dire, capita nella vita, qualche volta, di osservare panorami mozzafiato, colori così belli da sembrare finti... Le relative foto, almeno un tempo, erano di conseguenza uno spettacolo e una cosa rara. Oggi purtroppo non solo non fanno più effetto: anzi, più i colori sono "speciali" e più viene la sensazione che si tratti semplicemente di photoshop. Molto triste. Per questo trovo molto giusti gli interventi di Daniele Ferrari: all'interno di un contesto di regole condivise, assume maggior valore e chiarezza il messaggio. Se vedo una bella foto di paesaggio all'interno di un contesto di persone che rispetta determinate regole, riesco ad apprezzarla molto di più...

avatarsenior
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 9:41

sui paesaggi io credo che molti che vanno a guardarli ormai entrano nel contesto del fantasy, e oltre ad apprezzare la land, apprezzano anche l'opera creativa che dietro il computer ha fatto l'autore.
Dopo un po' ci si abitua e si capisce cosa si va a vedere.
e dopo un'altro po' l'aspettativa è quello di riconoscere un certo genere nella prassi che lo caratterizza, ovvero interventi a manetta per esaltare colori o quant'altro.

user90373
avatar
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 10:00

Per mio limite, e dello schermo, non riesco proprio a strapparmi i capelli di fronte a Rhein II. Trovo sbagliato il concetto che origina "l'opera". Era forse troppo difficile trovare un tratto del fiume privo di elementi che cozzavano con il sentire momentaneo dell'artista? Oppure uno scatto così semplice sarebbero in grado di farlo in tanti, mentre per l'operazione di smentellamento servono ditte specializzate. Dove risiede l'arte, nel fotografo, nell'artista, o nell'informatico? Si dirà:-"In tutti loro è un'opera a tutto tondo ". Rispondo:- "Ghe sbiro co tuti quei xeri" (E ci credo con tutti quegli zeri).
Parlando di gente che si esprimeva anche su grandi formati, non me la sentirei proprio di paragonare Rhein II a una qualsiasi delle tele del Caravaggio, in termini anche di sola emozione.

avatarsupporter
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 10:37

sui paesaggi io credo che molti che vanno a guardarli ormai entrano nel contesto del fantasy, e oltre ad apprezzare la land, apprezzano anche l'opera creativa che dietro il computer ha fatto l'autore.
Dopo un po' ci si abitua e si capisce cosa si va a vedere.

Ci può stare, anche se dipende dai contesti, ce ne sono alcuni in cui si ci aspetta di trovarsi di fronte ad immagini di stampo naturalistico, poi si potrebbe discutere a lungo sulla differenza tra creatività e omologazione ma saremmo terribilmente OT;-)

avatarsenior
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 11:01

si è vero, c'è anche il paesaggio documentario.

user90373
avatar
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 11:14

@Caterina Bruzzone
Ci può stare, anche se dipende dai contesti, ce ne sono alcuni in cui si ci aspetta di trovarsi di fronte ad immagini di stampo naturalistico, poi si potrebbe discutere a lungo sulla differenza tra creatività e omologazione ma saremmo terribilmente OT;-)

Tutta la discussione prende il via dal voler esser creativi a tutti i costi senza nessun "a patto che ...."

avatarsupporter
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 11:31

Ho risposto nel mio primo intervento, OT è solo riferito alla differenza tra creatività e omologazione ( o anche semplice imbellettamento MrGreen)
Però adesso il tempo è scaduto...Buon Natale!!!

avatarjunior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 8:45

Quindi anche se viene universalmente definita fotografia mi stai dicendo che farai campagna per farla escludere da questa categoria?


No, non sto dicendo questo.

Sto dicendo che, quando vedo una fotografia, apprezzerei che ci fosse scritto in didascalia: " Profondamente modificata dall'originale ", così come su un libro di fantascienza c'è in copertina sempre scritto proprio " Fantascienza " e non " Una storia vera ": sempre parole scritte sono, ma cambia il valore che ne posso attribuire.
Sempre paragonando ai libri ( o ai film ), ci sono le varie gradazioni sempre presenti in copertina: " Saggio " , " Tratto da una storia vera ", " Liberamente ispirato ad una storia vera " , "Romanzo".
Se ti leggi un libro senza sapere a quale categoria appartiene, non puoi darne un giudizio. Questo non significa che non lo si possa chiamare "libro" e che non possa essere venduto in libreria. Esattamente come una fotografia.

avatarjunior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 9:30

E comunque, per rispondere alla domanda iniziale di Simone: si, per me cambiare i colori in una foto di paesaggio è un po' barare. Ok, non stai rubando niente a nessuno e sei libero di farlo, quindi in senso strettamente etico non devi certamente chiedere il permesso. Ma, anche se la foto non la devi vendere, sfugge il senso della cosa. Poi, possiamo cantarcela e suonarcela da soli quanto ci pare sulla libertà artistica (ora siamo diventati tutti artisti ;-) ), l'immagine che non è necessariamente un documento, l'emozione da trasmettere eccetera... resta il fatto che, se ci si rivolge al normale interlocutore (uno che guarda la foto e non è un appassionato del settore), la foto con i colori cambiati è semplicemente "taroccata con photoshop". E la chiama fotografia o foto, non immagine.
Ciò che avanza è solo prendere i like sui forum specialistici e magari leggere "splendide cromìe..." nei commenti. Ma prendi il mio parere per quello che vale, non sono un fotografo, a malapena un appassionato pasticcione.

avatarsenior
inviato il 26 Dicembre 2016 ore 10:18

Watson quale è limite?
Per esempio foto a colori di Daido Moriyama come le classifichi?
Non credo che discorso possa essere cosí riduttivo

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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