| inviato il 22 Luglio 2016 ore 19:49
“ il vero problema è che la gente ha in testa solo 300dpi „ In realtà sono gli stampatori che ti chiedono esclusivamente o quasi questa risoluzione; probabilmente, a conti fatti, è la situazione che gli permette di salvare capra e cavoli senza troppi grattacapi e senza dover litigare con i clienti che pretendono stampe 100x70 per poi "gustarsele" appiccicandoci sopra il naso. Che poi ha perfettamente ragione Fabiopol quando scrive: “ Quello che si continua a non capire è che la differenza la fa anche il formato in cui la foto è stampata e se la foto ha un soggetto unico con più o meno dettaglio. „ Le due foto che ha postato come riferimento spiegano perfettamente il problema: esponile assieme e vedrai che nessuno si avvicinerà più del dovuto alla prima, ma tutti lo faranno con la seconda; e in una mostra o in un museo è sempre una caduta di stile esporre un'immagine di cui, avvicinandoti, percepisci la scalettatura dei pixel (a meno che non si tratti dell'ingrandimento di una foto "storica"; forse per una questione psicologica per cui il pubblico è portato a considerare che un oggetto "storico" debba per forza di cose essere imperfetto rispetto ad uno attuale). Comunque se i 300 dpi sono diventati lo standard più utilizzato per inviare i file a differenti tecnologie di stampa un motivo ci sarà, e non sono stati i clienti a crearlo, ma gli stampatori; dovremmo chiederlo a loro il perché (magari è semplicemente la risoluzione che offre il miglior compromesso tra qualità e risparmio sugli inchiostri, boh!). |
| inviato il 22 Luglio 2016 ore 19:59
Quando si usa uno strumento in modo limitato la cosa più spontanea che può capitare è l'avvitamento contorto di ragionamenti senza senso che ormai ha mandato in vakka un topic nato da una domanda elementare. Ricordo che la foto più grande del mondo è stata prodotta da qualcuno che usa la fotocamera in modo più che appropriato, il fotografo è Filippo Blengini ed è riuscito con una semplice Canon 70D a costruire una fotografia di ben 365 Gigapixel. Onore al merito! Con questo vorrei dire che se uno ha necessità di fare stampe gigantesche c'è la tecnica fotografica che parecchi disconoscono, così come se uno vuole scattare al buio senza la macchina da milioni di ISO può sempre comprarsi un flash. |
| inviato il 22 Luglio 2016 ore 20:34
Domenik, quello di Blengini sarà anche il modo appropriato di usare la fotocamera, ma intanto, senza un ponteggio di tubi innocenti su cui salire e scendere per ore, nessuno sarà in grado di apprezzare tutti i particolari di quell'immagine; non mi sembra un modo molto comodo di guardare una fotografia Invece è proprio il dilagare dello stitching anche là dove si rivela inutile e ridondante che spinge gli osservatori a spiattellare il naso su qualunque foto alla ricerca dell'impossibile; ormai nei musei vedi persone, che fino a qualche anno fa osservavano da distanze quantomeno "adeguate", spingersi ad operazioni che rasentano il tentativo di attraversare la foto, il pannello che la supporta e persino il muro su cui è affisso, pur di percepire qualche altro particolare in più; e quel che è peggio è che questo sembra essere il loro unico metro di giudizio per quella foto. |
| inviato il 22 Luglio 2016 ore 20:41
Il mondo é pieno di ebeti,Daniele. |
user46920 | inviato il 22 Luglio 2016 ore 21:40
“ Comunque se i 300 dpi sono diventati lo standard più utilizzato per inviare i file a differenti tecnologie di stampa un motivo ci sarà, e non sono stati i clienti a crearlo, ma gli stampatori; „ ma nemmeno: gli stessi stampatori fanno quello che arrivano a fare per obblighi della stampante, incoscienza, risparmiare e/o guadagnare di più o perché ci sono delle direttive editoriali. Il discorso di base è che se fai una ricerca sul sito, con parole come risoluzione e stampa si aprono 3 o 4 topic dove all'interno non si parla altro che di 300dpi, ma senza nemmeno capire cosa significa ... come in questo. “ (magari è semplicemente la risoluzione che offre il miglior