| inviato il 04 Marzo 2015 ore 14:04
Aggiungo una cosa che mi è venuta in mente questa notte. Allargando il campo della cultura anche alla conoscenza del territorio o delle usanze, direi che c'è un ulteriore aspetto da valutare. Nei paesi occidentali, una figura che si affaccia a sinistra del fotogramma e guarda verso destra (o, nel cinema, che entra in scena a sinistra ed esce a destra) è considerata "il buono", mentre una figura che entra dalla direzione opposta da un senso di inquietudine. Tipicamente nell'immagine di in un dialogo a due il buono è a sinistra ed il cattivo a destra. Controllate in giro.... Nei paesi orientali, in cui la scrittrura segue un flusso opposto destra->sinistra rispetto all'occidente, si è formata la sensazione comune opposta. Non saperlo può risultare in un interpretazione diversa ed opposta al voluto in una foto di reportage. Se io fossi un reporter mandato in giro per il mondo, vorrei sapere queste cose perchè potrebbero fare la differenza tra il successo e l'insuccesso del mio lavoro. Ma anche se io fossi, come sono, "uno che guarda foto". Mi aiuterebbe ad interpretare meglio scene, colori, posizioni e regole non scritte di foto che guardo scattate altrove. |
| inviato il 04 Marzo 2015 ore 14:17
Non mi esprimo sulla lettura sinistra destra e viceversa, che la mia opinione è poco interssante Ma in senso generale (mi soffermo su quel che dici alla fine, Shambola), per riuscire a trasmettere cioè un qualche senso, e non produrre pura didascalia, sono convinto non sia ininfluente quella che potremmo chiamare "educazione sensibile". Che è poi in estrema sintesi la mia idea di cultura Personalmente, quando fotografo, sento sempre il bisogno di una "ralazione" con quello che fotografo. Non sempre questo è possibile, non in profondità almeno, ma credo possa fare molta differenza. Occhiodelcigno.... mi tocca, eh.... |
| inviato il 04 Marzo 2015 ore 15:09
Ot a rischio di crossposting, quindi poi la finisco. Volendo approfondire questo aspetto compositivo in relazione alla cultura, ecco un link interessante : LINK |
| inviato il 04 Marzo 2015 ore 23:17
Premesso che siamo tutti spettatori di un'unica realtà, fatta da ciò che percepiamo, dai nostri pensieri, dai nostri sentimenti, e anche da ciò che non percepiamo, ma che comunque esiste, penso che la cultura sia un linguaggio. Possiamo affermare che un contadino conosca meno la realtà di un uomo di cultura? Due linguaggi differenti, che mettono in contatto con la stessa realtà. Preso atto che un fotografo deve conoscere la tecnica e possedere una predisposizione naturale, la cultura serve o no? Ho letto quasi tutte le risposte e le reputo tutte pertinenti e sensate. Ciò che rende accomunabile il SI con il NO risiede nella diversità di chi la riceve. Un "uomo fisico" avrà un approccio più immediato con la fotografia istintiva e vivrà la cultura come un fardello inutile. Un "uomo emotivo" troverà nelle sue emozioni più profonde l'ispirazione per una fotografia emozionale e percepirà la cultura come un arricchimento utile ma non indispensabile. Un "uomo mentale" si nutrirà di cultura e attraverso ad essa riuscirà a portare nei suoi scatti tutta la ricchezza di un mondo sottile e talvolta metaforico. Ho semplificato per sintetizzare il concetto, consapevole che le tre componenti su citate sono presenti in tutti noi, anche se in proporzioni diverse |
| inviato il 04 Marzo 2015 ore 23:23
Interessante osservazione Wildvideo. Che aprirebbe in se ad altre possibili discussioni. Probabilmente molti conoscono (o perlomeno sanno cos'è) la PNL. Grossomodo, certamente in modo indiretto, porti un pò verso quel terreno, che non è forse del tutto bislacco al fine di comprendere talune evidenti diversità di approccio.... Un caro saluto F |
