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inviato il 22 Dicembre 2015 ore 23:25
“ quindi l'è un bel dilemma...... „ è un bel dilemma si, per il momento non mi sento di voler cercare una risposta a tutti i costi. Ho bevuto pochissimo tempo fa un Macallan 18 YO Sherry Wood del 1976 (valore intorno ai 1200/1300 euro) e devo dire che i distillati del secolo scorso sono effettivamente tutta un'altra storia rispetto agli attuali. Niente di comparabile... mai assaggiato niente di simile. |
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inviato il 22 Dicembre 2015 ore 23:27
“ Buona la grappa di riso qui da noi „ @Ing Maitani: buona la grappa di riso ma la fanno in Cina... vivi li? |
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inviato il 22 Dicembre 2015 ore 23:31
Buona? Mhhh..Così, così.. Preferisco comunque quella di acquavite |
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inviato il 22 Dicembre 2015 ore 23:40
Adesso che ci penso, mi avete fatto venire voglia di riassaggiare il Kinclaith 1966. Dovrei avere ancora una mezza bottiglia da qualche parte... Magari un sorso guardando la luna che corre nel cielo, potrebbe darmi qualche spunto per gli scatti di domani. Vado! Buonanotte e buon proseguimento. |
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inviato il 22 Dicembre 2015 ore 23:41
“ Buona? Mhhh..Così, così.. „ E' un sapore particolare, diverso, inusuale... “ Preferisco comunque quella di acquavite „ Ing Maitani, vorrai perdonarmi ma stai facendo un po' di confusione. Non esiste la grappa di acquavite. O è grappa o è acquavite. La grappa si ottiene dalla distillazione della vinaccia che è il residuo del grappolo dopo la vinificazione. E' dunque un distillato "povero", ottenuto con materiali di scarto di produzione. L'acquavite è distillato d'uva intera. Nulla a che fare con la grappa. |
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inviato il 22 Dicembre 2015 ore 23:43
Josh concordo con te!Di questi tempi aprire una bottiglia di quel valore e' eticamente inconcepibile!Io stesso mi faccio dei problemi quando ne apro una del valore (costo) di 200/250...Se hai figli potrebbe essere una bella eredità (fra cento anni ovviamente?) Per curiosità (sempre se vuoi rispondere): su 120 bottiglie quante ne hai chiuse? Che probabilmente non avrai mai il coraggio di aprire (per il costo o per il valore affettivo)? Dario |
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inviato il 22 Dicembre 2015 ore 23:44
“ Ing Maitani, vorrai perdonarmi ma stai facendo un po' di confusione. Non esiste la grappa di acquavite. „ Non a caso avevo messo la faccina con occhi strabuzzanti.... |
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inviato il 22 Dicembre 2015 ore 23:48
Precisazione ineccepibile O è grappa o è acquavite Sono due cose diverse Dario |
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inviato il 22 Dicembre 2015 ore 23:50
“ su 120 bottiglie quante ne hai chiuse? Che probabilmente non avrai mai il coraggio di aprire (per il costo o per il valore affettivo)? „ Quelle 120 sono tutte chiuse in delle colonne di cristallo a vari ripiani che ho affianco alla parete attrezzata in soggiorno. Quelle da uso sono in un altro mobile, in un altro ambiente. Ogni tanto qualcuna delle 120 evade e quando la catturo la stappo anche: il Macallan 18 del 1976 veniva di là. |
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inviato il 23 Dicembre 2015 ore 0:02
L'espressione "quelle da uso" mi piace molto ? Dario |
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inviato il 23 Dicembre 2015 ore 0:11
Niente da fare, non trovo la Kinclaith... Per gli scatti con le Oly di domani ripiego sul Nikka Taketsuru, che si accompagna con il loro mood "Jap". Di quello son sicuro, sono appena arrivate due bottiglie la scorsa settimana. Notte! |
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inviato il 23 Dicembre 2015 ore 0:41
Ho portato i cani a passeggiare, un po' più tardi e più brevemente del solito questa sera. Notte umida e nebbiosa. Devo asciugare la ruggine che si sta accumulando nelle articolazioni... abbiamo parlato di grappa e un paio di sorsi di Costa Russi di Angelo Gaja mi sembrano azzeccati all'occasione. Buonanotte. |
user24904
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inviato il 23 Dicembre 2015 ore 8:06
Mi allaccio brevemente al discorso blend, per le marche più note... quelle diciamo da supermercato credo funzioni come per alcuni vini. Il blend fidelizza il cliente, serve ad avere uniformità nel tempo. Molti comprano lo stesso vino per anni perchè vogliono sempre sentire le stesse sensazioni e questo lo puoi avere nel tempo solo miscelando (più o meno sapientemente) prodotti diversi. Perchè normalmente un vino (come un whisky o altro) di anno in anno, o meglio ancora di botte in botte o di cisterna in cisterna non potrà mai essere uguale. Come giustamente ha detto Josh è vivo e lo rimane ancora dopo l'imbottigliamento... non per niente si parla di affinamento in bottiglia. Per i vini posso dire tranquillamente che il discorso di blend per fidelizzare il cliente non si riferisce solo a vini da supermercato.. e penso che possa essere fatto anche per i whisky.... ovviamente con le dovute distinzioni tra cantine e cantine. I cambi di "filosofia", quando in una cantina cambia l'enologo.. si sentono chiaramente, soprattutto in questi casi. |
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inviato il 23 Dicembre 2015 ore 8:13
@taranis @josh @falena @ummira Grazie ora è più chiaro. |
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inviato il 23 Dicembre 2015 ore 9:10
Un saluto e un ringraziamento a tutti per questo interessantissino post. Ho seguito tutta la discussione e come dicevo nel post precedente il meglio che ho bevuto è stato una bottiglia di Oban 14 che mi ha fatto scoprire il buon wishy. Incuriosito da questa discussione sono andato a tirar fuori tre bottiglie avute da mio suocero e risalenti alla fine degli anni '80: - Ballantines in un contenitore di terracotta e senza indicazione di anno, blended; - Glenfiddich in un contenitore di terracotta e senza indicazione di anno, single malt; - Chivas 21 anni, nella classica bottiglia di terracotta color verde. Ho scelto il single malt, ma il tappo di sughero si è spezzato, e l'ho riposta. Sono passato al Chivas ma anche questo tappo si è spezzato e mi sono fermato. Qualche domanda e dei consiglii a Josh e agli altri esperti; ho sbagliato metodo di conservzione? Dovevo prendere precauzioni prima di provare ad aprirle? Viste le condizioni dei tappi in sughero, ormai fragilissimi, il contenuto sarà ancora buono? E per finire questi contenitori in terracotta fanno solo scena o erano indice di un prodotto migliore? Grazie e scusate per le troppe domande! Peppe |
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