compromesso tra qualità e risparmio sugli inchiostri, boh!). „ 300dpi è semplicemente un valore come quello del CdC convenzionale, per cui all'incirca (ma il valore sarebbe 350dpi ) è ideale per l'acutezza visiva media dell'essere umano. Quindi, un tanto al kg, più o meno, va bene un po' per tutti, mediamente (chi più chi meno), per osservare le stampe da 25cm di distanza (misura convenzionale usata in optometria, ottica, ecc) o più ... Ma ecco che questo valore del retino della stampante coincide con una distanza di osservazione: infatti volendo essere precisi, se 350dpi = 25cm allora 300dpi = 30cm circa (per una visone media). Per cui, tutti quelli che non capiscono le relazioni tra le variabili, adottano questo valore (300dpi) così com'è e come se fosse un punto saldo. Saldo a cosa, nessuno lo sa, ma siccome tutti lo praticano, allora tutti lo trattano, o viceversa (tanto il succo è lo stesso). L'importante è capire il significato e come adattarlo ai nostri occhi o alle nostre esigenze: 1° - non ha senso ingrandire una foto 100x75cm, stampandola con risoluzione di 300dpi, a meno ché si voglia presentare una figura osservabile fino a 30cm da un occhio medio ... poi, io è meglio se mi limito ad osservarla da 50cm e qualcun'altro potrebbe avvicinarsi anche fino a 15cm, perché tanto ci vede come una "talpa", oppure restare distante fino a 75cm perché ha la vista di superman 2° - se volessimo fare le cose fatte bene, allora dovremmo stampare ad almeno 700dpi o anche di più, facciamo 900dpi e chiusa lì, così ci sarebbe sempre qualche dettaglio reale da vedere anche con la lente di ingrandimento o (ad esmpio) con un binocolo da 10x che metta a fuoco fino a 1m ps: le foto poi vanno fornite di dettaglio reale e quindi bisogna sommare alcuni scatti multipli, giusto per arrivare ad avere i pixel adeguati per 900dpi e alle dimensioni della stampa, es: 100x75 = 840Mp 3° se ho solo 300dpi disponibili (solo), invece, per me è obbligatorio dover ingrandire più del solito ed osservare poi dai miei 50cm, quindi se per caso la stampante non raggiungesse i fatidici 300dpi, si può fotunatamente ovviare, abitando in case grandi con pareti grandi ... |
| inviato il 22 Luglio 2016 ore 21:56
" Comunque se i 300 dpi sono diventati lo standard più utilizzato per inviare i file a differenti tecnologie di stampa un motivo ci sarà, e non sono stati i clienti a crearlo, ma gli stampatori;" scusate ma qualcuno spero lo sappia il perchè, perchè è un parametro non casuale.... è derivato da uno studio ben preciso... ciao rob |
| inviato il 22 Luglio 2016 ore 22:07
Ok Cigno, però è anche vero che non puoi stampare in base alle capacità visive di un singolo osservatore (talpa o Superman che sia), quindi in fondo è abbastanza logico che si cerchi di lavorare in base ad una "media" di possibili situazioni di osservazione che potrebbero presentarsi per quella medesima immagine. Il problema semmai è quello di cercare di non creare mode estreme ed inutili come un'immagine a piena parete con particolari leggibili solo tramite lente d'ingrandimento; eppure sembra che questa sia proprio la direzione verso cui si sta avviando una parte della fotografia. Poi probabilmente è anche questione di abitudine all'osservazione: anch'io ogni tanto mi avvicino ad una foto un po' più del necessario, ma mi aspetto di percepire un minimo di morbidezza in più; invece, nonostante anch'io soffra da almeno un anno di problemi di vista sulle brevi distanze (eufemismo per non definirli acciacchi dell'età ), continuo a vedere bordi taglienti che nemmeno Fontana quando "pugnalava" le sue tele, a costo di creare microartefatti sulle aree omogenee, tanto ciò che conta è scimmiottare l'estrema "perfezione" dello stitching anche su uno scatto singolo (e questo, purtroppo, lo vedo anche su lavori di professionisti). Per questo non è così banale la domanda con cui è iniziata la discussione, perché per rispondere adeguatamente bisognerebbe sapere qual'è il risultato, reale o fittizio, che la gente si aspetta. |
