user15476 | inviato il 01 Febbraio 2016 ore 12:19
Quindi questa foto dovrebbe avere quella che viene considerata come ariosità bla bla bla...? |
| inviato il 01 Febbraio 2016 ore 12:31
Io penso che nessuna foto postata sul web può mostrare ariosità e robe simili. Quella roba si capisce cos'è (ammesso che si riesca a vedere le differenze) solo proiettando con una diapositiva o stampando su delle stampe fatte bene e di dimensioni adeguate (e solo comparando delle foto uguali fatte con due lenti una della quali ha questa caratteristica di tridimensionalità ed ariosità e l'altra no). Oltretutto queste discussioni assurde c'erano già trent'anni fa, quando ad esempio il mondo dei Contaxisti si distingueva fra i tifosi del Planar 50/1.7 (più nitido a parità di diaframmi) e il fratello Planar 50/1.4 (meno nitido ma considerato più "arioso" e "plastico"). Durante quelle meravigliose (ed inutili) discussioni, c'era ovviamente chi sosteneva che la plasticità e la ariosità non essendo misurabili, non esistono. Altri rispondevano che chi non le vede, meglio per lui, perché risparmierà un sacco di soldi nella sua vita di fotografo. eccetera eccetera... |
| inviato il 01 Febbraio 2016 ore 12:37
allora c'è una spontanea domanda Mettere un aggiuntivo ottico che degradi leggermente un ob iperrisolvente può aumentare la sua "plasticità"? se così fosse (es. 1,7 1,4 contax) magari possimo ottenere la plasticità in modo economico, con un filtro degradante su un 50ino Canon. La mia sensazione è che una combinazione di errori ottici, possa essere apprezzata. Molti preferiscono una lente meno nitida per i ritratti (morbida ). Fortunatamente non si sente parlare di morbidità. Anche l'errore vignettatura può essere usato a fini compositivi. esistono due lenti canon, il 40mm 2,8 e il 300 f4, che hanno la caratteristica di esse più risolventi in campo medio (ad anello) piuttosto che al centro. Anche questa caratteristica potrebbe essere apprezzata. è una cosa non comune. |
| inviato il 01 Febbraio 2016 ore 13:50
“ Mettere un aggiuntivo ottico che degradi leggermente un ob iperrisolvente può aumentare la sua "plasticità"? „ No, ovviamente. Se fosse stato così semplice, oggi non sapremmo tutti quanti chi era Walter Mandler (e non solo lui) |
| inviato il 01 Febbraio 2016 ore 14:11
ma il suo impegno non era certo per ottenere solo questa caratteristica. oggi abbiamo lenti buone a basso costo, le degradiamo e proviamo. chi è interessato può provare. Io sono uno scettico e non estimatore del peggioramento intenzionale del progetto ottico, se vogliamo chiamare così l'intento di rendere un obiettivo ai bordi simile a quanto ai bordi vede l'occhio umano. |
user46920 | inviato il 01 Febbraio 2016 ore 15:10
Il problema è accettare la realtà o meno: esistono dei progetti, degli obiettivi, delle basi fisico-ottiche su cui è possibile dare all'immagine bidimensionale una apparenza di maggiore tridimensionalità. punto. il tema è: se esiste questa cosa com'è che non ci sono molte prove documentate in merito? me le fate vedere? quindi lo sforzo semmai è quello di trovare delle prove che dimostrino questa realtà e non dare delle opinioni personali sul fatto che si crede che questa realtà non esista! questo è fuori tema categoricamente !!! Ed ha anche ragione Pierfranco, a dire che molti qui non arriveranno da nessuna parte, proprio perché questi partono già col piede sbagliato. Ovvero: è completamente inutile cercare di dimostrare che 2+2 fà 5 o 6 o 7 o magari 3 o 2 ... perché nessuno uscirà vivo da qui |
| inviato il 01 Febbraio 2016 ore 16:00
