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Vivian Maier, mito assoluto o eccesso di entusiasmo collettivo?


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  4. » Vivian Maier, mito assoluto o eccesso di entusiasmo collettivo?





user26730
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inviato il 03 Giugno 2017 ore 23:48

Come quella di qualsiasi fotografo! Stiamo scoprendo l'acqua calda o stiamo di nuovo enfatizzando e facendoci prendere dagli entusiasmi e dalle esaltazioni???
Max

avatarsenior
inviato il 03 Giugno 2017 ore 23:52

Se mi voglio esaltare saranno pure fatti miei. Oh no..!

user26730
avatar
inviato il 04 Giugno 2017 ore 0:08

"Devi andare oltre la superficie. Devi contestualizzare quello che stai guardando. Le foto della Maier sono la Maier":
Scusami ma queste sono frasi da intellettuale anni 70!
Tu sei liberissimo di esaltarti quanto vuoi, non sarò certo io a impedirtelo. Ma proprio questo è il punto. Visto che il titolo del forum e "mito assoluto o eccesso di entusiasmo collettivo?" io rispondo "eccesso di entusiasmo collettivo!!" E le affermazioni come la tua ne sono la dimostrazione.
Prova a pensare se la Maier avesse sviluppato e provato a pubblicare le sue foto Man mano che le scattava. Sarebbe stata una dei tantissimi fotografi di quel periodo. Ciò che ha creato il mito è proprio il fatto che le sue foto sono state scoperte e pubblicate di recente.
Max

avatarjunior
inviato il 04 Giugno 2017 ore 0:39

Eccesso di entusiasmo collettivo non direi comunque...molti nemmeno la conoscono la sua storia.
Se non altro storia affascinante. Una vita che a me piace paragonare a quella di Van Gogh (solo come filo conduttore eh...)... Perché alla fine era una mentalità mica tanto stabile: le testimonianze di chi l'ha avuta come bambinaia sono alquanto allarmanti... Ma un personaggio così operava come operava un artista. Il suo scattare inesorabile era una necessità. Ossigeno. Forse quello che dovremmo sentire tutti quando usciamo con la macchina in mano.

(Per il resto mica ha avuto solo la Rollei, e poi qualche rullino se lo stampava!... Semmai non riuscì a stamparli tutti)

avatarjunior
inviato il 04 Giugno 2017 ore 2:04

Talvolta noi Italiani siamo un po' eccessivi.... e questo Forum pure. Non è facile entrare nel vivo del processo creativo di un artista e molte definizioni lette qui sembrano frutto di banalizzazione. Mi astengo dall'attribuire alla Maier due, tre o quattro stelle: questi giochini stancano. A me pare chiaro che la Maier fosse e si sentisse un'artista (basti vedere i suoi autoritratti alla fine del libro: il gioco di specchi è un classico dell'arte figurativa, certo non ci vedo una scelta casuale). Anche definirla come anticipatrice della street mi pare un po' restrittivo. Probabilmente non avrebbe postato i suoi scatti su Juza o Facebook o chessoio - e quindi si sarebbe sottratta al goco al massacro dei like; ma siete sicuri che, come ho letto qui, questa riservatezza avrebbe ostacolato il processo di maturazione? Mi pare, al contrario, che la Maier, come alcuni grandi artisti, generalmente quelli più difficili da classificare, si sia cercata da sola una strada e poi l'ha voluta seguire fino in fondo, senza lasciarsi condizionare da mostre, cataloghi, editori, mode e like.
Anch'io sarei molto curioso di capire se il corpus della sua opera sia mediamente elevato, o se, per dirla brutalmente, ci stiano propinando solo il meglio. A pelle, sono per la prima ipotesi: le scelte estetiche (composizione, giochi luce-ombre, prospettive) sono esplicite al massimo grado, sembrano il risultato di studio, approfondimento e applicazione. Ma naturalmente bisognerebbe conoscere molte più della sua collezione per esserne certi.