user46920 | inviato il 22 Luglio 2016 ore 22:27
“ Il problema semmai è quello di cercare di non creare mode estreme ed inutili come un'immagine a piena parete con particolari leggibili solo tramite lente d'ingrandimento; eppure sembra che questa sia proprio la direzione verso cui si sta avviando una parte della fotografia. „ è un classico, oggi che si può, si fà “ Per questo non è così banale la domanda con cui è iniziata la discussione, perché per rispondere adeguatamente bisognerebbe sapere qual'è il risultato, reale o fittizio, che la gente si aspetta. „ beh, lui parlava di buona qualità e chiedeva se era possibile o, secondo me, se era una cosa da evitare .. proprio quelle classiche domande che arrivano dai dubbi delle varie boyate che si sentono in giro, tipo: "no, non si può ingrandirla troppo, perché dopo si vede male" e robaccia del genere, senza capo ne coda, che ho sentito anch'io . E' logico che se ti leghi ai 300dpi, poi sei spacciato in partenza ed invaso da 'ste minchiate da forum, a vita .. .. bisogna uscirne e per farlo, bisogna capire come stanno le cose! “ Il problema semmai è quello di cercare di non creare mode estreme ed inutili come un'immagine a piena parete con particolari leggibili solo tramite lente d'ingrandimento; eppure sembra che questa sia proprio la direzione verso cui si sta avviando una parte della fotografia. „ appunto, se sai, puoi capire ed eventualmente, evitare ... |
| inviato il 22 Luglio 2016 ore 23:04
La mia risposta è alternativa.... Con 16 Mpix puoi stampare qualsiasi dimensione se ti interessa guardare la foto e non gingillarti in dettagli e delucubrazione super tecnologiche. Mi spiego. In una mostra fotografica di fronte agli scatti di McCurry grandi più di un A0 ho visto gente mettersi a guardare dettagli a pochi cm (tipo 10). Una foto ottenuta da parte ma pellicola formato 35 mm. Scansionata bene finché si vuole ma i limiti tecnici emergono. Ora io mi son chiesto: "ma perché si viene ad una mostra fotografica se si guardano dei piccoli pezzi e senza guardare la foto?" . A mio parere una foto va guardata ad una distanza minima pari ad 1,5 volte il lato più lungo del quadro. Ovvero una 50x70 va osservata ad 1,05 metri di distanza ed a quella distanza i dpi per essere distinti devono essere piuttosto grossi. Diciamo devono essere quadretti da 1 mm di lato. Provate con gli occhi e con una stampa. Le foto si guardano intere altrimenti si snatura il lavoro, la fatica, gli intenti e tutto quanto ci ha messo il fotografo. Poi se si vogliono fare disquisizioni tecniche che si facciano ma di fronte alla domanda iniziale son tutte delucubrazioni poco consistenti. Io continuo a guardare le foto e invece di cercare di individuare i dpi cerco significato, emozioni, lavoro, sensibilità....... Insomma tutto quello che mi può servire per migliorare nelle mie foto. Fermo restando che poi i propri mezzi tecnici vanno conosciuti ma tutto ciò in funzione del risultato. |
| inviato il 22 Luglio 2016 ore 23:45
“ La distanza di visione di una stampa è indifferente, a 300dpi, se il sorgente (foto) non è ricampionato posso avvicinarmi anche a 1cm che lo vedo sempre nitido e non pixellato" non è così! ... la distanza di osservazione è fondamentale !!! Confuso „ Cigno x me fai finta di non capire... cosa c'è di sbagliato in quello che ho detto? a 300dpi, se guardi la foto da 1 metro o da 10cm la vedrai sempre nitida (chiaramente se i 300dpi sono senza interpolazione software). Detto questo nessuno obbliga a stampare a 300dpi, quello che non volete capire è che calando quel valore la stampa comincia a perdere di dettaglio, non sarà più possibile vederla da qualsiasi distanza, ma andrà bene solo se vista da lontano, per questo generalmente una stampa sotto i 250dpi non viene più considerata eccellente, al di là del contenuto, stiamo parlando solo di tecnica, quindi qualità Eccellente/buona/sufficente/scarsa. La regolina dei 300dpi non se l'è inventata pinco pallino stampatore, ma sono degli standard mondiali a cui si fa riferimento, delle norme