ma forse non si riesce proprio a farla vedere l'ariosità. ecco perchè non ci sono prove tra un 50 1,4 + arioso dell'altro. almeno, io sotto mano non ne ho, ma ben venga chi può fornirci esempi. Possibilmente esempi visibili in modo semplice, come si vede il rosso e il giallo, lo sfocato e la prospettiva, e non esempi che necessitino di stampe 120x90 o diaproiezioni. Perchè se si parla di cose "tangibili" forse non è nemmeno necessario nulla di fantascientifico. se invece siamo nel campo dell'elitario, cioè di qualcosa che senza mezzi eccezionali non è valutabile, allora lascio l'elite agli elitari. Però poi sarebbe da prendere per pagliaccio colui che sostiene che si vede l'ariosità in una stampa 13x18... Insomma, forse se si parla di qualcosa poco percepibile si spiegano le cose dette fin qui. comunque senza girarci tanto intorno, per quel che si legge su Juza le lenti magiche-tridimensionali-ariose-plastiche-spaziali sono le lenti ad ampia apertura. Sono i famosi 50 1,2, ribattezzato feticisticamente Talpone. Sono l'85 1,2, ribattezzato feticisticamente Big One adesso il nuovo candidato è il 35 1,4, che ha un nomignolo pure lui, che adesso non ricordo. sono tutte quelle lenti con ampia apertura, specie se estrema (non parliamo di un f1). Ma se tale caratteristica non accompagnata dall'essere una grande marca a grande prezzo la magia decade. Poi si esula dalla grande apertura quando è più che sufficiente la grande marca e il grande prezzo. e allora Leitz, Zeiss, ecc... la fanno da padroni. Ma io dico, saranno pure lenti fantastiche per cui gli aggettivi si sprecano (nel vero senso della parola). Il fatto è che anche di un ragù si può dire che è stratosferico, ma non è che poi tutti pensano che sia stato prodotto nella stratosfera. |
| inviato il 01 Febbraio 2016 ore 16:09
“ sarebbe da prendere per pagliaccio colui che sostiene che si vede l'ariosità in una stampa 13x18.. „ Secondo me non è possibile, infatti, questa cosa. Poi magari, che ce la vede, si può pronunciare... Consiglio di leggere qui www.nadir.it/ob-fot/6COMANDAMENTI.htm |
| inviato il 01 Febbraio 2016 ore 16:17
“ 3) Ariosità Qui entriamo in un terreno spinoso. Brevemente, l'ariosità si potrebbe definire come la capacità di un obiettivo di riprodurre un'immagine che, una volta osservata, dia una precisa impressione di ampiezza; trasmetta cioè all'osservatore la sensazione di trovarsi davvero davanti alla scena fotografata, e non di stare osservando una stampa (o una diapositiva) „ che io sappia questa cosa che è chiamata Ariosità, è da riferirsi a 3 cose che fanno capolino alla Prossemica. 1.angolo di campo, 2. dimensione stampa. 3 distanza di visualizzazione. Quindi dire che un obiettivo è arioso mi pare un po' pretenzioso. |
| inviato il 01 Febbraio 2016 ore 16:20
“ 4) Plasticità La plasticità è la capacità di un obiettivo di trasmettere alle immagini formate sulla pellicola il preciso senso del volume fotografato (una palla appare come una sfera o come un cerchio?). Anche qui siamo di fronte ad una sfumatura molto sottile, difficilissima da spiegare a parole (eppure basterebbero pochi minuti e due obiettivi, uno plastico e l'altro no, per far capire a chiunque di cosa si sta parlando), ma che può essere presente o meno. Ancora, quindi: un parametro oggettivo ma per nulla misurabile. „ ma certo che è misurabile. si sta parlando praticamente della capacità di esaltare la luce ed il contrasto. è quindi sufficiente un obiettivo con un buon contrasto, ma predisposto al bagliore per esaltare la luce riflessa. Adesso con il sw rendi plastica l'immagine come vuoi, se quella descritta è la plasticità. |
| inviato il 01 Febbraio 2016 ore 16:29
Non so che dirti. Se ritieni che la plasticità e l'ariosità siano misurabili, misurale o trova qualcuno che l'abbia fatto. La valutazione del contrasto sono altre cose. Qui si parla di roba differente. Ti consiglio di leggere e di comprendere qualche articolo di Marco Cavina sui test mtf. I contenuti del tuo intervento mi fanno pensare che ci sia bisogno di approfondimenti da parte tua su determinati aspetti. Quelle che stai cercando di confutare sono opinioni non mie, ma di gente che scrive di fotografia per professione e ci lavora da decenni. Quello che ti ho linkato non è il post di un forum dove c'è un Fornasieri qualsiasi che dice il contrario di qualcun altro. Se ti piace, lascio che ti diverti a farlo da solo. Perché sui forum uno vale uno. Da altre parti, no. Con questo intervento mi allontano da questa discussione, che trovo stucchevole oltre i limiti. |
