| inviato il 20 Settembre 2016 ore 13:58
Ciao Giuliano, ah, finalmente un vero intenditore! le lenti sono come il vino... |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 14:03
Confronti fatti coi piedi portano a teorie calpestabili |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 14:08
... con o senza piedi, non hanno alcuna pretesa di scientificità ... |
user39791 | inviato il 20 Settembre 2016 ore 14:12
“ Confronti fatti coi piedi portano a teorie calpestabili „ Nel mio piccolo ho confrontato il Canon 85L che è quasi un vintage come progetto con un Otus di un amico e ho avuto le indicazioni che mi aspettavo. L'Otus al 100 per 100 lo massacra, ma su una foto stampata o vista con un monitor di assoluta qualità il nonnetto su prende belle rivincite. |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 14:23
Ammetto candidamente di non notare questa differenza di "tridimensionalità". Avevo già letto articoli simili e, così come negli altri casi, non riesco proprio a vedere nulla di diverso da questo punto di vista. Ovviamente ci sono differenze nella nitidezza e nella resa cromatica ma nulla di più, secondo i miei occhi. Ci vedo poco io o... Al limite aiutatemi a capire quali differenze cercare. Cosa si intende per "tridimensionalità" su un'immagine bidimensionale? Grazie. :-) |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 14:53
Le migliori fotografie che guardo e riguardo senza stancarmi qui juza sono, per la maggior parte, fatte con obiettivi non particolarmente considerati tipo canon 24/105 I (ma è solo uno tra i tanti). Sarà un ottica piena di difetti, compromessi e che nulla di strettamente specifico può fare ma certe foto non esiste sigma, leica o zeiss che tenga e per di più questo in tutti gli ambiti dalla ritrattistica, al paesaggio, all'architettura ecc. |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 14:54
Il nwmico del buono è il meglio.... |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 14:58
A parer mio la tridimensionalità è data dal contrasto generale dell'immagine generata dalla lente e dalla ricchezza della sua gamma cromatica. Poi, il resto lo fa la luce. E' vero che a volte si va a cercare il pelo nell'uovo, ma quando si spendono parecchi kEuri è anche giustificabile fare un confronto millimetrico prima di aprire il borsellino. La lente da sola non basta, così come non basta la bicicletta in fibra di carbonio... poi ci vogliono le gambe (nel nostro caso gli occhi). |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 19:54
Ottimo intervento Skylab59. Aggiungo che per capire le differenze tra una lente ed un'altra, bisogna usarle un po' Un esempio: uso spesso il 90 mm. 2,8R su 6D.Un giorno decisi di ricomprare il 90 summicron apo asph R allettato dal prezzo accattivante che mi avevano proposto. Bene, dopo pochi giorni,lo spedii in Germania vendendolo senza alcun rimpianto. Filiberto ha espresso bene il concetto.....una foto collage con il soggetto nitidissimo incollato ad uno sfondo sfocatissimo.Nessun degradare progressivo tra la zona nitida e quella meno che porta allo sfondo.( a parità di diaframma ovviamente) Queste cose le vidi già agli inizi degli anni 90 quando comprai il 280 4,0 apo ed il summicron 180 2,0 apo. Obiettivi dalla nitidezza e contrasto inarrivabili,colori bellissimi,saturi e puri, ma.....piatti. Mi ricordo quando ne parlai col mio fornitore tedesco che ne riscontrò l'effettiva caratteristica. Lì proiettavo a 100 pollici le Velvia.....i difetti e le qualità venivano fuori subito!!! |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 21:08
Questi articoli mi lasciano veramente basito. Da stampatore vi posso dire che le conclusioni tratte non valgono una cippa. Come facciamo a confrontare due scatti dello stesso soggetto con esposizioni diverse (si vede chiaramente che la foto del ragazzo di sx è legg sovraesposta rispetto a quella di dx). Comunque se prendiamo delle lenti moderne al livello delle vintage che stiamo utilizzando al loro tempo allora i risultati cambiano. E' facile ora trovare una lente che al tempo era favolosa per pochi soldi. Seconda questione; mettiamoci un bel sensore esigente e si vede. Vorrei che il confronto fosse stato fatto con una lente Zeiss moderna tipo un 135 Apo Sonnar. Provare per credere. Piani a fuoco che spiccano su uno sfocato morbido. Se l'innovazione va nella giusta direzione allora si vede...il problema è che se la fanno pagare. Se facciamo entrare in gioco la stampa poi...ma questa è un'altra storia. |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 21:31
Giusto l'intervento di Almafoto. Bisogna distinguere le esigenze del professionista e dell'amatore: il professionista deve poter stampare le sue immagini in formati giganteschi (manifesti), e per far questo è disposto a spendere il necessario. L'amatore non dovendo realizzare cartelloni, e a volte non potendo spendere grandi cifre, può limitare le proprie esigenze a quel che basta per realizzare un album, stampare su A3 o vedere le immagini sul proprio monitor. Non serve una Ferrari per recarsi al lavoro, anche se farebbe piacere... |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 21:58
Mah.....alcuni tra i professionisti ! Ne conosco molti di professionisti che oltre il 70x100 vanno raramente. Io ho avuto ed usato il 135 apo-tessar...... Alla fine gli ho preferito il vecchio 135 elmarit 2,8.Perdonatemi ma tra Zeiss e Leitz proprio non c'è storia ( per me,puntualizzo). Venduto l'apo sonnar 135 ho preso l'Otus 85 1,4......stessa solfa. Domanda: perché bisogna mettere davanti dei sensori esigenti? Con la 6D e 20mpx, ma anche con la Fuji s5 pro a 6mpx,ottengo ottimi 110 x70 ( oggi ne ho ritirato uno). Che me ne faccio di 50 mpx????? |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 22:21
Che tipo di stampa fai? Da lab giusto? Se cominciamo a parlare di fine art (che è quello di cui mi interesso) le cose cambiano e i 50 Mpx ti fanno veramente comodo (e si vedono) in un A1 |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 22:37
Ho avuto Otus 55 e Apo Sonnar 135 su D810. Paragonarli al 135 elmarit che usavo su Ds MKIII è parecchio svilente. Sono ottiche di epoche diverse. Comunque è giusto che ognuno abbia i suoi gusti. Il mondo è bello così. |
| inviato il 20 Settembre 2016 ore 22:55
Questo post è molto interessante. Tempo fa ne postai uno simile che è passato in sordina. Io ritengo che quei test sono fatti in modo approssimativo ed anche fazioso, pertanto non dicono nulla. Dalla mia esperienza e i test che ho fatto (al limite del maniacale tra diversi 35 leitz) posso solo dire che la resa è diversa e non esiste meglio o peggio, ma tutto dipende dalla scena, la luce e l'effetto che si vuole ottenere. Le vecchie ottiche, con tutti i loro difetti, spesso restituiscono un'immagine più piacevole e pittorica. Una transizione tra i piani fuori fuoco estremamente morbida, l'aberrazione sferica che "scalda" l'immagine, il contrasto più basso e la curvatura di campo che in soggetti tridimensionali dona una profondità sconosciuta alle le ottiche moderne e più "perfettine". Ma sono casi limite ed abbastanza isolati. D'altro canto la perfezione (o quasi) spesso fa comodo, anzi, diciamo nella maggior parte dei casi finisco per preferire la resa moderna. Con un'ottica moderna hai una resa molto più omogenea a tutti i diaframmi e questo a mio avviso non è un difetto. |
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