user46920 | inviato il 07 Marzo 2015 ore 1:44
“ Possiamo affermare che un contadino conosca meno la realtà di un uomo di cultura? „ Ciao Wild, mi viene in mente Pozzetto ne il ragazzo di campagna e rispondo NO ... anche perché forse il significato di cultura inteso come avere un diploma o una laurea, non credo sia stato "usato" nello stesso modo, in questo contesto. Mi piace la "trilogia" dell'uomo che presenti PS: Francesco ... cos'è la PNL ??? ... è cultura ??? |
| inviato il 07 Marzo 2015 ore 8:48
Un contadino HA una percezione diversa degli stimoli esterni, semplicemente ha meno filtri. Cultura e' anche usare più' occhi per osservare. Se c'e' il sole togliersi gli occhiali protettivi, lasciare che la luce ti abbagli, rendersi conto che con le lenti si vede meglio, ma che e' una delle visioni possibili. E non e' quella reale, anche se il filtro ti permette di non essere abbagliato e porta alla luce particolari altrimenti invisibili. E se il contadino poi' indossa gli occhiali? Magari e' padrone di due visioni diverse. Chi gli occhiali li ha sempre addosso, magari dovrebbe fare altrettanto. Fa molto Pascoli con il Fanciullino, mi ricorda i tempi della squola (col Q), magari un fondamento c'e'?.Oggi ...c'e' il sole.... |
user46920 | inviato il 07 Marzo 2015 ore 8:52
Giornata giusta per bruciare un po' i sensori ... |
| inviato il 07 Marzo 2015 ore 9:05
Ho già espresso il mio parere in merito al concetto di cultura, che non si identifica con "tutto ciò che sappiamo", ma con "riuscire a farne tesoro", cioè se siamo in grado o meno di ricavarne qualcosa per dare un diverso significato al nostro vivere e al modo di rapportarci con quello che sta fuori di noi. Per questo non c'é differenza in partenza tra un contadino con la terza media e un ingegnere laureato e, di conseguenza, sempre per questo è possibile che il tizio che non ha mai consultato i fotolibri dei "maestri" della fotografia e non ha mai letto testi di filosofia sforni comunque buone foto. Poi, se sai rielaborare criticamente ciò che apprendi e gli dai la giusta collocazione nel tuo modo di vivere, ogni aumento di conoscenza migliora la tua "cultura" e di conseguenza anche il prodotto delle tue azioni; ma se questo "lavoro mentale" non lo sai fare, non c'è conoscenza che ti aiuti. |
| inviato il 07 Marzo 2015 ore 9:17
E il lavoro mentale, lo fai perché' hai acquisito diverse visioni, e' in parte innato, nasce dalla capacita' individuale di rielaborare le esperienze, o viene indotto da stimoli esterni, da rapporti "culturali" con altri individui? Oppure bisogna ammettere che vi sono menti aperte e menti semplici (non ho usato appositamente il termine "intelligenti". |
| inviato il 07 Marzo 2015 ore 9:22
Max, credo che in fondo sia un insieme di tutte queste cose; i "condizionamenti" dall'esterno sono incredibilmente importanti per la crescita di ciascuno, e non solo in senso negativo: pensa all'importanza del clima culturale che un bambino può trovare all'interno della propria famiglia, e di come sia proprio sulla base di questo "clima" che si sviluppa l'educazione impartita dai genitori. Di sicuro, chi acquisisce una tendenza a chiudersi in sé stesso non è facilitato, ma ci sono eccezioni anche in questo caso. |
| inviato il 07 Marzo 2015 ore 10:11
Prima di .. fondere...esco a far fotografie ! Io,... oggi...mente semplice! |
| inviato il 07 Marzo 2015 ore 11:36
Max, la tua ultima idea non è da scartare... ma nel primo pomeriggio... quassù in Val di Fiemme oggi c'è il sole, ma fino a ora di pranzo fa freschino e gli orsi non sono ancora usciti dal letargo |
| inviato il 07 Marzo 2015 ore 12:07
Val di Fiemme......montagna......la mente si allarga comunque !!! ;-)) |
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