ben precise, dove tutto viene certificato e se non passa il controllo degli standard viene rimbalzato (ovvero la rivista ti chiama e ti dice che il file non è conforme allo standard x esempio PDF/X-1a2003) sono norme ISO ben precise, dove se sgarri un parametro (tra i tanti i dpi sono uno di questi) il file non passa la conformità e non te lo stampano, ma non è che lo stampatore si sveglia e dice voglio tutto a 300dpi, sono proprio delle norme precise... mentre l'ipotetica distanza di visione di cui parli quella di preciso non ha nulla, che fai metti una X nel posto migliore per osservare la stampa? p.s. un 70x100 senza ricampionare non lo fa nativo a 300dpi manco il medio formato (o meglio ora con l'arrivo dei 100mpx si) quindi tutti i quadri/cartelloni/gigantografie sono dei compromessi e non vengono quasi mai stampati nemmeno a 300dpi, solitamente li lasciano a 150, non perché sia meglio, ma solo perché non ci sono macchine (reflex) in grado di avere delle informazioni native a 300dpi e quindi sono solo file più pesi con nulla dentro, perché il dettaglio non si inventa interpolando in photoshop. “ 2° - se volessimo fare le cose fatte bene, allora dovremmo stampare ad almeno 700dpi o anche di più, facciamo 900dpi e chiusa lì, così ci sarebbe sempre qualche dettaglio reale da vedere anche con la lente di ingrandimento „ oltre 300 dpi ci vuole davvero la lente di ingrandimento e sarebbero comunque dettagli difficilmente percepibili, si parla di occhio nudo, niente microscopio... |
user46920 | inviato il 23 Luglio 2016 ore 2:04
“ cosa c'è di sbagliato in quello che ho detto? a 300dpi, se guardi la foto da 1 metro o da 10cm la vedrai sempre nitida (chiaramente se i 300dpi sono senza interpolazione software). „ Scusa Husqy, lo sai che non ce l'ho con te, che scherzo volentieri e spero che ci si intenda su questo punto, ecc, ma se vuoi una risposta sincera ed onesta, devo dirti che non è come continui a sostenere o che quello che stai dicendo è semplicemente sbagliato-incorretto-non vero ... chiamalo come vuoi. Mettiamo di avere 3000 righe verticali alte 2 pollici, pitturate una di nero e una di bianco in maniera alternata ed averne 300 per ogni pollice (1" = 2.54cm). Ora, se tu hai una acutezza visiva massima di 10/10 (ovvero il valore medio della capacità umana) avvicinandoti a 30cm dovresti vedere che ci sono delle righe separatamente bianche e nere, ma non riesci a contarle in modo distinto. Se ti allontani, la visione "diventa grigia ed uniforme", le righe non le vedi più e non potresti nemmeno scommettere che ci siano delle righe verticali ... mentre se ti avvicini a 15cm, o 10cm come dici, riusciendo a mettere a fuoco (ammesso che tu sia fortemente miope o che tu abbia ancora 7 anni o che usi una lente di ingrandimento da 3x circa) molto probabilmente sarai in grado addirittura di contarle le righe e dire quante ce ne sono, chessò, in un centimetro di spazio. ora hai capito come funziona la nostra vista? quindi, i 300dpi sono sempre da mettere in correlazione con i 30cm di distanza minima utile e quindi rispetto ad una acutezza visiva media (10/10) ... altrimenti, se vengono buttati lì senza correlazioni, NON hanno alcun senso compiuto !!! e quindi ti chiedo: era corretto quello che dicevi? “ oltre 300 dpi ci vuole davvero la lente di ingrandimento e sarebbero comunque dettagli difficilmente percepibili, si parla di occhio nudo, niente microscopio... „ Non so Husqy, cosa vuoi che ti dica? è anche possibile che tu abbia una vista inferiore alla media e quindi ai 350dpi da 25cm. Altrimenti non si spiegerebbe nemmeno questa "sciocca affermazione", incoerente con la mia realtà visiva e con quella di tanti altri |
| inviato il 23 Luglio 2016 ore 8:18
Ok, allora per me che sono fortemente miope e metto a fuoco senza problemi da meno di 15cm incartatemi un sensore MF da 100mpx, please. |
user46920 | inviato il 23 Luglio 2016 ore 20:15
Chissà se è proprio per quello, che sei andato a cercare una big-Mp ?? |
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