| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 22:17
Basta lasciarli sugli scaffali quando hanno un prezzo esoso........ ora con il web e dintorni si vede e si legge molto di più rispetto a ventanni fà.... |
| inviato il 05 Febbraio 2016 ore 23:28
Eh, ma con la differenza che non trovi tutto sul web. E non è secondario avere la copia per un appassionato collezionista. Un po come essere appassionati di fumetti ed provare desiderio per, chessò, una copia dell'Incal autografata da Moebius. Ha anche un valore intrinseco |
| inviato il 06 Febbraio 2016 ore 9:39
Non si può avere tutto dalla vita....massicciamente solo le rotture di scatole..
Incal non autografata sta nella mia libreria...anche qualche numero veccchio di Tex con la firma del disegnatore.. |
| inviato il 06 Febbraio 2016 ore 9:52
Più che sugli scaffali quelli bisogna lasciali su ebay
Un libro come quello di Mulas comunque per un fotografo va al di la del collezionismo, è citato da grandi fotografi come testo di riferimento, la voglia di leggerlo è troppa |
| inviato il 06 Febbraio 2016 ore 11:34
Si accettano anche fotocopie............ |
user15476 | inviato il 06 Febbraio 2016 ore 14:08
E se ci fosse anche una componente di pigrizia che ci fa mettere in discussione l'utilità della tecnica per arrivare ad esprimersi? Studiare, sperimentare e fallire sono ostacoli che fanno parte di un lungo percorso e in alcuni può subentrare la pigrizia che porta a cercare una scorciatoia o addirittura mollare. Inoltre, arrivare a padroneggiare la tecnica non è l'unico percorso, ce n'è uno parallelo di uguale importanza; arrivare a "vedere".
Sono convinto che il duro lavoro prevale sul talento, sempre.
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user86925 | inviato il 08 Marzo 2016 ore 23:48
“ arrivare a padroneggiare la tecnica non è l'unico percorso, ce n'è uno parallelo di uguale importanza; arrivare a "vedere".
Sono convinto che il duro lavoro prevale sul talento, sempre. „
quoto Marameo.
penso che la tecnica possa servire solo quando è assimilata a tal punto da padroneggiarla inconsciamente, ma se ne può anche fare a meno lasciando agli automatismi o alle caratteristiche dello strumento (vedi ad es. la casualità della lomografia o la foto stenopeica) la funzione di smorzamento ai vari condizionamenti "visivi" a cui siamo continuamente bombardati. Noi oggi assimiliamo senza digerire un quantità enorme di immagini che limitano la reale capacità di saper "vedere". Ci bastano dei mesi per immagazzinare nella memoria una quantità di foto che i grandi maestri del passato hanno impiegato una vita intera. Credo che sia importante invece uno studio, una pianificazione di un tema, un argomento o di quello che ci piace, assorbendo da autori che amiamo, però con poche foto alla volta (usate come dei santini da tenete sotto al cuscino), dalla letteratura, dalla poesia, dalla musica, dal cinema, dal teatro e dall' arte...
Troppo spesso non sappiamo cosa fotografare e ci si perde in un ventaglio infinito di possibilità che ci offre il tecnicismo o l' emulazione di frame passati in velocità tra le sinapsi; imparare a fermarsi, ad aspettare, ad ascoltarsi, può portare nuove modalità di approccio alla fotografia lasciando alla macchina fotografica il ruolo che le spetta, uno strumento. |
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