| inviato il 01 Febbraio 2016 ore 16:41
grazie dei consigli, sono sempre utili. ma è ovvio che mi sto riferendo a misurazioni multiple, la sommatoria di cose misurabili. Solo che io non la chiamerei mai plasticità. sto dicendo semplicemente che la così detta plasticità, così come intesa su Nadir (poi da qualche altra parte sarà intesa in un altro modo) è assolutamente misurabile misurando il contrasto in abbinamento al bagliore. Se poi qualcun altro definisce la plasticità in altro modo hai voglia di poterla misurare quanto vuoi senza riuscirci. |
| inviato il 01 Febbraio 2016 ore 17:54
Provo a dire la mia. sulla base della "mia" esperienza. Sono partito come tutti da un kit base, 18-70 + tele entrambi ciofega. Anche io ho letto e riletto queste "leggende" sulla tridimensionalità ecc ecc. ho provato anche a "matematicizzare" la questione tramite elaborati fogli excel. invano... dopo tanto leggere e studiare ero giunto alla conclusione che fossero pressapoco leggende. e mi ero concentrato quindi sui soli dati da laboratorio. Nitidezza, aberrazioni in primis. Dicendomi: bhè, il mercato offre interessanti possibilità a buon prezzo, tanto le aberrazioni si correggono in PP così i primi fissi importanti son stati sigma e samyang. Nulla da dire, contentissimo. finchè un giorno, QUEL giorno. cado sull'annuncio di un 24 f2 zeiss. il prezzo era davvero interessantissimo, tale da poterci guadagnare nella rivendita. fatta la pazzia per 700€ iniziai a scattare con la mia aps-c (la sony a77) e mentre guardavo le foto mi accorgevo che c'era qualcosa di davvero diverso, ma non sapevo dire cosa. presi così a fare scatti uguali fra il sigma 35 1.4 ART che avevo ed il 24 f2 zeiss. solo osservando gli scattti uno in fianco all'altro capii. a ben guardare il sigma era davvero un mostro di nitidezza, si potevano contare le ciglia nei ritratti che facevo. sfocava molto, ed andava bene. il zeiss però, negli incarnati permetteva di distinguere tra innumerevoli sfumature di tonalità. così la luce proveniente dalla finestra lateralmente permetteva a guance fronte e, sopratutto OCCHI di apparire più tridimensionali. esattamente come le due sfere poste sopra da OOO. Inoltre notavo che l'enorme nitidezza del sigma nei ritratti era controproducente. Praticamente il soggetto, nitidissimo, pareva appiccicato allo sfondo sfocato. anche le zone fuori fuoco come orecchie, naso, collo ecc, erano nel complesso sufficientemente nitide da apparire a fuoco. lo zeiss non arrivava a tale nitidezza, a TA, e questo gli permetteva di "contestualizzare" il soggetto. e questo era solo con una APS-C! ecco un piccolo esempio che credo possa valere più di 1000 parole.

 come vedete ambientazione e situazione di luminosità sono del tutto equiparabili. ma nella prima il volto presenta moltissime sfumature in più della seconda. sopratutto gli occhi. hanno davvero un qualcosa in più. questi sono dei piccoli esempi Jpeg a bassa risoluzione. io ho le stampe di entrambi.  Ancora, stessa scena, ma con una NEX 3n di passaggio ed un 35 1.8 sony:
 è vero o no che sembra uno stiker appiccicato sul fondo? gli occhi non comunicano nulla. il vuoto assoluto! poi, sia chiaro, chi è bravo il Post produzione può far miracoli.... Un altro esempio ancora, rimanendo sugli occhi che sono l'anima di un ritratto!

 entrambi sono crop 100% di immagini con luce del tutto simile (simile angolazione e intensità) la differenza nella struttura è palese. uno è il 55 1.8 zeiss, l'altro un 70-200 2.8 Da li in poi non sono più riuscito a tornare indietro. è arrivato l'85 zeiss, poi la FF e con essa il 24-70 zeiss ed il 135 1.8 ed il 50 1.4 zeiss. e su FF le evidenze non possono che aumentare. provate a prendere un colorimetro e contare quante sfumature ha questo volto.
 ed è il Jpeg camera! |
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