user26730
avatar
inviato il 04 Giugno 2017 ore 6:37

Grappazz,
La tua è un analisi molto interessante ma non mi sento di condividerla. Tu dici che nei suoi scatti ci vedi un chiaro percorso evolutivo e io non riesco a capire come possa essere vero ciò se lei non sviluppava le sue foto! Tutti noi che facciamo fotografia, oggi facciamo foto migliori di quando abbiamo iniziato proprio perce abbiamo guardato le nostre foto. Abbiamo analizzato i nostri errori. Abbiamo provato tecniche ed inquadrature diverse e abbiamo migliorato. Chi più chi meno. Questo è un processo fisiologico di qualsiasi forma espressiva. Che sia scultura, che sia pittura, che sia canto, che sia danza o che sia suonare uno strumento. Se non vedi il risultato di ciò che fai non puoi capire i tuoi errori, non puoi migliorarti e non puoi di certo percorrere nessun percorso evolutivo.
Max

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2017 ore 7:58


Contestualizzare potrebbe anche suonare anni 70, ma penso sia imprescindibile se vuoi dare un giudizio su un artista ( in qualunque campo).


Secondo me si migliora guardando le foto degli altri.
Il resto viene di conseguenza.



avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2017 ore 8:11

Penso che lei sapeva bene quello che faceva, le foto non sono casuali anche se potrebbero sembrare. Anche dalle lettere che scriveva al suo stampatore si evince che ne capiva anche di stampa e di carta fotografica. Una dilettante che agiva e ragionava come una professionista? O una artista pura? Difficile dare una definizione. Che la fotografia sia per molti una esigenza fisiologica sono il primo ad ammetterlo, mi sento molto vicino a lei in questo. È morta semisconisciuta ma ha fatto la fortuna del tizio che ha acquistato i rullini. Ha fatto anche proseliti giusto qualche tempo fa ho visto un ragazzo in giro a scattare con la rollei. L'unica cosa che mi lascia qualche dubbio è la qualità delle stampe il b/w è estremamente pulito sembrano foto digitali tanta è la nitidezza e il contrasto. Sarà merito della rollei e/o la qualita dei moderni sistemi di stampa boh

user26730
avatar
inviato il 04 Giugno 2017 ore 8:19

Arconudo,
sicuramenet si impara guardando le foto degli altri ma se non vedi le tue non capisci dove e come devi crescere.
Se balli e non ti guardi allo specchio non sai dove sbaglai. Se suoni la chitarra ma non senti la tua musica non capisci dove devi correggerti. Questo al di la' di quanta danza degl altri guardi e quanta musica altrui ascolti!
Mi sembra anche abbastanza ovvio!!
Max

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2017 ore 8:34

Vivian Maier, scattatrice compulsiva che ha lasciato ottime immagini.
ci lascia una delle testimonianze più importanti di quanto breve possa essere il tragitto tra colpo d'occhio e la sua cattura.










avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2017 ore 9:01

Ripeto a me la sua mostra è piaciuta e alcune foto mi hanno colpito.
Ma visto che si usa la parola contestualizzazione usiamola bene: la scelta della foto da sviluppare non è fatta con il gusto di allora e nemmeno lo sviluppo, queste scelte sono state compiute da altri per piacere al pubblico attuale.

user26730
avatar
inviato il 04 Giugno 2017 ore 9:03

Amen!
Max

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2017 ore 9:12

Le foto sono state scattate 60 anni fa col gusto di allora quindi o il gusto del pubblico non è cambiato o era lei che era troppo avanti rispetto ai tempi. Piu che ai soggetti, ripresi in modo geniale e quindi molto moderni, io mi soffermerei un attimo sulla qualità delle stampe attuali che esaltano ancora di più quelle splendide foto, e li il merito va senz'altro allo sviluppatore

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2017 ore 9:23

Niente si vede che non mi so spiegare.
Amen

avatarsenior
inviato il 04 Giugno 2017 ore 9:35

Labirint, credo che ti sia spiegato benissimo.
Tra i molti scatti quelli da portare alla mostra non l'ha decisi Vivian, e neanche il taglio, lo sviluppo, ecc...
Qualcuno per lei, che in un certo senso è "rifotografare" le fotografie fatte da un altra, se della fotografia vogliamo includere anche la volontà di comunicare al pubblico.

Resta comunque la sua opera, per quanto stranamente intermediata a causa degli eventi.
Non sono tra i molti, gli scatti di qualcuno qualsiasi ma sono quelli di Vivian Maier.

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